Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Nisi    02/09/2021    1 recensioni
Revisione completata, pubblicazione riprende regolarmente.
'E' piuttosto improbabile che in questi boschi lei possa incontrare l’imperatore del Giappone e consorte, quindi l’abito da cerimonia non è richiesto.”
Shiori lo guardò male, agitandogli sotto il naso un maglione di pile. “Questo abbigliamento non mi dona affatto.”
Kenji si tolse gli occhiali e le diede una buona occhiata. “E’ bella lo stesso. E badi, questo non è un complimento, ma una oggettiva osservazione della realtà!”
Non è umanamente possibile che in una persona sola si concentrino tanti difetti: piattola, lagna, viziata, macigno, pallista, intrigante, nevrotica, cozza…
Ci ho pensato su e sono giunta alla conclusione che Shiori l’abbiano fatta diventare così.
Quindi quello che ci vuole è qualcuno che la rieduchi, nella fattispecie un serioso ingegnere con una spiccata tendenza alle gaffes
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I tre volti della Dea'
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Partito che fu Kenji, la vita a casa Takamiya era ripresa uguale, come al solito.
Solo in apparenza.

Shiori aveva ripreso il suo posto in società, ma al vecchio patriarca, che la conosceva bene, sembrava che la nipote fosse accanto a lui solamente col corpo, mentre la sua mente era dispersa da qualche parte nella valle dei Susini e il suo pensiero fisso su un certo personaggio coi capelli troppo lunghi per essere accettabili. Pareva, però, che solo lui si fosse accorto dello stato d’animo di Shiori.
 

Nel giro di pochi giorni, infatti, dapprima impercettibilmente, poi in maniera sempre più evidente, un’atmosfera anarchica prese stabilmente possesso della dimora avita dei Takamiya. L’Imperatore guardava la nipote e pensava che l’essenza di di K.K. si fosse impadronita del suo spirito, oltre che del suo cuore.

Era iniziata in modo abbastanza innocuo, notifiche sul telefonino e Shiori che aspettava il momento più appropriato per leggerle.

K.K. si era fatto più spavaldo ed erano cominciate le telefonate alle ore più impensate del giorno – il vecchio sospettava anche della notte  - a seguito delle quali Shiori spariva per intere mezz’ore, lasciando raffreddare cibo, tè e piantandolo in asso nel bel mezzo del pranzo o della cena. Telefonate che avevano uno strano effetto sulla sua adorata nipote, che ne usciva scombussolata, sconvolta, ma con gli occhi più brillanti e vivi che le avesse mai visto e un sorriso tanto luminoso da risultare quasi accecante. Dopotutto, le chiamate che riceveva da Hayami erano solo per disdire appuntamenti a causa dell’importantissimo lavoro di lui, mai dettate dall’autentico piacere di sentirsi. Quella canaglia di K.K. se non altro sembrava fare del suo meglio per farla felice e al momento pareva proprio ci stesse riuscendo, anche se non era per nulla sicuro di voler sapere cosa si dicessero quei due.

 
In ogni caso, il vecchio non poteva lamentarsi: d’altronde, in società il comportamento di Shiori era impeccabile come al solito e sotto sotto, Takamiya era alquanto soddisfatto di come si erano messe le cose.

 
“Oh, Shiori. Bene. Vedo che sei pronta. Possiamo andare, allora?”
“Certamente, nonno.”

Il vecchio prese galantemente la nipote per il gomito e assieme varcarono la porta. Appena fuori dall’uscio, li aspettava l’autista.
Si accomodarono nell’abitacolo e l’auto partì.

Il viaggio si svolse in perfetto silenzio, solo il ronzio dell’aria condizionata in sottofondo. Quel giorno faceva un gran caldo e Shiori non era entusiasta di dover uscire. Con suo nonno dovevano assistere all’inaugurazione di una mostra dell’Arte Europea del Novecento. Era un grande avvenimento, dato che era molto raro che i musei europei prestassero le loro preziose opere a enti che si trovavano in Estremo Oriente.

Shiori stava consultando il programma.”Non sapevo fosse previsto un rinfresco”.
“E’ una cosa ufficiale, di grande importanza. Parteciperanno tutte le persone di un certo rilievo qui in Giappone. Se non altro, per farsi vedere. Quindi è normale che abbiano organizzato un rinfresco. Sarà una cosa in grande”

Shiori sorrise tra sé alla battuta del nonno.

Il tragitto non fu molto lungo e poco tempo dopo si ritrovarono davanti al Museo.

Vennero accolti con molta cortesia, d’altronde erano una delle famiglie più in vista di tutto il Giappone, e fatti accomodare su comode poltroncine.
Dopo una breve presentazione delle opere e della mostra – sarebbe durata solo tre mesi – venne offerto il rinfresco. Shiori non si alzò subito, rimase seduta a visionare il catalogo dei quadri esposti e pensò che le sarebbe piaciuto tornarci con Kenji.
Sospirò e raggiunse il nonno.

A poca distanza da dove si trovava, scorse il suo ex fidanzato, Masumi Hayami, accompagnato dalla moglie, Maya Kitajima che, per l’occasione, sfoggiava un magnifico abito e un discreto diamante al dito.

“Nonno, vado a salutare il signor Hayami.”

Takamiya inarcò le sopracciglia per lo sorpresa, ma annuì. Sua nipote recentemente non finiva mai di stupirlo, ma non le mancava il buon senso, quindi non trovò nulla da obiettare.


“Masumi, buon pomeriggio.” Salutò, inchinandosi compitamente. “Signora Hayami, buon pomeriggio”.
Hayami fu molto sorpreso di quel saluto. L’aveva scorta da lontano, ma dato che l’ultimo loro incontro era stato piuttosto burrascoso, non aveva osato avvicinarlesi.

“Buon pomeriggio a te, Shiori. Come stai? Ti vedo bene.”
“Sì, grazie. Sto bene, infatti.”

C’erano tante, troppe parole non dette tra di loro. Questioni rimaste in sospeso che dovevano essere sistemate. Maya capì che i due dovevano chiarirsi, quindi esordì allegramente con un: “Masumi, ho molta sete, vado a prendermi da bere.” E si allontanò senza attendere risposta.

Shiori prese un profondo respiro e tirò fuori le parole che le stavano sul gozzo da un bel po’: “Masumi, io mi devo scusare ancora per la scenata che ti ho fatto l’ultima volta che ci siamo visti (il riferimento è a una scena della mia fanfic Benvenuta a Izu, nella quale Shiori non fa una gran figura NdA). Mi sono comportata in maniera imperdonabile e ti domando scusa.”

Masumi Hayami rimase letteralmente a bocca aperta. Era sinceramente sorpreso da quelle scuse, che ebbero il potere di addolcirlo e farlo uscire dalla difensiva.

“Anche io ti devo domandare scusa, Shiori. Ti ho causato dolore e umiliazione, anche se non avevo questa intenzione.”
“Non ti preoccupare per questo. Io adesso sto bene. Sarebbe stato un errore continuare il fidanzamento, saremmo stati infelici entrambi.”
Il tono in cui Shiori pronunciò queste parole fece scattare qualcosa nella mente di Hayami.
“Immagino allora che tu abbia capito cosa intendevo dire.”
Shiori annuì. “Certo, più di quanto tu possa immaginare.”
Un largo sorriso illuminò il viso di Masumi Hayami.“Ne sono molto felice. Davvero felice per te.”
“Anche io sono felice per me, Masumi. Ora ti prego di scusarmi, mio nonno mi starà cercando. Saluta tua moglie da parte mia, va bene?”

Pochi istanti dopo, Maya ricomparve a fianco di Masumi, un’aria vagamente preoccupata. “Tutto bene con la signorina Takamiya?”
“Fortunatamente, sì. Sembra cambiata, diventata un’altra persona”.
Masumi Hayami era sinceramente sollevato, ma mai quanto Shiori.

* * *
 

Era fine pomeriggio, quasi sera. Shiori si trovava nel giardino con un libro in mano. Era stata una giornata lunga e ora si stava godendo il meritato relax. Al di là delle orchidee, aveva sempre adorato quel posto: un’oasi di tranquillità e di frescura dal caos e dal caldo torrido della capitale.

Un bicchiere di tè verde ghiacciato aveva scacciato i rimasugli della canicola, ma l’appetito non era ancora arrivato. Il rinfresco all’evento al quale aveva partecipato quel giorno era stato più che sufficiente a riempirle lo stomaco e il caldo aveva fatto il resto. Aveva fatto una doccia ed era scesa in giardino a godersi la serata.

La voce del nonno la riscosse dai suoi pensieri. “Shiori, posso sedermi?”
La donna sorrise e gli indicò una sedia. “Prego, accomodati pure, nonno.”
“Sicura che non disturbo?”
“Sicurissima. Ma non ti sei fatto questi scrupoli prima!”
“No, è vero. Ma ho notato che ultimamente tendi a stare da sola, o almeno è quello che mi ha detto la tata.” Con una leggera esitazione nella voce, Takamiya proseguì, cautamente. “Ce l’hai con lei perché è venuta a prenderti?”

Shiori sospirò. “Non posso negare che mi sia arrabbiata con lei, in un primo momento. Ma non è questo”.
“Bene. Non è solo questo, allora di che si tratta?”

Altro sospiro da parte di Shiori. “Vedi, nonno, da quando sono tornata mi sono trovata spesso a riflettere.” La donna fece una pausa, soppesando con cura le parole. “Io mi sono resa conto che non ero mai stata da sola, non me l’ero mai sbrigata per conto mio. Non sono autonoma, non sono in grado di badare a me stessa nonostante sia una persona adulta. Scoprirlo è stato avvilente”
Il nonno la guardò con curiosità. “C’entra KK in tutto questo?”
Shiori scosse il capo. “Non direttamente”.
“Ti ascolto, cara”.
“Ho sempre avuto accanto la tata, non ho mai fatto nulla da sola fino a qualche giorno fa. E ora non gradisco più i suoi modi autoritari, che sono gli stessi di quando ero bambina, ma ora bambina non lo sono più da un pezzo. Ci sono cose che alla mia età dovrei essere in grado di sbrigarmela per conto mio e non mi serve una persona che controlli tutte le mie mosse. Credo che la tata sia in grado di dire quante volte vado in bagno e a che ora! E, a dirla tutta, detesto il suo tè. Vorrei potermelo preparare come desidero, ma pare che non possa farlo senza urtare i suoi sentimenti.”

Nonostante le parole di Shiori potessero essere ritenute comiche, Takamiya non ebbe alcuna voglia di ridere. Si sentì, anzi, riempire di un sentimento molto simile al senso di colpa. Voleva sinceramente bene alla nipote, dopotutto era l’unica persona di famiglia che gli era rimasta e lei gli era sempre stata devota, ma a quanto pareva, a sua nipote più che un ambiente piacevole nel quale vivere, le aveva dato una gabbia, per quanto dorata.

“Sono mortificato, non avevo idea che ti sentissi così.”
“Nonno, non volevo offenderti! Però devo ammettere che questi tre giorni fuori di casa, da sola, hanno acuito questa mia sensazione”
“Lo so, cara, che non volevi offendermi. Ma da quanto dura questo tuo sentimento?”

Shiori soppesò molto bene le parole, prima di rispondere. “Ho sempre vissuto con un disagio, ma non ho scoperto di cosa si trattasse fino a quando sono partita. Non penso si possa sentire la mancanza di ciò che non si conosce.”

Takamiya non era famoso per il suo cuore tenero, tutt’altro. Ma le parole di sua nipote lo avevano toccato nel profondo.

“Capisco.”, si limitò a rispondere. Si alzò e scrutò Shiori con attenzione. “Oggi al rinfresco sei andata a salutare Hayami e Maya Kitajima.”
Shiori sorrise, aveva capito subito dove voleva andare a parare suo nonno. “Sì, sono andata a salutarli. Sono una bella coppia, non trovi?”
“Non hai sofferto nel vederli?” le chiese il nonno con cautela.
“No. Ho provato sollievo e sono contenta per loro. Io e Masumi ci saremmo solo fatti del male a vicenda.”
“Ti ho osservato molto in queste ultime settimane. Sei cresciuta e maturata molto. Ti ho sempre apprezzata e sono sempre stato orgoglioso di te, ma mi hai stupito”.

Shiori si sentì arrossire. “Ti ringrazio, nonno… Ma ho avuto di riflettere molto e sono arrivata alla conclusione che sia io che Masumi eravamo destinati ad altre persone.”

“Dato che hai fatto cenno tu, i tuoi sentimenti nei confronti di K.K. sono sempre gli stessi?”
Shiori scosse decisamente il capo. “No. Sono ancora più forti, se possibile.”
Il vecchio annuì pensosamente. “Quindi, pensi che sia l’uomo per te?”.
Shiori abbassò gli occhi, timida.“Non lo so, non posso dirlo, ancora. Ma mi piacerebbe molto che lo fosse, sì”.
Takamiya rimase silenzioso a lungo.“Bene, cara. Oltre a limitare il raggio di azione della tata non so se ci sia qualcosa che posso fare per te.”
“Ecco, io… vorrei essere libera di fare le cose che fanno tutti. Ad esempio, imparare a cucinare.”
“Ho sentito bene? Per me non ci sono problemi, ma… è una richiesta strana, la tua.”

Shiori arrossì e rispose alla muta domanda del nonno: “La sera successiva al nostro incontro, sono stata a cena da Kenji. Non eravamo soli, c’era un suo amico. Avrei voluto rendermi utile e aiutare a preparare la cena, ma l’unica cosa che sono stata in grado di fare è stato di affettarmi il dito col coltello.” Ovviamente, la donna non raccontò di come KK le avesse curato la ferita, d’altronde non era quello il discorso e comunque era una cosa tra lei e Kenji. “Come ti dicevo, è stato avvilente. E’ anche per questo che vorrei essere autonoma… Non voglio più volermi vergognare di non saper fare ciò che la maggior parte della gente fa ogni giorno.”
“Va bene, se è ciò che vuoi… ” Yeyasu Takamiya si alzò per congedarsi dalla nipote. Le diede un bacio sulla fronte e, in un impeto di tenerezza le accarezzò il viso, con grande stupore da parte di lei Fece per rientrare in casa, ma si bloccò sul posto e tornò sui suoi passi. Non si arriva tanto in alto se non si è intelligenti e non si capisce quando è il caso di lasciare andare.

 “Mia cara, ti farebbe piacere se ti esentassi dai tuoi impegni a partire dalla prossima settimana?”
 * * *
E questo è il penultimo!
Come potrete notare, non succede niente di particolare, ma si capisce come Shiori si sia evoluta.
Spero vi piaccia.
Un abbraccio forte a Tetide e Athena per il continuo sostegno e affetto. Sappiate, mie care, che lo apprezzo tanto.
   
 
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