Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nymeria87    11/09/2021    1 recensioni
partendo da una base di accadimenti autobiografici realmente accaduti, eccovi una Jonsa contemporanea con un Jon ooc, nuovo vocalist dei Direwolves, la band nata da Robb e i suoi inseparabili. Vi catapulto nuovamente nella dimensione goliardica di casa Stark, e tra gli interessanti eventi che si andranno a delineare. Mi sono divertita a scavare nei ricordi della mia adolescenza dominata dall'insaziata cotta che ho avuto per il chitarrista della band di mio fratello, qui i risvolti saranno decisamente più felici per la nostra Sansa, spero possiate deliziarvi anche voi nella lettura!
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ovviamente Margery aveva messo becco nella disposizione dei passaggi: Robb sarebbe andato con lei, Arya e Gendry con la macchina di Ned, Thormund con la sua moto e Sansa con Theon e Jon, sulla macchina di quest’ultimo.
 
Un PickUp ovviamente, cosa altro avrebbe potuto guidare?
Jon uscì in quel momento dall’ingresso, si infilò gli anfibi che aveva lasciato sotto il portico e iniziando a roterare le chiavi sull’indice destro, si appropinquò al resto del gruppo.
Giacca di pelle, naturalmente...
Sansa si morse l’interno guancia per cercare di darsi un contegno.
“Quindi?” chiese il ragazzo a nessuno in particolare.
“Theon e Sansa per te Jon” ammiccò Margery caricando il più possibile il messaggio.
“Anche Theon?” chiese Jon ironicamente disturbato dalla cosa.
“Hey Snow, chi ha garantito con Robb per te quando si è trattato di entrare nella band?” si lamentò Theon
“Thormund!” rispose prontamente Jon a mezzo ghigno, prendendosi una serie di nomi in risposta mentre Greyjoy saliva borbottando ad occupare il posto del passeggero.
“Allora ci vediamo lì” vociò Robb mentre con il braccio attorno al collo di Mergery, si dirigeva verso il garage assieme gli altri.
Jon gli fece un cenno con la mano prima di voltarsi con occhi scuri e penetranti ad incontrare Sansa, la quale lo guardò come in sfida, in attesa di una sua qualunque mossa.
Lui le si avvicinò lento quasi come un predatore, fino a trovarsi ad un palmo di naso; le studiò i lineamenti in silenzio e stava quasi per andare a scostarle una ciocca di capelli ramati dalla fronte quando il clacson accompagnato dalla fastidiosa voce di Theon non li richiamò al presente. Sansa da sotto le ciglia vide Jon alzare gli occhi al cielo ed imprecare mentre tra i denti: la situazione era fin troppo ironica.
Salva per la seconda volta.
 
Jon tornò a cercarla con lo sguardo prima di inclinare lievemente il viso: “monta su, Stark” le mormorò prima di pizzicarla distrattamente sul fianco, sorpassarla e salire in macchina.
Sansa sospirò, congratulandosi con se stessa di essere riuscita a non fiondarsi sulle sue labbra senza ritegno, poi si strinse nella giacca, si voltò e montò in macchina.
 
Arrivati al locale, Jon si apprestò ad aiutare Theon a scaricare dal baule la doppia tastiera; caricò in spalla il cavalletto e tutti e 3 si diressero verso l’ingresso dove la fila in attesa di entrare era già numerosa.
Theon si apprestò a guardare il cellulare e li informò che Robb e gli altri erano già all’interno; con una rapida falcata si avviò più rapidamente all’ingresso, mostrando il pass al buttafuori: un omone gigante con una brutta cicatrice da bruciatura sul viso ed un aria minacciosa. Jon e Sansa erano appena dietro di lui e dopo che Theon fu passato, anche Jon non ebbe il minimo problema con il Mastino.
Quando venne il turno di Sansa ovviamente fu inevitabilmente bloccata: “spiacente uccelletto, ma senza pass non si entra” tuonò burbero il buttafurori.
“Ma…ma sono con i ragazzi della band…” cercò di giustificarsi lei.
“Niente pass, niente ingresso, dolcezza: ti aspetta la fila come tutti gli altri” concluse definitivo lui.
Jon, fermo sulla soglia d’ingresso in attesa della ragazza, si accorse che qualcosa evidentemente non andava e tornò rapido sui suoi passi intuendo il problema.
Fu un attimo e Sansa si sentì avvolgere da un braccio attorno alla vita: Jon la tirò a se, la sua mano a correre lungo il fianco di lei in una presa da capogiro.
“Hey baby, che succede?” chiese lui con nonchalance, il suo respiro caldo a solleticarle l’orecchio mentre andava a depositarle un delicato bacio nell’incavo del collo. Sansa si sentì avvampare, incapace di pronunciare una singola lettera, troppo concentrata sul turbinio di sensazioni che quel contatto le provocò internamente.
“Non può entrare senza pass” intervenne fermo il Mastino, interrompendo bruscamente le languide attenzioni di Jon.
“Che stronzata Clegane, vuoi lasciarmela fuori a fare la fila per un cavillo del cazzo?”.
“Non sono io che faccio le regole Snow”.
“Ah si, e come la mettiamo se resto fuori anche io ad aspettare assieme a lei, eh? Chi canterà al mio posto? Molti di questi clienti li stiamo portando noi con i Direwolves,  oltre al fatto che non esiste che la mia ragazza non possa entrare con me” ringhiò Jon con occhi di pece.
Sansa ebbe un brivido a quelle parole; non aveva emesso un suono intenta com’era a cercare di mantenere il suo respiro sotto controllo, in più il tocco possessivo di Jon aveva acceso un martello pneumatico laddove teoricamente doveva trovarsi il suo cuore.
Jon continuò a discutere col buttafuori fino a che questi, snervato, si fece da parte per farli passare.
Il ragazzo in tutta risposta afferrò Sansa per mano e se la trascinò dietro come se fosse la cosa più naturale del mondo; lei ancora sotto shock fece qualche passo prima di voltarsi verso l’omone con la cicatrice sul viso, questi incontrò i suoi occhi e lei gli sillabò un grazie privo di suono; lui le grugni qualcosa in risposta ma Sansa non potè prestargli grande attenzione perché Jon stava già tenendo la porta d’ingresso aperta per lei. “Piaciuto, Stark?” le sussurrò insinuante nel momento in cui lei gli passò di fianco.
Sansa si voltò ad incontrarlo, finalmente libera di poter esprimere tutta la sua raggiante e favorevole (?) incredulità, lesse però troppa sfrontatezza e autocompiacimento nel suo tono, gli restituì quindi una punta di sfida nello sguardo mentre lui faceva il suo ingresso alle sue spalle: “credi che io sia tanto impressionabile, Snow?” replicò quindi a mezzo sorriso, mentre lo osservò appoggiarsi con la schiena al muro nero del locale, mani immancabilmente in tasca, totalmente appagato della sua epifanica trovata.
“Se fossi arrivato qualche minuto più tardi avresti visto all’opera le mie performance recitative e ti assicuro che è difficile resistere ai miei occhi dolci e supplichevoli” concluse altezzosa lei in una smorfia ammiccante, senza pensare minimamente a quali pericolose immagini gli stava suggerendo.
“Oh, non ne dubito” disse lui soppesandola, mentre andò ad inumidirsi il labbro inferiore con a punta della lingua, gesto che a Sansa non passò di certo inosservato, tanto da farle pizzicare ferocemente l’interno coscia, ancora.
“Anche se il Mastino non è facilmente impressionabile, te lo assicuro” continuò Jon inarcando le sopracciglia e staccandosi dal muro. “Comunque la questione non cambia” asserì prima di avvicinarsi quel tanto da farle trattenere il respiro, occhi fissi sulle sue labbra rosee prima di tornare sulle iridi celesti: “sei in debito con me, Sans” sorrise sornione prima di sorpassarla e lasciarla in balia della sua inebriante assenza.
 
   
 
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