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Autore: sweetlove    23/08/2021    7 recensioni
Anno 815, Trunks è solo nel suo ufficio, beve whiskey cercando consolazione nel periodo più buio della sua vita.
Ripercorre a ritroso i momenti vissuti, gli sbagli commessi. Rivive ciò che ha portato la sua famiglia a sgretolarsi. Riuscirà a tirare le somme e risalire a galla?
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NUOVI PG - NUOVE SHIP
I personaggi inseriti saranno quelli che interagiranno maggiormente nel corso dei capitoli, così come le coppie, anche se le principali saranno 'altre'.
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NOTE a inizio e fine del prologo. Illustrazioni all'interno dei capitoli.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Marron/Trunks
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C R E E P
Capitolo 10

 

 

Freddo pungente. La neve scendeva lenta a coprire altro bianco, da un cielo che definirlo grigio era riduttivo. Era incazzato, cupo, triste. Il secondo inverno relegato lì, lontano da tutto e da tutti, ma a differenza del precedente, scandito da dolori a tutto il corpo, fremiti, bisogno di ferirsi per compensare la voglia di distruggersi con la droga, stavolta sembrava tutto più sopportabile. Umano.

Era lì, Son Kian, e attendeva l’arrivo di ‘quella’ visita con gioia mista ad ansia. Suo fratello lo odiava? Gli era mancato? Era cambiato o era rimasto il solito secchione perfettino del cazzo?

Ci mise poco a scoprirlo, vedendolo entrare dal cancello principale di quell’edificio che sembrava quasi un carcere. Lui, che era nato per essere un guerriero, ci avrebbe messo poco a evadere, ma non l’aveva mai fatto. Mai. 

Vide Yuno avanzare lentamente, passare tra i pochi pazienti che avevano avuto il coraggio di trascorrere l’ora ricreativa a quelle temperature glaciali, corrugare un attimo la fronte sotto il berretto di lana - Valese glielo infilava ancora a forza - e poi i suoi grandi occhi neri sciogliersi in un’espressione commossa.

Entrambi erano commossi.

«Kian…» Lo sentì mormorare, fermandosi per un solo istante prima di riprendere a camminargli incontro, a correre quasi.

«Yuno.»

Braccia incrociate e posa strafottente come al solito, ma la sciolse immediatamente quando il gemello gli saltò al collo, abbracciandolo forte, come volesse soffocarlo. E lo strinse a sua volta.

Vide suo padre, lontano e dietro quella cancellata, distogliere lo sguardo ma non ci mise molto a scrutarne l’emozione evidente.

«Kian… come stai?»

Era sempre stato Yuno il tenerone tra i due, quello più docile, più accondiscendente e pacato. E come da bambino sciolse l’abbraccio soltanto per controllare fosse tutto intero, quasi con fare paterno. 

«Adesso bene. Ho avuto momenti peggiori.»

Un sorriso furbastro e aria di chi non ammetterà mai di aver pianto e gridato a vuoto per giorni interi, al suo ricovero.

«Lo vedo… quasi non ti riconosco!»

Quando era partito era magro, col volto scavato, l’aria trasandata. Adesso sembrava ‘quasi’ un ragazzo come gli altri. 

«Anche tu sei cambiato. Poco, ma sei cambiato…» Un colpo amichevole sulla spalla, che fece vacillare Yuno appena mentre un grande sorriso gli si allargava sul volto «Sembri lo zio Gohan!»

«Mi mancano gli occhiali, fratello!»

«Dai, entriamo. Al bar fanno una cioccolata calda da urlo. Hai da raccontarmi tantissime cose!».

 

 

 

Nina era ancora accanto a suo padre. Testa bassa, neanche badava alle parole di conforto che gli altri cercavano di darle. 

Basta lutti. Basta perdere gente che amo.

Pensava solo questo. In tre anni aveva perso sua madre, in maniera atroce. Poi il nonno Crillin, che adorava e l’adorava. E ora Bulma… chi sarebbe stato il prossimo? 

«Nina, tesoro… perchè non vai con tua nonna a casa?»

La voce tremante e incerta di Trunks le parve subito dubbia. L’aveva voluta lì fino a quell’istante, e ora? Perchè poi con Diciotto? 

Sollevò il capo, cercò di guardarlo negli occhi per capire cosa gli passasse per la testa.

Ma vide altro.

Qualcun altro.

Sentì il cuore fermarsi e tornare a battere ad un ritmo forsennato. Non poteva essere lui. Non poteva essere lui! 

Kian. Vicino. Alto. Vivo! 

Avrebbe voluto parlare, dire qualsiasi cosa, a chiunque… magari a Trunks stesso, chiedergli incazzata nera perchè non le avesse detto che sarebbe arrivato, fare poi lo stesso con tutti gli altri, soprattutto Yuno, ma quando lo cercò con lo sguardo e lo trovò, si accorse di quanto anche la sua espressione fosse stupita e anche un pò spaventata.

Cosa cazzo succede?!

Perchè non mi guardi?!

 

 

 

«Mi spiace tanto per Crillin… papà non me lo ha detto. Stronzo…»

Gettò il bicchiere di carta ormai vuoto lanciandolo direttamente nel cestino dei rifiuti nell’angolo, in quell’area ristoro fin troppo attrezzata per il posto in cui era stata allestita. Kian era ancora sconvolto per la morte di Marron, nonostante avesse perso altre persone care. Marron era stata, oltre che una zia, come una seconda madre per lui, per loro. Sempre presente per consigliarlo, per tirarli fuori dai guai, a volte anche coprire qualche loro marachella. I tre moschettieri, così li chiamava… Kian, Yuno e Nina.

Nina.

«Yu…»

Era giunto il momento.

«Vuoi sapere di Nina, vero?»

Cosa li legasse mentalmente in quel modo, e come ciò non si fosse attenuato neanche con la distanza prolungata, sarebbe rimasto un mistero. Gli esperti sostenevano fosse comune tra i gemelli omozigoti. Loro erano eterozigoti, ma dacchè ne avevano memoria riuscivano a capirsi soltanto con uno sguardo.

«Sì. Come sta?»

Kian finse distacco, ma sapere di lei era ciò che più desiderava al mondo. Perchè nessuno gli aveva detto più nulla, tutti eludevano le sue domande con il solito “Ci vuole tempo, deve riprendersi” finchè quasi un anno prima aveva smesso di insistere, di domandare.

«Bene. Adesso sta bene…»

«Adesso?» 

Yuno sospirò. Non aveva dormito pensando a quello che doveva dire. Ma c’era solo una cosa, la più giusta, da fare… dire la verità. A lui, suo fratello. 

«E’ stata malissimo, Ki. C’è voluto tempo prima di vederla di nuovo sorridere. Sai quante ne ha passate e quante ancora ne sta passando? Lo zio ha quasi gettato la spugna ma alla fine cel’ha fatta. Tutti noi ce l’abbiamo fatta… anch’io.»

Kian sollevò un sopracciglio, mentre pian piano elaborava quelle parole dure come macigni sulle sue spalle e sul suo stomaco. Sapere Nina sofferente, soprattutto a causa sua, gli fece improvvisamente venir voglia, dopo due anni senza, di accendersi una sigaretta. O fare peggio.

«Anche tu…?»

Yuno sospirò ancora. Sembrava volesse dirgli qualcos’altro.

«Sì… anche io. Io le sono stato vicino, forse più di tutti. Io l’ho raccolta da terra quando era a pezzi!»

La voce del ragazzo si fece come fredda e disperata all’improvviso. Perchè aveva sofferto non poco… Nina era tutto, tutto! E aveva rischiato di perderla. 

«Ma adesso sta bene, vero?!» Il tono di Kian, invece, era preoccupato, tendente all’ansioso.

«Sì. Ora sì. Sta bene, stiamo bene Ki.»

«State?»

Era fatta. Doveva solo dirlo.

«Io e Nina adesso stiamo insieme. Ti… ti chiedo scusa, nessuno mi ha permesso di comunicare con te fino ad oggi. Avresti dovuto saperlo prima, ma ti giuro che la cosa è fres…»

«E’ felice?»

Non si sarebbe mai aspettato una domanda così, a bruciapelo, come reazione. Esitò solo qualche istante prima di annuire, confuso e smarrito.

Vide poi Kian sospirare due volte, rumorosamente, come per trattenere un’emozione troppo esplosiva, che difficilmente sarebbe riuscito a gestire.

«Bene. Mi basta questo.»

 

 

«Ciao zio.»

Sguardo quasi inespressivo, testa alta, occhi puntati in quelli di ghiaccio di Trunks.

Kian aveva sofferto anche nel sapere quell’uomo odiarlo. Lui, che l’aveva letteralmente cresciuto. Lui, presente forse anche più di suo padre Goten.

Trunks esitò solo un’istante. La testa gli diceva di mandarlo via, di dover proteggere Nina, di evitare quell’incontro proprio adesso. Il cuore, tuttavia, gli suggerì altro… perchè in fondo era ancora Marron a regnare sulle sue azioni e sui suoi pensieri. Lei avrebbe fatto esattamente questo: avrebbe abbracciato in silenzio quel ragazzo, seppellendo una volta per tutte rancori e paure. A tutto il resto avrebbero pensato dopo… con LUI avrebbe parlato dopo.

Kian chiuse gli occhi e ricambiò la stretta paterna di Trunks. Gli venne quasi da piangere, ma Vegeta non avrebbe gradito. Lui era lì, sempre presente nella sua testa con le sue esclamazioni e i suoi grugniti.

«Sono contento di rivederti, Kian.»

Glielo mormorò nell’orecchio, sotto lo sguardo esterrefatto di Nina.

Fu allora, in quel preciso momento, che proprio lei decise di andarsene… non poteva affrontarlo adesso. Non così. Non senza essere stata LA PRIMA ad essere guardata.

Indietreggiò e corse via.

 

 

 

Nota dell’autrice

 

Ben ritrovati! Passato bene il ferragosto?

Avevo detto che sarei tornata i primi di settembre, vero, ma è anche vero che dopo queste due settimane di stop mi sono ricaricata a dovere grazie a tante cose belle, e per questo non posso che ringraziare pubblicamente il mio amico Teo per averle condivise con me (che adesso si monterà la testa, ma ci penserò io a farlo scendere dal piedistallo a mio modo 🤣). Tante risate, tanto mare, tanto alcol e, ripeto, tante belle cose! E tanta malinconia, adesso… 

Ok, la pianto.

Si entra nel vivo. Kian è tornato, sembra che nessuno fosse a conoscenza di questa ‘capatina’ nella Città dell’Ovest. Nina è sconvolta, e ha ragione.

Come promesso, ecco il confronto tra i gemelli, avvenuto poco tempo prima. Vi aspettavate un’altra reazione?

Scrivetemelo, sono sempre curiosa di sapere!!!

Spero di non avervi destabilizzati con questo mio rientro in anticipo! 

Grazie infinitamente a tutti per il supporto e per essere rimasti in contatto con me anche in questi giorni di ferie sui vari social!

Vi adoro, tutti!

Un abbraccio

Sweetlove

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