Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Duchessa712    23/08/2021    1 recensioni
-La canzone dell'amore perduto, che parla soprattutto di promesse infrante e sogni spezzati, di un tradimento così grande da portare quasi alla follia-
-No, mia signora, non la conosco-.

Ad Approdo del Re, Sansa è sola, senza famiglia, senza amici, ostaggio dal valore inestimabile, il giocattolo preferito di Re Joffrey.
Ma cosa succede quando trova un'improbabile alleata proprio in Cersei, che nasconde più di un segreto e possiede ancora un cuore e una coscienza?
Cosa succede quando nessuna delle due è più capace di prevedere cosa accadrà, proprio nel momento in cui c'è il rischio di perdere tutto?
Fino a che punto saranno disposte a spingersi la Lupa e la Leonessa per proteggere se stesse e lo strano sentimento (pietà? comprensione? amicizia? amore?) che nasce, prepotente ed esplosivo e pericoloso tra di loro e sembra legarle sempre di più l'una all'altra?
(La storia, eccetto il primo capitolo, inizia dopo la morte di Ned e prima che Myrcella parta per Dorne.
Come penso si sia capito da questa introduzione i personaggi, Cersei in particolare saranno OC).
(Sansa/Cersei)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Cersei Lannister, Sansa Stark
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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XXII atto

L'arrivo dei soldati dalla Valle comportò essere messi a conoscenza degli ultimi eventi accaduti al Sud, dalla presa di potere dell'Alto Passero, ai processi di entrambe le Regine, passando per l'umiliazione di Cersei Lannister e la sua vendetta e terminando con i funerali degli tulmi figli rimasti.
Sansa desiderò avere una stanza in cui piangere. Erano morti: erano bambini ed erano morti!
Una volta si sarebbe chiesta perché è avrebbe supplicato gli Dei, ma ormai sapeva che le cose accadevano perché il mondo era ingiusto e gli Dei inclementi e tutto era regolato dal gioco.
Raddrizzò la schiena, chiuse gli occhi e si preparò all'inevitabile discussione con Jon, intenzionato a partire per Roccia del Drago. Se gli fosse capitato qualcosa, Sansa non se lo sarebbe mai perdonato. Lei gli aveva detto che di Tyrion poteva fidarsi, che l'aveva trattata bene, ed era vero, ma il tempo cambia tutto, anche le persone.
I Lord erano del suo stesso parere, ma a nulla servirono le loro sollecitazioni, perché Jon Snow era figlio di suo padre e un Guardiano della Notte, prima ancora di essere Re. Non aveva nemmeno una corona da indossare.
-Stai attento, ti prego-, perché di Daenerys Targaryen si diceva fosse bella e volatile come il suo fuoco.
-Anche tu- e cosa avrebbe potuto colpirla, Jon non glielo disse, ma probabilmente pensava al Re della Notte e a Cersei Lannister. Sansa aveva gettato la sua lettera, l'ordine di inginocchiarsi o essere puniti come traditori e non poteva negare che l'avevano ferita, quelle parole, tanto quanto l'avevano confusa quelle di Jon.
Sembra quasi che l'ammiri, e avrebbe voluto ridere e correggerlo perché non  era che l'ammirava, era che l'amava.
Jon le sfiorò la fronte con un bacio e Sansa trasalí e chiuse gli occhi spaurita.
-Mi dispiace. Perdonami, non ho pensato-
-Non importa. Non è colpa tua-.

Poco dopo la partenza di Jon, tornarono Bran e Arya. Solo che non erano Bran e Arya, erano ombre e versioni distorte, perse e irraggiungibili, e certi giorni non sapeva chi odiasse si più, se il fratello a metà tra umano e divino o la sorella che la guardava con tanta arroganza, che aveva usato contro di lei una lettera ottenuta con coercizione e menzogne. Le raccontò della sua lista, Arya, di come quasi tutti i nomi fossero spuntati e nessuno da lei, di come la recitasse quando non riusciva a dormire e Sansa ricordò l'incubo di quando era bambina, con Robb e Vento Grigio e le teste dei Lannister sulle picche.
Avrebbe ucciso anche lei, Arya, se avesse saputo cosa era successo tra lei e Cersei Lannister?
Per un momento, uno terribile, fu sicura di sì.
Poi qualcosa cambiò e fu colpa e merito di Petyr, troppo arrogante e sicuro del potere che esercitava su di lei, delle sue trame e dei suoi tranelli. Le mise nell'orecchio dubbi fondati, perché Jon s'era inginocchiato e la Regina dei Draghi era bella, ma il caro Ditocorto non aveva più alcuna utilità.
Fu liberatorio ergersi a giudice e giuria, elencare i crimini perpetrati contro la sua famiglia. Fu soddisfacente vederlo implorare e che fine patetica per un uomo del suo calibro, in ginocchio a supplicare la figlia sperando di trovare il fantasma della madre.
Il sangue colorò la pietra di Grande Inverno e Sansa desiderò così tanto ricordare ai presenti che non era la prima volta, che le sue lenzuola erano bagnate di rosso ogni mattina e sulla sua pelle i tagli non s'erano ancora del tutto cicatrizzati.
   
 
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