Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Duchessa712    09/08/2021    1 recensioni
-La canzone dell'amore perduto, che parla soprattutto di promesse infrante e sogni spezzati, di un tradimento così grande da portare quasi alla follia-
-No, mia signora, non la conosco-.

Ad Approdo del Re, Sansa è sola, senza famiglia, senza amici, ostaggio dal valore inestimabile, il giocattolo preferito di Re Joffrey.
Ma cosa succede quando trova un'improbabile alleata proprio in Cersei, che nasconde più di un segreto e possiede ancora un cuore e una coscienza?
Cosa succede quando nessuna delle due è più capace di prevedere cosa accadrà, proprio nel momento in cui c'è il rischio di perdere tutto?
Fino a che punto saranno disposte a spingersi la Lupa e la Leonessa per proteggere se stesse e lo strano sentimento (pietà? comprensione? amicizia? amore?) che nasce, prepotente ed esplosivo e pericoloso tra di loro e sembra legarle sempre di più l'una all'altra?
(La storia, eccetto il primo capitolo, inizia dopo la morte di Ned e prima che Myrcella parta per Dorne.
Come penso si sia capito da questa introduzione i personaggi, Cersei in particolare saranno OC).
(Sansa/Cersei)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Cersei Lannister, Sansa Stark
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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XX atto

Al marito che l'aveva torturata e umiliata augurò una buona notte di riposo, mentre prometteva a se stessa che sarebbe stata l'ultima.
-Non mi avrà viva - promise a Jon la sera prima della battaglia e lo sguardo che le rivolse la assicurò sul fatto che l'avesse compresa.
-Sansa-
-Non mi avrà mai più-.
Non sapeva come, forse avrebbe rubato una spada, forse si sarebbe gettata nel mezzo della battaglia, forse avrebbe pregato Brienne di ucciderla e lei si sarebbe trovata costretta ad obbedire. Trovare veleno in mezzo alla neve non era un'opzione tanto semplice... Cos'è che voleva usare la Regina? Ah sì, Ombra della sera. Gliel'aveva raccontato qualche giorno dopo la vittoria come fosse pronta a uccidere Tommen e se stessa pur di non finire prigioniera. Sansa le aveva preso la mano e l'aveva sfiorata con un bacio. Non c'era nulla da dire.
Avrebbe voluto averla accanto, Cersei. Gli Dei soli sapevano cosa stesse facendo, come stesse, come stesse Tommen. Giocava ancora con i suoi gattini o ormai era troppo cresciuto? E Myrcella, lontana a Dorne, avrebbe mai rivisto la madre e il fratello? Come aveva preso la morte di Joffrey, lei che non era estranea ai dispetti e alla crudeltà del fratello? Persa in ricordi felici: era un bel modo di passare la sua probabile ultima notte.
-Dovresti dormire, Lady Stark-
-Hai ragione Brienne. Meglio che vada a riposare-.

Vide Jon venire sepolto vivo da una massa di soldati. Riconobbe gli stendardi, traditori, tutti loro che non avevano risposto quando chiamati. Era un pensiero talmente inutile, al momento, che se ne stupì lei stessa.
Strinse le briglie del cavallo con più forza, le nocche bianche sotto i guanti scuri. L'espressione era decisa, certa, non c'erano lacrime a offuscarle lo sguardo, il dolore per la morte di Rickon non l'aveva ancora colpita. Aveva visto il suo fratellino morire davanti ai suoi occhi, trafitto a tradimento, e non aveva nemmeno pianto. Forse c'era qualcosa di sbagliato in lei, o forse era semplicemente cresciuta, adesso, finalmente, ora che doveva apprestarsi a morire.
Non sarebbe stato un brutto modo di andarsene, almeno ci sarebbe stato ancora qualcosa da uccidere. Forse non sarebbe nemmeno stata la fine degli Stark. Forse Bran e Arya, se fossero stati ancora vivi, sarebbero riusciti a tornare a casa, ad avere successo dove lei stava fallendo.
Forse, invece, no, perché le sorti della battaglia si ribaltarono, perché Ditocorto aveva rispettato gli accordi, ma ovvio che lo avesse fatto: la voleva come pedina, gli ricordava l'amata perduta.
Ma non importava: li aveva fatti vincere.

Jon lo aveva colpito così tanto e con tanta forza da colorare la neve di rosso, ma non era abbastanza. Nemmeno quello che aveva in mente per lui sarebbe stato abbastanza, ma era tutto quello che poteva fare, tutto quello che poteva compensare l'innocenza che le aveva rubato. Era pronta, lo voleva, ma ne fu disgustata e pregò di non dover più assistere a un simile spettacolo.
Si era vendicata, ma le cicatrici sarebbero rimaste, così come gli incubi e i ricordi. Si era vendicata, ma nessuno, in quella sala, sembrava ricordare che lei era stata vittima delle sue crudeltà e Jon Snow, il bastard che aveva sempre intimamente agognato più di quanto gli sarebbe mai spettato, non si oppose, quando lo acclamarono Re, non alzò la voce per ricordare che c'era un'erede legittima, con sangue Stark nelle vene, non ricordò che oltre al Nord portava la Valle e la Terra dei Fiumi, non disse che se avevano combattuto era stato per merito suo, che se avevano vinto era stato grazie alle sue trame.
Rimase zitto e lo stesso fece lei, disegnando un sorriso gentile sul viso stanco, fin troppo consapevole di Ditocorto che studiava ogni sua mossa.
   
 
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