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Autore: jarmione    13/09/2021    1 recensioni
Crossover con [Alice in Wonderland] e [Frozen]
Dopo essere scampato da morte certa, Jareth decide che deve trovare il modo per proteggere Sarah ed il suo popolo.
Seguendo una leggenda, decide di partire alla ricerca di Ahtohallan.
Ma sarà in grado di affrontare le risposte che troverà?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Con questo capitolo, inizia la parte “finale” della storia.

Questo è il 15° capitolo...la storia si concluderà con il numero 18...c’è anche un epilogo, ma la vera conclusione è fra tre capitoli.

Buona lettura

 

 

“Jareth, fermati!” Alice faticò parecchio per stargli dietro, Jareth era partito a gran velocità e lei non aveva questa prontezza di riflessi.

Jareth corse fino al giardino esterno dell’abitazione, appoggiandosi al primo albero visto e riprendendo fiato.

Sarah non era più nel Sottomondo.

Dove si trovava?

Era anche lei ad Arendelle?

Oppure era tornata nel suo mondo?

Jareth tremò visibilmente e senti il cuore mancargli un battito.

Perché la sua preziosa era fuggita?

Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato e con Iracebeth al potere c’era da aspettarsi di tutto.

“Jareth…”

“Sarah non è nel Sottomondo” sentenziò lui

“Come fai a dirlo?” domandò Alice “Magari è riuscita a nascondersi da Iracebeth, con lei c’è Tarrant vedrai che sarà…”

“Non mi fido di lui!” ringhiò Jareth “Non mi fido e non serve dirti il perché. Io sento che Sarah...la mia Sarah, non è più nel Sottomondo e mi fido molto di più del mio istinto che del tuo stra maledetto cappellaio!”

Alice non riuscì a parlare.

“Mettiti nei miei panni, Alice” continuò Jareth “Nel Sottomondo è successo qualcosa, Sarah è scomparsa e Kal è chissà dove a cercare questo maledetto Ahtohallan ed io sono stato tagliato fuori dai giochi” fece un profondo respiro “Come pensi che mi senta?”

“Jareth, io…” Alice iniziò la frase, ma dovette bloccarsi quasi subito.

Il suo sguardo venne attirato da una sfera luminosa che si stava avvicinando.

Anche Jareth se ne accorse e si alzò, parandosi davanti ad Alice per sicurezza.

La sfera arrivò a gran velocità e si posò a terra, scoppiando in un bagliore.

Quando i due riuscirono a riabituare la vista, ciò che li accolse non era per nulla rassicurante, anzi! Per Jareth si trattava di qualcosa a dir poco spaventoso.

Era una scultura di ghiaccio che raffigurava due persone a loro ben note e, purtroppo, non nelle migliori posizioni.

Era re Jasper che stava per colpire a morte la regina Elbereth, mentre Jareth stava cercando di difenderla.

Questo portò alla mente di Jareth ricordi che non sapeva di avere e, purtroppo, anche cose inerenti al suo tentativo di cancellarsi la memoria.

Alice non capì molto, ma fu comunque sufficiente per farle capire che la regina Elbereth era stata una vittima.

La bionda, però, intuì anche altro...Kal aveva raggiunto Ahtohallan.

“Mihal è innocente” fu l’unica cosa che Jareth riuscì a mormorare, prima di lasciarsi cadere in ginocchio a terra.

Purtroppo, anche lui fu colto dallo stesso pensiero della bionda.

Kal aveva raggiunto Ahtohallan...ma si era spinto troppo in la.

Perchè mandare avanti una magia, se sei vivo?

Avvertì una stretta allo stomaco, una morsa che gli fece mancare il respiro.

“Non ce l’ha fatta…” mormorò.

Chinò la testa, lasciando scorrere le lacrime lungo le guance.

Il suo amico...il suo unico e migliore amico non c’era più.

Gridò il suo nome, lo gridò a gran voce, ma era ovvio che nessuno gli avrebbe risposto.

No...Kal non sarebbe più tornato.

 

*****

 

Sarah venne subito portata in una stanza, dove avrebbe potuto riposarsi e rimettersi in forze.

In quelle situazioni erano normali i mancamenti ed i giramenti di testa, la moglie di re Flush ne sapeva qualcosa e, infatti, non poté non sorridere.

Un paio di giorni di riposo e sarebbe stata pronta ad affrontare il viaggio fino al regno della regina Blair.

Tarrant l’aiutò a raggiungere la stanza, sentendosi un po’ in imbarazzo ma rimanendo, nonostante tutto, accanto a lei.

“Si riprenderà?” domandò preoccupato, alla donna chiamata per aiutare Sarah a sistemarsi e che li aveva guidati fino alla camera da letto.

“Starà benone” confermò la serva con un sorriso “Un paio di giorni e sarà pronta a partire”

Tarrant si sentì più tranquillo e sorrise alla donna “Ma lo sa che lei ha una testa davvero graziosa?” disse, tanto per smorzare la tensione “Le starebbe un cappello con piume di pavone”

La serva, che mai aveva ricevuto un tale complimento, si sentì lusingata ed arrossì passandosi istintivamente una mano fra i capelli.

“Ehm…” deglutì, cercando di ricomporsi “Vado subito a prendere una minestra calda per la signorina, tornerò subito” ed uscì dalla porta, continuando a passarsi una mano fra i capelli e immaginandosi con un cappello di piume di pavone.

“Adoro vedere la gente felice” sorrise Tarrant, rivolgendosi poi a Sarah “Tu non mi sembri felice” aggiunse, vedendo che Sarah si era rannicchiata sul letto con sguardo cupo.

Sarah non sapeva cosa dire, era tutto così confuso, così strano.

Jareth era da mettere in salvo e lei stava viaggiando per l’Underground pur di aiutarlo.

E se poi rifiutava l’aiuto allo stesso modo che rifiutava il suo amore?

E se avesse scoperto del bambino e avesse reagito male?

Ma ciò che la tormentava di più era altro.

Lei non era pronta ad avere questo bambino, era lei stessa una bambina e non era sposando un re che sarebbe cambiato qualcosa.

Cosa poteva fare?

In quel momento non riusciva a pensarci.

Era sola, nonostante Tarrant fosse lì con lei.

Tu non mi sembri felice, le aveva detto.

E come poteva esserlo?

Senza contare, poi, che è bastata una notte con Jareth per restare fregata.

Ed era pure la sua prima volta.

“Non lo voglio, Tarrant” mormorò “Non lo voglio, non così, non adesso”

Non senza Jareth, avrebbe voluto aggiungere.

Tarrant sospirò “Io penso…” disse, ponderando bene le parole da dire “Che questo bambino è tanto fortunato”

Sarah sbuffò “Come no” borbottò

“Ma certo e ti spiego perchè” Tarrant la guardò sorridente “Perchè ha una mamma molto coraggiosa e che fa di tutto per salvare il suo re e, se non erro, una donna tanto temeraria sarà la migliore mamma del mondo”

Sarah sorrise appena.

Tarrant era così carino con lei che non riusciva nemmeno a controbattere.

Per quanto il cappellaio avesse ragione, Sarah non era sicura di essere pronta.

In un futuro, forse, ma ora come ora non era in grado di badare a se stessa e lo dimostrava il fatto che si era messa in viaggio nell’Underground, ben sapendo che se la prendevano rischiava di essere giustiziata.

In più era tutto così strano…

aveva scoperto di essere incinta grazie ai regnanti del labirinto di acqua, così...di punto in bianco...e stava confidando i suoi pensieri in merito alla gravidanza a Tarrant che era l’uomo di qualcun’altra e che, volendo vedere, aveva appena conosciuto.

Però c’era lui lì e lei aveva davvero bisogno di avere vicino un volto amico o, comunque, conosciuto.

Pregò con tutta se stessa di rivedere Jareth, aveva bisogno anche di lui...soprattutto di lui.

Fece per parlare, ma notò che Tarrant aveva rivolto lo sguardo verso la finestra con aria curiosa.

Stava osservando qualcosa che si avvicinava a gran velocità verso di loro, una sfera di luce.

“Non so perché, ma non penso sia qualcosa di buono” commentò lui parandosi davanti a Sarah che scese dal letto e osservò la sfera avvicinarsi.

Quando questa si posò a terra, scoppiò in un bagliore, obbligando i due a coprirsi gli occhi per non restare accecati.

Quando riuscirono di nuovo a vedere, davanti a loro era apparsa una scultura di ghiaccio che formava una scena raccapricciante.

Un uomo, che Sarah non aveva mai visto, stava per colpire a morte la regina Elbereth mentre un piccolo Jareth stava cercando di difendere la donna.

“Ok, questo è strano” commentò Tarrant “E poi dicono di me”

Sarah spalancò la bocca.

Chiunque fosse quell’uomo, doveva essere imparentato con Jareth in quanto vi era parecchia somiglianza fra i due.

Qualunque cosa significasse, stava di fatto che la regina Elbereth era una vittima.

Che centrasse qualcosa con il fatto che aveva abdicato in favore di re Mihal?

Se così fosse, probabilmente quella scultura aveva una valenza per il re.

Ma perché mandarla a lei?

Perché farle giungere quel messaggio?

Sarah non aveva idea del perché, ma capì che non era stato sicuramente Jareth l’artefice di tutto questo.

Si avvicinò alla scultura, passando una mano sul volto del piccolo Jareth.

Non era stato lui, ma qualcuno doveva pur essere stato.

Jareth no e nemmeno Alice, che era partita con lui.

Restava solo una persona.

Kal.

“E’ stato Kal…” senza sapere il perché, Sarah si portò una mano al collo e strinse la collana della forza che Kal le aveva regalato.

Aveva una brutta sensazione...molto brutta.

Sfiorò ancora il volto del piccolo Jareth e poi osservò meglio la scultura.

Quelle statue di ghiaccio non sprizzavano solo magia, ma lasciavano andare anche un senso di disperazione.

Era come se chi le aveva evocate fosse in un momento critico.

Ciò che le venne in mente, infatti, sembrò essere l’unica ipotesi plausibile.

“Kal…” mormorò Sarah “Oh, mio Dio, Kal!” si inginocchiò a terra, scoppiando in un pianto a dirotto, mentre Tarrant cercò di sostenerla.

Non aveva capito granché, ma bastò la reazione di Sarah per fargli intendere che non era piacevole quanto scoperto.

Sarah pianse lacrime amare mentre la scultura, confermando il suo pensiero, si dissolse nel nulla.

  
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