Lo guarda come se fosse tutto - più di un ragazzo dagli occhi di lupo e il passato pesante, feroce.
Lo studia nei movimenti, nell'inflessione un po' stonata che ha di parlare l'inglese - lo combatte, lo valuta, lo protegge.
"Posso vedere tuo padre in te."
Sherry si volta, il ragazzo snuda i denti - avanza.
"Lo conoscevi?"
Chris inspira, annuisce - non perde la posizione.
"Sì. L'ho ucciso io."
Piers solleva l'arma nello stesso momento in cui Jake punta la pistola, due cuccioli fedeli alla memoria sbagliata.
"Dovrei farti saltare quella faccia da cazzo qui, seduta stante."
"Sarebbe un tuo diritto."
"Jake, no." mormora Sherry, tendendogli le mani - il cuore.
"Tu lo sapevi." ribatte Jake - asciutto, ferito.
Deluso.
Sherry incespica nelle parole, Jake arma il cane - arriccia le labbra sui denti e negli occhi di Chris è lui che lo fissa da una tomba ribollente di cenere e magma.
"Metti via la pistola."
"Ritira il tuo cagnolino." sibila Jake, immobile - braccio teso, occhi artici - lui lui lui.
"Fallo." ripete invece Chris, quieto "Promettimi solo una cosa: che sopravviverai. Il mondo dipende da questo."
Piers nasconde la propria sorpresa, arcua il dito sul grilletto - la tempia di Jake al centro del mirino, ben visibile.
"Sono suo figlio."
"Lo so."
"E dimmi: erano solo ordini oppure una questione personale?"
Chris abbozza un sorriso triste, cerca gli occhi di Jake - confessa.
"Entrambi."
"E vuoi salvarmi."
"Tutto dipende da questo."
Anche la mia vita. Ciò che resta di me - della mia anima logora, stanca.
Jake arcua un sopracciglio, comprende - vede, e con lui Piers; nel petto, l'umiliazione di non essere mai abbastanza brucia più di ogni altra cosa.