Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Juliet8198    10/09/2021    2 recensioni
Choson, 1503
La condizione di principe esiliato aveva portato Yoongi a fidarsi unicamente delle persone che vivano sotto al suo tetto. La cosa, però, in fondo non gli dispiaceva. Erano pochi quelli che tollerava e ancora meno quelli a cui concedeva confidenza. Eppure, per qualche motivo, quando Namjoon si presentò al suo cospetto con quella schiava dalle sembianze tanto inusuali, decise di andare contro i suoi stessi principi.
Il mondo di Diana era cambiato nel giro di istanti. Dall'essere così vicina a scoprire quel meraviglioso impero di cui suo padre le aveva tanto parlato, al ritrovarsi sola e in catene, venduta ad un padrone dall'attitudine fredda e scontrosa. Solo il suo intelletto e la sua conoscenza avrebbero potuto aiutarla nell'impervia strada verso la libertà, costellata di ostacoli, complotti e pericolosi intrecci politici.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Durante le prime ore dopo che il principe ebbe tratto l'ultimo respiro, Taehyung si rifiutò di allontanarsi dal corpo privo di vita. Si era avvinghiato a lui, circondandolo con le sue braccia e sporcandosi la veste e la pelle del sangue che lentamente stava cessando di fuoriuscire. Il suo pianto continuò a levarsi nell'aria con singhiozzi e grida disperate, riecheggiando nell'ambiente assieme a quello di Hoseok. 

 

Diana non riusciva a parlare. Era rimasta seduta accanto a lui, con le mani a circondare il suo volto freddo e a versare lacrime sulle sue guance pallide. Le sue ciocche bionde erano ricadute in avanti accarezzando a loro volta il suo viso, ma neppure esse furono in grado di risvegliarlo. 

 

In un qualche momento, si accorse del fatto che Seokjin aveva allungato la mano per chiudere le palpebre sugli occhi inanimati e si era allontanato dalla stanza. Jimin invece era rimasto sulla soglia della porta raccolto in un rispettoso silenzio, qualche lacrima solitaria a solcargli il viso. Hoseok si era raggomitolato su se stesso, come un bambino spaventato e abbandonato, intento a piangere con la testa immersa nelle sue ginocchia e la schiena scossa dai singhiozzi. Jungkook aveva da lungo tempo abbandonato la stanza in un turbine di porte sbattute e piedi che pestavano il pavimento. 

 

E all'arrivo di Namjoon, la situazione non era cambiata. Il mattino era ormai giunto e quando il giovane fece il suo ingresso, Diana fu l'unica a sollevare il capo per osservarlo. Il suo hanbok era a tratti strappato, ma il suo corpo non sembrava riportare ferite. Quando la sua testa, però, si abbassò, la ragazza vide il suo viso impallidire. 

 

Lei rimase a fissarlo impotente. Incontrò il suo sguardo confuso e, in risposta, fece cadere gli occhi sul volto gelido sotto di sé prima di tornare a guardare il giovane. Era come se gli stesse dicendo, in quella comunicazione ammutolita dal dolore: "Non c'è stato nulla che potessimo fare". 

 

E fu allora che Diana lo vide avvicinarsi lentamente, come timoroso di disturbare la scena, e piegarsi a terra inchinandosi davanti al corpo. E rimase lì, con loro, nel silenzio disturbato solo dai lamenti di Taehyung. Non una lacrima, non un singhiozzo. Ma il suo volto era cinereo, freddo come il cielo nero che precede una tempesta. 

 

 

 

Quando Diana aprì la porta della stanza che era occupata da Hoseok, Seokjin e Jimin, trovò l'assistente seduto sul bordo del pavimento con le gambe a penzoloni e gli occhi rivolti verso il sentiero che si immergeva nel bosco. La ragazza, stringendo le labbra nel tentativo di sopprimere una smorfia, si avvicinò e gli toccò appena la schiena, segnalandogli silenziosamente il suo arrivo poco prima di sedersi accanto a lui. 

 

Per qualche istante, rimasero semplicemente così. Uno accanto all'altra, chiusi in un mutismo addolorato, stanco e incapace di trovare le parole per esprimere l'avido vuoto che entrambi provavano. 

 

Quando finalmente Hoseok iniziò a parlare, Diana si voltò a guardare il suo profilo. 

 

-È colpa mia. 

 

La ragazza scosse il capo, negando con veemenza, ma il giovane non sembrava neppure accorgersi della sua presenza. 

 

-Hoseok...

 

-Se non fossi andato, lui sarebbe ancora qui. Sono stato un egoista e lui... lui adesso è...

 

-Hoseok. 

 

Diana si sporse verso di lui, circondandone la vita con il braccio e poggiando la testa sulla sua spalla. 

 

-Basta Hoseok. Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno se non della persona che lo ha colpito- mormorò, prendendo ad accarezzargli la schiena con movimenti lenti e ampi. 

 

-E poi, se iniziassimo questa discussione, non avremmo mai pace. A questo punto, sarebbe colpa di Namjoon-ssi per avergli chiesto di imbattersi in questa scelta. E ancora prima sarebbe colpa mia, che ho causato tale decisione nel momento in cui sono stata rapita. E il cerchio non finirebbe mai. Quante persone dovremmo condannare prima di sentirci meglio?

 

Hoseok non replicò. Rimase con la bocca chiusa e lo sguardo di fronte a sé, ma Diana poté vedere le lacrime che iniziavano a formarsi agli angoli dei suoi occhi. 

 

-Dobbiamo imparare a sopravvivere con questo pensiero e con il fatto che nessuno di noi poteva prevedere questo risultato. E per quanto sarà dura, ce la faremo. Prima o poi, potremo convivere con questo dolore. 

 

Fu allora che il ragazzo finalmente scoppiò. I singhiozzi ricominciarono a scuotergli la schiena mentre il suo viso si accartocciava in un'espressione disperata e le lacrime prendevano a rigargli il volto. 

 

-Non ce la faccio! Fa troppo male!

 

La giovane strinse ancora di più il corpo di lui, immergendo il viso nella sua spalla.

 

-Non è successo... non è successo davvero... non può essere successo!

 

Diana, trattenendo a stento le lacrime, prese ad accarezzare i capelli del ragazzo. Non aveva parole. Non le aveva perché anche la sua testa non faceva che ripetere la stessa cosa. Le ripeteva che non poteva esistere una realtà in cui lui non era più lì, a mangiare silenziosamente in mezzo a loro, a lamentarsi della confusione di Hoseok o dei rimproveri di Seokjin. A guardare Jungkook e Taehyung con fierezza. A guardare lei in quel modo misteriosamente ambiguo.

 

-Non guariremo adesso- bisbigliò, attaccando la bocca all'orecchio di lui mentre le sue guance iniziavano a bagnarsi. 

 

-In futuro, staremo meglio. Per ora, farà ancora male. Ma ci potremo aggrappare l'uno all'altra così il dolore sarà un po' più sopportabile. 

 

Il giovane non replicò, ma la strinse in un abbraccio a sua volta, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo. 

 

E pianse. 

 

Diana aspettò. Aspettò tutto il tempo che ci volle al giovane per cessare di singhiozzare e quando finalmente lui si silenziò riprese a parlare. 

 

-Namjoon-ssi è venuto a comunicarci le novità. Vuoi andare? 

 

Hoseok, annuendo silenziosamente, si alzò con lento torpore e le prese la mano, conducendola oltre la porta e verso la sala di ricevimento degli ospiti. 

 

Lì, il giovane nobile sedeva a gambe incrociate conversando sommessamente con Seokjin al centro della stanza. Jimin era seduto vicino al cuoco con la bocca chiusa ma gli occhi attenti, mentre Jungkook stava in piedi accanto alla parete con le sopracciglia aggrottate e lo sguardo fisso a terra. Taehyung, infine, era seduto accanto al cugino, le braccia a circondare le ginocchia piegate e il viso nascosto dai lunghi capelli. 

 

Quando gli ultimi due presenti si furono seduti, Namjoon si schiarì la gola. 

 

-Dunque, il consiglio ha posto sul trono il figlio della deceduta regina Jeonhyeon, il principe Jinseong. È giovane e piuttosto ingenuo, per questo fino a ora nessuno lo aveva considerato per sostituire Yonsangun, ma pare che verrà seguito da Cho Kwanjo, perciò dovrebbe essere in buone mani. 

 

Il silenzio seguì l'affermazione, lasciando che i presenti assorbissero la nuova informazione. Diana, allora, sollevò lo sguardo sul giovane, cercando di scacciare la nebbia di tristezza e malessere che aleggiava nell'ambiente. 

 

-Cosa ne è stato di Im Sahong? 

 

L'espressione di Namjoon, in un attimo, si indurì e il suo viso assunse un'aria solenne. 

 

-Mi sono personalmente occupato della sua eliminazione. 

 

Non appena la frase calò sulla stanza, fu come se un peso fosse stato sollevato dal petto dei presenti. Nonostante ciò, Jungkook si staccò bruscamente dalla parete. Invece che allontanarsi, però, vi si appoggiò nuovamente con un tonfo sonoro e un'espressione rabbiosa in viso. Namjoon, dopo aver studiato con attenzione i movimenti del ragazzo, riprese a parlare, mantenendo lo sguardo puntato sulla guardia. 

 

-I ministri che sostenevano Sahong e la sua politica contro i sarim sono stati deposti o giustiziati e i superstiti guidati da Kwangjo hanno ripreso le loro cariche. Il regno, per ora almeno, dovrebbe aver raggiunto un buon equilibrio. 

 

Nuovamente, il silenzio dominò la stanza mentre i giovani bevevano le parole del nobile. Eppure, quel senso di disagio, quel pizzicore dietro la nuca che sussurrava quanto fosse sbagliata la situazione, pareva perseguitare ognuno degli ascoltatori. 

 

"Non era così che doveva andare." 

 

"Doveva esserci lui sul trono." 

 

"Doveva essere lui a comunicarci come aveva sistemato la situazione del palazzo." 

 

Diana strizzò le palpebre, serrando le labbra in una morsa tremante. Namjoon, distogliendo lo sguardo e prendendo a giochicchiare nervosamente con le dita in un gesto tanto inconsueto quanto preoccupante, riprese la parola. 

 

-La cerimonia funebre... sarà tenuta domani. Il consiglio ha deciso di dargli la cerimonia spettante il legittimo re, per onorare il suo...-

 

Il giovane si bloccò, mordendosi il labbro. 

 

-Yonsangun, al contrario, riceverà il trattamento di un traditore.

 

Un tonfo sonoro fece gravitare gli sguardi su Seokjin, che aveva sbattuto rabbiosamente il pugno a terra. 

 

-Dovevano suonare i tamburi per lui quando si fosse seduto sul trono, non al suo funerale! 

 

La stanza, aggravata dalle parole sputate con inaspettata asprezza dal cuoco, riportarono la stanza in un umore nero e fumoso, quasi soffocante nella sua pressante sofferenza. 

 

-E di noi che ne sarà? 

 

In un istante, tutta l'attenzione cadde sulla figura accartocciata di Taehyung, che aveva ancora il volto nascosto ma la cui voce tradiva l'ombra di lacrime versate. 

 

-Noi cosa faremo adesso senza di lui? 

 

Diana abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro fino a gustare il sapore ferroso del sangue sulla lingua. Sentì Jungkook allontanarsi nuovamente dal muro prima di schiantarcisi contro con un colpo che la spaventò leggermente. 

 

Era come se la guardia stesse cercando di esorcizzare le sue emozioni con dolore fisico. E lui non era il solo a dimostrare segni di turbamento. 

 

Tutti evitavano di sollevare la testa. Tutti si sottraevano dal guardare di fronte a sé e confrontarsi con la realtà. 

 

Il motivo per cui ognuno di loro era lì, in quella stanza, era uno solo. Un solo motivo che era sparito dalle loro vite. 

 

Ogni singolo componente di quella casa era diventato parte di quella bizzarra famiglia per volontà di Min Yoongi. Ogni singola persona aveva riposto fiducia in quella figura che li aveva accolti e attirati a sé. 

 

Dal momento che il nodo che li teneva insieme si era sciolto, cosa avrebbero fatto? 

 

La ragazza, deglutendo, trasse un profondo respiro e sollevò la testa. 

 

-Se vorrete...- iniziò, tentando di suonare determinata -... potrete venire con me. 

 

La stanza cadde nel silenzio. Un silenzio, però, assai diverso dal precedente. Era stupito, incredulo perfino. Tutti i giovani, in un istante, presero a fissarla con occhi sgranati e visi confusi. Diana, allora, riprese a parlare. 

 

-Credo che concorderete con me che questo posto non è più adatto a noi. E anche se tornassimo a Pyeongan-do...-  abbassò lo sguardo sulle sue mani giunte -... sarebbe ancora più penoso. Dunque, la mia offerta è... venite con me. A casa mia. 

 

Hoseok, sollevando un sopracciglio, si sporse in avanti. 

 

-Con casa tua intendi...

 

Diana, prontamente, annuì. 

 

-Sì, nella mia terra. Da dove sono venuta. 

 

La ragazza studiò attentamente le espressioni sul volto di ognuno e, seppure esse variassero distintamente l'una dall'altra, nessuna parve nascondere avversione alla proposta. 

 

-Se lo vorrete, avrei pensato di ricontattare il mio maestro per aiutarci a recuperare la nave di... di mio padre. 

 

Diana, per un momento, allontanò lo sguardo, prima di sollevare nuovamente la testa. 

 

-Torneremo a Venezia e prenderemo in mano la compagnia mercantile. Sposerò chiunque mio padre abbia scelto come suo successore oppure prenderò il figlio di qualche mercante. Non ha importanza. Ma potrei davvero aver bisogno di fedeli assistenti al mio fianco. 

 

L'idea le era saltata alla mente quando il delirio del dolore e delle lacrime aveva iniziato ad allentare la sua presa su di lei. 

 

Voleva restare accanto a quelle persone. Voleva che loro restassero accanto a lei. E rimanere lì, senza di lui... non aveva senso. Nella sua testa, non c'era posto per lei in quella terra se lui non era al suo fianco. 

 

E allora ricordò casa sua. Sua madre. La sua città. Il futuro a cui  aveva aspirato per così tanto tempo. Avrebbe potuto dimostrare che ce la poteva fare. Ai mercanti dell'Arte e a chiunque avesse mai pensato che sarebbe stato impossibile per lei ereditare la compagnia. 

 

Suo padre si sbagliava. E lo avrebbe mostrato al mondo dopo averlo provato a se stessa.

 

Scrutando ogni volto nella stanza, la giovane sollevò gli angoli della bocca in un timido sorriso speranzoso. 

 

-Vorresti che ti seguissimo e diventassimo i tuoi servitori? 

 

La voce di Seokjin la portò a rivolgere la sua intera attenzione al cuoco, che le mostrava un'espressione cauta ma priva di ostilità.

 

-Vorrei che lavoraste al mio fianco- replicò umilmente.

 

 -Vorrei avere degli amici di cui mi posso fidare perché, se tornerò là, non avrò nessuno di tanto prezioso quanto voi. 

 

Diana, mordendosi il labbro, vide Seokjin abbassare lo sguardo al pavimento con una piega pensosa nelle sopracciglia, prima di lanciare un'occhiata a Hoseok. Questo, a sua volta, prese a osservare la figura rigida di Jungkook , che aveva finalmente sollevato gli occhi e la guardava con un'espressione inflessibile in viso. Alla fine, il cuoco riprese la parola. 

 

-Credo che per noi possa andare bene. 

 

-Io ti seguirò ovunque tu andrai. 

 

La voce sottile di Jimin la fece voltare verso il ragazzo, che le sorrise chinando il capo. 

 

-La mia spada è al tuo servizio. 

 

La giovane rivolse un sorriso grato a Jungkook, che si era piegato in un inchino profondo. 

 

Diana, allora, si voltò verso Namjoon, che la fissava con curiosità nello sguardo affilato. 

 

- Farò il possibile per aiutarvi. Proverò a ricontattare il vostro maestro e vi procurerò i mezzi necessari insieme a una scorta che vi accompagni almeno fino al confine. 

 

La ragazza piegò il capo mentre il giovane si voltava verso il cugino, ormai scioltosi dalla sua posizione raggomitolata. 

 

-Taehyung, che cosa desideri fare? Io dovrò ereditare il titolo e restare a servire a corte, ma tu sei libero di scegliere. 

 

Il ragazzo abbassò lo sguardo, prima di riportarlo su Diana, che gli rivolse un sorriso. Avrebbe accettato la sua decisione, qualsiasi essa fosse stata, e sperava che lui lo capisse. 

 

Il giovane, dopo un attimo di silenzio, aprì la bocca. 

 

-Lui voleva che stessi con te e rispetterò il suo desiderio. D'ora in poi, sarò al tuo fianco, noona.

 

 

ANGOLO AUTRICE 

Come stiamo? Distrutti? Dai, che ci siamo quasi. Lo so di avervi maltrattato parecchio ma attendete l’epilogo domenica. Fidatevi. No davvero, fidatevi. re anche io XD. E per chi non l’ha fatto, consiglio ancora caldamente di leggere il capitolo extra alla fine di Dreamland perché servirà. Fidatevi. 

 

Ma raga.... abbiamo raggiunto le 5000 letture 😱 ma cosa siete? Ah giusto... e abbiamo perfino toccato il primo posto nella classifica minyoongi....... 😟😕🙁☹️😭😭😭😭😭😭😭😭😭😭😭😭😭😭😭😭

Io non sono il tipo di scrittrice che vi chiede di solito di lasciare stelle o commenti o robe varie, immagino lo abbiate notato, perché sono dell’idea che se siete interessati nella storia e la apprezzate sono cose che siete spinti a fare spontaneamente e a me non importano i numeri. Nonostante ciò, proprio per questo motivo vedere così tante persone apprezzare la storia mi commuove davvero. Non pensavo mai che avrebbe ricevuto il tipo di successo che sta avendo e non posso che esservene grata. Non scrivo per la fama o per farne una carriera, scrivo perché mi piace (e perché devo esorcizzare le mie turbe mentali XD). Ma quando qualcuno legge, beh... un’attività che già amo mi dà tutto un altro livello di soddisfazione. E so che qualcuno non è stato d’accordo con le mie recenti decisioni di trama ma lo apprezzo comunque è apprezzo anche chi invece nonostante tutto sta continuando a seguire la storia. 

 

Grazie grazie grazie, piccole stelline. Aspettatevi come al solito il capitolo di ringraziamenti alla fine perciò tranquilli che vi becco e vi spedirò tutto il mio amore!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Juliet8198