Non c'è differenza tra il soldato e la principessa; non c'è distanza, pelle che possa tenerli divisi, spezzarli.
Alexander capisce di aver fatto un errore nel momento stesso in cui Alexia lo trafigge - e non è una lama quella che stringe nel pugno.
Tu eri qui con me, vorrebbe gridare; ti stavo guardando proprio mentre...
Alexia si sposta sulla sinistra, aggirando la scrivania e fissandolo con quel suo odioso sorriso di superiorità.
"Ma io sono qui, padre." mormora
Alexander crolla in avanti, boccheggia - sputa un grumo di sangue e viscere.
"Lo siamo entrambi." prosegue, punzecchiando una vescica appena esplosa poco sopra la radice del naso.
Non è vero; vi siete scambiati, comprende, ma è troppo tardi.
Lo è sempre stato; fin da quando hai dato i natali a due creature disgraziate e crudeli come loro.
"Fa male, padre?"
Il virus preme - brucia e squarcia, trovando spazio come un feto deforme.
Come tutte le donne che non erano state nulla più di uteri urlanti e sacchi amniotici distrutti per loro.
Si sovrappongono i profili del soldato e della principessa - eterne guardie l'uno dell'altro, signori delle rispettive coscienze.
Nell'agonia la morte ha il volto d'entrambi.