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Autore: Donatozilla    05/09/2021    2 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 17: Paura

“Allora, com’è andata?”.

Fu questa la domanda che i loro compagni iniziarono immediatamente a chiedere nel momento esatto in cui entrarono nel dormitorio. Erano stati tutti il tempo nell’area comune ad aspettarli, ad attendere il loro ritorno dal Tartarus. Se fosse stata una situazione differente Bakugo avrebbe gridato contro loro dicendo di farsi i ‘cazzi propri’.

Ma questa non era affatto una situazione come le altre.

Bakugo si limitò a guardare i suoi compagni di classe con uno sguardo privo di qualsiasi espressione, e la cosa prese di sorpresa tutti i presenti eccetto Midoriya che entrò nel dormitorio subito dopo il biondo. 

Bakugo si limitò a guardare i presenti per qualche secondo… per poi iniziare a dirigersi verso l’ascensore.

“Eh? Dove stai andando, Bakugo?” Chiese Mina.

“In camera mia…”.

“Ma si può sapere che cos’hai? Che cos’è successo durante l’interrogatorio?” Chiese Kaminari.

“Già, che cos’ha detto Honda?” Gli fece eco Mineta mentre le porte dell’ascensore si aprirono dinnanzi a Bakugo.

Quest’ultimo rimase in silenzio per qualche secondo, e senza neanche voltarsi disse “Chiedetelo a Deku se siete così curiosi…” ed entrò nell’ascensore, con le sue porte che si chiudevano dietro di lui.

Tutti i presenti allora si voltarono verso Midoriya, il quale era rimasto in silenzio a guardare il tutto con uno sguardo pieno di tristezza e preoccupazione.

“Midoriya…” disse Iida guardando preoccupato l’amico “Che cosa è successo all’interrogatorio? Che cos’ha detto Honda?”.

Il ragazzo dai capelli verdi guardò i presenti per qualche secondo e tirò un sospiro, per poi dirigersi verso uno dei divani dell’area comune per sedersi “è… una storia molto lunga… e diciamo che ha sconvolto sia me che Kacchan…”.

Uraraka si sedette subito accanto a Midoriya, mettendogli una confortevole mano sulla spalla “Non devi per forza dirlo, Deku. Così come Bakugo non è stato costretto a dirlo, non lo sei anche tu…”.

Midoriya sorrise lievemente all’amica “Grazie ma… no. No, non posso tenere tutto dentro. Prima o poi io e Kacchan dovremo dirvi cosa abbiamo scoperto all’interrogatorio… quindi…” tirò un altro sospiro “Ecco cosa abbiamo scoperto… voi sapete già che Ryo si trasferì a Jaku City insieme ai suoi genitori dopo che la madre scoprì che Kacchan lo tormentava…”.

Gli altri annuirono, facendogli segno di continuare.

“Beh…” Midoriya si passò una mano sui capelli, sospirando “A quanto pare… durante la strada per Jaku City si sono ritrovati nel bel mezzo di un incidente… più precisamente, l’incidente Shocker.”.

Gli occhi dei presenti si spalancarono.

“L’incidente Shocker?” Ripetè Sero “Intendi dire che… che…”.

Midoriya annuì , un espressione triste dipinta sul suo volto “Sì. I genitori di Ryo morirono in quell’incidente.”.

Ci fu un attimo di silenzio, in cui i presenti processarono la rivelazione appena avuta.

“E questo…” continuò Midoriya “è il motivo per cui Ryo odia Bakugo…”.

“Uh?” Disse Sato, grattandosi la testa con un espressione confusa “E perché mai Honda dovrebbe odiare Bakugo per questo? Alla fine è stato quel Villain… quel Shocker a causare l’incidente e la morte dei suoi genitori.”.

Midoriya tirò un altro sospiro “Come ho già detto… i genitori di Ryo decisero di trasferirsi a causa degli atti di bullismo di Kacchan verso di lui… dunque Ryo considera Kacchan il responsabile di tutto ciò. Essendo Kacchan stato la ragione per cui si erano trasferiti e si erano ritrovati in mezzo a quella strada, in mezzo all’incidente che causò la morte dei suoi genitori. Per Ryo, Kacchan è colpevole della morte dei suoi genitori quanto Shocker stesso.”.

Midoriya guardò le espressioni pensose e scioccate dei suoi compagni e poi riprese a parlare “Dopo ciò, fu mandato a vivere in un orfanotrofio proprio a Jaku City… e le cose lì non sono certamente migliorate. I bambini dell’orfanotrofio lo trattavano in maniera orribile, lo bullizzavano continuamente per il semplice fatto che era senza Quirk…”.

Gli occhi dei presenti sembrarono sbarrassi ancor di più, un senso di rabbia e dispiacere che cresceva dentro di loro: rabbia verso gli abitanti dell’orfanotrofio che avevano discriminato Ryo per essere ‘diverso’ e dispiacere verso Ryo stesso, che aveva attraversato tutto questo.

“Per quanto… tempo è andato avanti così?” Chiese Tsuyu.

Midoriya abbassò lo sguardo “Per 10 anni. Dall’età di 5 anni fino all’età di 15, Ryo dovette subire abusi in quell’orfanotrofio”.

I presenti ebbero un sussulto, non credendo a ciò che avevano appena sentito.

“Questo… non ha certo migliorato ciò che Ryo provava per Kacchan. Quei 10 anni all’orfanotrofio… quei dieci anni di abuso e bullismo non hanno fatto altro che ricordargli ciò che Kacchan gli aveva fatto, facendogli crescere ancor di più l’odio verso di lui e l’idea che era stata tutta colpa sua se si trovava in quella situazione.”.

Midoriya strinse i pugni sulle sue ginocchia “Poi un giorno… è esploso. Durante il Festival Sportivo ha visto Kacchan ed è esploso. Tutto quell’odio cresciuto dentro di lui… uscì finalmente fuori. Per Ryo, Kacchan era come un Villain, dunque non riusciva a comprendere come fosse riuscito ad entrare alla UA… e per questo scappò dall’orfanotrofio, con solo l’odio verso Kacchan che lo mandava avanti…”.

E smise di parlare. I presenti rimasero in silenzio, senza neanche sapere che cosa dire.

“E… per quanto riguarda quella… cosa?” Chiese Momo. Tutti capirono immediatamente a cosa si riferisse. “Ha detto niente riguardo essa? Di cosa sia e di come gli abbia dato tutti quei poteri?”.

Midoriya si ricordò immediatamente le parole di Nomasa: “Riguardo ciò che abbiamo scoperto dall’interrogatorio con Honda… vorrei che teniate la maggior parte di essa segreta, sopratutto la natura aliena del suo simbionte. Cercate di capire… è per non causare il panico”.

“La vera natura del simbionte… deve rimanere un segreto” pensò Midoriya “Non voglio mentire ai miei amici… ma l’ho promesso al detective…”.

“No” mentì Midoriya “Ryo… non ha rivelato niente al riguardo.”.

Nel mentre, al Taratarus…

Alcuni Heroes erano stati mandati di corsa alla prigione per aiutare le guardie a sorvegliare Ryo dopo la fuga del simbionte dal laboratorio del professor Hirano. Gli Heroes mandati lì erano alcuni dell’UA come Hound Dog ed Present Mic, essendo la sua voce abbastanza forte da ferire il simbionte, e i membri della Commissione presenti alla riunione avevano immediatamente chiamato eroi come Miruko, Edgeshot ed Endeavor per aiutarli. 

Endeavor era stato chiamato dato che con i suoi poteri sarebbe stato capace di ferire il simbionte in caso fosse arrivato al Tartarus, o di separarlo da Ryo in caso si fosse riunito a lui.

“Dunque dobbiamo andare al Taratarus per osservare questo Ryo Honda ed impedire che scappi?” Chiese Miruko seduta ai posti di dietro dell’auto di Endeavor.

“Precisamente” rispose Edgeshot “I membri della Commissione sono stati molto vaghi… dicono che temono un evasione da parte sua.”.

“A me hanno detto che il mio Quirk sarebbe stato indispensabile” disse Endeavor al posto di guida, con gli occhi fissati verso la strada e lo sguardo serio “A quanto pare i suoi poteri sono deboli al fuoco.”. Non sapevano, ovviamente, della natura aliena del simbionte dato che i membri della Commissione avevano avuto solo il tempo di dire loro che ‘Ryo Honda rischiava di scappare dal Tartarus’.

“Bha, in ogni caso spero proprio che lui PROVI a scappare” disse Miruko, un sorriso predatorio dipinto sul suo volto, pronta ad una possibile sfida “Ho sentito molto parlare di ciò che è capace, sopratutto dopo ciò che ha fatto ieri sera. Voglio proprio vedere di cosa sia capace!” Finì scrocchiando le nocche, facendo anche sospirare esasperato Edgeshot.

Non appena arrivarono in prossimità della prigione i due gruppi di Heroes capirono immediatamente che c’era qualcosa che non andava. Qualcosa, dentro di loro, stava dicendo loro che era successo qualcosa in quella prigione. E infatti, non appena furono in prossimità della prigione, poterono sentire i suoi allarmi suonare all’impazzate. 

Le due auto si fermarono e i due gruppi uscirono da esse, correndo verso la prigione a gran velocità. Entrarono e furono accolti da alcune guardie, le loro espressioni sconvolte.

“Gli Heroes!”.

“Non temete! Siamo qui per aiutarvi!” Disse Mic.

“Ora diteci cosa è successo!” Continuò Endeavor.

“Honda… Ryo Honda…” disse un altra guardia.

“Honda? Cos’ha fatto Honda?!” Disse Edgeshot.

“È scappato…” continuò quella stessa guardia “è scappato via!”.

Nomasa stava facendo avanti e indietro nella sala riunioni della UA, gli occhi pieni d’ansia e nervosismo. Tale sentimento era condiviso anche da quelli presenti, che o stavano seduti a guardare il vuoto o facevano vanti e indietro come Naomasa.

D’un tratto, lo squillo di un telefono interruppe il silenzio dei presenti. Era il telefono di Aizawa.

Quest’ultimo prese il telefono dalla tasca e vide che a chiamarlo era Mic. Rispose alla chiamata, mettendo il telefono vicino all’orecchio “Yamada? Come sta andando al Tartarus?”.

“Beh Shota, amico mio… come posso dirlo?”.

Aizawa inarcò un sopracciglio alla voce preoccupata dell’amico “Yamada… cos’è successo?”.

Mic si trovava dinnanzi alla cella di Ryo… o meglio, quella che era la sua cella dato che Ryo non vi si trovava più lì dentro, con un grosso buco sul muro che mostrava il mare che circondava la prigione. Le guardie imprigionate dai tentacoli di Ryo sul muro erano state liberate grazie al calore delle fiamme di Endeavor, e stavano spiegando la situazione agli Heroes.

“Honda… si è riunito col simbionte ed è riuscito a fuggire dal Tartarus.”.

Aizawa rimase in silenzio per qualche secondo, gli occhi leggermente spalancati. Toshinori guardò il compagno con preoccupazione chiedendo “Aizawa… va tutto bene?”.

Aizawa guardò verso i presenti, allontanando il telefono dall’orecchio. Tirò un sospiro e disse, con voce più calma possibile “Ci sono brutte notizie… il simbionte si è riunito con Honda… e così facendo Honda è riuscito a scappare dal Tartarus.”.

Nel mentre nella stanza di Bakugo…

Non appena arrivato nella sua stanza, Bakugo si era immediatamente buttato sul suo letto per riposarsi dopo tutto ciò che era accaduto fino a quel momento.

Così tanto stress, così tanta stanchezza…

Così tanta paura.

Aveva bisogno di riposarsi.

Ma non poteva fare neanche questo, neanche per idea.

Perché ogni volta che si addormentava, lo vedeva.

Ryo.

No.

Venom.

Ogni volta che si addormentava lo vedeva, in mezzo a qualche strada deserta, che lo attaccava.

E lui?

Non poteva difendersi.

Non riusciva a difendersi.

E Venom lo colpiva con pugni, calci, artigliate e lo accusava di tutto il dolore che aveva provato, tutte le cose orrende che aveva passato.

Deku gli aveva detto che non era colpa sua.

E cazzo se voleva crederci.

Cazzo lo voleva così tanto.

Ma una parte di lui, non poteva non che essere d’accordo con Venom.

Che era colpa sua.

Dopo l’ennesimo incubo, Bakugo non ne poteva più. 

Uscì dalla stanza e si diresse verso le scale, scendendole lentamente per arrivare all’area comune.

Non voleva usare l’ascensore, aveva voglia di sgranchirsi un pò le gambe.

Arrivò finalmente all’area comune, e tutti i presenti spostarono lo sguardo verso di lui. Nei loro occhi vi era preoccupazione e tristezza. Probabilmente Deku aveva raccontato oro ciò che avevano scoperto all’interrogatorio, appare la natura del simbionte.

“Bakubro…” provò a dire Kirishima, avvicinandosi a lui.

Ma lui non ascoltò. Si diresse verso il divano e vi ci sedette, accendendo la TV. Aveva voglia di vederla giusto per dimenticarsi di tutto.

Di Ryo, del suo simbionte, del suo odio verso i suoi confronti, della sua paura e del suo fottuto senso di colpa.

“Ultime notizie!” Disse un giornalista dal suo studio “Un avvenimento incredibile è avvenuto quest’oggi! Per la prima volta, forse sin dalle sue origine, vi è stata un evasione dalla regione del Tartarus!”.

Tutti i presenti spostarono immediatamente gli sguardi verso la TV.

Un evasione dal Tartarsu?

Quel Tartarus?

Possibile?

Nel mentre, Midoriya e Bakugo rimasero per un secondo irrigiditi. Qualcosa, nelle loro menti, diceva che sapevano esattamente chi era stato ad evadere.

Ma rifiutavano di crederci.

“Ryo Honda, ragazzo sedicenne nato il 6 Luglio del 2XXX, e conosciuto come Venom il Vigilante di Jaku City, è fuggito dalla prigione dopo esserci stato portato solo ieri dopo il suo attacco ai dormitori della UA. Questo è un avvenimento mai avvenuto prima nella storia della prigione, ed è anche un vero e proprio record dato che, come abbiamo detto, Honda era stato imprigionato solo ieri. I membri della Commissione degli Eroi della Pubblica Sicurezza ci hanno rivelato dell’evasione di Honda, e ci hanno anche detto che metteranno a disposizione tutti gli Heroes disponibili per la ricerca e la cattura di questo sanguinario vigilante. Non sappiamo altro al momento, ma…”.

Ma nessun altro ascoltò ciò che aveva da dire.

Erano tutti nel completo silenzio, lo shock ben visibile nei loro volti.

Ma era decisamente più presente nei volti di Midoriya e Bakugo.

Entrambi fissavano in silenzio lo schermo della TV, gli occhi spalancati e la loro pelle pallida come quella di un cadavere. 

Ma nell’espressione di Bakugo vi era qualcos’altro, a differenza di Midoriya.

Vi era un altra emozione.

Vi era paura.

Nel mentre, in una base segreta a Jaku City…

Sei individui stavano ad ascoltare questa notizia con interesse. Cinque di loro sedevano ognuno nelle proprie sedie, messe in semicerchio mentre il sesto stava in un angolo in piedi, essendo lui troppo grosso per una sedia e le loro espressioni erano intrigate. Soprattutto l’uomo che si trovava al centro di questo semicerchio, seduto con le mani poggiate sul suo mento, pareva il più intrigato di tutti. 

Un altro uomo con barba nera, e capelli lunghi del medesimo colore della barba spense la TV e si rivolse all’uomo al centro “Questa notizia ci è stata di vitale importanza, capo.”. La sua voce aveva un accento pesante, doveva essere Russo.

“Già” disse un altro uomo, pelato e dall’aspetto più anziano seduto più a destra “Finalmente sappiamo l’identità di questo Vigilante che in questi mesi ha messo i bastoni fra le ruote delle nostre operazioni, uccidendo così tanti dei nostri uomini!”.

“E sappiamo anche la sua posizione.” Disse un altro uomo dai capelli semi rasati “Non poteva capitarci un opportunità migliore.”.

“Avete ragione amici miei” disse l’uomo al centro, il capo, un uomo dai capelli molto corti e neri “Per mesi abbiamo cercato di capire chi fosse questo Vigilante che ha quasi distrutto la nostra gang… ma senza risultato. Avevamo saputo che era stato imprigionato, e dunque pensavamo di esserci liberati di un problema. Ma ora che è libero… dovremo pensarci noi. Il gruppo d’elite del Dragone Nero, di cui anche io faccio parte, nonostante io sia il leader della gang. Troveremo questo Ryo Honda… troveremo questo Venom… e lo uccideremo! Così facendo il Dragone Nero potrà finalmente continuare le sue operazioni! O io non sono più Herman Schultz, Shocker, il leader del Dragone Nero!”.

Fine della Saga di Venom.

Continua nella Saga del Dragone Nero.

   
 
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