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Autore: Juliet8198    01/09/2021    3 recensioni
Choson, 1503
La condizione di principe esiliato aveva portato Yoongi a fidarsi unicamente delle persone che vivano sotto al suo tetto. La cosa, però, in fondo non gli dispiaceva. Erano pochi quelli che tollerava e ancora meno quelli a cui concedeva confidenza. Eppure, per qualche motivo, quando Namjoon si presentò al suo cospetto con quella schiava dalle sembianze tanto inusuali, decise di andare contro i suoi stessi principi.
Il mondo di Diana era cambiato nel giro di istanti. Dall'essere così vicina a scoprire quel meraviglioso impero di cui suo padre le aveva tanto parlato, al ritrovarsi sola e in catene, venduta ad un padrone dall'attitudine fredda e scontrosa. Solo il suo intelletto e la sua conoscenza avrebbero potuto aiutarla nell'impervia strada verso la libertà, costellata di ostacoli, complotti e pericolosi intrecci politici.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Vostra altezza... 

 

Yoongi incitò brevemente il cavallo con un colpo di tacco, spingendolo ad assumere un passo più sostenuto mentre iniziava a intravedere le mura della città. 

 

-Vostra altezza... 

 

-Silenzio. Vuoi farci scoprire?- replicò in un ringhio basso il giovane, senza guardare negli occhi il cugino. 

 

Lo sentì trarre un sospiro esasperato, ma poco gli importava. 

 

-Vostra altezza, so che volete essere un buon condottiero ma dovete anche essere in grado di raggiungere il palazzo reale. Vivo, possibilmente. 

 

Finalmente, Yoongi fece scattare la testa di lato, concentrando la sua attenzione su Namjoon che lo osservava con un cipiglio scontento. Hoseok, che marciava al suo fianco, non aveva ancora emesso una parola da che avevano lasciato il loro rifugio. 

 

-Non sei stato forse tu a diffondere in giro la storia per cui il principe è il paladino del popolo? Ora vorresti rimangiarti tutto e spedirmi nelle retrovie? Quanto tempo ci vorrà prima che i cittadini inizino a chiedersi perché il loro "eroe" non sta conducendo l'attacco? 

 

Il cugino staccò gli occhi da lui, gli angoli della bocca appena piegati all'ingiù a dimostrare il suo dissenso. 

 

-Stanno tutti dormendo a quest'ora della notte. Non ci sarà nessuno fra le strade ad assistere al vostro nobile gesto. 

 

Yoongi riportò lo sguardo sul sentiero davanti a sé. C'era lui e c'erano le mura della città in cui era nato. Nessun ostacolo. Nessun impedimento. Alle sue spalle, per contro, percepiva il tonfo rimbombante dei passi e degli zoccoli delle cento unità che lo stavano seguendo, spade strette fra le mani e archi appena pizzicati fra le dita mentre sentivano la tensione salire all'avvicinarsi con il loro obbiettivo. 

 

-Ci sono sempre testimoni, Namjoon. Anche se non li vediamo. Faremo confusione, perciò sicuramente qualcuno si sveglierà e si affaccerà per vedere cosa sta succedendo. Inoltre, non sono solo quelli là dentro a cui dobbiamo dimostrare che tipo di persona sono- mormorò in risposta, spostando brevemente gli occhi sul gruppo di soldati dietro di loro prima di riportarlo sul cugino. 

 

Questo, dopo un istante di silenzio, gli rivolse una smorfia infastidita. 

 

Era bizzarro. 

 

Forse era perché Namjoon si stava lentamente lasciando andare o forse era tutto il tempo che ultimamente avevano passato assieme, ma Yoongi aveva l'impressione di riuscire a leggere con sempre maggiore chiarezza le emozioni che passavano dal suo viso. 

 

-Come dite voi, vostra altezza- brontolò infine. 

 

Il principe, beandosi dal silenzio di cui il giovane finalmente lo aveva graziato, abbassò allora lo sguardo sull'assistente che camminava al suo fianco, gli occhi ostinatamente puntati in avanti. 

 

-Posizionati insieme alla fanteria- ordinò con tono secco, accentuato da una punta di asprezza.

 

Hoseok sollevò la testa e lo fissò con un'espressione impassibile sul viso. 

 

-Io non lascio il vostro fianco. 

 

Yoongi strinse la mandibola e sollevò le labbra in una sorta di ringhio rabbioso. 

 

-Prima che ti azzoppi e ti abbandoni qui, posizionati insieme alla fanteria, stupida testa di legno! 

 

Hoseok continuò a fissarlo, socchiudendo appena la bocca in procinto di replicare quando Yoongi riprese a sputare la sua replica. 

 

-C'è Jungkook qui con me. Hai presente? Lo stesso tizio che ti ha sollevato come fossi stato un uccellino quando ti eri seduto al suo posto. Anche lo stesso tizio che ha fatto fuori gli assassini del re mandati per ucciderci, da solo! Ed è a cavallo, al contrario di te! Vai nelle retrovie, ora. 

 

Il suo assistente si morse il labbro scurendosi in volto, ma annuì e prese a marciare verso il fondo della fila. Quando Yoongi riportò l'attenzione di fronte a sé, la linea degli alberi si era fatta ormai rada e a breve avrebbe cessato del tutto di celare la loro presenza. 

 

Il principe si irrigidì, stringendo le redini della sua cavalcatura fra le mani e traendo un sospiro tremante. 

 

Era ora. 

 

Lanciando un'occhiata al suo fianco, sentì un piccolo grumo di coraggio tornare nel suo cuore nel vedere la figura ritta e determinata di Jungkook. 

 

Infine, si voltò verso il cugino, che lo studiava con attenzione. 

 

E annuì.

 

-Preparatevi. 

 

Yoongi aveva sempre pensato che Namjoon fosse un condottiero migliore di lui. Il suo tono calmo ma ferreo, nonostante il volume basso, risuonò nell'aria con potenza, esigendo deferenza e spingendo chiunque fosse in ascolto a prestare attenzione. 

 

Il principe deglutì, prima di estrarre la spada. Il riflesso della luna rimbalzò sulla lama, talmente affilata che avrebbe potuto tagliare la luce stessa. 

 

E la sollevò in aria. 

 

Non poteva gridare di iniziare l'attacco. Avrebbe attirato l'attenzione delle guardie e rovinato l'unico vantaggio che avevano. 

 

Perciò quel semplice gesto fu tutto ciò che servì. 

 

Con la spada puntata verso il cielo, diede un colpo deciso allo sterno della sua cavalcatura. 

 

E l'assedio ebbe inizio. 

 

 

 

Yoongi sentiva il fianco pulsare. 

 

La sensazione lo infastidiva da un po', punzecchiandolo ogni volta che si piegava per lanciare un fendente o a ogni sobbalzo del suo cavallo. 

 

Aveva il fiato corto. 

 

I respiri uscivano come lame dal suo petto, graffiandogli la gola. Una lieve sensazione di nausea stava inoltre facendo capolino dalla sua gola, rafforzata dal tanfo di sangue che aveva preso a invadergli le narici. 

 

Odiava quell'odore. Avrebbe lasciato tutto e sarebbe fuggito via solo per allontanarsi da esso. Ma non poteva. 

 

La sua testa si voltò freneticamente a destra e a sinistra, mentre un fischio acuto gli rimbombava nelle orecchie. Un paio di soldati erano ancora intenti a combattere con le ultime guardie rimaste, ma pareva che la situazione fosse sotto controllo. Girandosi ancora di più, e percependo una sferzata più violenta nel fianco come risposta, riuscì a intravedere Jungkook che sfilava la sua lama dal petto di un uomo con un'espressione impassibile dipinta sul volto. 

 

Portandosi finalmente la mano alle costole, via via che il dolore prendeva a pulsare con più decisione, continuò a vagliare la zona di battaglia con occhi febbrili. 

 

Dov'era Hoseok?

 

Quando le sue dita raggiunsero la stoffa dell'hanbok, Yoongi percepì vagamente una sensazione umida e appiccicaticcia. Il suo sguardo, però, continuò a studiare ogni testa, ogni volto e ogni cadavere su cui si riusciva a posare. 

 

"Dove sei..."

 

"Dove dannazione sei..." 

 

I capelli scuri del suo assistente, insieme al suo viso abbronzato e a una smorfia disgustata dipinta sulla bocca, fecero finalmente capolino nella sua visuale. 

 

Solo allora, il principe si sforzò di rallentare il suo petto in fiamme e concentrare la sua attenzione sul sangue che stava fuoriuscendo dal proprio fianco. 

 

-Accidenti... 

 

La ferita non sembrava grave. Non era neppure così tanto dolorosa. Doveva essere stata quella guardia che aveva sollevato la spada alla cieca, mancando il costato del suo cavallo. La sua lama doveva essere scivolata verso l'alto fino ad atterrare sulle sue costole. Non aveva neppure uno straccio di armatura, perciò il principe dovette ammettere che era stato anche fin troppo fortunato.

 

Sarebbe sopravvissuto. Il sangue sembrava già in procinto di fermarsi sotto alla pressione della sua mano e l'energia che agitava il suo corpo in quel momento gli permetteva di non sentire la stanchezza sulle membra. 

 

Ce la poteva fare. 

 

Fino a quel momento era andata piuttosto bene. Il numero di guardie appostate alla porta era inferiore rispetto a quello che avevano preventivato, perciò erano riusciti a liberare l'ingresso e spalancare i pesanti battenti di legno senza perdere troppi uomini. 

 

Come aveva previsto, le persone avevano iniziato ad affacciarsi alle finestre delle loro case quando i rumori della battaglia avevano preso a sollevarsi nella città addormentata. Dopo occhiate esitanti e cariche di ansia, la maggior parte si era rintanata nella propria dimora, lontano dal tanfo di sangue e dal clangore di lame. 

 

Yoongi, rinfoderando la spada con la mano che non reggeva il fianco ferito, riprese le redini del cavallo e si voltò dietro di sé, verso i superstiti della sua piccola armata. 

 

-Al palazzo! 

 

Il giovane si sforzò di far rombare la voce nell'aria con energia e un ringhio selvaggio. Non era più il momento dei sussurri e dei nascondigli. La città ormai sapeva che erano lì e nessuno si sarebbe più frapposto a loro finché non avessero raggiunto la residenza del re. 

 

Con un grido gutturale, gorgogliante a causa di gole rauche e voci stanche, le unità ripresero le armi in mano, marciando con determinazione dietro di lui. 

 

Al suono di zoccoli che si avvicinavano, Yoongi sollevò appena il capo gettando uno sguardo alle figure di Namjoon e Jungkook che si ponevano accanto a lui.

 

-Siete ferito. 

 

Gli occhi della sua guardia si posarono sulla mano insanguinata che reggeva il suo fianco, ma il giovane replicò con un semplice grugnito. I suoi occhi erano puntati sulla sagoma che stava caracollando verso di lui con il fiato corto e la fronte fradicia di sudore. 

 

-Sali. 

 

Il principe rivolse uno sguardo inflessibile sulla figura stremata del suo assistente che, lanciando un'occhiata alla mano offerta nella sua direzione, si aggrappò a lui sollevandosi sul dorso del cavallo. Il giovane percepì il corpo di Hoseok accasciarsi contro la propria schiena, la sua fronte appoggiata alla propria spalla. 

 

-Sono sopravvissuto. 

 

Yoongi piegò la bocca in una smorfia, spingendo il cavallo al galoppo con un colpo secco dei tacchi. 

 

-Le mie congratulazioni- rispose in tono piatto. 

 

 

 

La strada verso il palazzo era deserta. Occasionalmente, un mercante o un vecchio artigiano spalancavano i battenti della propria finestra per affacciare la testa all'esterno e lanciare un roboante "Lunga vita a sua maestà!", ma nessuna guardia si presentò a ostacolare il loro cammino. 

 

-Ti fa male? 

 

Sopra il clangore di zoccoli, Yoongi percepì l'attenzione di Hoseok focalizzarsi sulla ferita. 

 

-No. Sembra peggio di quello che è. 

 

Il principe brontolò la risposta con noncuranza, ma poco dopo sentì la confortante morbidezza di un panno premuto sulla pelle bagnata e una presa gentile ma irremovibile che si assicurava sulle sue coste. 

 

-Lunga vita al principe! 

 

-Lunga vita a sua maestà! 

 

Yoongi non ascoltava più. I suoi occhi avevano ripreso a concentrarsi davanti a sé, alla porta stretta e al manipolo di guardie che brandiva le spade e lanciava grida di allarme. 

 

-Apriamo la strada al principe! 

 

L'ordine di Namjoon rombò nell'aria, accolto da grida di assenso, e il ragazzo vide sempre più cavalli superare la sua posizione e scontrarsi con le figure armate che li attendevano. I componenti della fanteria, alcuni dei quali si erano impossessati delle cavalcature dei caduti o erano saliti insieme ai cavalieri ancora in vita, scesero dalle loro monte per impegnare le guardie e lanciarsi contro le porte di legno massiccio. 

 

Il vantaggio nell'attaccare uno degli ingressi secondari fu in effetti che, prima ancora che Yoongi potesse sfoderare la spada e raggiungere lo scontro, i battenti erano già stati spalancati. Namjoon aveva ragione. La minore dimensione ne aveva facilitato l'apertura senza neppure la necessità di usare un ariete. 

 

-Andiamo. Le retrovie ci copriranno, potremmo riuscire a raggiungere direttamente le stanze del re. 

 

Il cugino, che aveva raggiunto il suo fianco, gli lanciò uno sguardo deciso mentre iniziava a tagliare l'agglomerato di uomini che convogliava in un unico, caotico bandolo. 

 

-Fate spazio al principe! 

 

-Spostatevi! 

 

-Lunga vita la principe! 

 

I soldati spinsero finché non riuscirono ad aprire un passaggio. Yoongi deglutì, cercando di controllare la sua espressione. Era già stufo delle urla. Degli incitamenti. Dell'attenzione. Era già stufo di dipendere così pesantemente da altri e di sapere che altri dipendevano da lui. 

 

Forzandosi a non accartocciarsi in una smorfia contrariata, lanciò il cavallo lungo il percorso, percependo flebilmente le cavalcature di Namjoon e di Jungkook che lo seguivano insieme a un manipolo di uomini. 

 

Le guardie del palazzo che non erano impegnate all'ingresso emersero dalle profondità dell'edificio, sciamando fuori dalle porte e dai corridoio coperti come scarafaggi. Prontamente, il principe vide tre soldati portarsi davanti a lui e scontrarsi con gli avversari, mentre lui estraeva la spada e sferrava il primo fendente contro il petto di un uomo in procinto di colpirlo alla gamba.

 

Nel frattempo che la loro copertura si occupava di tenere impegnate le guardie, il principe lanciò uno sguardo di intesa a Namjoon, prima di dirigere il cavallo fra le colonne rosse che sorreggevano l'imponente tetto dell'edificio. L'obbiettivo era il cortile principale. Una volta arrivati lì, avrebbero abbandonato i destrieri e si sarebbero infiltrati nel palazzo fino a raggiungere le stanze del re. 

 

Yoongi si voltò al suono di un clangore di spade. Jungkook aveva bloccato una guardia con la lama e, dopo avergli trapassato il petto in un gesto fluido, aveva ripreso a marciare dietro di lui.

 

Le loro cavalcature pestavano rumorosamente sulla pietra che ricopriva il terreno. I fiati affaticati dei cavalli riempivano l'aria, riecheggiando fra i corridoio bui. Una manciata di guardie si avvicinarono al loro gruppo ma, dalla loro posizione svantaggiata, non riuscirono a contrastare i colpi sferzati dal dorso degli animali. 

 

E quando finalmente giunsero al cortile principale, il petto di Yoongi si strinse leggermente. 

 

Senza neanche accorgersene, i suoi occhi si erano posati su Jungkook, il cui viso era impenetrabile quanto una statua. Non una traccia di dolore. Non un briciolo di paura o di disgusto. 

 

Eppure lui stesso sentiva la nausea tornare nel suo stomaco. Il pavimento sotto ai suoi piedi era tornato pallido come lo era stato prima di quel giorno soleggiato, ma il principe aveva ancora incastrato negli occhi il rosso che gli attorcigliava le caviglie, l'odore ferroso che gli violava il naso mentre il suono di urla e gola gorgoglianti si liberava nell'aria. 

 

Il cavallo era già alle sue spalle mentre i suoi piedi lo costringevano ad allontanarsi da quel terreno maledetto. Dietro di sé, il passo infallibile di Jungkook, Hoseok e Namjoon non lo perdevano neanche di un fiato. 

 

Il giovane non dovette pensare. 

 

In effetti, anche se aveva studiato la mappa del palazzo, ricordava fin troppo bene la strada per raggiungere gli appartamenti privati di suo fratello. 

 

Ma Yoongi era certo di una cosa. 

 

Il re non stava dormendo. 

 

La sua intuizione fu confermata quando, ignorando il rumore della lama di Jungkook che tagliava i corpi delle guardie, pressò le mani sulle porte della sala del trono e le spalancò. 

 

Distrattamente, percepì il rumore di altri soldati che si avvicinavano a loro mentre i tre uomini alle sue spalle li trattenevano, scontrandosi in un clangore metallico. 

 

La figura di fronte a sé, però, aveva accalappiato avidamente tutta la sua attenzione. 

 

-Alla fine, sei venuto... 

 

Yonsan sollevò gli occhi arrossati su di lui, un sorriso sofferente dipinto sulle labbra. 

 

-... fratellino.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE 

 

.....sorry non so scrivere scene di guerra, è la prima volta, mi dispiace se non si capisce bene la dinamica delle azioni e se le cose succedono troppo in fretta. Ho letto diversi libri con scene di battaglia ma sinceramente è un po’ diverso leggerle e scriverle perciò perdonatemi se non sono il massimo. 

 

Dunque, aggiornamento sulla schedule! Come annunciato in precedenza, gli ultimi capitoli verrano pubblicati a poca distanza l’uno dall’altro perché so che di non potervi fare aspettare così tanto per arrivare alla fine. Dunque, mancano precisamente tre capitoli alla fine, perciò vi do il calendario preciso di quando pubblicherò così saprete bene quando aspettarvi l’aggiornamento (ps: sarò in vacanza perciò spero davvero di riuscire a mantenere il programma stabilito ma vi prego di comprendere se ci saranno problemi o ritardi):

 

-Mercoledì 8 capitolo 49 

 

-Venerdì 10 capitolo 50 

 

-Domenica 12 ultimo capitolo 

 

Preparatevi. No, davvero, preparatevi, anche perché il prossimo sarà un bestione di quasi 3000 parole quindi XD

   
 
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