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Autore: Donatozilla    28/08/2021    2 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 16: Fuga

Il simbionte… l’Altro… aveva le idee chiare.

Fuggire da questo luogo, seguire le emozioni di Ryo e ritornare in simbiosi con lui.

Il problema era uno solo: gli Heroes.

Se fosse fuggito, gli Heroes avrebbero senza dubbio tentato di fermarlo e riportarlo in questo luogo… non sapeva se lo avrebbero ucciso, ma era un rischio che al momento preferiva evitare.

Con lo scienziato umano ora uscito dal laboratorio per fare chissà cosa… era tempo di agire.

Inizio a colpire col proprio corpo informe la teca di vetro che lo teneva imprigionato, più forte, sempre più forte. Si era ripreso dalla notte prima, aveva recuperato le forze perdute a causa di quell’urlo infernale lanciatogli da quell’Hero (come si chiamava? Mic, o qualcosa del genere) ed infatti… iniziò a crepare quella teca. 

“Sì! Ce la sto facendo! Mi sto liberando!”.

Ma fu proprio nel momento in cui si erano formate le prime crepe che gli speaker ai suoi lati si attivarono immediatamente, colpendolo con le loro onde sonore.

“Come?! Lo scienziato umano non è qui ad attivarli! Com’è possibile?!” Pensò l’Altro, cominciando a contorersi per il dolore.

A meno che…

“Li ha automatizzati in modo che si attivassero in caso avessi tentato di liberarmi” pensò, cercando di ignorare il dolore “Astuto… ma ciò non mi fermerà! Devo raggiungere Ryo! Devo andare da lui! Ho bisogno di lui e lui ha bisogno di me!”.

Hideki nel mentre si stava gustando un buon panino nella mensa. Fu sul punto di dare il primo morso, ma fu interrotto dal famigliare ‘PING’ del suo telefono. 

Una notifica?

Con la mano libera prese il telefono dalla sua tasca… e sbarrò gli occhi nel vedere cosa mostrava la notifica sul suo telefono: gli speaker nel suo laboratorio si erano attivati dopo che il simbionte aveva provato a scappare.

Si alzò immediatamente dal tavolo in cui stava mangiando, lasciando cadere il suo panino, ed iniziò a correre verso il suo laboratorio, pregando con tutto il cuore che il simbionte non fosse scappato.

Non appena entrò nel laboratorio, potè tirare un sospiro di sollievo vedendo il simbionte ancora dentro la teca, contorcendosi per il dolore causato dalle onde sonore degli speaker. Potè immediatamente notare delle crepe sulla teca, segno che l’aveva colpita cercando di liberarsi.

Sbarrò nuovamente gli occhi, però, quando vide il simbionte continuare a colpire il vetro della teca, nonostante le onde sonore che lo colpivano.

Corse verso una delle tastiere, schiacciando un bottone per aumentare il rumore delle onde sonore. Il simbionte cominciò a tremare e a contorcersi di più… ma nonostante ciò non si fermava, e continuava imperterrito a colpire la teca.

“Sta ignorando il dolore che le onde sonore gli stanno causando… solo per potersi liberare!” Pensò Hideki con occhi sbarrati “Come?! Cosa lo spinge a ignorare tutto quel dolore?!”.

Oh se solo sapesse…

L’Altro continuava imperterrito a colpire la teca. 

Non gli importava se le onde sonore erano state aumentate dallo scienziato appena entrato. 

Non gli importava se sentiva così tanto dolore.

Gli importava solo una cosa: liberarsi e raggiungere Ryo!

Colpì, ancora e ancora, finché…

*CRASH*

Riuscì finalmente a distruggere il vetro della teca che lo teneva prigioniero.

Riuscì vagamente a sentire lo scienziato dire qualcosa come ‘Questo è impossibile’ dall’altra parte della finestra di vetro che divideva il luogo in cui era stato rinchiuso fino a quel momento e il resto del laboratorio.

“Oh credimi… questo è più che possibile.”.

Creando dei grossi tentacoli dalla sua massa informe, l’Altro colpì gli speaker che fino a quel momento lo avevano ferito, distruggendoli immediatamente. Fatto ciò spostò il suo ‘sguardo’ al di là del vetro, vedendo lo scienziato guardarlo con occhi sbarrati e pieni di paura… e fece immediatamente dietro front, correndo verso il muro dove vi era un bottone rosso.

Un allarme forse?

Non glielo avrebbe permesso.

Con i suoi tentacoli l’Altro sfondò il vetro, prendendo poi con essi Hideki per i polsi e le caviglie. Per evitare che urlasse gli corpi la bocca con un altro tentacolo. 

Hideki cominciò ad agitarsi, tentando di liberarsi dalla presa dei tentacoli, invano. Nonostante avesse l’aspetto di una melma informe l’Altro non era certo debole. Iniziò a strisciare fuori dal luogo in cui era stato tenuto prigioniero fino a quel momento, mentre teneva fermo Hideki a mezz’aria e con un altro tentacolo chiudeva la porta. Non voleva certo che qualcuno vedesse ciò che stava succedendo e chiamasse gli Heroes.

L’Altro spostò lo ‘sguardo’ verso Hideki, ancora imprigionato tra i suoi tentacoli. Lo sentì mormorare sul suo tentacolo una supplica “Ti prego… n-non uccidermi”.

“Ucciderlo?” Pensò “Perché dovrei ucciderlo? Certo, sono ancora un pò arrabbiato per il fatto di esser stato bombardato di onde sonore da quei suoi speaker… ma non vedo il motivo di ucciderlo, dopotutto. Io e Ryo abbiamo fatto una promessa: proteggere gli innocenti, a qualsiasi costo. E lui è innocente dunque lo lascerò vivere. Non significa però che lo lascerò andare. Potrebbe avvertire gli Heroes della mia fuga… dunque meglio metterlo a dormire per un pò.”.

Il tentacolo che copriva la bocca ad Hideki si allargò coprendogli anche il naso, e lo scienziato iniziò ad agitarsi ancor di più non riuscendo a respirare.

“Ancora un pò…”.

I suoi movimenti cominciarono a rallentare.

“Ancora un pò…”.

I suoi occhi iniziarono a chiudersi.

“Ora.”.

L’Altro posò a terra Hideki, svenuto a causa della mancanza di ossigeno ma ancora vivo. 

L’Altro iniziò a guardare intorno al laboratorio. Con Hideki ora svenuto, poteva fuggire. La domanda era… come?

Non poteva cero strisciare fuori dal laboratorio come nulla fosse, e si rifiutava di entrare in simbiosi con Hideki. Il suo sguardo, alla fine, cadde su una parte del muro dove vi era la grata del condotto dell’aria. Ma certo! Poteva uscire da quel luogo attraverso quel condotto!.

Iniziò a strisciare per il muro, fino a quando non riuscì ad entrare nel condotto attraverso la grata, la sua massa informe che riusciva a passare attraverso essa. Iniziò a strisciare per il condotto dell’aria con estrema facilità finché, ala fine, non arrivò dinnanzi ad un altra grata attraverso cui poteva vedere un vicolo… la libertà.

Uscì dal condotto attraverso quella gita e strisciò al suolo, dove si fermò un attimo a vedere al di fuori del vicolo: dalla posizione del sole doveva dedurre che fosse pomeriggio, e a gente camminava tranquilla al di fuori del vicolo. Nessuno riusciva a vederlo essendo il vicolo incredibilmente buio, quindi ora l’Altro doveva pensare a un modo per raggiungere Ryo.

Si concentrò sulle emozioni di Ryo che riusciva a sentire fino a qui: si trovava da qualche parte oltre il mare… il quella che pareva la cella di una prigione.

Cominciò a guardarsi intorno al vicolo… finché non vide un tombino.

Ma certo!

Attraverso le fogne avrebbe raggiunto il mare e poi… la prigione dove Ryo era stato imprigionato.

Strisciò verso il tombino, aprendolo con facilità ed entrandoci. Finì nelle fogne e, senza neanche un secondo da sprecare, iniziò a strisciare per le fognature.

“Non temere Ryo… sto arrivando!”.

Nel mentre, nei laboratori…

Una donna con un camice bianco si stava incamminando verso il laboratorio del dottor Hirano, la sua espressione pensierosa.

“Chissà perché il dottor Hirano è corso così di fretta nel suo laboratorio” pensò “In effetti è da quando è arrivata quella cosa ieri notte che il dottore si comporta in modo strano. Sarà meglio vedere come stia…”.

Arrivò dinnanzi alla porta del laboratorio e bussò dicendo “Professore? È lì dentro?”.

Nessuna risposta.

Bussò nuovamente “Professore? Tutto okay?”.

Ancora nessuna risposta.

La donna iniziò a preoccuparsi. “Ora… denterò professore… okay?”.

Aprì la porta… e sbarrò gli occhi nel vedere Hirano per terra, svenuto con la grossa finestra di vetro che divideva quella parte di laboratorio con la parte dove la creatura era tenuta prigioniera distrutta.

“PROFESSORE!” Urlò la donna correndo vicino al corpo di Hirano. Iniziò a scuoterlo, preoccupazione evidente nel suo sguardo e nella sua voce. “Professore si svegli! Si svegli!”.

Hirano cominciò pian piano a riaprire gli occhi, tossendo pesantemente. “Cosa… c-che è successo?”.

“Oh professore, per fortuna sta bene!” Disse la donna con sollievo “Ma che è successo qui? Dov’è la creatura?”.

Hirano tossì per qualche altro secondo per poi sbarrare gli occhi “Oh no…” si alzò immediatamente e guardò verso la finestra di vetro rotta “No, no, no, NO!”. Si voltò verso la donna dicendo “è… è scappato…”.

“Come?!”.

“Dobbiamo avvisare subito gli Heroes! La polizia!” Continuò Hirano prendendo il telefono “Dobbiamo avvisarli e dire loro dove è diretta la creatura!”.

“Come fa a sapere dov’è diretta?!”.

Hirano si bloccò per un secondo.  In qualche modo sapeva che il simbionte era diretto verso Ryo… perché mai avrebbe provato a scappare dopotutto se non per raggiungere il suo ospite? Non c’era nessun’altra spiegazione.

“Lo so e basta!” Rispose semplicemente Hirano iniziando a digitare il numero del detective Naomasa. Il telefono squillò per qualche secondo, Con Hirano che sbatteva il piede per terra per la preoccupazione e la paura. 

Nel mentre, alla UA…

Naomas sedeva mentre osserva la discussione tra i vari Heroes della scuola e i membri della Commissione di Pubblica Sicurezza degli Eroi riguardo la situazione su Ryo. Tutti erano d’accordo sul tenere la vera natura del simbionte segreta ma stavano discutendo al momento a cosa sarebbe successo se altri membri della razza del simbionte fossero arrivati sulla Terra.

Il suo telefono iniziò a squillare e lo prese dalla tasca dicendo “Scusatemi un secondo”. Si alzò dalla sedie e si allontanò dal tavolo per rispondere al telefono. “Qui il detective Naomasa.”.

“Detective! Oh grazie al cielo ha risposto!”.

“Professor Hirano? Che succede?”.

“Dove si trova ora?”.

“Uh? Mi trovo alla UA insieme agli Heroes e ad alcuni membri della Commissione. Perché? Che cosa succede?” Chiese Naomasa con tono preoccupato. La voce di Hirano era piena di panico e paura. Gli Heroes lì presenti e i membri della Commissione si voltarono verso Naomasa con espressioni incuriosite: che stava succedendo ora?

“Il… il simbionte…”.

“Il simbionte cosa professore? È successo qualcosa al simbionte?”.

“Il simbionte è scappato!”.

Ci fu un attimo di silenzio, nel quale il battito di Naomasa accelerò. I suoi occhi si sbarrarono e il suo corpo tremò. “…cosa?”.

“È scappato detective! È riuscito a fuggire ed è diretto verso Honda!”.

“E… e questo come lo sa?”.

“È un simbionte! Vorrà certamente tornare dal suo ospite! Bisogna subito che avvertiate gli Heroes! Che avvertiate le guardie del Tartarus di stare in massima allerta e controllare Honda! Lui e il simbionte… non devono ricongiungersi!”.

Naomasa annuì dicendo “Lo farò subito professore! Grazie per aver immediatamente avvisato!”-

Chiuse la chiamata e si voltò verso i presenti dicendo “Abbiamo un problema! Il simbionte è fuggito!”.

“Cosa?!” Disse un membro della Commissione sbarrando gli occhi e alzandosi di scatto dalla sedia.

“Ma come ha fatto? Abbiamo visto entrambi che era circondato speaker in grado di sparare onde sonore abbastanza forti da impedirgli di scappare.” disse Aizawa, gli occhi leggermente più sbarrati per mostrare la sua preoccupazione.

“Questo non lo so” rispose Naomasa “Ma al momento dobbiamo preoccuparci di avvisare le guardie del Tartarus. È idea del professor Hirano che il simbionte sia diretto lì per ricongiungersi con Honda.”.

“Se quei due si ricongiungessero…” mormorò Toshinori.

Naomasa annuì “Sì. Riuscirebbero a fuggire e non solo potrebbe tornare a uccidere Villain e criminali… ma la vita di Katsuki Bakugou potrebbe essere nuovamente in pericolo!”.

Tartarus, cella di Ryo Honda…

Ryo sedeva sul suo letto, le braccia poggiate sulle sue gambe e la testa abbassata. Dopo l’interrogatorio e lo sfogo avuto verso Bakugou era stato riportato immediatamente nella sua cella. Si era sentito distrutto e privo di energie dopo ciò… ma aveva poi iniziato a sentire qualcosa.

Una presenza.

La presenza del suo Altro.

Essendo stati insieme così a lungo anche lui poteva sentire il suo Altro  e ciò che stava provando anche da separati, anche se fievolmente. 

Ma ciò che sentì basto a migliorargli l’umore: il suo Altro era riuscito a liberarsi da qualsiasi prigione si trovasse, e ora si stava dirigendo qui… stava venendo da lui, per riunirsi con lui.

Non potè trattenere il sorriso sul suo volto. Un sorriso stavolta pieno di felicità, di speranza.

“Presto…” pensò Ryo “Io e te torneremo insieme”.

Nel mentre, nel bel mezzo del mare che circonda la prigione del Tartarus…

“Sì Ryo… resisti ancora un pò… presto io e te torneremo insieme”.

Il viaggio nelle fogne lo aveva portato ad un condotto di scarico che portava direttamente sul mare e ora stava nuotando in direzione del luogo dove Ryo era tenuto prigioniero. Un normale umano ci avrebbe messo parecchio tempo a raggiungere quel luogo a nuoto, ma lui era decisamente più veloce di ogni umano normale… dunque raggiungere quella prigione a nuoto per lui sarebbe stato un gioco da ragazzi. In poco tempo si trovò dinnanzi un immensa strutture attratta a un ponte che portava alla terra ferma. Era questa dunque la prigione.

Rimase fermo a guardare per qualche secondo, cercando di capire come entrare lì dentro. Certo che era enorme questa struttura, e non ci voleva molto a capire che era ben sorvegliata. Alla fine il suo ‘sguardo’ cadde su un condotto di ventilazione.

“Ma guarda un pò… sembra proprio che la fortuna mi stia sorridendo oggi.”.

Nuotò verso il muro e vi si appiccicò, uscendo allo stesso tempo dall’acqua, e inizio ad arrampicarsi verso il condotto di ventilazione, entrandoci attraverso la sua grata. La presenza di Ryo stava diventando sempre più forte: era vicino. Ed iniziò a strisciare per i condotti alla ricerca del suo ospite.

Le guardie del Tartarus, nel mentre, si trovavano nel centro di controllo ad osservare le telecamere con inquietudine e nervosismo. Avevano ricevuto una chiamata da parte del detective Naomasa che iil simbionte che era fuso con Ryo era fuggito e, presumibilmente, si stava dirigendo proprio lì per ritornare col suo ospite. Alcuni Heroes stavano venendo qui per far la guardia a Ryo ma, fino a quel momento, era compito delle guardie di tener d’occhio ciò che stava accadendo e impedire al simbionte di avvicinarsi a Ryo, in caso arrivasse al Tartarus.

“Non mi piace…” disse una delle guardie osservando le telecamere “Già dobbiamo preoccuparci di questi pazzi imprigionati qui… ora dobbiamo pure preoccuparci di un parassita alieno che rischia di venire qui?!”.

“Siamo tutti preoccupati di questa situazione” disse un altra guardia, lo sguardo serio “Ma dobbiamo essere pronti a tutto. Cosa sta facendo ora Honda?”.

Le guardie guardarono verso la telecamera che mostravano la cella di Ryo e lo videro semplicemente stare lì… seduto sul letto a non fare niente, con lo sguardo rivolto verso il basso.

“Ripeto” disse nuovo la guardia di prima “La cosa non mi piace… e il fatto che Honda se ne stia lì senza far nulla non aiuta di certo.”.

D’un tratto, come se li avesse sentiti, Ryo alzò lo sguardo e lo puntò dritto verso la telecamera. Aveva uno sguardo neutrale e rimase tale per qualche secondo, finché non sorrise in maniera strafottente verso la telecamera. Per qualche ragione, le guardie ebbero in brivido… non notando, in un altra telecamera, il simbionte uscire da un condotto di ventilazione, entrando finalmente nel Tartarus.

“Finalmente… sono dentro! Ti sento Ryo! Sei più vicino che mai!” Pensò l’Altro strisciando per il muro a gran velocità verso la cella di Ryo.

“Ti sento partner… sei qui, sei vicinissimo.” Pensò Ryo continuando ad osservare la telecamera.

L’Altro aumentò la propria velocità e, con un balzo, si staccò dal muro e atterrò dinnanzi alla porta di una cella. Ma non una cella qualsiasi… ma quella di Ryo.

“Eccoti… sei qui Ryo! Ti ho trovato!”.

Dalla sua massa l’Altro sparò dei tentacoli neri che si attaccarono alla porta di ferro ed iniziò a tirare. Il rumore della porta di ferro attirò l’attenzione di Ryo che si voltò verso la porta, un sorriso pieno di gioia dipinto sul suo volto, e si alzò in piedi esattamente di fronte alla porta.

Il rumore fu sentito pure dalle guardie che sbarrarono i loro occhi. “Quel rumore…” disse una di loro “Proviene dalla porta della sua cella!”.

“Vediamo cosa diavolo sta succedendo fuori dalla sua cella! Presto!”.

Tutti guardarono verso la telecamera che mostravano fuori la cella di Ryo… e sbarrarono gli occhi nel vedere una massa nera, quasi liquida, che con dei tentacoli stava cercando di tirare via la porta della cella di Ryo.

“Q-quello è…” tentò di dire una delle guardie. Non c’era bisogno che finisse la frase. 

Lo avevano capito tutti.

Era il simbionte.

Era arrivato.

“PRESTO! BISOGNA IMMEDIATAMENTE ANDARE A FERMARLI!” Urlò una guardia facendo scattare l’allarme.

Cella di Stain, l’assassino di Eroi…

Il villain sentì il rumore dell’allarme immediatamente. Guardò verso la porta, un espressione confusa dipinta sul suo volto. “Che diavolo sta succedendo ora?” 

Cella di Lady Nagant

L’ex eroina rimase alquanto confusa al suono dell’allarme, nonostante la sua espressione quasi indifferente facesse pensare il contrario. “L’allarme? Che sta succedendo?” Si chiese “Che stia avvenendo un evasione? Non è mai successo prima…”.

Cella di All For One…

Il fondatore ed ex-leader della Lega dei Villains non rimase molto sorpreso al suono dell’allarme. Aveva sentito l’arrivo di… quell’essere… nella prigione grazie a uno dei suoi tanti Quirk e, se doveva tirare a indovinare, doveva avere a che fare con Ryo Honda il nuovo arrivato della prigione. “Oh beh…” sul suo volto apparve un sorriso “Ora le cose si fanno molto interessanti…”.

“Però, è bella resistente questa porta” pensò l’Altro quasi impressionato. L’allarme non era forte quanto le onde sonore di quel Present Mic o di quegli speaker, quindi temeva che gli facesse del male “Purtroppo però… non lo è abbastanza… per FERMARMI!” E alla fine, con un ultimo sforzo tirò via la porta e a lanciarla via. Davanti a dove vi era essa c’era Ryo, in piedi, ad aspettare il suo simbionte con un sorriso gioioso.

“Ciao partner.”.

“Ciao Ryo.” Salutò il simbionte entrando dentro la cella.

“Non è passato neanche un giorno da quando c hanno separati… eppure per me è sembrata un eternità.”.

“Lo stesso Ryo.”.

“Non hai idea di quanto male mi sia sentito senza di te…”.

“Lo so bene, Ryo. Essendo stati uniti per molto tempo posso sentire la tua presenza e le tue emozioni anche da separati, anche da lontano… e so che anche tu hai potuto sentire me.”.

“Esatto. Ho sentito anche te, la tua presenza, le tue emozioni, il tuo viaggio fino a qui… suonerò drammatico dato che non è passato neanche un giorno ma… mi sei mancato molto, partner…”.

“Mi sei mancato anche tu, Ryo…”.

“Ma ora va tutto bene” continuò Ryo, sorridendo e allungando una mano. Il suo Altro si allungò verso di essa iniziando a fondersi con lui. Entrambi poterono sentirono i passi delle guardie farsi sempre più vicini… ma non importava oramai. Era troppo tardi.

“Perché di nuovo…” il corpo di Ryo iniziò ad essere circondato dalla massa nera del suo Altro, iniziando a crescere di statura fino a raggiungere i 2 metri e 29 di altezza, il corpo ora nero che diventava più muscoloso e attraversato da venature bianche.

“… e per sempre noi siamo…” la sua voce ritornò ad avere due toni come quando era trasformato. Il suo volto, alla fine, fu l’ultima parte a trasformarsi, venendo circondata dalla volto mostruoso dai grossi occhi bianchi e le zanne bianche e affilate. Era fatta. Ryo e l’Altro erano tornati nuovamente insieme.

“VENOM!”.

Le guardie arrivarono finalmente dinnanzi alla porta, con le armi in mano. “Fermo dove… sei… oh mio dio…” disse uno di loro, vedendo Ryo trasformato e tornato ad essere Venom.

“La vacanza qui non è stata di certo tra le migliori” disse il mostruoso vigilante “Ed è stata un esperienza che preferirei dimenticare. Dunque perdonateci se ce ne andiamo subito.”.

“F-fermo subito dove sei mo…” tentò di urlare la guardia, pronta a sparare contro il prigioniero insieme ai suoi compagni… purtroppo non riuscì né a finire la frase né a sparare, dato che Venom sparò dai palmi delle sue mani dei tentacoli che colpirono la guardie e i suoi compagni attaccandoli al muro, quasi come se quei tentacoli fossero ragnatele.

“Non vi preoccupate… siamo sicuri che o i vostri compagni o degli Heroes vi libereranno. Nel mentre… noi andiamo” disse Venom voltandosi verso il muro ed incamminandosi verso esso “Dopotutto abbiamo molte cose da fare.”.

Iniziò a colpire il muro con forza con i propri pugni finché, alla fine, non lo distrusse. Guardò verso l’orizzonte: vi era solo il mare e, a cinque chilometri di distanza, la civiltà. Con un balzo si gettò in mare ed iniziò a nuotare via, a gran velocità. Col suo Altro aveva molta Stamina e poteva tranquillamente respirare sott’acqua, quindi non doveva preoccuparsi più di tanto.

Ora doveva raggiungere la terraferma. Trovare un luogo in cui nascondersi e… pianificare.

Era stato stupido ad attaccare immediatamente i dormitori per uccidere Bakugo senza avere prima un piano.

Doveva fare un piano che gli permettesse di uccidere Bakugo senza essere catturato dagli Heroes. E una volta che avrebbe finalmente fatto quel piano…

L’avrebbe fatta finalmente pagare a Bakugo per tutto ciò che aveva fatto.

   
 
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