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Autore: sweetlove    06/09/2021    7 recensioni
Anno 815, Trunks è solo nel suo ufficio, beve whiskey cercando consolazione nel periodo più buio della sua vita.
Ripercorre a ritroso i momenti vissuti, gli sbagli commessi. Rivive ciò che ha portato la sua famiglia a sgretolarsi. Riuscirà a tirare le somme e risalire a galla?
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NUOVI PG - NUOVE SHIP
I personaggi inseriti saranno quelli che interagiranno maggiormente nel corso dei capitoli, così come le coppie, anche se le principali saranno 'altre'.
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NOTE a inizio e fine del prologo. Illustrazioni all'interno dei capitoli.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Marron/Trunks
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C R E E P
capitolo 12

 

 

Trunks vide le porte dell’ascensore aprirsi sul grande open space del suo attico. I fari a led rischiaravano le due zone principali in maniera essenziale, quanto bastava per dividere in maniera naturale e soft l’area soggiorno e l’area cucina. Entrambe deserte.

Eppure, qualcosa gli fece intuire non fossero soli in casa e quel qualcosa era un’aura. La sua aura…

«Nina é tornata…»

Hami diede voce a quella constatazione con un tono tra il sollevato e l’eccitato. Aveva visto sparire sua sorella quella mattina e suo padre stesso le aveva impedito di seguirla.

«Giá…»

Il Brief avanzò a passo tranquillo, recando sulle spalle Mirai profondamente addormentato. La giornata non era stata affatto semplice, né per lui né per tutti gli altri.

«Vado a parlarle.»

«No.»

Trunks depositò il figlio minore sul divano, delicatamente per non svegliarlo. Non ci sarebbe riuscito neanche un uragano in effetti, ma meglio evitare. Hami fissò suo padre con aria interrogativa.

«Va a riposarti scimmietta. Domani staremo tutti meglio.» Le disse soltanto lui, sorridendo pacatamente ma senza riuscire a nascondere l’aria malinconica nel suo sguardo.

«Sai che non è così.»

«Dobbiamo crederci. Sempre. Ricordi…?»

 

 

La prima sera a casa senza Marron era stata letale. Devastante sotto troppi aspetti.

Trunks aveva disperso le sue ceneri nel parco, teatro di uno dei momenti più importanti della loro vita insieme, soltanto quel pomeriggio e sembrava già passata un’eternità dalla sua morte. Una morte inattesa, sofferta, che a sua volta aveva ucciso nell’anima coloro che l’amavano.

Ma tornare in quella casa tutti insieme, sedersi nuovamente a tavola, cenare, essere sempre e comunque una famiglia, era necessario. Marron l’avrebbe voluto. 

Mirai aveva ancora gli occhi gonfi, il cibo della rosticceria era rimasto quasi intatto nel suo piatto. Nina, accanto a lui, aveva soltanto dilaniato la sua porzione di pollo arrosto, guardando nel vuoto a intervalli regolari.

Hami, quella grande, quella che doveva necessariamente essere forte, aveva spronato entrambi i fratelli a mangiare, senza risultato. E aveva ricacciato indietro le lacrime in più momenti, soprattutto quando lo sguardo, inevitabilmente, si posava sul posto di fronte a lei.

Quello che da sempre occupava Marron.

Marron, che non si sarebbe più seduta a tavola con loro, che non avrebbe più cucinato, fatto ramanzine a loro figli o battibeccato con Trunks per qualche sciocchezza, strappando anche qualche risatina ai presenti.

«Andate a letto, ragazzi.»

La voce di Trunks era quanto più ferma possibile, ma Hami, come chiunque altro l’avesse udita, si era accorta fosse di nuovo sull’orlo delle lacrime.

Come diavolo avrebbero fatto a capacitarsi di quella perdita?

Come avrebbe fatto lui a sopravvivere? Lui che viveva soltanto guardandola… esisteva nella sua esistenza e grazie al suo amore. Lo stesso amore che avevano trasmesso a tutti e tre i figli.

Cosa sarebbe rimasto della vita meravigliosa vissuta insieme fino a qualche giorno prima?

Padre e figlia avevano visto i più giovani alzarsi e sparire in silenzio nel corridoio. Troppo silenzio, poiché il pianto sommesso di Mirai aveva ben presto preso a risuonare nel disimpegno.

«Non vivremo più…»

Solo allora Hami era crollata. Aveva finto di essere forte, ma se quelli erano i presupposti cos’altro le rimaneva da fare se non nascondere il volto tra le mani e piangere?

«Hami, guardami.»

Aveva pensato che suo padre sarebbe crollato insieme a lei, e invece no. Invece l’aveva visto continuare a trattenere le lacrime, fissare il posto di Marron quasi senza respirare.

«Lei non c’è più. Avrebbe voluto esserci, ma non c’è più…»

Avevano già parlato al parco, ma la memoria di Marron sarebbe rimasta viva soltanto continuando a farlo.

«Bisogna continuare a pensarla qui, insieme a noi, capisci?»

Trunks aveva insistito, sforzandosi di non piangere e vedendo a poco a poco anche il tormento di Hami placarsi.

«E come si fa, papà?» 

Unica domanda posta con un filo di voce dalla giovane.

«Credendoci sempre scimmietta. Sempre.».

 

 

Solo pensando a Marron ancora tra loro erano riusciti ad andare avanti. Una squadra, seppur sbilanciata, ma con tante persone a sostenerla. Bulma, Crillin, Diciotto… 

Chi restava?

Diciotto, che nonostante il periodo adolescenziale non li avrebbe mai abbandonati. E Vegeta… Vegeta e il momento peggiore della sua vita.

Aveva già fatto i conti con il lutto, perché perdere Marron era stato per lui come perdere Bra anche se non l’avrebbe mai ammesso.

Ma Bulma…

Bulma era il loro ultimo pilastro. Adesso toccava a tutti loro reggere quella famiglia, capire se qualcosa da lei erano riusciti ad imparare con gli anni. E capire se avevano almeno la metà della metà della sua forza, quella che le aveva permesso di fare tutto nella vita, compreso un figlio con un alieno sanguinario e trasformare quest’ultimo in un uomo meraviglioso, seppur nascosto perennemente dietro i suoi modi bruschi e scostanti.

«Ho bisogno di dormire…» Hami decise di non deludere suo padre, di non dirgli che ormai non credeva più a nulla. Si nascose dietro la stanchezza e si sforzò di sorridergli «Buonanotte papà…».

Con Nina avrebbe parlato l’indomani, ed era sicura che Trunks volesse essere il primo a farlo, per non cadere negli stessi errori già compiuti.

«Buonanotte scimmietta.»

Il Brief le baciò la fronte, un gesto che non mancava mai di compiere ad ogni buonanotte. Hami era ormai troppo grande, non le rimboccava più le coperte, ma quell’attimo in cui aveva davanti sempre e comunque la sua piccola bimba dal codino biondo non gliel’avrebbe sottratto nessuno.

La vide sparire in corridoio, e solo quando sentí la porta della sua stanza chiudersi decise di incamminarsi verso la camera di Nina. Si sfilò la giacca nera del completo mentre già avanzava, appendendola alla maniglia della porta del disimpegno, e fece un paio di respiri profondi prima di bussare.

Quando le nocche sfiorarono la superficie di legno, Nina era già li, pronta ad aprire.

Fu un attimo e padre e figlia si trovarono faccia a faccia.

«Mi aspettavi?» Le chiese lui, sorpreso, dopo qualche secondo di silenzio.

Gli occhi azzurri identici a quelli di Marron sembravamo saettare. Vi lèsse rabbia, frustrazione, dolore… e determinazione. Perché se temeva la secondogenita e i suoi attacchi di rabbia, da una parte ne era orgoglioso. Un carattere di merda, ma che nella vita l’aveva già aiutata diverse volte.

«Tu cosa dici?»

La voce di Nina era tagliente. Sembrava in collera e non poco.

«Fammi entrare. Parliamo con calma.»

Trunks ci mise poco a farsi strada, e la ragazza non gli impedì di fare come preventivato. Quando lui si richiuse la porta alle spalle, la gola tornò a pizzicarle dalla voglia di urlare che aveva.

«Perché…?»

Solo questo le venne fuori in un sussurro, tuttavia.

Trunks sospirò, passandosi una mano tra i capelli lilla in cui troneggiava da un po’ di tempo qualche filo bianco. Raccolse tutta la calma e la pazienza che aveva prima di sedersi sul bordo del letto disfatto di sua figlia e di posare ancora lo sguardo su di lei, che adesso lo fissava con le braccia incrociate e il peso del corpo concentrato tutto sulla gamba sinistra. 

Dio, se era Marron.

«Nina, so che ti sembrerà assurdo ma…»

«Non ne sapevi niente, giusto?»

Sarcasmo da vendere. Ovvio, non gli avrebbe mai creduto. Mai.

«No. Non sapevo nulla. Avrei fatto di tutto per evitare che lo incontrassi, altrimenti…»

«Di male in peggio papà!» Sgranò gli occhi Nina, adirata «Questo vuol dire che dopo due anni non hai ancora imparato a fidarti di me?!»

Cazzo. Parole sbagliate…

«Non era questo che intendevo, tesoro…»

«E allora perché?»

«Perché ti ha fatto soffrire. Perché é presto e perchè… Dio, Nina. Oggi è stata sepolta tua nonna… avrebbe dovuto aspettare. Anche se lei era un po’ anche sua nonna, in fondo…»

Solo allora, sentendo la voce di Trunks incrinarsi, Nina iniziò a placarsi. E sentendo nominare Bulma, soprattutto.

La sua amata nonna Bulma… 

«Papà… io non voglio vederlo. Puoi… puoi chiedere allo zio Goten di trovare una soluzione?»

L’aveva maturata durante quel breve momento di esilio quella decisione.

Kian non la meritava, Kian l’aveva quasi gettata nelle fiamme dell’inferno, Kian non l’aveva nemmeno guardata quella mattina.

Non la meritava. Lei aveva Yuno. Yuno la amava e la rispettava.

Fine.

Eppure si meravigliò di vedere una sottospecie di sgomento nello sguardo di Trunks. Non si aspettava tutto questo.

Bingo.

«Faremo il possibile pulce. Ma prima o poi accadrà… é il fratello di Yuno, nonché dei tuoi cugini. Non potrà stare fuori dalla tua vita, a meno che non sparisca completamente. E non é il caso, adesso. Non ora che si è ripreso da quello schifo. Capisci, vero?»

Oh, sì che lo capiva. Capiva perfettamente. Da una vita doveva capire tutti. Adesso anche quella presa di posizione di suo padre. Eppure, decise di comportarsi da persona matura.

Per una volta.

E superiore.

«Parlane lo stesso con lo zio Goten, per favore. Ti prego, papà…».

 

 

Nota dell’autrice
 

Buon inizio settimana a tutti!

La mia inizia in modo malinconico, perché ho passato un week end pazzesco in ottima compagnia, provando una spensieratezza che non avevo da tempo. Ci tengo a ringraziare Teo e Vale pubblicamente per tutto… c’è stato un momento in cui ho pensato di non tornare per quanto sono stata bene!

Eppure sono qui, di ritorno… da qualche parte dovevo ricominciare, e lo faccio ovviamente da questo capitolo.

Confronto Nina-Trunks, vi aspettavate questo risvolto? E vi ho sbloccato anche un momento riguardante i primi giorni post morte di Marron. Che tristezza scrivere di lei, non sapete che nostalgia.

E niente, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Per il momento vi saluto e vi ringrazio con tutto il cuore per il vostro sostegno. Siete speciali!

Un abbraccio

Sweetlove

 
 
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