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Autore: domaris    01/09/2009    1 recensioni
Sommario: Come sarebbe potuta essere la terza stagione se Kate fosse sopravvissuta?
Come sarebbe stato il suo rapporto con Ziva David e con il nuovo direttore dell'NCIS?
Spoilers: da 2x23 Crepuscolo (Twilight) a tutta la terza serie.
Nota: ogni capitolo è legato ad una o più puntate della serie. La lunghezza dei capitoli è variabile, alcuni sono molto brevi, addirittura meno di 400 parole.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Nota: incredibile ma vero, sono ancora viva! Ho scritto parecchio quest'estate e nei prossimi giorni pubblicherò due one-shot (una tiva e una a carattere generale) e una nuova storia della serie slash. Ho anche altri progetti in corso, ma arriveranno qui solo quando saranno a buon punto, in modo da non farvi aspettare troppo (a meno che non siate curiosi e veniate a leggermi qui)

15 - Un piccolo aiuto
3x17 Un feroce assassino (Ravenous)

DiNozzo stava ammenettando Landis, il ranger che si era rivelato essere il serial killer del parco di Shenandoah, incurante delle sue lamentele. Sorrise fra sé pensando al momento in cui il capo aveva preso la mira e lo aveva colpito lasciandoli increduli per un momento sulle sue intenzioni. McGee ancora non credeva che lo avesse fatto di proposito, ma si era perso l'espressione soddisfatta che per un attimo era apparsa sul volto di Gibbs.
Assicuratosi che le manette fossero ben chiuse, si guardò attorno, in cerca dei suoi colleghi. Il pivello stava prestando soccorso all'altro ferito, l'uomo che avevano creduto colpevole fino a quando Ziva non aveva trovato la ragazza scomparsa chiusa nel bungalov del ranger. Il capo era a telefono con qualcuno, probabilmente stava richiedendo l'intervento dei paramedici.
Un'ombra attraversò il viso dell'agente quando si soffermò sulla giovane donna rimasta in disparte, la schiena appoggiata al tronco di un albero con aria assente. Aveva sperato che il ritorno al servizio attivo avrebbe tolto a Kate tutti i dubbi sulle sue capacità, ma sembrava che non fosse andata così.
Diede un'altra occhiata al prigioniero che, ferito e ammanettato, non aveva modo di scappare e si avviò verso la collega. Non aveva fatto che pochi passi quando una mano si posò sulla sua spalla, fermandolo.
- Volevo solo... - cominciò a dire, prima di essere interrotto.
- Non adesso, - gli intimò Gibbs scrollando la testa.
Lo sguardo confuso del giovane lo costrinse a spiegare:
- Non voglio, tra un paio di mesi, trovare sulla mia scrivania una lettera di dimissioni insieme al suo distintivo.
Tony annuì, non sapeva cosa avesse in mente il capo ma si fidava del suo giudizio.

Nel frattempo mille dubbi attraversavano la mente della giovane donna oggetto delle loro preoccupazioni. Non poteva fare a meno di ripensare a come aveva esitato quando la sua sola preoccupazione avrebbe dovuto essere quella di coprire le spalle a Gibbs. Si era trattato di pochi secondi ma non era una novellina e sapeva che nel loro lavoro spesso quell'attimo poteva fare la differenza.
'Maledizione, sono un agente federale, non una donna indifesa!' pensò irritata. Aveva superato tutti i test e gli esami eppure era accaduto quello che aveva temuto e che ad un agente non dovrebbe mai succedere. Aveva avuto paura.
Poco prima, con la coda dell'occhio aveva visto il capo impedire a DiNozzo di avvicinarsi a lei, facendole tirare un sospiro di sollievo. Non voleva parlarne con nessuno, quello era un problema suo e doveva risolverlo da sola o rassegnarsi a perdere il posto in squadra.
Prima che i suoi pensieri potessero proseguire in quella direzione arrivarono i rinforzi e Kate dovette impegnarsi con gli altri per sbrigare tutte le formalità necessarie prima di poter tornare a Washington. Gibbs aveva ordinato alla giovane israeliana di accompagnare la vittima in ospedale e a McGee di supervisionare il trasporto del prigioniero, per cui sarebbero stati solo lei e Tony a tornare sull'auto di servizio insieme a lui. Aveva la mano tesa verso la maniglia quando DiNozzo la superò in velocità e, lanciandole un sorriso di trionfo, si sistemò sul sedile posteriore con gli occhiali da sole sul naso, apparentemente pronto a dormire per tutto il percorso. Rassegnata si affrettò a sedersi davanti prima che il capo, impaziente di partire, la lasciasse a terra.
Anche con Gibbs al volante ci sarebbero volute un paio d'ore per tornare al quartier generale e lentamente Kate cominciò a rilassarsi. Con McGee e Ziva impegnati altrove era un po' come tornare ai primi tempi, quando la squadra era composta soltanto da loro tre.
Sorrise ripensando a quanto era stata sicura di sé allora pur essendo una novellina in campo investigativo, sempre in competizione con DiNozzo per dimostrare di essere migliore di lui. Ci aveva messo un po' a rendersi conto che l'immagine di spensierato rubacuori era solo una facciata e che Tony, dietro quei modi indolenti, era in realtà un ottimo investigatore, con un intuito che lei probabilmente non avrebbe mai avuto.
Lanciò un'occhiata con la coda dell'occhio all'uomo al volante. L'addestramento di profiler l'aveva aiutata poco a capire Gibbs, ogni volta che credeva di esserci riuscita scopriva una nuova sfaccettatura di una personalità troppo complessa per poter essere etichettata e nell'ultimo anno si era scoperta sempre più confusa riguardo al suo rapporto con lui.

All'incirca a metà strada, Gibbs decise di fare una sosta per mangiare qualcosa. Kate stava spiluccando la sua insalata con tofu mentre Tony si ingozzava con hamburger e patatine, quando Gibbs lanciò la bomba.
- DiNozzo, tu e Kate questo fine settimana venite al campo di addestramento.
Entrambi smisero di masticare ed alzarono lo sguardo, decisamente sorpresi.
- Ma capo, io non ho bisogno di allenarmi! - protestò il giovane.
Kate invece bevve un sorso della sua soda prima di replicare con un sorriso ironico.
- Se non te ne sei accorto ho già ottenuto la riabilitazione.
Lo sguardo gelido che ottenne in cambio le fece capire che non si trattava di una cosa negoziabile.
- Vieni al campo ad addestrarti oppure ti rimetto dietro una scrivania, decidi tu.
Prima che potesse rispondere, Gibbs si alzò e si diresse verso i bagni pubblici. Tony le rivolse un'espressione di simpatia e si affrettò a seguirlo, probabilmente nella vana speranza di fargli cambiare idea.
- Capo, non sarebbe meglio se portassi Ziva con voi? - chiese infatti grattandosi la testa, una volta raggiunto Gibbs.
L'ex marine gli diede un'occhiataccia ma la risposta era in qualche modo divertita.
- Con Ziva non avrebbe scampo, dobbiamo rimetterla in riga, non farla scappare.
Tony lo guardò storto.
- Vorresti dire che invece io.... - non ebbe modo di terminare la frase dal momento che Gibbs gli affibbiò uno scappellotto.
- Volevi aiutarla? Questo è il modo giusto! - Sentenziò prima di avviarsi all'uscita, seguito di corsa dall'altro. Quando raggiunse il tavolo dove Kate era ancora seduta le fece cenno di alzarsi.
- Avanti agente Todd, dobbiamo muoverci o faremo tardi alla festa di Abby e nessuno di noi vuole che accada!

Continua...


x Ligths e Lady Anya:
grazie per le vostre recensioni al precedente capitolo!

Note: fortunatamente non manca ancora molto al termine di questa storia e spero di farmi viva presto con il capitolo successivo.

   
 
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