Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: NightSilence    08/09/2021    0 recensioni
Il professor Ackerman è l'insegnante più temuto dell'intero liceo. E' acido, scontroso, cattivo, fin troppo severo, e non compensa nemmeno di bellezza, essendo basso e notevolmente in sovrappeso. Odia i suoi studenti, o almeno è quello che sembra, e nonostante il suo enorme livello di istruzione, detesta anche il suo lavoro. Senza contare il fatto che disprezza sè stesso e l'intero genere umano. La solitudine è sempre stata la sua migliore amica/nemica, e i suoi alunni decidono di fare una scommessa, per vincere bisogna riuscire a far sorridere in modo sincero il professor Ackerman. I ragazzi riusciranno a cambiare qualcosa nella vita dell'uomo?
Genere: Comico, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Eren Jaeger, Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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4. Da studente a psicologo è un attimo

-Muoviti a salire, Jaeger, o ti lascio qui.- lo minacció il professore assottigliando gli occhi argentati. Era molto infastidito dal ritardo del ragazzo dal ritorno delle lezioni.
Eren lo guardó con un'espressione un po' colpevole.
-Mi scusi professore, ho avuto un contrattempo.- arrossí di botto. Certo non poteva dire al temuto professor Ackerman che il contrattempo era Mikasa che aveva voglia di attenzioni.
Stranamente l'uomo sembró comprendere tutto, e infatti dopo che il ragazzo fu salito in auto, lui ghignó.
-Credi che io sia stupido, moccioso? Chi era la ragazza?- chiese guardando il suo studente di sbieco. Non gliene importava nulla, voleva solamente mettere in chiaro che non si sarebbe fatto fregare cosí facilmente.

Eren si voltó verso il finestrino, completamente bordeaux, e si portó una mano al viso per nascondere il rossore. -È Mikasa, signore.-
-Ah. Dovevo immaginarlo, siete sempre appiccicati come cozze, voi due.-
Ma che stava facendo? Perchè si stava interessando della vita sentimentale di Eren Jaeger? Doveva darci un taglio. Almeno casa sua non era lontana dalla scuola, distava solo un paio di isolati, prendeva la macchina semplicemente perchè faticava non poco a camminare. L'uomo ingrassava di giorno in giorno, e piú aumentava di peso, piú faceva fatica a spostarsi sulle sue stesse gambe, le quali ora assomigliavano terribilmente a degli enormi salami strizzati nella stoffa dei suoi strettissimi pantaloni.

Nessuno dei due aprí piú la bocca, e quando il professor Ackerman fermó l'auto proprio nel parcheggio davanti casa, Eren si affrettó a sganciare la cintura e scendere.
-Cos'è, hai paura di stare troppo tempo vicino a me? Non credo di essere contagioso, ragazzino.- disse l'uomo appena si fu disincantato dallo sportello con un sonoro "pop". Credette di aver fatto una specie di battuta, ma a quanto pareva non ne era capace, perchè il moccioso era impallidito di brutto.
-No, signore, assolutamente! È che...sono semplicemente sceso dalla macchina, non volevo-
-Scappare?- Levi ridacchió tenendosi lo stomaco con una mano dalle dita a salsiccia per evitare che tremolasse troppo. La piantó di ridere quando vide l'espressione scioccata di Eren.
-Mi vuoi spiegare che ti prende?- disse cercando le chiavi nelle tasche, cominciando a sudare dalla fatica. I suoi vestiti erano talmente stretti che le tasche tiravano parecchio, perció ci mise parecchio tempo.

Quando si avvicinó al portone del condominio lo aprí, e seguito da Eren percorse il primo piano di scale fino al suo appartamento.
-Dannazione...odio...queste cazzo...di scale...- imprecó l'uomo ansimando di brutto. Arrivati dentro casa, il ragazzo vide il suo insegnante buttarsi a peso morto sul divano che se ne stava proprio davanti a loro.

-Professore, va tutto bene?-
-Tutto...nella norma...Jaeger...- l'uomo sentiva tutto il suo grasso premere sui suoi polmoni senza pietá, fino a soffocarlo. Ogni volta che faceva quell'unico piano di scale si sentiva morire, e se avesse continuato ad ingrassare in quel modo probabilmente sarebbe finita in quella maniera.

-Levi, tutto bene?-

Una voce di donna fece drizzare le orecchie a Eren, il quale si voltó velocemente dal punto in cui l'aveva sentita provenire. Quando vide la ragazza che si era affacciata alla porta del salotto, rimase esterrefatto. Il suo professore viveva con...quella?
-Oh, molto piacere! Tu devi essere Eren! Io sono Isabel, Levi mi ha parlato di te e del fatto che vuole darti ripetizioni.- disse lei passandosi le lunghe dita affusolate tra i capelli rossi che le cadevano morbidi sulle spalle. Il sorriso che aveva sul viso ammorbidiva di molto la sua espressione, la pelle candida faceva illuminare ancora di piú i suoi occhi di un verde brillante.

Era alta, snella, vestita bene.
Doveva avere sui ventisette anni probabilmente, ed era stupenda.
-Lei è...- mormoró totalmente allibito il ragazzo, deglutendo e guardando il suo insegnante, il quale aveva distolto lo sguardo per posarlo sulla sua stessa pancia. -È la fidanzata del professor Ackerman?- tentó, mentre vedeva il volto dell'uomo arrossire e allo stesso tempo incupirsi gradualmente, ma in velocitá.

-Ooh, no, assolutamente.- ridacchió dolcemente la ragazza, sedendosi accanto a Levi e accarezzandogli un enorme e flaccido braccio. -Sono la sua migliore amica, convivevamo da un po', poi io mi sono trasferita, ma ora sono qui per qualche giorno, perchè il tuo professore ha qualche problemino di salute. Volevo stargli vicino.-
Il ragazzo spostó nuovamente lo sguardo sul viso del suo professore, il quale non sembrava essere d'accordo. Perció fece due piú due.
L'uomo era innamorato perso, ovviamente. Non ci poteva essere ombra di dubbio.

-Sí, come no, Isabel. Dí pure che volevi tenermi sotto controllo, no? Sai, Jaeger, la signorina crede che io sia fin troppo grasso. Un obeso, un ciccione.- non era la prima volta che Eren sentiva il tono acido e pieno di astio del professore, ma in quel momento l'uomo sembrava veramente tanto amareggiato.
-Levi, falla finita, ti sembra il momento di discuterne?- protestó la ragazza sgranando gli occhi e arrossendo.
-Pensa, le faccio altamente schifo, ma ha comunque deciso di... sacrificarsi, di concedermi la sua caritá. Invece di starsene con le sue amiche a spassarsela, ha scelto volontariamente di aiutarmi a...mmmh... com'è che hai detto? Ah, sí, a diventare normale. Che generositá, non trovi?- sogghignó Levi portandosi una mano sotto lo stomaco e slacciando la fibbia della cintura.
-Levi...cristo santo...Lascialo fuori dalle nostre questioni personali. Sei veramente ridicolo.- Isabel gli dette uno schiaffetto sulla spalla, coprendosi la fronte con il palmo della sua mano destra.
-Oh sí, lo so. Sei troppo perfetta per me, io sono solo un povero uomo patetico che non si merita l'amore.-

Intanto che Eren stava assistendo alla litigata dei due, il professor Ackerman stava procedendo a sfilarsi completamente la cintura, portandosi entrambe le mani alla pancia e cominciando a massaggiarsela come faceva molto spesso anche in classe.
-Non deciderai per me che cosa devo o non devo mangiare, donna. Ho trenta cazzo di anni, credo di avere il diritto di ammazzarmi nel modo che piú preferisco.-

Seguí un silenzio imbarazzante, e Isabel, senza dire nulla, si alzó e se ne andó in un'altra stanza. Il professore voltó il viso verso Eren, che se ne stava abbastanza sconvolto ad osservare la scena, ancora sempre dritto e rigido, in piedi come un palo da quando erano entrati.
-Sei comodo lí in piedi come un cavallo, moccioso?- ironizzó l'uomo stravaccandosi ancora di piú sul divano e spalancando le larghissime e flaccide cosce facendoci scivolare in mezzo la pancia.

Eren sussultó e arrossí, abbassando il capo. -Mi scusi, non volevo...disturbare.- mormoró il ragazzo fissando il tappeto sotto le sue scarpe. -Avete...ecco...vi conoscete da tanto, professore?- chiese poi alludendo alla ragazza che se ne era appena andata.
-Io e quella rompicoglioni? Tch. Da una vita. È stata lei a venire a parlarmi per prima, perció possiamo dire che se l'è cercata lei questa situazione.-
-Quale...quale situazione, signore?- chiese confuso il ragazzo grattandosi la nuca e slegandosi il mezzo codino che aveva in testa per poi rifarselo.

L'uomo fece un sorrisetto senza alcuna traccia di allegria.
-Il sentirsi responsabile e legata ad una persona irrimediabilmente depressa, con gravi pensieri suicidi, evidenti problemi fisici, e un carattere veramente tremendo. Senza contare che ovviamente essendo l'unica persona ad aver deciso di entrare e rimanere nella mia vita, mi sono talmente tanto ossessionato da lei da non lasciarle vivere la sua, di vita, costringendola a casa per la mia enorme gelosia e paura di perderla. Sono stato io...è colpa mia se se ne è andata da me. Devo solo incolpare me stesso se ora la disgusto, e se lei mi odia.- l'uomo sembrava tutto ad un tratto essersi lanciato in un discorso molto triste e personale, e Eren si chiese come aveva fatto lui a passare da studente odiato a confidente e psicologo.

-Professore...io la sua amica non la conosco, ma se è tornata qui per qualche giorno per aiutarla allora non penso che la odi o la disgusti.- disse il ragazzo, un po' insicuro se parlare o meno. Levi lo guardó con un sopracciglio inarcato, rendendosi conto che stava raccontando tutta la sua patetica vita ad un suo studente.
-Hai ragione. Non la conosci, moccioso. E ora, ti va se ordiniamo dal McDonald's?-
   
 
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