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Autore: Aurora_Maria1004    18/08/2021    3 recensioni
(Storia dopo episodio Wishmakers S4)
Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte senza riuscire a muovermi o pensare correttamente.
Non era la prima volta che accadeva ciò, ma con il tempo risultava sempre più difficile proseguire normalmente la vita quotidiana, per non parlare quella da supereroe.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte senza riuscire a muovermi o pensare correttamente. Non era la prima volta che accadeva ciò, ma con il tempo risultava sempre più difficile proseguire normalmente la vita quotidiana, per non parlare quella da supereroe.
Mi alzai silenziosamente e mi diressi al balcone per poter prendere aria. Attimi dopo Tikki si avvicinò a me «Marinette…» mi sussurrò dolcemente ponendosi sulla mia spalla.
«Tikki, perché Luka ha mentito secondo te?» Le chiesi guardando il cielo senza un punto in particolare.
«Non abbiamo certezza Marinette che Luka abbia scoperto le vostre identità.»
«Ma non capisco, se sapeva a cosa servisse il mio Lucky Charm deve aver per forza usato la seconda opportunità. Soltanto l’identità di uno di noi due deve averlo obbligato a tornare indietro. E se avesse scoperto la mia o quella di Chat Noir? E se Hawk Moth arrivasse a lui e scoprisse la verità? Parigi sarebbe nei guai, noi saremmo nei guai, le nostre famiglie, i nostri amici.» Buttai fuori il tutto con paura e nervosismo.
Da quando Wishmaker era stato sconfitto riportando la normalità nelle strade di Parigi, iniziai ad essere tormentata dal fatto che Luka, con molte probabilità, conoscesse l’identità mia o di Chat Noir. Da allora erano passati sei giorni, sei lunghi giorni dove la notte gli incubi sulla vittoria di Hawk Moth e la distruzione di Parigi invadevano la mia mente, mentre il giorno, oscillavo tra stanchezza, nervosismo e irrequietezza. Alya con tutta la pazienza del mondo cercò di tranquillizzarmi, ma niente riusciva, e ciò veniva ampliato dal fatto che tutti lentamente iniziavano a conoscere la mia vera identità, tutti eccetto chi dal primo momento cercava disperatamente di scoprirlo.
Un’ondata di sensi di colpa mi colpirono pesantemente a questo pensiero che si aggiungeva agli altri senza sosta. Mi sedetti con un sospiro sulla sedia coprendomi gli occhi ed evitando di piangere seppur le lacrime iniziarono a scendere di loro spontanea volontà.
«Marinette, penso che tu debba parlare con Luka o con Chat Noir.» Disse Tikki con la sua voce dolce come suo solito.
Avrei potuto parlare con entrambi, ma cosa potevo dire?
“Ciao Luka, dimmi la verità sai la mia identità o quella di Chat Noir?” Oppure “Ehi Chat Noir forse Visperion ha scoperto la nostra identità, io sono Marinette Dupain-Cheng e Visperion è il mio ex Luka che ho dovuto lasciare perché sono LadyBug e ogni tanto lo chiamavo con il nome di un altro?”
No, non poteva funzionare.
Lentamente i primi raggi del sole iniziarono ad illuminare Parigi e di li a poco il resto degli abitanti avrebbe seguito l’esempio iniziando a svegliarsi. Mi alzai nuovamente, dolorante e stanca, e con lentezza scesi le scale per tornare nella mia stanza. Mi guardai intorno e cercai qualcosa che mi desse coraggio, mi convincesse a restare forte, ma in quel momento niente sembrava d’aiuto, niente sembrava risollevare l’umore che con il tempo si scuriva come le innumerevoli notti in bianco.
Decisi che per una volta potevo evitare le mie solite trecce e magari variare l’abbigliamento. Optai per dei jeans chiari e un maglioncino a collo alto rosso per finire il tutto con un giubbino nero e rifiniture bianche.
«Come mai questo cambiamento Marinette?» Domando Tikki.
Ci pensai su, ma la verità è che neanche io sapevo la reale risposta. «Credo che alle volte cambiare sia piacevole. Meglio andare, stranamente oggi non sono ancora in ritardo. E voglio prendere due biscotti per te prima di andare»
Non appena scesi al piano di sotto i miei genitori mi guardarono in modo strano, cosa che accadeva sempre più spesso negli ultimi giorni.
Non gli do torto, anche io mi guarderei forse in modo strano se mi guardassi da lontano, ma la verità è che dopo tutti questi mesi, essere LadyBug, destreggiarmi con due vite, essere in un posto ma dovermi catapultare in un altro, combattere, poi ritornare dov’ero, perdere ore di quotidianità, recuperarle e cercare scuse, iniziava ad essere troppo difficile, senza poi contare l’aggiunta di essere il nuovo guardiano e avere una stanza piena di Kwami.
«Ti sei svegliata presto oggi.» Disse mia madre finendo di preparare la colazione.
Guardai le uova strapazzate e il pane caldo, ma l’idea di mangiare sembrava far si che la mia nausea, protratta dalla notte insonne e sensi di colpa, tornasse più forte di prima.
«Si, voglio finire di ripassare e portarmi avanti con qualche compito. È probabile che a pranzo starò con Alya, Nino ed Adrien.» Non era del tutto vero, ma mentire stava diventando quasi un’abitudine e questa era una semplice bugia a fin di bene, una bugia per avere del tempo per me, tranquillità.
Sempre che Hawk Moth lo conceda.
Salutai entrambi i miei genitori augurando una buona giornata e con passo lento uscì dal panificio. Aspettai il cambio di colore del semaforo immergendomi nei miei pensieri che non lasciavano via d’uscita.
Cosa avrebbe pensato Chat Noir di tutta questa storia una volta scoperta? Avrebbe smesso di fidarsi di me? Avrebbe pensato che io non mi fidassi di lui? E se scoprisse chi sono? Cosa penserà del mio io civile?
Una semplice ragazza figlia di un fornaio, che si diletta a cucire nella speranza di fare carriera, che arriva tardi a scuola e tiene una semplice media quasi sufficiente, una ragazza goffa, che non sa parlare neanche ad un ragazzo.
Che vergogna o schifo potrebbe mai provare per chi sono realmente?
Senza accorgermene arrivo a scuola e il mio corpo si porta in autonomia al solito posto.
«Woah ragazza a cosa si deve questo cambiamento? Non ti ho mai vista così.» Sento esclamare Alya dalla mia sinistra.
Le sorrido dolcemente cercando di non mostrarle come ormai le giornate stavano diventando sempre più difficili e mi sentivo logorare lentamente.
«Credo che ogni tanto bisogna pur cambiare».
«Ancora quel problema?» Mi dice quasi sussurrando.
La guardo brevemente riflettendo se mentire o dire la verità, ma dopo tutto questo tempo sa leggermi abbastanza bene e con un sospiro si siede vicino a me dandomi una pacca sulla spalla e guardandomi con pietà, quasi con tenerezza.
«Non devi preoccuparti, oggi parlerò con lui e cercherò di capire meglio.»
Mi lancia uno sguardo per iniziare ad aprir bocca ma viene interrotta dal saluto di Nino con al suo fianco Adrien.
«Ragazze io ed Adrien pensavamo che stasera si poteva andare a vedere un film o magari fare un giro alla ricerca di Andrè.» Esclama con entusiasmo Nino sedendosi al suo posto e girandosi verso di noi.
Rifletto velocemente i pro e i contro, ma la mia mente stanca dagli ultimi giorni non è abbastanza veloce e lascio quasi che sia Alya a decidere anche per me.
Rifletto su chi avrei dovuto veder prima, se Luka o Chat Noir, se magari tempo permettendo sarei riuscita a parlare ad entrambi, se riuscissi ad essere nei luoghi nei tempi prestabiliti, ma probabilmente sarebbe stato difficile.
«Quindi Marinette verrai?» Mi sento chiedere.
Alzo lo sguardo di scatto e noto Adrien che mi fissa calorosamente, con lo stesso sguardo di qualcun altro ma senza che io possa dire chi.
«Ce, ce, certamente che verrò. A che ora si pensava?» Chiedo dopo aver ripresto sicurezza nella mia voce.
Solo ora noto il ragazzo di fronte a me e devo dire che anche lui ultimamente sembrava che qualcosa lo tormentasse. I suoi capelli sembravano più ribelli del solito e devo ammettere che gli donavano parecchio seppur aveva una certa somiglianza a qualcuno già visto.
«Beh potremmo verso le 19 e se abbiamo tempo finiamo di fare due passi vicino il Louvre o la Tour Eiffel.»
«Potremmo vederci tutti da Marinette e andare poi alla ricerca di Andrè.» Dice Nino. Sarebbe stata un’ottima idea se non avessi bisogno di parlare con Luka/Visperion con urgenza così che io possa trovare un po’ di pace sia nei sogni che nella realtà.
«Io prima di uscire avrei un impegno, magari possiamo fare in…» La frase non viene finita perché alle otto e ventitré minuti Hawk Moth decide di portare il caos a Parigi.
Sospirò stringendo i denti e correndo insieme agli altri studenti fuori dalla classe per poi svincolarmi nel più vicino dei bagni. Mi chiudo velocemente la porta dietro di me.
«Tikki, dobbiamo intervenire subito. Tikki trasformami.»
In meno di trenta secondi mi ritrovo con il mio costume addosso e posso sentire la forza nel corpo che mi da la carica per poter correre fuori dall’edificio e dirigermi a tutta velocità verso la nube di fumo alzatasi in aia rendendo la zona un vicolo buio.
Attendo qualche attimo per capire chi sia il cattivo questa volta ma il fumo blocca la visuale e sarebbe troppo rischioso addentrarsi alla cieca.
Dopo qualche secondo sento la presenza di Chat Noir e una parte di me si sente più coraggiosa sapendo di non essere sola. Non importa quanto sia una flirt, quanto siano pessime le sue battute, lentamente aveva preso una parte importante del mio cuore, e senza lui, niente aveva importanza.
«M’lady sappiamo già contro chi dobbiamo scontrarci?» Mi chiede con lo sguardo fisso nella nube che lentamente sembra attenuarsi.
«No Chat, questa nebbia copre la visuale e per ora non sembra essersi mosso niente.»
«Siamo sicuri si tratti di un’Akuma e non qualcosa di meno?» Chiede raddrizzandosi e guardandomi.
Non appena lo guardo pronta per rispondere viene catapultato a metri di distanza per sbattere violentemente contro un muro.
Rimango impietrita con orrore cercando di capire da dove sia partito l’attacco e chi l’abbia colpito ma non vedo niente e questo mi crea un forte allarmismo. Balzo verso Chat Noir il più veloce possibile solo per trovarlo curvo su se stesso con del sangue che gli cola dal labbro.
«Stai bene?» Gli chiedo avvicinandomi a lui
«Si, non l’ho visto arrivare.»
«Neanche io, senti qualcosa? Qualche movimento?» Chiedo sperando che le sue orecchie possano captare qualcosa.
«LadyBug, Chat Noir, bello finalmente incontrarvi.» Sentiamo una voce dietro di noi.
Ci voltiamo velocemente e possiamo notare il nostro nemico finalmente.
«Sono brazier flames e assaggerete il mio potere. Vi risparmierò se in cambio mi darete i vostri Miraculous.» Ci dice senza mai toglierci gli occhi di dosso.











 

   
 
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