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Autore: LadyHeather83    16/08/2021    4 recensioni
Dopo gli avvenimenti di Majin-Bu, tutto sembra tornato alla normalità, o quasi.
Qualcuno riesce ad evocare il drago Polunga per riportare in vita un popolo quasi estinto.
Una nuova avventura aspetta Goku e Vegeta, che si troveranno ad affrontare delle importanti decisioni, per il proprio bene e quelle per le sorti delle persone che amano di più
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti i miei cari lettori, questa volta vi metto i ringraziamenti all’inizio.

Sapete già che sono di poche parole, quindi partiamo subito con il nominare chi mi ha sempre fatto sapere che cosa ne pensava:

*

sweetlove - Teo5Astor - Eevaa: grazie davvero per esserci sempre stati, il vostro supporto, il vostro entusiasmo è stato fantastico  e grazie anche per aver seguito la storia con interesse non abbandonandola mai.

*

E come sempre un immenso GRAZIE a tutti voi che avete letto silenziosamente, a chi ha inserito la storia tra le PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE.

Ora vi lascio al breve epilogo, e spero mi farete sapere se ne è valsa la pena scrivere questa storia.

*

Vegeta-Sej

*

Capitolo 27 – Epilogo

*

Tornare sul pianeta Terra non era mai stato così devastante.

Eppure era la loro casa.

Nessuno in quella mezz’ora aveva tentato di dire o fare qualcosa, ognuno dei presenti era rimasto immobile nel proprio posto.

Chi con gli occhi chiusi per non piangere.

Chi urlava internamente.

Chi si sentiva un emerito incapace per non essere riuscito a salvare Radish e Bardack che si erano sacrificati per loro per permettere di vivere quell’esistenza che ai due saiyan era stata negata così presto e per la seconda volta.

Certo, erano già condannati, però se fossero tornati sulla Terra assieme a loro, Bulma e suo padre avrebbero potuto trovare una soluzione alla loro condizione fisica.

Vegeta non escludeva comunque che una volta sistemati, avrebbero preso armi e bagagli per partire alla volta dello spazio in qualche angolo sperduto, oppure, si sarebbero trovati talmente bene sulla Terra da chiamarla casa.

Ma ormai erano inutili parole sussurrate al vento e trasportate lontano.

Bardack e Radish non c’erano più, periti in maniera eroica contro ogni aspettativa.

Un saiyan non muore mai per gli altri, muore per sé stesso, per evitare di essere catturato e ucciso dai nemici, ma mai per dare la possibilità a degli sconosciuti di salvarsi.

Ma loro due erano sempre stati diversi.

Bardack dentro di sé portava un animo nobile essendo sempre stato considerato una terza classe, e anche Radish che lo nascondeva sempre perfettamente grazie ai suoi modi riluttanti e vili.

“Qualcuno vuole dire qualcosa?” Chiese Crilin parlando molto lentamente spezzando quel silenzio che si era creato all’interno del cubo di trasporto.

E come volevasi dimostrare nessuno aveva avuto il coraggio di proferire parola.

Fu Pan a parlare per loro, o meglio a piangere, sembrava che il suo vagito fosse la trasmigrazione di tutte le lacrime che i presenti trattenevano a stento.

Videl cercò di cullarla e calmarla come poteva, ma fu quando la prese Gohan tra le sue possenti braccia che la piccola si addormentò beatamente.

*

Vegeta se ne stava in disparte, e la voglia di spaccare un lato del cubo di trasporto celeste e scappare lontano da tutto e da tutti era tanta, ma era inutile far collassare quella protezione uccidendo tutti i presenti compreso lui.

Tra pochi minuti sarebbero atterrati sul pianeta Terra e da lì sarebbe potuto andare dove cavolo voleva, anche rintanarsi nel più remoto angolo per giorni e giorni in assoluta tranquillità isolandosi dal resto del mondo.

In silenzio.

In preghiera.

No, Vegeta non pregava mai e non piangeva i morti.

I saiyan non avevano quella tradizione, si limitavano a bruciare i corpi o ad abbandonarli se morivano in battaglia su altri pianeti, ci avrebbero pensato gli abitanti a togliere la spazzatura.

Solo a chi apparteneva ad un alto rango veniva celebrata una funzione e il corpo inumato.

Bulma non osò avvicinarsi vedendolo ridotto in quello stato.

Da fuori sembrava starsene come sempre per conto suo con gli occhi chiusi, ma sapeva benissimo che dentro era in conflitto con sé stesso.

Finalmente arrivarono sulla Terra ed atterrarono nel giardino della Capsule Corporation, e anche se erano affamati, gli dei preferirono ritornarsene nel loro pianeta, Lord Beerus doveva fare il suo riposino ed era già in ritardo, colpa di quel piccolo inconveniente.

“Allora ci vediamo, grazie mille per il passaggio.” Mormorò Goku.

In quei casi sarebbe stato cortese ringraziare con una stretta di mano o un gesto simile, ma il saiyan dai capelli a palma non era solito nelle buone maniere.

“Di nulla.” Rispose Whis con riverenza.

“Andiamo, Whis. Sono stanco” Berciò il dio della distruzione salendo sul cubo.

I presenti lo videro alzarsi alto nel cielo per poi sparire poco.

*

Gli amici si erano tutti riuniti in giardino per i convenevoli finali, pronti a ritornare alle proprie dimore per riposarsi, e vani furono i tentativi di Bulma che aveva insistito perché i presenti restassero a cena da loro.

“Hai bisogno di riposare!” Aveva incalzato Chichi facendo riferimento al suo stato interessante.

“Avrò tempo per farlo.” Non era vero, fino alla fine della gravidanza si sarebbe buttata sul lavoro, per colpa di quell’inconveniente aveva lasciato indietro troppo progetti che sicuramente l’anziano padre non aveva portato avanti, se non per pochi passaggi e pochi collaudi.

In più mancava anche Mai, che di solito si occupava di provare le macchine, come facesse una bimba della sua età a fare quello che faceva era sempre stata un’incognita.

Poco importava comunque.

Meglio non fare troppe domande.

“Ci dispiace Bulma, ma dobbiamo andare da Marron.” Continuò Crilin a malincuore perché una serata spensierata in compagnia era quello che ci voleva in quel momento.

Anche Yamcha e Tensing si unirono al coro di disdette, anche se a Yamcha non gli sarebbe dispiaciuto restare un altro po', ma poi se la sarebbe dovuto vedere con Vegeta e quell’individuo non gli era mai andato a genio, per diverse ragioni.

“Faremo un’altra volta, Bulma!” Disse Goku portandosi due dita sulla tempia per sparire qualche secondo dopo assieme a tutta la sua famiglia.

All’azzurra non restò altro che entrare in casa percorrendo il vialetto illuminato scortata da Trunks e Mai, Vegeta era rimasto in giardino, immobile con il viso rivolto verso le stelle.

Bulma sospirò mentre gli lanciò un’ultima occhiata prima di chiudere la porta, chissà quando sarebbe ritornato.

Sapeva bene che suo marito era solito a sparire quando subiva un trauma di qualunque tipo, e quello lo era.

La prima volta che il suo pianeta natale era esploso per mano di Freezer lui non c’era, non lo aveva visto disgregarsi in tanti pezzettini che si sarebbero propagati nell’universo, alcuni cadendo nei pianeti vicini, altri vagando senza meta, forse vagano ancora.

Era stato un duro colpo vederlo esplodere e sgretolarsi, perché Bulma era convinta che fosse quella la causa del suo disagio.

“Vuoi che ti prepari un bel bagno caldo?” Propose Mai.

Bulma sospirò, non lo voleva fare, ma dio solo sapeva se aveva bisogno di abbandonarsi nell’acqua calda e profumata per qualche minuto rilassandosi e sgombrando la mente da mille preoccupazioni.

Alla fine cedette “Grazie, Mai.”

La corvina salì velocemente le scale seguita da Trunks “Ti porto gli asciugamani” Propose il lilla sorridendole.

*

Terminato il bagno, scese in cucina a mettere qualcosa di commestibile sotto i denti, la pancia brontolava e il bambino doveva cominciare a mangiare qualcosa di sano ed equilibrato, poi il giorno dopo avrebbe preso appuntamento con il medico che l’aveva seguita con la prima gravidanza per fare degli accertamenti ed ecografia.

Escludeva a priori che Vegeta sarebbe andata con lei, ma poco le importava. Bugiarda! Le importava eccome, ma in tutti quegli anni aveva imparato a conoscere suo marito e a capire che certe cose non erano per lui o da lui.

Ma quando aprì la porta della camera da letto ed accese la luce sussultò e per poco non cacciò fuori un urlo.

Sul letto, supino, c’era lui.

“Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?” Gli chiese rimanendo in piedi sulla sponda del letto.

Vegeta roteò la testa per guardarla meglio “No, non ho fame.”

Allora Bulma chiuse la porta e si coricò accanto a lui.

“Ti credevo in qualche luogo ostile alla vita.”

“A che pro, scusa?”

“Beh…il tuo pianeta…RadishBardack…”

“Non devi più preoccuparti di niente…non torneranno.”

“Non intendevo questo, ma…”

“Non pariamone più.” Tagliò corto dandole le spalle.

Bulma deglutì “Domani prenderò appuntamento per dei controlli.”

“Stai male?”

“No, ma è normale farlo quando si è in gravidanza.”

Era ovvio che Vegeta non lo sapesse, non c’era quando Bulma aspettava Trunks.

Mmm…” Mugugnò.

“Posso chiederti una cosa?”

Mmm…”

“Che avresti fatto se il tuo pianeta non fosse esploso e Radish e Bardack sarebbero stati ancora vivi?”

Vegeta si portò di nuovo supino ed osservò il soffitto illuminato di raggi lunari.

“Inutile pensare ai ma e se…bisogna guardare sempre avanti, mai indietro, e ora per i prossimi mesi ed anni ne avremo di cose di cui occuparcene.”

Vegeta le mise una mano sul ventre percependo un piccolo tepore, una speranza per il futuro.

*

FINE

*

Angolo autrice: Buongiorno e buon lunedì…chiedo umilmente perdono, dovevo pubblicare venerdì, ma tra una cosa e un’altra non ci sono riuscita…chiedo venia.

Siamo giunti alla fine di questa avventura e io spero vivamente vi sia piaciuta, ho cercato di far combaciare tutto alla perfezione e curare i minimi dettagli, ma devo confessarvi che sempre non è stato facile.

Ora comunque sto lavorando ad una nuova storia, scaletta e primo capitolo sono già stati buttati giù, il più sarà trovare il tempo per la stesura, in quanto la long su Miraculous (non ancora pubblicata) mi sta assorbendo molto tempo.

In ogni caso vi do appuntamento a settembre 😉

Vi mando un forte abbraccio, Erika

  
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