Ciao a tutti i miei cari lettori,
questa volta vi metto i ringraziamenti all’inizio.
Sapete già che sono di poche
parole, quindi partiamo subito con il nominare chi mi ha sempre fatto sapere
che cosa ne pensava:
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sweetlove
- Teo5Astor - Eevaa: grazie
davvero per esserci sempre stati, il vostro supporto, il vostro entusiasmo è
stato fantastico e grazie anche per aver
seguito la storia con interesse non abbandonandola mai.
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E come sempre un immenso GRAZIE a
tutti voi che avete letto silenziosamente, a chi ha inserito la storia tra le
PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE.
Ora vi lascio al breve epilogo, e
spero mi farete sapere se ne è valsa la pena scrivere questa storia.
*
Vegeta-Sej
*
Capitolo 27 – Epilogo
*
Tornare sul pianeta Terra non era mai stato così devastante.
Eppure era la loro casa.
Nessuno in quella mezz’ora aveva tentato di dire o fare qualcosa, ognuno
dei presenti era rimasto immobile nel proprio posto.
Chi con gli occhi chiusi per non piangere.
Chi urlava internamente.
Chi si sentiva un emerito incapace per non essere riuscito a salvare Radish e Bardack che si erano
sacrificati per loro per permettere di vivere quell’esistenza che ai due saiyan era stata negata così presto e per la seconda volta.
Certo, erano già condannati, però se fossero tornati sulla Terra assieme a
loro, Bulma e suo padre avrebbero potuto trovare una
soluzione alla loro condizione fisica.
Vegeta non escludeva comunque che una volta sistemati, avrebbero
preso armi e bagagli per partire alla volta dello spazio in qualche angolo
sperduto, oppure, si sarebbero trovati talmente bene sulla Terra da chiamarla casa.
Ma ormai erano inutili parole sussurrate al vento e trasportate lontano.
Bardack e Radish non c’erano più, periti in maniera
eroica contro ogni aspettativa.
Un saiyan non muore mai per gli altri, muore per sé
stesso, per evitare di essere catturato e ucciso dai nemici, ma mai per dare la
possibilità a degli sconosciuti di salvarsi.
Ma loro due erano sempre stati diversi.
Bardack dentro di sé portava un animo nobile essendo sempre stato considerato una
terza classe, e anche Radish che lo nascondeva sempre
perfettamente grazie ai suoi modi riluttanti e vili.
“Qualcuno vuole dire qualcosa?” Chiese Crilin
parlando molto lentamente spezzando quel silenzio che si era creato all’interno
del cubo di trasporto.
E come volevasi dimostrare nessuno aveva avuto il coraggio di proferire
parola.
Fu Pan a parlare per loro, o meglio a piangere, sembrava che il suo vagito
fosse la trasmigrazione di tutte le lacrime che i presenti trattenevano a
stento.
Videl cercò di cullarla e calmarla come poteva, ma fu quando la prese Gohan tra le sue possenti braccia che la piccola si
addormentò beatamente.
*
Vegeta se ne stava in disparte, e la voglia di spaccare un lato del cubo di
trasporto celeste e scappare lontano da tutto e da tutti era tanta, ma era
inutile far collassare quella protezione uccidendo tutti i presenti compreso
lui.
Tra pochi minuti sarebbero atterrati sul pianeta Terra e da lì sarebbe
potuto andare dove cavolo voleva, anche rintanarsi nel più remoto angolo per
giorni e giorni in assoluta tranquillità isolandosi dal resto del mondo.
In silenzio.
In preghiera.
No, Vegeta non pregava mai e non piangeva i morti.
I saiyan non avevano quella tradizione, si
limitavano a bruciare i corpi o ad abbandonarli se morivano in battaglia su
altri pianeti, ci avrebbero pensato gli abitanti a togliere la spazzatura.
Solo a chi apparteneva ad un alto rango veniva celebrata una funzione e il
corpo inumato.
Bulma non osò avvicinarsi vedendolo ridotto in quello stato.
Da fuori sembrava starsene come sempre per conto suo con gli occhi chiusi,
ma sapeva benissimo che dentro era in conflitto con sé stesso.
Finalmente arrivarono sulla Terra ed atterrarono nel giardino della Capsule
Corporation, e anche se erano affamati, gli dei preferirono ritornarsene nel
loro pianeta, Lord Beerus doveva fare il suo riposino
ed era già in ritardo, colpa di quel piccolo inconveniente.
“Allora ci vediamo, grazie mille per il passaggio.” Mormorò Goku.
In quei casi sarebbe stato cortese ringraziare con una stretta di mano o un
gesto simile, ma il saiyan dai capelli a palma non
era solito nelle buone maniere.
“Di nulla.” Rispose Whis con riverenza.
“Andiamo, Whis. Sono stanco” Berciò il dio della
distruzione salendo sul cubo.
I presenti lo videro alzarsi alto nel cielo per poi sparire poco.
*
Gli amici si erano tutti riuniti in giardino per i convenevoli finali,
pronti a ritornare alle proprie dimore per riposarsi, e vani furono i tentativi
di Bulma che aveva insistito perché i presenti
restassero a cena da loro.
“Hai bisogno di riposare!” Aveva incalzato Chichi
facendo riferimento al suo stato interessante.
“Avrò tempo per farlo.” Non era vero, fino alla fine della gravidanza si
sarebbe buttata sul lavoro, per colpa di quell’inconveniente aveva lasciato
indietro troppo progetti che sicuramente l’anziano padre non aveva portato
avanti, se non per pochi passaggi e pochi collaudi.
In più mancava anche Mai, che di solito si occupava di provare le macchine,
come facesse una bimba della sua età a fare quello che faceva era sempre stata
un’incognita.
Poco importava comunque.
Meglio non fare troppe domande.
“Ci dispiace Bulma, ma dobbiamo andare da
Marron.” Continuò Crilin a malincuore perché una
serata spensierata in compagnia era quello che ci voleva in quel momento.
Anche Yamcha e Tensing
si unirono al coro di disdette, anche se a Yamcha non
gli sarebbe dispiaciuto restare un altro po', ma poi se la sarebbe dovuto
vedere con Vegeta e quell’individuo non gli era mai andato a genio, per diverse
ragioni.
“Faremo un’altra volta, Bulma!” Disse Goku
portandosi due dita sulla tempia per sparire qualche secondo dopo assieme a
tutta la sua famiglia.
All’azzurra non restò altro che entrare in casa percorrendo il vialetto
illuminato scortata da Trunks e Mai, Vegeta era rimasto in giardino, immobile
con il viso rivolto verso le stelle.
Bulma sospirò mentre gli lanciò un’ultima occhiata prima di chiudere la porta,
chissà quando sarebbe ritornato.
Sapeva bene che suo marito era solito a sparire quando subiva un trauma di
qualunque tipo, e quello lo era.
La prima volta che il suo pianeta natale era esploso per mano di Freezer
lui non c’era, non lo aveva visto disgregarsi in tanti pezzettini che si
sarebbero propagati nell’universo, alcuni cadendo nei pianeti vicini, altri
vagando senza meta, forse vagano ancora.
Era stato un duro colpo vederlo esplodere e sgretolarsi, perché Bulma era convinta che fosse quella la causa del suo
disagio.
“Vuoi che ti prepari un bel bagno caldo?” Propose Mai.
Bulma sospirò, non lo voleva fare, ma dio solo sapeva se aveva bisogno di
abbandonarsi nell’acqua calda e profumata per qualche minuto rilassandosi e
sgombrando la mente da mille preoccupazioni.
Alla fine cedette “Grazie, Mai.”
La corvina salì velocemente le scale seguita da Trunks “Ti porto gli
asciugamani” Propose il lilla sorridendole.
*
Terminato il bagno, scese in cucina a mettere qualcosa di commestibile
sotto i denti, la pancia brontolava e il bambino doveva cominciare a mangiare qualcosa
di sano ed equilibrato, poi il giorno dopo avrebbe preso appuntamento con il
medico che l’aveva seguita con la prima gravidanza per fare degli accertamenti
ed ecografia.
Escludeva a priori che Vegeta sarebbe andata con lei, ma poco le importava.
Bugiarda! Le importava eccome, ma in tutti quegli anni aveva imparato a
conoscere suo marito e a capire che certe cose non erano per lui o da lui.
Ma quando aprì la porta della camera da letto ed accese la luce sussultò e
per poco non cacciò fuori un urlo.
Sul letto, supino, c’era lui.
“Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?” Gli chiese rimanendo in piedi
sulla sponda del letto.
Vegeta roteò la testa per guardarla meglio “No, non ho fame.”
Allora Bulma chiuse la porta e si coricò accanto
a lui.
“Ti credevo in qualche luogo ostile alla vita.”
“A che pro, scusa?”
“Beh…il tuo pianeta…Radish…Bardack…”
“Non devi più preoccuparti di niente…non torneranno.”
“Non intendevo questo, ma…”
“Non pariamone più.” Tagliò corto dandole le spalle.
Bulma deglutì “Domani prenderò appuntamento per dei controlli.”
“Stai male?”
“No, ma è normale farlo quando si è in gravidanza.”
Era ovvio che Vegeta non lo sapesse, non c’era quando Bulma
aspettava Trunks.
“Mmm…” Mugugnò.
“Posso chiederti una cosa?”
“Mmm…”
“Che avresti fatto se il tuo pianeta non fosse esploso e Radish e Bardack sarebbero stati
ancora vivi?”
Vegeta si portò di nuovo supino ed osservò il soffitto illuminato di raggi
lunari.
“Inutile pensare ai ma e se…bisogna guardare sempre avanti,
mai indietro, e ora per i prossimi mesi ed anni ne avremo di cose di cui occuparcene.”
Vegeta le mise una mano sul ventre percependo un piccolo tepore, una speranza
per il futuro.
*
FINE
*
Angolo
autrice: Buongiorno e buon lunedì…chiedo umilmente perdono, dovevo pubblicare
venerdì, ma tra una cosa e un’altra non ci sono riuscita…chiedo venia.
Siamo giunti alla fine di questa avventura e io spero vivamente vi sia
piaciuta, ho cercato di far combaciare tutto alla perfezione e curare i minimi
dettagli, ma devo confessarvi che sempre non è stato facile.
Ora comunque sto lavorando ad una nuova storia, scaletta e primo capitolo
sono già stati buttati giù, il più sarà trovare il tempo per la stesura, in
quanto la long su Miraculous (non ancora pubblicata)
mi sta assorbendo molto tempo.
In ogni caso vi do appuntamento a settembre 😉
Vi mando un forte abbraccio, Erika