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Autore: Oh_my_Darvill    13/08/2021    1 recensioni
[Deception]
Sono Cameron Black, ho un gemello Jonathan e siamo due illusionisti; mio fratello è stato colpevolizzato dalla donna misteriosa per un omicidio da lui non commesso e da allora collaboro con FBI per scagionarlo e provare la sua innocenza.
L'unico problema? Lui in questo momento è libero con la vera colpevole e io sono in prigione al posto suo, quindi devo assolutamente trovare modo di far capire la mia vera identità e fermare i piani dell' astuta donna misteriosa.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAMERON'S POV
Da bravo gentiluomo che ero, accompagnai Kay nel suo appartamento. Facemmo tutto il tragitto mano nella mano, di tanto in tanto ci scambiammo qualche languido sguardo e dei teneri sorrisi, felici per ciò che ci era appena accaduto.
Ormai, la storia tra noi due si era evoluta e il bacio era diventato inevitabile, ma finalmente, dopo tanto ma tanto tempo, mi sentii come se fossi in grado di toccare il cielo con un dito, desideravo Kay, più di ogni altra cosa e sapere che per lei fosse lo stesso, mi riempiva il cuore di felicità.
"Cameron, oh... cavolo! Non ci posso credere... quelli davanti alla mia casa... sono i miei genitori! Che ci fanno qui?" esclamò incredula.
I due individui, non appena videro Kay, le andarono incontro abbracciandola, con in volto stampati due magnifici sorrisi.
"La mia bella bambina. Sei sciupata, ma mangi? Non salti i pasti vero?" domandò, la donna mora di carnagione scura, ovvero sua madre, tra un bacio e un altro.
"La mia dolce Kay. Come stai piccola?" chiese invece suo babbo, un uomo sulla cinquantina con una zazzera di capelli bianchi, uno sguardo piuttosto serioso e di corporatura leggermente robustina seppur il suo metro e ottanta.
"Tutto apposto. Che ci fate qui voi?" vidi che Kay si trovava in totale disagio.
"Siamo venuti a trovarti! Tu invece non vieni mai dai tuoi vecchi e ci mancavi tanto, quindi eccoci qua. Allora chi è questo bel giovanotto non ce lo presenti, tesoro?" domandò la donna ammiccando verso di me.
"Che fine ha fatto quello dell'altra volta? Quel detective che tanto mi piaceva..." esclamò invece suo padre riferendosi ad Isaac, l'ex fidanzato della mia amica.
Kay mi guardò sempre più imbarazzata, conoscendola si sarebbe voluta sotterrare, ma con un grande sospiro, rispose al terzo grado dei suoi genitori.
"Mamma, papà... lui è Cameron. Il mio nuovo fidanzato!" mentì, tuttavia adorai quella bugia.
In ogni caso, dopo i vari convenevoli con Melissa e Peter, i nomi dei miei futuri suoceri, feci scivolare la mia mano con quella della loro figlia, per far in modo che le nostre dita si intrecciassero tra di loro e si unissero.
"Per quanto tempo vi fermerete? Avete già prenotato un hotel?"
"No Kay! È stata una decisione dell'ultimo momento, stanotte non sappiamo dove fermarci. Ma non preoccuparti, figlia mia, perché domani cercheremo una camera." rispose sua madre accarezzandole una guancia.
"Non ci sono problemi, ho una stanza in più." li rassicurò. Prese la chiave e aprì la porta.
"Grazie tesoro."
"Prego, accomodatevi pure. Io devo scambiare due parole con il mio fidanzato!" gli rispose mentre poggiò una mano su un mio braccio con l'intento di fermarmi.
"Cam, non ti dispiace se ho detto a loro che ci siamo fidanzati, vero? Poi, potrei chiederti un ultimo favore?" aggiunse quando rimanemmo soli.
"Non mi dispiace affatto, anzi. Dimmi tutto!" la incitai.
Le scostai una ciocca di capelli che le era scivolata lungo il viso. Quanto era bella, dannazione.
Avevo una voglia pazza di stringere ancora il suo volto tra le mie mani e baciare nuovamente quelle sue belle labbra morbide.
"Cameron, ho detto loro che sei il mio fidanzato... quindi... stasera ti toccherà passarla qui... da me!"
"E il problema dove sta?" le sussurrai all'orecchio, "Basta che poi non ti approfitti di me, anche se, l'idea mi alletterebbe e non sai quanto. Te l'ho mai detto che le donne che prendono l'iniziativa mi eccitano in un modo che non puoi capire?"
"Ma che scemo! Forza andiamo si staranno chiedendo che cosa combiniamo." a quelle parole, raggiungemmo i due ospiti.
I genitori di Kay erano realmente delle brave persone, Melissa mi trovava simpatico, rideva e scherzava volentieri con il sottoscritto, e di sicuro, vedendo sua figlia felice lo era persino lei. Purtroppo non potei dire della stessa cosa per Peter, durante la cena mi sottopose a un gran interrogatorio, non mi fu difficile capire che i miei modi di fare, fuori dal comune, e la mia popolarità non gli stavano granché a genio.
A cena finita, dopo aver sparecchiato, sistemato la cucina e la sala da pranzo, loro si dileguarono nella stanza degli ospiti, perché erano stanchi a causa del viaggio.
Noi, per cercare di non disturbare i due coniugi, andammo nella stanza della mia "ragazza".
"Allora? Che dici? Ho fatto colpo su di loro?" mi pavoneggiai slacciandomi i bottoni della camicia.
"Su mia mamma sicuramente, invece, mio babbo lo vedo un poco riluttante, è ancora affezionato al mio ex, ma stai a vedere perché, prima o poi, gli piacerai, proprio come tu piaci a me." confessò.
"Be', spero accada prima del matrimonio!" mi lasciai sfuggire.
"Cameron, per piacere, non corriamo! Mi piacerebbe vivere questa storia con molta calma poi, più avanti, vedremo che accadrà. Ok?"
"Per me non ci sono problemi, l'unica cosa che volevo che tu sapessi è che io faccio sul serio con te. Non riuscirei proprio a prenderti in giro, sei molto importante per me!" l'abbracciai e le lasciai un tenero bacio sulla fronte, lei, dal canto suo, poggiò la sua testa sul mio petto nudo e mi abbracciò a sua volta .
"Anche tu stai diventando importante per me, Cameron. Non cercare di spezzarmi il cuore, intesi?"
"Intesi, mia Bellissima Assistente!" risposi ridendo, sapendo che lei odiava quel nomignolo.
A quel punto, ci adagiammo sul letto, e, abbracciati, parlammo di noi quasi tutta la notte. Trovai questa cosa estremamente romantica.


JONATHAN'S POV
"Ehi, dove sono finiti tutti i tuoi amichetti?" chiesi il giorno dopo non appena mi accorsi della loro assenza.
"Avevi ragione tu caro. Non potevo fidarmi di loro dopo aver tradito i miei ex collaboratori. In ogni caso, DEVI fare i bagagli perché ci dobbiamo trasferire immediatamente, non siamo più al sicuro qui." mi buttò accanto al letto un borsone.
"È favoloso che tu mi dia retta! Ma, dimmi che li hai solamente licenziati e non uccisi."
"Secondo te?" mi domandò subdolamente alzando un sopracciglio.
"Conoscendoti... immagino che..."
"L'hai detto tu che mi conosci, quindi leggi tra le righe! Se non vuoi che ti dica che ho sparato loro in fronte... be', non te lo dirò, tanto la verità già la conosci Jonathan!" mi rispose mentre impacchettava tutti i suoi averi. Sospirai.
Non ero certo felice della fine che avevano fatto, eppure, non ero del tutto amareggiato, alla fine dei conti, era un altro punto a mio vantaggio: ora eravamo solo io e lei.
"E dei giornali che ti ho chiesto di poter prendere?" rincalzai per la milionesima volta.
"Smetti di rompere le palle con quei stupidi giornali. Vuoi i tuoi giornali? Benissimo, valli a prendere!" strillò esasperata.
"Grazie! Mi aspetterai qui giusto?"
"Forza, va a prendere ciò che ti serve prima che cambi idea."
Detto ciò non sprecai altro tempo, mi misi dei finti occhiali da vista, un cappello con visiera e dei finti baffi.
Uscii immediatamente da quella lurida topaia con la muffa sulle pareti, e, una volta in strada, mi precipitai dal giornalaio che io e mio gemello eravamo soliti frequentare.
Qui, lasciai un messaggio in codice per lui, presi poi un giornalino sul mentalismo e me ne andai.
A quel punto mi incamminai per tornare da D.M., ma in quel preciso istante, qualcuno che mi chiamò. Qualcuno mi aveva riconosciuto.
"Jonathan!"
Mi girai e mi trovai di fronte Dina, il mio cuore, come al solito, fece un doppio salto mortale, ero ancora pazzamente e follemente innamorato di lei e, anche se andavo a letto col nemico, nel mio cuore c'era solo lei.
"Shh! Non qui. Forza seguimi!" bisbigliai e ci appartammo in un parco dove non avremmo dato molto nell'occhio.
"Jonathan, non sai che gioia è poterti rivedere. Come stai? Come ti sta trattando quella megera?" mi domandò.
"Dina, sono molto felice di vederti persino io. Ma non abbiamo molto tempo a disposizione. Io sto bene, mi tratta discretamente e ultimamente riesco a tenerla a bada. Non ti preoccupare per me! Comunque, devo dirti una cosa importantissima: se mai ti ricatterà, non darle soddisfazione di acconsentire. Me lo prometti?"
"Ma che ne sarà di te, se le dovessi dire di no?" percepii preoccupazione nella sua voce.
Mi sarebbe molto piaciuto stringerla a me, rassicurarla, dirle che si sarebbe sistemato tutto, poi baciarla, baciare quella bocca, che mi mancava così tanto, ma resistetti quando mi tornò in mente ciò che le feci, a quanto dovesse aver sofferto nell'ultimo anno a causa mia.
"Non devi preoccuparti per me! Okay?" le dissi semplicemente.
"Okay!" esclamò a bassa voce.
"Senti, ora vai dal giornalaio ti dirà il messaggio da dare a Cameron. Ora voglio solo dirti un'ultima cosa prima di fuggire: sono davvero dispiaciuto per ciò che ti ho fatto, sappi che non ti ho assolutamente dimenticata. Mi perdonerai mai?"
"Ti ho già perdonato, John!" mi rispose, regalandomi poi un timido sorriso mentre per un solo singolo secondo, poggiò la sua mano sulla mia. 
   
 
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