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Autore: _ayachan_    01/09/2009    17 recensioni
A cinque anni dalle vicende de "Il Peggior Ninja del Villaggio della Foglia", che ne è stato delle promesse, dei desideri e delle recriminazioni dei giovani protagonisti?
Non si sono spenti con l'aumentare dell'età. Sono rimasti sotto la cenere, al caldo, a riposare fino al giorno più opportuno. E quando la minaccia è che la guida scompaia, quando tutt'a un tratto le scelte sono solo loro, quando le indicazioni spariscono e resta soltanto il bivio, è allora che viene fuori il carattere di ognuno.
Qualunque esso sia.
Versione riveduta e corretta. Gennaio 2016
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia'
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Penne 29
06/04/2015

Capitolo ventinovesimo

I mostri della Squadra Assassina




Non appena Hinagiku aveva finito di mettere per iscritto quel che sapeva della missione di Jin e Kakashi, Naruto era corso a casa Uchiha per consultarsi con Sakura.
Hinagiku non aveva aggiunto nulla di nuovo ai dati in loro possesso, ma Naruto temeva che qualcuno, lo stesso qualcuno che aveva spiato i suoi dialoghi con Hitoshi, avrebbe potuto captare l'informazione e usarla per i propri scopi.
«Anche se fosse, non sappiamo dove si trovano» aveva commentato Sakura analizzando la situazione. «Possiamo solo sperare che vada tutto bene...»
Neanche a farlo apposta, esattamente in quel momento l'uccellino di Chiharu li aveva raggiunti con le informazioni sulla posizione di Kakashi e la richiesta di aiuto del gruppo proveniente da Suna.
Naruto aveva sentito le mani prudere: finalmente si facevano cose da vero Hokage! Senza riflettere a fondo sulla questione aveva evocato decine di rospi giganti nel giardino di Sakura – per la delizia di Itachi e dei ragazzini più giovani – e le aveva detto di riempirli di Anbu e spedirli a raggiungere Kakashi.
«E tu?» aveva domandato Sakura, accantonando temporaneamente la sfuriata per i rospi sulle ortensie.
«Mi troveranno là» aveva risposto Naruto.
E a metà dell'ultima parola era già scomparso.
Sakura aveva allertato tutti gli Anbu disponibili, convocandoli immediatamente per la partenza. Considerata la situazione di tensione aveva fatto chiamare anche Sasuke, e in quel momento, circondata da un gracidare assordante e dagli urletti dei figli che si divertivano con i rospi, cercava disperatamente di concentrarsi sui suoi compiti.
«Ho ancora tre o quattro rospi liberi» mormorava sfogliando elenchi a matita. «Sarebbe meglio un medico? O un esperto di piste?»
«Posso andare io?» chiese Fugaku, coraggiosamente ritto in mezzo al putiferio.
«Neanche per sogno!» scattò subito Sakura.
A Sasuke invece non dispiaceva che un Uchiha partecipasse a una simile impresa, rifletteva, osservando il figlio meditabondo: c'erano ottime probabilità che la missione finisse nei libri di storia, e l'unica ragione per cui non si offriva in prima persona era che non si fidava del segno maledetto sul suo collo.
«Se va lui allora ci vado anche io» sbottò Hitoshi, comparendo al fianco del fratello con una strafottenza debordante. La sua faccia era ancora a chiazze rosse e bianche, ma sembrava che occhi e vie respiratorie stessero bene. Avvicinandosi aveva cercato di fare cenni d'intesa agli Anbu raggruppati in giardino, però nessuno di loro aveva capito cosa volesse.
«Figuriamoci!» Sakura strappò il foglio che stava leggendo e ne afferrò un secondo con tutta la ferocia di cui era capace. «Faccio uscire dal villaggio tutti gli elementi validi in un colpo solo, ma certo! Non vedevo l'ora di essere ricordata come l'Hokage più incompetente della storia!» disse, nel tentativo di distrarli con le lusinghe.
«Veramente non sei proprio tu l'Hokage...» le fece notare Fugaku – sempre insopportabilmente saccente.
«Sei in punizione finché Itachi non si sposa!»
I rospi alzarono il volume del gracidio, spostandosi per il giardino con vibrazioni sorde. Sakura e Sasuke si voltarono per capire cosa stava succedendo, e in quel momento videro comparire tra le grandi zampe palmate il minuscolo corpo di un cane coperto di sudore, che li raggiunse di corsa e piegò il collo davanti a Sakura.
«E' di Kakashi» si sorprese lei, prendendo il messaggio legato al collare. «E' il fascicolo di Haruka Muto» lesse rapida. «Oh, merda!»
Sasuke si protese per leggere a sua volta, e subito alzò lo sguardo sui figli, vibranti di curiosità.
«Hitoshi e Fugaku, con me. Sakura, convoca Jiraya e un'altra squadra di Anbu. Li voglio in cima alla rupe degli Hokage tra quindici minuti al massimo.»
Sakura fece per protestare, poi ricordò l'idea di testare lo sharingan sulla spia che gli Hyuuga non riuscivano a prendere, e si morse la lingua. Tanto valeva testarlo adesso.
«Faccio chiamare anche Sai» fu quel che disse invece. «Stava indagando su quell'ex membro della Radice da giorni... Scommetto quello che vuoi che Yoshi lavora per loro, non per la Roccia. Ecco perché non apriva bocca: chissà quanto sono infiltrati! Argomento blindato, non fatevi scappare una parola con nessuno al di fuori dei presenti.»
Nella parte superiore del foglio, appena sotto il sigillo riservato della Foglia, Kakashi aveva scritto poche parole in una calligrafia frettolosa:

Saibatsu ha fondato una nuova Radice.
Stanno che stiamo tornando per smascherarli.
Prendeteli prima che scompaiano.


*


«Per la miseria, siete messi uno peggio dell'altro!» esclamò Naruto facendo un rapido controllo dei presenti.
«Da dove sei spuntato?» domandò Jin sbalordito, ma Kakashi non lo lasciò rispondere, anticipandolo.
«Ci saranno altri nemici tra poco» disse tirandosi in piedi. «E' arrivato Koa? Saibatsu ha fondato una nuova Radice, hanno convinto Haruka a lavorare per loro e adesso vogliono eliminarla prima che li denunci.»
«Chi è Koa? Aspetta, la nuova Radice si è formata sotto il mio naso?»
«Sotto il mio» precisò Kakashi. «Ho mandato un cane messaggero a Konoha perché vadano a prendere i capi, così dovremmo riuscire a evitare che fuggano... Ma gli uomini che hanno inviato per noi non sanno che ormai l'organizzazione è andata. Loro penseranno che eliminandoci le cose verranno messe a tacere.»
«Meno male che il lavoro d'ufficio mi stava annoiando» sospirò Naruto.
«A me invece piacerebbe tanto!» gemette Akeru strisciando fuori dai cespugli con Haruka. «Finirò in carcere, ormai è certo.»
Dagli alberi alle loro spalle emersero Kotaro, Rock Lee, Gai e una copia di Naruto, coperti di graffi ma sostanzialmente in salute. Si erano liberati degli ultimi nemici.
«Beh, adesso che sei qui siamo al sicuro» disse Chiharu, il cui umore era salito di parecchie tacche all'arrivo del maestro.
«Non ho intenzione di mettermi da parte e lasciar fare tutto alle copie di Naruto!» insorse Rock Lee.
«Potrei cavarmela anche senza copie» commentò lui allegro. «Ho scoperto che se mischio il Rasenshuriken a una tecnica nemica escono fuori mosse incredibili!»
«Davvero?» Kotaro spalancò la bocca, a metà tra l'ammirazione e l'invidia.
«Adesso basta» li zittì Kakashi. «Haruka è ferita, noi siamo esausti e non sappiamo cosa sta arrivando. Non possiamo affidarci solo a Naruto, è troppo rischioso.»
«Ma quella volta, contro l'esercito della Roccia...» mormorò Kotaro, ricordando la moltitudine di copie che Naruto aveva evocato cinque anni prima.
«Naruto non può salvarci sempre» troncò Kakashi brusco.
L'accenno a Kyuubi e a quello che succedeva quando Naruto perdeva il controllo rimase sospeso per un istante. I presenti si scambiarono sguardi di sottecchi, e così facendo capirono che tutti sapevano della Volpe.
Naruto, per nulla turbato dal discorso, scrollò la testa. Si guardò attorno, meditabondo, e alla fine si soffermò su Chiharu. «Tu e Stupido state lontani dal campo. Perché lei è grigia, e tu sei il suo medico e custode, se Gaara non si è spiegato male.»
Akeru annuì, visibilmente sollevato all'idea di restare a vigilare su Chiharu, ma lei rimase in silenzio. Un conto era se tutti si facevano da parte per lasciar fare a Naruto, un altro era se lei era l'unica che doveva mettersi buona e aspettare.
«Beh, io potrei dare un supporto strategico...» tentò, ma Naruto la zittì con un gesto.
«Abbiamo Kakashi e Jin per la strategia. So che sei partita contro il parere dei medici di Suna, e non ho la minima intenzione di permettere a Temari di ammazzarmi perché ti è successo qualcosa.»
Chiharu serrò le labbra. «Solo io?»
«Tu e Stupido.»
«Oh, fantastico!» sbottò lei, lasciandosi cadere contro un tronco e incrociando le braccia rabbiosamente. «Non vedevo l'ora di ritrovarmi nella stessa situazione di cinque anni fa! Tutti vanno in guerra tranne me! Perché anche lei non resta a riposare, visto che sta morendo dissanguata?» chiese additando Haruka.
Naruto sembrò notarla solo allora. Si fermò, la fissò, e infine si lasciò scappare un: «porcaccia la miseria! Sei davvero tu!»
Haruka sorrise, e con lei la maggior parte degli altri. Naruto era sempre uguale a sé stesso.
«Quel braccio è grave?»
«Ha perso molto sangue...»
«Abbiamo una nuova amica?» commentò Chiharu ironica. «Vuoi sederti e prendere un tè con noi?»
«Vuoi piantarla, per una volta?» esclamò Kotaro a sorpresa «Non stiamo andando a una scampagnata, andiamo a combattere! E tu dici sempre che non hai voglia di fare un cazzo, quindi stai zitta e aspettaci!»
Akeru nascose un sorriso dietro la mano; Chiharu sentì le guance arrossarsi, ma ebbe il buonsenso di tacere. Insieme agli altri decisero che anche Haruka sarebbe rimasta nascosta, e ad Akeru fu affidato il dubbio onore di proteggere le due kunoichi.
«Adesso ci serve una strategia» annunciò Naruto radunando i ragazzi. «Ho detto a Sakura di mettere tre squadre di Anbu sui miei Rospi, non ci metteranno molto a raggiungerci. Spero che arrivino almeno insieme a questa nuova Radice, ma non possiamo esserne sicuri. Dobbiamo organizzarci come se non dovessero fare in tempo» si interruppe, guardando i visi che lo circondavano, e a quel punto sorrise. «Caspita! Proprio come ai vecchi tempi, eh?»


*


«Non è da Saibatsu il quartier generale» fu la prima cosa che disse Sai quando Sakura lo ebbe messo al corrente dei nuovi sviluppi. «Non è lui la testa della nuova Radice, di solito si radunano nella villa del consigliere Iida.»
«Iida?» Sakura spalancò occhi e bocca. «E' il consigliere più potente del Villaggio! Com'è possibile?»
«Degno erede di Danzo» mormorò Sai, segnando l'abitazione di Iida sulla cartina stesa nello studio dell'Hokage. «Ora tutto torna, i loro incontri acquistano un senso... Ho segnato i nomi di chi veniva alle riunioni, e ho fatto un ritratto di quelli che non conoscevo. Non posso provare che partecipassero a qualcosa di diverso da un tè in compagnia, ma se riusciamo a prenderli tutti e a metterli uno contro l'altro dovremmo avere delle confessioni.»
«Hai un elenco dei nomi? Mando i Chunin in servizio a controllare casa per casa... Questa volta voglio che non resti nemmeno la più piccola traccia di questa maledetta Radice!» sibilò Sakura, serrando la mandibola con rabbia.
Sai giudicò opportuno non commentare. Come membro della prima Radice preferiva mantenersi emotivamente neutrale, anche se la sua lealtà era naturalmente per Naruto.
Eseguì gli ordini di Sakura nel migliore dei modi, compilando una lista accurata di nomi e lasciandole i ritratti degli uomini che non conosceva. Lei mobilitò tutto il personale disponibile per il riconoscimento, quindi gli affidò il compito di aggiornare Sasuke in cima alla rupe degli Hokage.
Sai arrivò appena prima che il gruppo partisse, bloccando sei uomini mascherati, Jiraya e tre Uchiha impazienti.
«E' cambiato l'obiettivo» annunciò stendendo a terra una cartina.
Hitoshi si fece in quattro per essere in prima fila a leggere, dando una spallata a due Anbu quasi con strafottenza. Dopotutto anche lui era dei loro, no? A livello teorico, in un certo senso. E poi doveva tenere altissimo l'orgoglio personale, visto che Fugaku lo tallonava strettamente e non perdeva occasione di sfoggiare il suo sharingan.
Sai spiegò dove si trovava la villa di Iida e come l'avrebbero raggiunta. Ascoltò i suggerimenti di Sasuke e Jiraya, concordò con loro un piano d'azione e ricordò a tutti di tenere spente le ricetrasmittenti.
«Una volta là sarete soli» sottolineò. «Se le spie che ci stavano tenendo sotto controllo sono dei loro, saranno già stati informati del nostro arrivo. Manteniamo il contatto visivo.»
Hitoshi fissò Fugaku nella speranza di cogliere segni di paura o cedimento, ma rimase deluso: il fratellino era stato bravo a imparare le espressioni del padre, perché era ugualmente atono e pallido. Allora lui, in quanto primogenito, raddrizzò le spalle guardandosi attorno come se fosse stato perlomeno il vicecapitano. Jiraya lo vide e scosse la testa: poteva vantarsi del suo sangue Uchiha quanto gli pareva, ma non sarebbe mai riuscito a togliersi dalla faccia le tracce che Naruto vi aveva impresso negli anni.
Partirono appena Sai ebbe finito di aggiornarli, e una volta terminato li seguì, in qualità di unico esperto reperibile sul modus operandi della Radice. Sasuke, a capo della missione, ordinò che gli Anbu lo affiancassero e che Jiraya fungesse da supporto tecnico. Il vecchio sennin gli parlò brevemente di Iida e degli uomini che erano vicini a Danzo: come previsto si trattava di politici, nobili, raramente shinobi; ma secondo Jiraya erano probabilmente circondati di guardie del corpo, e quelle sarebbero state un problema. Sai confermò, sciorinando qualche nome.
«Fugaku, voglio che supervisioni la situazione dall'alto» ordinò Sasuke. «Tieni sempre attivo lo sharingan; lo farò anche io, ma se ci trovassimo in difficoltà voglio indicazioni da te.»
Hitoshi quasi inciampò per l'indignazione: anche se il suo sharingan non era conclamato praticamente era già lì, no? E probabilmente sotto le maschere degli Anbu che li accompagnavano c'erano ragazzi che avevano partecipato alla cattura di Yoshi con lui. Lui, non Fugaku, sarebbe stato la scelta migliore in caso di difficoltà! E poco importava che Sasuke non sapesse niente della missione tra gli Anbu o dello sharingan, perché se ne sarebbe dovuto accorgere da solo, ecco.
Rimase in attesa di qualche altro ordine speciale che ristabilisse la giustizia, ma non arrivò niente. In più gli sembrò che Sai gli rivolgesse un sorrisetto di sufficienza – anche se probabilmente la sua era pura paranoia – e questo lo fece letteralmente infuriare. Che diavolo ci aveva mai trovato Chiharu in lui? Nemmeno l'idea di essere stato il primo ragazzo di Chiharu, sorpassando quindi Sai, riusciva a risollevargli il morale in quel momento.
Forse avrebbe fatto meglio a rivelare a suo padre la partecipazione alla cattura di Yoshi, si disse amareggiato. Aveva pensato di fare la persona adulta e dimostrargli sul campo quel che valeva, ma di quel passo sarebbe finito a controllare che i servitori non fuggissero dalla porta sul retro, invece di dimostrare a Sai e Fugaku quanto era in gamba.
Appena prima di arrivare alla villa di Iida, Sasuke fece fermare il gruppo e smistò gli Anbu tutto attorno al giardino. Fugaku si posizionò sul tetto di un palazzo adiacente, Jiraya scivolò fino a una statua sul muro di recinzione e si appostò in modo da essere invisibile, Hitoshi fu mandato precisamente sul retro, dove il suo umore precipitò sotto le scarpe. Sai rimase con Sasuke, e per Hitoshi fu anche peggio.
Il cielo si tingeva di viola in quei momenti, virando rapidamente dal tramonto alla notte. I contorni delle case delimitavano sagome nere punteggiate dalle prime luci, ed era difficile distinguere le ombre che si muovevano tra altre ombre.
All'interno della villa sembrava tutto tranquillo. Fin troppo.
Sasuke controllò che i suoi uomini fossero in posizione. Quando fu certo che tutti fossero al loro posto, sputò una palla di fuoco che andò a illuminare l'intero giardino e si infranse contro le pareti di carta di riso della villa, appiccando un incendio.
Gli Anbu balzarono fuori dai loro nascondigli, due nel giardino e gli altri quattro dentro la casa. Le voci che mandavano segnali riempirono gli spazi vuoti tra i crepitii del fuoco, ma non se ne udivano altre oltre alle loro.
Sasuke e Sai si fecero avanti per ultimi, entrando in quel che rimaneva del salotto.
Era molto tempo che Sasuke non scendeva in campo personalmente. Quando era arrivato il messaggio di Kakashi, per necessità aveva dovuto accantonare le preoccupazioni riguardo al segno maledetto, ma ora che si trovava sul campo avvertiva un fremito insolito alla bocca dello stomaco e una vibrazione minacciosa a lato del collo. Non riusciva a capire cosa gli suscitassero.
Un Anbu li raggiunse quasi subito, scuotendo la testa. «Non c'è nessuno. In cantina ho trovato un vano segreto con una postazione di ascolto. Sembra che stia registrando da casa Uzumaki.»
Sasuke annuì e avanzò verso il corridoio principale, radunando gli uomini. Quando arrivò sul retro chiamò anche Hitoshi, che accorse nella speranza di un incarico.
«Hitoshi, resta qui con Fugaku. Voglio che esploriate l'abitazione da cima a fondo: trovate documenti, comunicazioni, codici, tutto quello che potete. Usate lo sharingan, non tralasciate nulla. Fatevi aiutare da Jiraya, io porto i ragazzi a controllare la casa di Saibatsu. Potrebbero essersi radunati là, è più periferica. Ci ritroviamo nello studio dell'Hokage.»
Le spalle di Hitoshi si abbassarono vistosamente. Sasuke se ne accorse, e trattenendo un sospiro si costrinse ad aggiungere qualche altra parola.
«Da questo momento sei il capitano in carica.»
Non poteva spiegargli che Sakura lo avrebbe ammazzato se avesse saputo che non li aveva tenuti nelle retrovie, ma poteva distrarlo abbastanza perché non infierisse su Fugaku... O almeno sperava.


*


I membri della nuova Radice che erano stati mobilitati dall'allarme generale erano la totalità dei rami combattenti, in tutto una cinquantina di shinobi a volto coperto. Tutti avevano superato un addestramento lungo anni e partecipato a missioni di diverso tipo, ma nella massa spiccava una squadra di tre elementi, conosciuta come la Squadra Assassina: quando la Radice doveva liberarsi di qualcuno, per stare sicura mandava sempre loro. Nessuno ne aveva mai visto il volto, ad eccezione di Iida, eppure tutti avevano imparato a provare rispetto per le loro gesta, e in parte a temerli quasi come mostri.
Nell'avanzata sparsa degli uomini della Radice, la Squadra Assassina stava in un punto intermedio, ben mimetizzata tra gli altri, ma presto il segugio del gruppo sarebbe passato in testa per guidarli verso l'obiettivo. Ad aiutarli c'era un invisibile sciame di insetti Aburame che pattugliava una vasta zona davanti a loro.
Non sapevano dell'attacco di Sasuke a Iida, né della squadra di Anbu a dorso di rospo che percorreva la strada alle loro spalle. Avevano ricevuto ordini importanti, e quegli ordini erano di sterminare tutti coloro che avrebbero trovato nel luogo concordato, anche se si fosse trattato di un esercito. La priorità era la più alta possibile.
Nella nuova Radice gli uomini erano molto obbedienti.


Chiharu pensò che la situazione aveva qualcosa di sgradevolmente simile alla missione per il recupero di Loria: ancora una volta era di fianco ad Akeru e Akeru faceva il carino con una donna malridotta.
Non che le interessasse qualcosa. Però non poteva fare a meno di notare che Stupido faceva con tutti il medico perfetto, ma con lei era incosciente, irascibile ed eticamente discutibile.
In quel momento stavano correndo verso Konoha alla massima velocità raggiungibile dai membri feriti del gruppo, che non era elevata. Avevano deciso di non chiedere a Kakashi altre evocazioni, e, invece di mandare avanti un cane, Naruto aveva mandato due copie kamikaze per essere pronti prima dell'incontro.
Chiharu ricontò mentalmente le pillole di Lophenaria rimaste, ma non fu sufficiente per distrarla dal battito affaticato del suo cuore – anche perché erano solo due. Avrebbe obbligato Stupido a farle la mossa che aveva fatto agli altri, se solo avesse potuto... Invece era costretta a fare la spavalda, perché se il suo affanno fosse aumentato ancora l'avrebbero seppellita in una buca promettendole di venire a recuperarla quando la via fosse stata sicura.
E poi non poteva essere più acciaccata della donna vicina ad Akeru, dai: quella aveva almeno quarant'anni! Era come le tizie cadenti che giravano attorno a Sai!
«Stai male?» si allarmò Stupido vedendola che lo fissava.
«Stiamo solo correndo, sei scemo?» ribatté lei rischiando di inciampare.
«Se stai male dimmelo in tempo, per favore. Non come l'ultima volta.»
«L'ultima volta... Sono passati cinque anni! Non sto male.»
Da davanti giunse un'intimazione al silenzio, e i ragazzi tacquero.
Non erano troppo distanti da Konoha. Il sole stava tramontando all'orizzonte, il che significava che nel sottobosco era già notte. Forse sarebbero riusciti ad evitare gli uomini di Saibatsu... Dopotutto avevano fatto una bella deviazione a nord, se le copie di Naruto avessero continuato a vigilare e...
«Via tutti!» sibilò Naruto di colpo.
In un attimo la strada fu sgombra come se nessuno fosse mai passato di lì.
«Le copie sono scomparse. Non so perché» spiegò il biondo dal cespuglio in cui era nascosto con Kakashi. Gli altri affondarono nella vegetazione, estraendo i residui di kunai e shuriken che avevano portato con sé. Chiharu, per essere più sicura, cercò di prendere un'altra pillola di Lophenaria. Akeru, inorridito, tentò di toglierle l'involto e lo fece cadere, perdendo le ultime compresse nella polvere e nell'oscurità.
«Cosa hai fatto?» sibilò Chiharu rabbiosamente.
«Tu cosa stai facendo?» sussurrò lui. «Non sono mentine!»
«Sono mie!»
«Non fare la drogata adesso!»
Un insetto dal posteriore debolmente illuminato passò tra loro, con un ronzio impercettibile e un'andatura un po' oscillante. Akeru lo seguì con le orecchie, e un flash delle prime lezioni di medicina gli balzò davanti agli occhi; il giorno in cui parlavano di parassiti, per la precisione, e poi degli insetti che colonizzano gli esseri viventi, come quelli del clan Aburame. Avevano un ronzio tutto particolare, e un meccanismo di fluorescenza simile a quello delle lucciole.
«Hanno qualcuno degli Aburame!» esclamò balzando fuori dai cespugli. «Sono già qui!»
Due uomini piombarono su di lui dall'alto, i volti coperti da maschere bianche senza espressione.
Baka se ne accorse appena in tempo per evocare uno scudo di vento, ma Naruto calò tra lui e gli avversari con un Rasengan già pronto, e gli uomini andarono a sbattere contro i tronchi circostanti.
«Questa è l'avanguardia!» disse Kakashi emergendo dai cespugli. «Dobbiamo trovare un luogo più favorevole per combattere!»
«Seguitemi!» chiamò Chiharu, ripulendo la mano sporca di terra sui pantaloni. Per un momento aveva pensato di raccogliere le pillole di Lophenaria che riusciva a trovare, poi aveva lasciato perdere e aveva scandagliato con il chakra il terreno circostante, per trovare spazi più ampi.
Il gruppo corse freneticamente tra i rami bassi , dietro a Chiharu che apriva la strada. Se li avessero trovati in mezzo a quel bosco li avrebbero finiti in un attimo. Baka sperò che Chiharu sapesse quel che stava facendo, e mentre se lo augurava, all'improvviso, una chiazza di ombra meno densa si rivelò essere una radura.
«Stupido, qui con me!» lo chiamò Naruto, correndo al centro dello spiazzo. «Ho bisogno uno scudo di vento.»
«Cosa vuoi fare?»
«Muoviti!»
Akeru si morse le labbra, che fremevano dalla voglia di rispondere male. Se non fosse stato salvato da lui poco prima avrebbe ribattuto; invece eseguì la tecnica senza protestare, sollevando mulinelli di polvere al crescere delle correnti d'aria che guizzavano su di loro. Naruto le studiò per alcuni secondi, quindi intrecciò le dita in uno schema complesso, stese le mani verso la parete di vento e quella andò letteralmente in frantumi, scagliando lamelle d'aria tutt'intorno.
«Altre trappole!» gridò allora, rivolto agli altri. «Stupido, te la cavi con il chakra elementale. Bravo!» aggiunse solo per lui, battendogli una pacca tra le scapole.
Suo malgrado Akeru arrossì, debole com'era a qualunque tipo di complimento, ma si diede subito un contegno e radunò Chiharu e Haruka, trascinandole al margine della radura.
«Dobbiamo nasconderci, per non essere il primo obiettivo» disse cercando un varco tra gli arbusti.
«Smettila di perdere tempo» brontolò Chiharu chinandosi per posare le mani a terra. Subito tra le radici davanti a loro si aprì un fosso grande abbastanza per nasconderli tutti e tre, senza che dovessero allontanarsi dagli altri.
«Potresti spostarlo un po' più nel folto...» tentò Akeru.
Chiharu lo fulminò con lo sguardo. Non dovette dire niente, ma era chiaro che non aveva la minima intenzione di farsi troppo da parte.
«Tu non hai proprio in mente come si protegge qualcosa, eh?» sibilò Akeru spingendola verso il fosso.
«Sono arrivati!» gridò a quel punto la voce di Kotaro, e sperando che non fosse troppo tardi Baka si tuffò nel nascondiglio con Haruka e Chiharu.
Alte grida si levarono tutt'attorno, seguite da alcune piccole esplosioni.
«Il grosso arriva da quella direzione» sussurrò Naruto a Kakashi, indicando un punto verso est. «Ma si stanno allargando, vogliono accerchiarci.»
«Riesci a capire quanti sono?»
«No. Le trappole di vento possono rallentarli, ma non sono come i Kage Bunshin» Naruto si voltò a guardarlo. «Kakashi, non fare stupidaggini. Vi riporterò tutti a casa, a costo di chiedere aiuto a Kyuubi.»
«Sono arrivato fin qui, a questo punto ho tutte le intenzioni di tornare sulla mia sedia nello studio dell'Hokage» replicò lui, sollevando il coprifronte fino a lasciar libero l'occhio di Obito.
«Ah no, quella adesso è mia!» ghignò Naruto. E ancor prima che il sorriso fosse sparito, i due shinobi si gettarono dal ramo che li nascondeva, evitando un kunai esplosivo.
Una pioggia di schegge li ricoprì, accecandoli, quando l'albero si spezzò nello scoppio e precipitò verso la radura. Naruto roteò al di sopra di Kakashi e scaraventò lontano altri kunai esplosivi, deviandoli con una scia di vento. Nel farlo studiò da dove venivano, allora balzò tra i cespugli, afferrando una spalla che cercò di divincolarsi. Prese lo shinobi per le braccia, cercando di farlo ribaltare, ma quello usò il suo stesso impeto, si contorse e lo rivolse contro di lui, mandandolo schiena a terra. Conficcò un kunai esplosivo tra loro e scomparve.
Alle sue spalle, verso il centro della radura, risuonavano le grida del combattimento. Naruto si tirò su e vide Kakashi impegnato con due avversari. Più oltre, le sagome che guizzavano da tutte le parti erano almeno trenta, anche se era difficile distinguerle nel buio.
Imprecò, stringendo le mani per iniziare a evocare i Kage Bunshin; ma a quel punto, con sgomento, si accorse di non riuscire a recuperare nemmeno una goccia di chakra.
Se avesse potuto controllare avrebbe trovato un minuscolo marchio sul suo collo, un marchio nero che bloccava i canali d'uscita del chakra. Ma ebbe poco tempo per restare sconvolto, perché due shinobi mascherati si avventarono su di lui e dovette difendersi.
Lo shinobi dai kunai esplosivi, che rispondeva al nome di Kin, sorrise sotto la maschera e andò a chiamare i compagni della Squadra Assassina.
Alcuni tra gli uomini della Radice lo chiamavano mostro; perché era veloce, preciso, praticamente infallibile... Ma per affrontare un mostro come Naruto Uzumaki, lui sapeva che era un altro mostro ciò che serviva.

Kotaro schivò un pugno per pochi centimetri, afferrò il braccio dello shinobi di fronte e lo fece ruotare, mandandolo a sbattere contro l'altro che cercava di colpirlo alle spalle. Prima che quelli fossero caduti si abbassò, rotolò per evitare una spada e sfruttò il momento per far roteare un calcio e colpire non meno di quattro avversari.
Si rialzò, il fiato corto ma l'adrenalina che sprizzava nelle vene. La costola incrinata gli mandava grida di protesta ad ogni movimento azzardato, ma quanto si sentiva vivo! Si abbassò di scatto per evitare una tecnica d'acqua, che colpì uno degli shinobi mascherati, e vide Jin circondato da tre uomini. Con un grido selvaggio piombò dritto in mezzo a loro, ne stordì uno e tirò Jin a terra prima che un kunai lo pugnalasse alla schiena.
«Non pensavo che ti avrei salvato la vita, un giorno!» esclamò con un ampio sorriso, ma Jin lo scavalcò e colpì uno shinobi che lo stava puntando, riportandoli in parità. «Diavolo!» brontolò il giovane Lee.
«Kotaro!» gridò Rock Lee raggiungendolo. Lo tirò su per la collottola. «Tutto bene? La costola?»
«Sto bene, sto bene!» assicurò lui con una smorfia di dolore. «Dietro di te!»
Rock Lee si abbassò di scatto, e lo shinobi che aveva alle spalle fu abbattuto da un calcio violento di Gai Maito.
«Non sia mai che qualcuno tocchi i miei allievi!» ruggì la Bestia verde della Foglia, facendo allontanare gli shinobi che li circondavano.
«Così non va affatto bene» ansimò Jin, ricoprendo di chakra elettrico un kunai e scagliandolo in mezzo agli avversari. «Dov'è Naruto? Perché non si moltiplica?»
Una pioggia di shuriken li costrinse ad appiattirsi a terra, mentre Jin ergeva una barriera elettrica e bloccava il metallo magnetizzato a mezz'aria. Ad ogni uso del chakra si sentiva più debole, ma tra loro era l'unico che potesse usarlo bene, e i nemici erano ovunque, innumerevoli, onnipresenti... Ah, se non fosse stato così stanco...
Mamma, pensò, stringendo i denti. Devo riportarla a casa!

Naruto scaraventò uno shinobi contro l'altro, aiutando Kakashi a rialzarsi da terra.
«Non sento scorrere il chakra!» gridò. «Non posso moltiplicarmi, non posso evocare i rospi! Finché non arrivano gli Anbu siamo sotto!»
«Perché non ci riesci?»
«Devono avermi fatto qualcosa... Maledizione! Dobbiamo raggiungere gli altri! Restiamo uniti!»
Insieme balzarono fuori dai cespugli, dove un gruppo di shinobi li vide e li attaccò subito. Naruto schivò i primi colpi, rispose agilmente, li disorientò, e mentre combatteva vide Kakashi in difficoltà. Tornò indietro, fu colpito tra le scapole, ma riuscì comunque a raggiungere il maestro.
«Lavoriamo in combinazione!» esclamò lui, il naso che perdeva sangue copiosamente e lo sharingan che brillava altrettanto scarlatto.
Un kunai si conficcò nella gamba di Naruto, strappandogli un grido di sofferenza. Senza pensarci si voltò, un movimento di una rapidità inumana, e un lembo di chakra rosso afferrò violentemente lo shinobi che lo aveva pugnalato, spezzandogli un braccio come fosse di zucchero.
Il dolore, dimenticato e lancinante, lo sconvolse per un istante. Niente chakra a proteggerlo, niente velo di rivestimento contro la Volpe... Solo l'odore acre delle ustioni da acido.
Non dimenticarti di me, soffiò la voce di Kyuubi, quasi divertita.
Un fremito attraversò i nemici che assistettero alla scena, i quali arretrarono istintivamente. Ma in quel momento dall'alto piovve una rete alle cui maglie erano intrecciati sigilli di controllo simili a quello sulla pancia di Naruto, e anche il chakra della Volpe, che era riuscito a oltrepassare il marchio nero di Kin, fu schiacciato a terra con i due shinobi. Nella testa di Naurto risuonò il verso di dispetto di Kyuubi.
Subito dopo una mano enorme si abbatté su di loro, privandoli del fiato e facendo scricchiolare le casse toraciche. Il chakra rosso scomparve, lasciando il posto ai processi di guarigione.
«La Squadra Assassina!» gridò qualcuno tra i nemici, vibrante di ammirazione.
Naruto riuscì ad aprire un occhio e vide tre uomini a una certa distanza dagli altri: uno dei tre era l'Akimichi che aveva ingigantito la propria mano, un altro era lo shinobi agile con cui aveva combattuto prima, e l'ultimo era circondato da un velo di insetti ronzanti.
«Ma Choji e Shino con chi cazzo sono imparentati?» quasi sputò.
Vide lo sciame di insetti gettarsi verso di loro formando un muro compatto.
Subito pensò a Kakashi, ma quando provò a muoversi il peso della mano che li schiacciava aumentò. Cercò di richiamare il chakra di Kyuubi, ma ogni tentativo di utilizzo gli faceva sentire la testa leggera e le forze che venivano meno. Non c'era niente che potesse fare, proprio niente.
Poi lo sciame di insetti esplose letteralmente, sparando in tutte le direzioni, e una pioggia di sabbia li ricoprì infilandosi tra bocca e orecchie, quasi soffocandoli.
«Visto che senza di me non andate da nessuna parte?» ansimò Chiharu, rannicchiata tra loro e i nemici con aria spavalda.
Gai, che vide la scena dal punto in cui si trovava, ripensò alla promessa di aiutare Akeru a riportarla a casa tutta intera.
«Inizio a vederla grigia...» borbottò.
Ci sarebbe voluto davvero tanto Spirito della Giovinezza per dare una mano a Stupido.







* * *

Buonasera a tutti!

Ho tardato molto prima di fare questo aggiornamento,
vi chiedo scusa. Giornata piena.

Non sono nemmeno completamente soddisfatta
di come è venuto.
C'è una certa possibilità che questo capitolo
subirà qualche piccola modifica
prima del prossimo,
ma nel caso accadesse verrete avvisati.

Come promesso è tornata Kyuubi,
ma per essere sincera avrà più spazio la prossima volta.

Dopotutto, non sono ancora entrati in scena i mostri veri.
E nemmeno gli adorabili fratelli Uchiha!

Un abbraccio a tutti e un saluto.
Alla prossima settimana!


  
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