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Autore: jarmione    15/09/2021    2 recensioni
Crossover con [Alice in Wonderland] e [Frozen]
Dopo essere scampato da morte certa, Jareth decide che deve trovare il modo per proteggere Sarah ed il suo popolo.
Seguendo una leggenda, decide di partire alla ricerca di Ahtohallan.
Ma sarà in grado di affrontare le risposte che troverà?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo capitolo tutto per voi.

-2 alla fine (-3 se contiamo anche l’epilogo)

Buona lettura e grazie come sempre a Fiore del deserto

 

Quanto tempo era passato?

Nessuno di loro aveva tenuto il conto, nemmeno Mirana.

Erano passati parecchi giorni e nessuno si era più fatto vedere o sentire e tutti iniziavano a temere il peggio per i loro amici.

In tutto quel tempo vedevano solo le carte che portavano loro da mangiare e, il più delle volte, il leprotto glielo tirava contro.

Era pazzo, ma coraggioso.

Non avevano nemmeno più visto Iracebeth, ma sentivano le sue grida ogni volta che veniva contraddetta o faceva capricci per qualcosa che non le veniva dato.

Ma quello che li opprimeva di più era la sua solita frase, purtroppo usata spesso e volentieri tagliategli la testa.

“Voglio uscire da quiiiiiiiiii!” gridò il leprotto, tirandosi le orecchie come se volesse strapparle “Io sto impazzendoooo!”

Anche quelle erano frasi ricorrenti e, ormai abituati, nessuno ascoltò il lamento del povero leprotto.

Eppure, anche se non se lo filava nessuno, Mally assunse uno sguardo pensieroso.

Lo stesso sguardo che, nelle prima ventiquattro ore gli aveva fatto provare il suo ago come metodo di scasso...ovviamente con insuccesso.

“Mally, tutto bene?” domandò Bayard, notando l’intensità della sua espressione.

“Ora che ci penso...no, non va tutto bene!” esclamò, aggrappandosi alle sbarre “Come mai noi siamo qui e lo Stregatto non c’è?”

A parte re Mihal, che non aveva idea di cosa stesse dicendo, Mirana e gli altri realizzarono la veridicità di quelle parole.

“In effetti è vero, non l’ho visto quando ci hanno catturati” confermò Bayard.

“Ma come?” domandò una voce, proveniente dalla cella di Mirana e Mihal “Sono sempre stato qui”

dal nulla apparve una testa fluttuante, con un enorme sorriso.

“Cosa!?” esclamarono Mally ed il leprotto tutti insieme.

“Sei sempre stato qui?” Anche Bayard era sconvolto “Perchè non ci hai aiutati?”

“Perchè nessuno me lo ha chiesto” rispose lo Stregatto, come se fosse ovvio, apparendo per intero a mezz’aria.

Mihal stava per dire qualcosa di molto spiacevole contro il gatto volante, tanto che dovette mordersi le labbra per non inveire con parole indegne di un re.

Fu Mirana a prendere in mano le redini, ignorando il leprotto e le sue imprecazioni più che giustificate, ma irripetibili.

“Puoi fare qualcosa, Stregatto?”

“Può darsi di sì, può darsi di no” rispose il gatto fluttuante “Ma posso provarci” aggiunse, notando lo sguardo fulminante di Mihal.

“Fai del tuo meglio” ordinò Mirana ed il gatto scomparve.

In quel momento, il leprotto riprese le sue imprecazione e, con lui, si aggiunse Mihal

“Maestà” disse quest’ultimo “Non voglio infierire sui vostri sudditi, ma quel...figlio di banshee è rimasto qui tutto il tempo a guardare quel...goblin, che ci facevano” disse cercando di essere il più pacato possibile “Come potete pretendere che vi dia retta?”

“Perchè io possiedo queste” la voce dello Stregatto, con lui compreso, era riapparsa.

Il gatto mostrava fra le zampe un mazzo di chiavi.

Se era così semplice, come aveva potuto restare a guardare?

“Stregatto della malora!” Esclamò Mally, mentre veniva liberata insieme agli altri “Io dovrei conficcarti la mia spada in un occhio!”

“Tu sei...sei…” Mihal aveva parecchie cose da dire, ma Mirana lo fermò con lo sguardo e lui dovette trovare alla svelta un termine più adatto “Tu sei impossibile”

“Errato, vostra altezza” rispose il gatto “Io sono solamente non possibile”

Mihal si passò le mani sul volto e lasciò perdere, che forse era meglio.

Una volta tutti liberi, Mirana fece cenno di essere seguita e tutti obbedirono senza problemi.

Ma la loro fuga non sarebbe andata a buon fine.

Salirono le scale che li avrebbe portati all’esterno, ma appena aprirono la porta si ritrovarono davanti le carte di Iracebeth.

Quattro di picche e sette di quadri.

“Ehi! Ma dove state andando!?” esclamarono, puntando contro di loro le lance.

Lo Stregatto, vedendo la mal parata, immediatamente scomparve.

“Codardo!” gridò Mally, giurando di combinare un disastro appena lo avrebbe rivisto.

“Lascia perdere, quattro” ridacchiò il sette “Ci hanno risparmiato la fatica di fare le scale” con un fischio, il sette chiamò a se altre carte ed i fuggitivi vennero legati e portati verso l’ingresso del castello “La regina vuole vedervi”

“La regina è qui con noi!” ribatté Mally, venendo zittito dal numero quattro che, oltre ad averlo legato, lo prese nella mano e lo strinse coprendogli la bocca.

Il gruppo venne portato fino alla sala del trono e vani furono i tentativi di dimenarsi e liberarsi.

Mirana ringraziò il cielo che Iracebeth non avesse fatto grandi cambiamenti, altrimenti sarebbe stata un’impresa rimettere tutto come era prima.

Iracebeth era seduta sul trono in modo scomposto e con i piedi appoggiati su un maialino, che sfruttava come uno sgabello.

Di fianco al trono vi erano altre due carte, il fante di cuori e quello di quadri.

“Perchè ci avete messo tanto?” domandò Iracebeth, rivolto al quattro e al sette.

“Perdonateci, vostra maestosità” si scusò il sette, spingendo il gruppo avanti e inchinandosi insieme al quattro “I prigionieri erano riusciti a fuggire, ma li abbiamo presi in tempo”

Iracebeth sgranò gli occhi, poi sospirò “Ok, pazienza, basta che non ricapiti più”

Tutti si meravigliarono.

Da quando era così magnanima?

La risposta non tardò ad arrivare.

Iracebeth sussurrò qualcosa all’orecchio dei due fanti e questi, con le lance puntante, obbligarono il quattro ed il sette a seguirli.

I due poveretti implorarono pietà, ma non vennero ascoltati.

Una volta fuori dalla sala del trono, il fante di picche e quello di fiori presero il posto degli altri due.

Mirana tentò di implorarla “Iracebeth…”

“TACI!” gridò la regina rossa zittendo tutti e alzandosi in piedi, ignorando il povero maiale e schiacciandolo come se fosse uno zerbino.

Con un grugnito di dolore, il maialino scappò via appena ne ebbe l’occasione.

Iracebeth si avvicinò a Mirana e puntò il suo dito contro di lei “Tu, hai disonorato la corona!” esclamò “L’ho sempre detto a nostro padre che tu non eri degna di coprire questo ruolo!”

“Racy…”

“TACI HO DETTO!” gridò con voce striduli, battendo il piede destro con fare stizzito “Ora partiremo tutti quanti per l’Underground, è già tutto organizzato” spiegò la regina rossa “Verrete consegnati agli Urskeks e saranno loro a decidere la vostra fine”

Detto questo, la porta principale si spalancò, facendo entrare un gruppo di carte.

Queste accerchiarono Mirana e gli altri, obbligandoli a seguirli fuori dal castello.
“Racy, ti prego, ripensaci” implorò Mirana “Possiamo trovare una soluzione, lasciami spiegare”

“Non c’è nulla di cui discutere” sibilò Iracebeth “Tu non sei degna della corona”

Ed i prigionieri vennero portati fuori, caricati su una carrozza con le sbarre e fatti portare via.

Iracebeth, che non era intenzionata a perdersi la scena, li seguì con la carrozza più lussuosa che il regno possedeva.

“L’Underground…” mormorò Mihal “Siamo fregati”

 

DIECI GIORNI DOPO

 

Tutto quello che accadde dal momento che Jareth realizzò la scomparsa di Kal, al momento in cui si ritrovò a cavallo in rotta verso l’Undergorund, fu tutto veloce e incomprensibile.

A lui era bastato sapere e ricordare che Mihal era innocente, per il resto si era ormai rassegnato.

Elbereth non l’avrebbe lasciato questa volta, gli sarebbe rimasta accanto.

Lei insieme ad Alice ed il tenente Mattias, seguirono Jareth nel suo viaggio di ritorno fino all’Undergorund.

Furono obbligati a fermarsi spesso per via di Alice e della regina Elbereth, loro non erano in grado di affrontare il viaggio anche di notte e con appena due ore di sonno.

Jareth era sempre più nervoso ogni notte che passava, specialmente l’ultima.

Ormai sapeva che il suo destino era segnato.

Seduto accanto al fuoco, improvvisato dal tenente Mattias, Jareth continuava a respirare profondamente, godendo ogni attimo ed ogni boccata d’aria.

Con le ginocchia all’altezza del petto e con lo sguardo perso nel vuoto, pensava alla sua amata Sarah e continuava a chiedersi dove potesse essere.

Stava bene?

O, come Kal, non ce l’aveva fatta?

Pregò che fosse la prima opzione quella giusta.

Le mancava, solo gli Dei sapevano quanto e avrebbe tanto desiderato averla accanto e stringerla forte a sé.

Darlo un ultimo abbraccio.

E invece, a causa della sua stessa stupidità, l’ultima cosa che aveva fatto era stata lasciarle un biglietto di scuse dopo aver profanato la sua innocenza.

Si sentiva un vile, un codardo e...un bugiardo.

“Jareth…” Alice richiamò la sua attenzione, sedendosi accanto a lui.

“Vedi di dormire” disse lui, senza neanche guardarla “Domani arriveremo nell’Underground e ci sarà parecchio da lavorare”

“Non riesco a dormire” mormorò, asciugandosi una lacrima fuggitiva “Mi manca Kal e mi manca Tarrant”

Jareth non riuscì nemmeno a dire qualcosa di spiacevole contro il cappellaio.

Vedere Alice così affranta era una novità.

La conosceva per il suo coraggio e la sua determinazione e vederla in quello stato non era per nulla piacevole.

Lo stesso valeva per lei nei confronti di Jareth.

Passando dal Sottomondo non erano riusciti a vedere nessuno, però c’era da tener conto che stavano attraversando quella terra per vie secondarie.

“Sono sicuro che il tuo strambo cappellaio sta bene” la rassicurò Jareth

“Come fai a dirlo?”

“Lo so e basta, ti fidi di me?”

Alice sorrise appena “Da quello che so, Sarah è molto coraggiosa, una grande donna” disse “Sono sicura che sta bene anche lei”

“Come fai a dirlo?”

“Lo so e basta, ti fidi di me?” domandò la bionda, facendo sorridere Jareth

“Sei completamente matta” disse lui, scompigliandole i capelli con fare affettuoso.

“Senti chi parla” Alice si sistemò i capelli e, dopo un lungo sospiro, appoggiò la testa sulla spalla di lui “Jareth...qualunque cosa accadrà domani, io sono con te”

Lui sospirò “Lo so e ti ringrazio di tutto cuore, ma vorrei chiederti un grosso favore” attese che Alice gli desse attenzione e poi proseguì “Resta con Sarah” disse “Se dovesse andare male, ti prego di rimanerle accanto”

“Jareth…”

“Non te lo chiederei, se non mi fidassi” precisò Jareth “Alice, ti prego, promettimelo” implorò “Resta vicino alla mia Sarah”

Alice deglutì “Lo farò”

“Grazie”

Alice fece un piccolo cenno col capo, poi si alzò per tornare sulla sua stuoia “Oh, quasi dimenticavo” lui la guardò “Fairfarren, Jareth”

 

*****

 

Sarah non aveva badato più a nulla dopo la scoperta della scomparsa di Kal.

Aveva passato il tempo a fissare il vuoto e mangiava come un automa, senza nemmeno rendersi conto di quello che faceva.

Il cappellaio aveva fatto di tutto per farla sorridere, ma era evidente che Sarah non collaborava e questo lo rammaricava.

Avrebbe voluto renderla felice, ma davanti ad un lutto c’era ben poco che potesse fare.

Sarah aveva sperato in tutti i modi di vedere Kal apparire e dirle che stava bene, ma non era mai successo.

Dopo due giorni di riposo forzato, Sarah era ripartita alla volta del regno della regina Blair.

Non ebbe la benchè minima idea di quello che accadde ma, grazie a re Flush e re Baelfire, la regina Blair acconsentì di aiutarli.

Tarrant aveva spiegato a tutti cosa avevano visto, ma non era riuscito a dare spiegazioni più dettagliate.

Sarah sembrò ridestarsi da quel letargo quando la regina Blair nominò gli Urskeks.

“Domani verranno qui, nell’underground” disse la donna “Ho sentito che sono stati richiamati dalla regina Iracebeth del Sottomondo”

“Il Sottomondo?” esclamarono in coro Baelfire e Flush

“Ma il Sottomondo non ha potere in questa terra” precisò re Flush “Chiunque sia questa regina, non può convocarli qua e venire anche lei”

La regina Blair lo zittì alzando una mano “Non posso cambiare quello che accade in queste terre e se gli Urskeks hanno acconsentito alla richiesta della regina del Sottomondo, noi non possiamo fare nulla”

Gli Urskeks nell’Undergorund e sotto richiesta della regina fasulla, come aveva detto loro Tarrant, del Sottomondo.

La questione era seria, vista la singolarità della situazione.

Sarah non aveva esattamente idea di chi o che cosa fossero questi Urskeks, ma sentiva che oltre alla regina rossa erano coinvolti anche gli altri.

E se ci fossero state di mezzo ancora le carte?

Sentiva che si sarebbe finiti a combattere e lei non sarebbe rimasta con le mani in mano.

Lei non aveva poteri e nemmeno un ruolo da regina, visto che era stata spodestata, ma se mai si fosse arrivati alla battaglia lei avrebbe partecipato.

Un arma qualsiasi andava bene a quel punto.

“Regina Blair” si intromise Sarah “Vi chiedo il permesso di poter avere una spada”

La regina si incuriosì e gli altri due sovrani la fissarono sbalorditi

“La regina rossa ha catturato i nostri amici” specificò Sarah “Se davvero verrà qui significa che con lei ci saranno anche le sue car...le sue guardie” si corresse “E se il suo carattere è davvero così perfido come mi è sembrato, si finirà probabilmente a combattere e non voglio restare con le mani in mano a guardare”

“Siete coraggiosa, regina Sarah” Blair era l’unica a chiamarla regina nonostante non lo fosse più da quando aveva abdicato “Ma mi permetto di dissentire, visto che sono fiduciosa che mai si giungerà alla battaglia e viste le vostre condizioni”

“E voi permettetemi di controbattere” Sarah mostrò una determinazione tale che scandalizzò tutti i presenti, esclusa la regina Blair “Ho intenzione di difendere questo luogo allo stesso modo che difenderò mio marito e questa creatura non ancora nata” si portò una mano al ventre, tremando visibilmente “Spero non si giunga al peggio, ma se così non fosse voglio essere partecipe”

La regina Blair sospirò ed assunse un’aria preoccupata.

Sarah era un umana, certo, ma non era in grado di sostenere una guerra come quelle che potevano scattare nell’Underground o in qualsiasi altro mondo.

Ma la sua volontà era più forte di quella che immaginava.

“Se serve per darvi sicurezza, sarò lieta di fornirvene una” sentenziò la regina Blair “Ma se dovesse presentarsi la mal parata, ordinerò che voi veniate portata via dalla zona, in modo tale da mantenervi al sicuro e sarete voi, cappellaio…” indicò Tarrant “...che eseguirete questo ordine”

“Ma...io...ecco…” Tarrant non riuscì a ribattere “certamente, maestà” fece un inchino a dir poco vistoso e poi si rialzò rimise composto.

Sarebbero state le ore più lunghe della loro vita e Sarah, dentro di se, sperò vivamente di rivedere Jareth.

Sentiva che era vicino.

Quella notte non riuscì a chiudere occhio, il suo pensiero era rivolto al marito.

Si portò una mano al ventre, sorridendo appena.

-Domani, sono sicura, vedremo di nuovo tuo padre- pensò -E farò qualunque cosa in mio potere per riaverlo con noi-

sospirò e tornò a guardare il soffitto.

“Sto arrivando, Jareth”

  
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