Anime & Manga > Soul Eater
Ricorda la storia  |      
Autore: Tabheta    07/09/2021    0 recensioni
|Stein/Marie, Stein/Medusa, Stein/Spirit|
Una breve storia permeata dalla follia, dell'autrice e del suo protagonista.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Franken Stein, Marie Mjolnir, Medusa, Spirit Albarn
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 






Una, due, cento








 
Marie era bella. Era la luce, era il calore, era tutto ciò che avrebbe dovuto volere. Eppure, Stein, nella sua mente da uomo di scienza, era tutt’altro che soddisfatto. La stabilità aveva il suo fascino, ma solo quando non ce l’avevi per le mani. Sarebbe tornato da Marie, lo sapeva, così come sapeva che lei lo avrebbe accolto a braccia aperte una, due, cento volte.

Si sentiva colpevole fino ad un certo punto, perché questa era la sua natura. Lei avrebbe dovuto già essersene accorta da tempo.
Stein non riusciva a stare fermo, fin dove poteva estendersi l’amore? Poteva tirare quell’elastico all’infinito o prima o poi si sarebbe ferito col contraccolpo? Oppure era stagnante come acqua lacustre ed altrettanto profondamente ne sarebbe stato inghiottito?
Gli esseri umani erano così interessanti, valeva la pena sperimentare. Sporcarsi le mani coi loro organi ed il calore vivo dei loro corpi era così esaltante da dargli assuefazione. Un ghigno gli si dipinse sul volto solcato dalle cicatrici. Una mano sulla grossa vite piantata in testa ed una piantata sull’inguine.
Marie voleva solo una vita normale, invece non avrebbe mai potuto ottenere ciò che voleva – non da lui almeno.

In fondo cos’era la normalità? Chi stabiliva che masturbarsi pensando alla nuda carne – palpitante, sanguinante, dolcissima – non lo fosse, yuk yuk.

“Stein… Dottore?”

La mano calda di Medusa – tutto il suo corpo era bollente – lo svegliò da sogni che affondavano nella realtà.

“Qualcosa da ridire?”

“In che senso? Ero sovrappensiero.”

“Quindi sei quel tipo di persona dopo l’amplesso? Non che mi dispiaccia.”

Medusa non cercava affetto, né amore. Non cercava niente e quello era ciò che voleva lui. Il nulla era più facile da riempire, una tabula rasa su cui avrebbe potuto riscrivere qualsiasi cosa. Calcoli matematici ne avrebbero tracciato le equazioni, programmando Medusa fin dalla sua essenza prima: numeri e segni.
Avrebbe voluto così tanto provare a scombinarli, forse cambiando alla radice il codice madre delle persone avrebbe potuto renderle esattamente come lui desiderava, dei golem fatti di carne e sangue.
Il mondo era così semplice, ridotto a degli enti incorporei. Non si toccavano, erano su due mondi separati. Non potevano ferirlo.

Ferire te? Pensavo fossi abbastanza forte ormai…

Stein ridacchiò. Non lo era mai abbastanza da soffocare la paura e le voci nel cervello. Un tempo avevano smesso, per un po’. Poi erano tornate, più forti, così forti. A volte la testa diventava così pesante che sentiva il bisogno di estraniarsi per ore.

Una, due, ventiquattr’ore è un giorno.

Mancava solo lui a quel piacevole teatrino. Un rendez-vous di condannati a morte. Componevano la galleria dell’orrore che era la sua vita.
La prima volta che aveva visto il senpai dormire si era eccitato. Carne indifesa, che aspettava solo di essere sporcata dalle sue mani chirurgiche. Come una tela, ne avrebbe scomposto gli organi: col blu ed il viola delle vene dipingeva un cielo terso sul petto, mentre intorno un tramonto di fuoco, riversando il rosso delle viscere. Bellissimo, i suoi capelli rossi a richiamare la strage ed il vespro appena calato su di lui.
Da quella visione demoniaca gli era stato impossibile dormire, per mesi era stato terrorizzato da quelle emozioni. Ma Spirit continuava a riposargli a fianco in pace, come se non sentisse ogni notte un istinto omicida permeare la loro camera.

“Senpai, finirai per farti ammazzare lo sai?”

“Da chi? Da te? Non farmi ridere.”

E gli si faceva vicino, così vicino che poteva avvertire il cuore pulsare. Anche il suo pulsava, gli aveva avvicinato la mano al petto bollente. Era vivo. Sentiva improvvisamente la bocca asciutta ed un desiderio di possesso farsi largo nella sua mente ottenebrata dalle voci: urlavano tutte insieme e poi si riducevano ad un ronzio indistinguibile. Qualcuno gli disse di prenderlo, lì ed ora, sarebbe stata la cosa giusta da fare. In quel brusio aveva per la prima volta distinto sé stesso.
Così Stein lo prese una, due, cento volte. Con sempre più violenza. Perché non si rompeva? Poteva almeno infrangerne lo spirito?

Perché non dovresti, Spirit, che nome insulso.

Tacete, dovete tacere.
Allora perché le sue mani erano piene di sangue?

“Stein, che cosa hai fatto?”

La testa serpentina di Medusa giaceva tra le sue mani colanti, sangue sudore e dio solo sa cosa.

“Ho ucciso la strega.”

Non era il mostro che tutti credevano che fosse, era il suo riscatto. Allora perché Spirit piangeva? Il rumore nella testa era troppo forte perché ne distinguesse le parole, ma lo vedeva urlare ed alzare le braccia al cielo.
Sul pavimento riverso un altro corpo, un’altra testa bionda familiare riversa come un pupazzo. Tutto ciò che ne era rimasto.

Ahahahahahahahahahahahahahahahaahahahahahahahah

“Addio Senpai.”
 
 
 
 
 
 ...
 







 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: Tabheta