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Autore: jarmione    30/08/2021    2 recensioni
Crossover con [Alice in Wonderland] e [Frozen]
Dopo essere scampato da morte certa, Jareth decide che deve trovare il modo per proteggere Sarah ed il suo popolo.
Seguendo una leggenda, decide di partire alla ricerca di Ahtohallan.
Ma sarà in grado di affrontare le risposte che troverà?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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...Vi avevo promesso che avrei pubblicato questo capitolo il giorno 06/08, purtroppo ho avuto imprevisti al lavoro e non sono riuscita a farlo, poi sono andata in ferie (a casa) e ciao mondo.

Ora sono tornata e riprenderò a pubblicare in modo regolare.

Essendo la storia già scritta e finita ormai da mesi, è probabile che pubblicherò con cadenza di due giorni (spero)

Buona lettura

 

 

Sarah venne scortata fino alla sala del trono di re Baelfire.

Quando lo aveva conosciuto si era mostrato gentile nei suoi confronti e le era difficile immaginarlo aggressivo o capace di mandare esseri come quelli che la stavano portando al castello.

Ancora di più si preoccupò quando vide due di loro portare Tarrant in un’altra stanza.

“Dove lo state portando?” domandò “Lasciatelo stare! Tarrant!”

“Regina Sarah?” una voce alle sue spalle la obbligò a voltarsi per vedere re Balefire che la stava osservando incuriosito.

Con un cenno della mano ordinò alle sue guardie di lasciare andare Sarah e queste obbedirono.

Poi si avvicinò con un gran sorriso “Regina Sarah, quale onore avervi qui” si inchinò rispettosamente “Non ero al corrente del vostro arrivo”

Anche se ancora frastornata, Sarah fece un piccolo cenno col capo “Vi chiedo perdono, re Baelfire, per questa mia improvvisazione” si scusò “Non avrei agito così se non si trattasse di una questione urgente”

Re Baelfire, che già immaginava quale potesse essere la richiesta, annuì e fece cenno a Sarah di seguirlo.

La condusse verso una piccola porticina alle spalle del trono, la aprì e si ritrovarono all’interno di una stanza adibita a studio.

Pergamene e libri ovunque ed un profumo di incenso riempivano il locale, dando l’idea che era stato utilizzato da poco.

“Mi spiace per il disordine, provvedo subito” re Baelfire schioccò le dita e tutto si rimise a posto, come se nulla fosse.

Il re fece accomodare Sarah e si preparò ad ascoltarla “Ditemi, regina Sarah, cosa posso fare per voi?”

“Si tratta di re Jareth...mio marito” disse Sarah, accorgendosi che non c’era bisogno di aggiungere altro.

Baelfire era stato messo al corrente della situazione grazie alle voci popolane, il suo ultimo ricordo era durante il quadricentenario del re degli elfi dove Jareth e re Mihal si erano letteralmente smascherati l’un l’altro.

Aveva sentito che era riuscito a fuggire all’impiccagione, ma non si aspettava di vedere Sarah che veniva a chiederle aiuto o consiglio.

“Sono al corrente di quanto accaduto” disse Baelfire “E ditemi, maestà, il vostro re è al sicuro?”

“E’ proprio questo il problema” Sarah si portò le mani alla testa “Fino a non molto tempo fa pensavo lo fosse e invece è partito per un altro mondo ed ho paura che non farà ritorno”

Baelfire scosse la testa “Non credo di poter agire su altri mondi”

“Non è questo che voglio, io…” Sarah si rese conto in quel momento di non aver minimamente pensato a cosa fare una volta giunta dagli altri regnanti.

Non poteva dimostrare l’innocenza di Jareth con qualcosa di concreto e non poteva di certo inventare una scusa.

Che poteva inventarsi?

Lei non era più una regina, dopo aver abdicato era tornata ad essere un umana qualsiasi e...abdicare! Ma certo, era quella la risposta!

“Re Jareth ha commesso errori a causa mia” spiegò “le sue accuse, la sua pensa di morte, tutto è stato per causa mia ed ora voglio rimediare a quegli errori chiedendo a voi di aiutarmi”

Re Baelfire annuì “Cosa desiderate che faccia?”

“Che mi diate aiuto per riabilitare Jareth” disse Sarah “O che, almeno, mi diciate come fare”

Re Balefire rabbrividì al solo pensiero.

Era ovvio che Sarah gli avrebbe chiesto questo, se lo aspettava, ma non era sicuro di essere pronto ad aiutarla a rivolgersi a chi di dovere “Vorrei non dovervene parlare”

“Ed io vorrei che me lo diceste” ribadì Sarah.

Baelfire sospirò “Nella terra di Thra, dagli Urskeks” un altro brivido.

Anche se gli Urskeks era entità buone, erano comunque molto potenti e tutti li temevano.

Baelfire era rimasto molto colpito quando aveva sentito che Jareth e re Mihal si erao auto costituiti, affrontando un viaggio in quella terra.

“Vi prego, maestà, aiutatemi a scagionare mio marito” implorò Sarah “Aiutate me ed il mio amico a…” si bloccò e sgranò gli occhi “Oh mio Dio, mi ero dimenticata...Tarrant!”

“Chi?”

“Tarrant! Era con me, quegli esseri lo hanno portato via e…”

“Ah, ho capito, vi state riferendo allo strano tizio col cappello” sorrise Baelfire, alzandosi e facendo cenno a Sarah di seguirlo nella sala del trono “Direi che sta bene” indicò due delle sue guardie, gli stessi esseri che li avevano portati lì.

Stavano scortando Tarrant, intento a massaggiarsi la testa nel punto dove aveva sbattuto.

“Tarrant!” talmente era alta la preoccupazione, che Sarah abbandonò la sua compostezza e si fiondò fra le braccia del cappellaio “Grazie al cielo stai bene” lo guardò dritto negli occhi “Meno male, sei ancora tu”

“Se non lo fossi vorrei esserlo” sorrise Tarrant “Ho fatto uno strano sogno, due esseri mostruosi e rocciosi mi portavano dentro al castello e…” si voltò e vie alle sue spalle i due esseri che lo avevano davvero portato lì dentro “...mamma…”

“Stai tranquillo, sono amici” lo rassicurò Sarah.

Tarrant, senza smettere di osservarli, avvicinò le labbra all’orecchio di Sarah “Sono lievemente incrostati, mi sa che non si lavano da un po’”

Sarah non riuscì a non ridacchiare, ma venne ridestata dal re Baelfire che si avvicinò.

Si ricompose e lo guardò “Re Baelfire, vi prego” disse “Aiutatemi”

Baelfire ci pensò un attimo ma alla fine acconsentì “Molto bene, vi aiuterò, regina Sarah”

Sarah sorrise “Vi ringrazio, re Baelfire”

 

*****

 

“Cosa ci faceva vostro padre qui?” domandò Kal, mentre scendevano dalla duna fino al vascello.

“E’ quello che vorrei scoprire anche io” affermò Jareth “Mia madre mi aveva detto che era dovuto partire per un lungo viaggio e non è più tornato...ora capisco perché”

La nave si era arenata e, a giudicare dal colpo, nessuno avrebbe potuto sopravvivere a quel colpo.

Probabilmente si era distrutta in mezzo al mare e le onde l’avevano portata fino a lì.

Entrarono in quella che avrebbe dovuto essere la cabina del comandante quindi, di conseguenza, di suo padre.

Era tutto distrutto ed il poco mobilio rimasto con una forma riconoscibile era ricoperto di graffi e buchi dovuti alle travi che erano cadute dal ponte.

L’albero maestro era completamente inclinato ed aveva sfondato le assi fino a cadere esattamente al centro della cabina.

Iniziarono a cercare, cosa di preciso non lo sapevano neanche loro ma era la cosa più sensata da fare.

Magari trovavano risposte su quella nave invece che raggiungere Ahtohallan.

“Non credo che troveremo qualcosa, maestà” si arrese Kal “Qualunque cosa ci fosse qua dentro è andata distrutta con l’incidente”

Jareth scosse la testa e continuò a cercare “Le navi hanno tutte uno scomparto a tenuta stagna, piccolo o grande che sia” frugò ovunque, anche nei resti dei cassetti della scrivania e di quello che rimaneva della vetrinetta in noce.

Alla fine lo trovò quando frugò nella cassapanca.

“In questi scomparti si nascondono le cose di massima importanza” spiegò Jareth, mentre Kal si avvicinava “siano esse degli oggetti o dei documenti”

Jareth osservò quanto aveva rinvenuto dalla cassa panca, un cilindro a tenuta stagna, indeciso se aprirlo oppure no.

“Sarà pericoloso?” domandò Kal, ricevendo un ghigno da parte di Jareth.

“E da quando il pericolo ti spaventa?”

“Da quando ho creduto di avervi perso, maestà” confessò Kal “Vorrei non dover ripetere l’esperienza, se non vi dispiace”

Jareth sorrise appena e cercò di rassicurarlo con lo sguardo aprendo, nel frattempo, lo scomparto.

Da esso fuori uscì qualcosa di simile ad un sospiro, ma che mise a Kal e Jareth un’angoscia tale da farli indietreggiare.

All’interno, appena realizzarono, videro una pergamena con il sigillo degli Urskeks.

“Perché la cosa non mi piace?” mormorò Kal, deglutendo sonoramente “Maestà, andiamocene via”

“Aspetta” Jareth non gli diede retta e prese la pergamena, gettando il cilindro sulla cassapanca lì accanto.

La srotolò e ne lesse il contenuto, ma non fu semplice.

Anche se era a tenuta stagna, dell’acqua deve essere riuscita a penetrare e molte righe erano sbiadite o scomparse.

“Legge...Urskesks…” Jareth lesse parola per parola tutto quello che riusciva a capire “Tradimento, dovete...siete condannato all’impiccagione…”

Jareth spalancò la bocca e sgranò gli occhi.

Aveva letto bene?

Condannato all’impiccagione?

Possibile che si trattasse di suo padre?

Probabilmente sì ed era per questo che era partito.

Ma perché?

Era una fuga oppure stava cercando anche lui Ahtohallan?

Troppe domande e zero risposte.

Senza dire una parola, Jareth lanciò a terra la pergamena e si avviò all’esterno, risalendo sulla duna da cui erano scesi.

Era nervoso e, allo stesso tempo, furioso.

“Stava cercando Ahtohallan, ne sono certo” disse risoluto Jareth “ma non è mai riuscito a raggiungerlo” spostò lo sguardo verso l’orizzonte.

“Che volete fare?” domandò Kal, notando uno strano scintillio negli occhi del suo re.

“Troverò Ahtohallan e scoprirò cosa è successo a mio padre” rispose Jareth “Se lo scoprirò avrò le risposte per scagionare anche Mihal e salvare la mia adorata Sarah”

“No!” esclamò Kal, lasciando Jareth senza parole.

Da quando si prendeva così tanta libertà da dirgli di no con quel tono?

“Maestà, non ve lo permetterò” proseguì Kal “Voi dovete tornare da Sarah, lei ha bisogno di voi”

“Ma non capisci che Ahtohallan mi aiuterà a proteggerla?” ribatté Jareth “Lo sto facendo per lei”

“Ci tengo anche io a Sarah” gli ricordò Kal “E tengo molto anche a voi, maestà e non intendo lasciare la mia regina senza il suo consorte”

“Ed io non voglio perdere te” confessò Jareth “Kal, sei il mio solo ed unico amico, non voglio perderti a causa di faccende che riguardano me” sorrise appena “Fammi solo una promessa, proteggi Sarah e stalle vicino”

Kal non poteva più ribattere e Jareth sembrava fin troppo deciso e fermo nelle sue intenzioni.

“Avete ragione, maestà” convenne Kal “Io non riguardo”

Jareth restò di stucco, da risoluto era tornato ad abbassare la testa? Così, all’improvviso?

Fece per ribattere, ma non riuscì.

Kal si avvicinò pericolosamente a Jareth e, senza preavviso, gli posò un bacio sulle labbra.
Jareth rimase talmente scioccato da non accorgersi che il terreno sotto i suoi piedi stava variando ed una barca di ghiaccio era apparsa.
"Ma cosa...?"
"Perdonatemi, maestà" e con un calcio ben assestato, Kal spinse la barca giù per il sentiero da cui erano giunti.

“Lo sto facendo per il vostro bene”

  
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