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Autore: FalbaLove    18/09/2021    0 recensioni
Quando la tua vita non potrebbe andare peggio, non c'è alcun'altra soluzione se non cambiare continente. E l'Inghilterra, in cui ti aspetta la tua migliore amica, sembra il posto ideale per ricominciare da capo. A meno che tu non ti imbatta in un cafone dai capelli corvini. Lo stesso con cui la tua esistenza, pare, essere saldamente legata.
Ma prima che tu ti faccia troppo coinvolgere tieni bene a mente una cosa: tutti nascondo almeno un segreto. E i protagonisti di questa storia non sono da meno.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Tenten | Coppie: Hinata/Naruto, Kiba/Ino, Neji/TenTen, Sai/Ino, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Tenten mugugnò con disprezzo mentre degli insistenti raggi solari sembravano non volerle dare pace. Con lentezza affossò ulteriormente il suo capo sul cuscino percependo la sua bocca impastata e secca.
-Buongiorno, principessa- all’udire quella voce estranea la ragazza si limitò a girarsi su un fianco e a sollevare le coperte fino al mento riparandosi dall’aria fresca di primo mattino. Stava per riaddormentarsi quando percepì chiaramente dei passi umani e il rumore di stoviglie. Nonostante i suoi occhi la pregassero di rimanere chiusi, il suo stomaco iniziò a brontolare rumorosamente.
-Ho fatto del caffè, lo vuoi?- continuò a seconda figura mentre un aroma inebriante raggiunse le narici di Tenten. Mugugnando si alzò e iniziò a stiracchiarsi vistosamente: mentre i suoi gonfi e stanchi mettevano sempre più a fuoco l’ambiente circostante si rese conto che non era nel suo appartamento.
-Sakura?- bisbigliò quasi pregasse che l’altra figura nella stanza fosse la sua migliore amica e che non avesse fatto più cazzate di quelle che ricordasse.
-Tranquilla, hai dormito nel mio appartamento- la tranquillizzò la Haruno avvicinandosi a lei e sedendosi sulla poltrona. Senza trattenere un sospiro di sollievo accettò di buon grado la tazzina bollente di caffè.
-Allora, come va con i sintomi post sbornia?- le domandò mentre il contatto tra la superficie calda di ceramica e labbra di Tenten causò nella ragazza un brivido di piacere. Ne bevve giusto un sorso prima di sedersi in maniera più composto sul divano.
-Abbastanza bene- sospirò portandosi le dita alle tempie che pulsavano selvaggiamente.
-Spero solo di non averti vomitato in giro-
-No, tranquilla, hai dormito per tutta la notte come un angioletto- le disse la Haruno incrociando le gambe e fissandola: anche lei era decisamente stanca in volto, ma era decisamente meno provata dell’amica. Tenten bevve un altro sorso e lasciò che il suo sguardo vagasse per l’abitazione.
-Non ricordo neanche come sono arrivata qui- sospirò mentre un mal di testa si faceva sempre più forte. Mugugnando posò la tazzina sul tavolo e si sdraiò nuovamente sul divano. Sakura la aiutò e poi tornò a sedersi.
-Ti ha portato Kiba- rispose con un tono estremamente neutrale e privo di malizia. Tente si morse con forza la lingua.
-Giusto- bisbigliò nascondendo il viso sotto le coperte.
-Dopo che Naruto, Shikamaru e praticamente tutta la scuola vi hanno visto quasi fare sesso- aggiunse sfilando un elastico dal polso e legandosi i capelli rosati. Tenten sbuffò sonoramente riparandosi ulteriormente con le lenzuola come se fossero un magico scudo.
-Senza contare che non ho la più pallida idea di cose tu abbia fatto dopo che mi hai lasciato sola per quasi tutta la festa... Centra per caso un certo Neji Hyuga?- Tenten, all’udire quel nome, si alzò di scatto fulminando la sua migliore amica con lo sguardo. Sakura rise divertita non riuscendo a nascondere tutto il suo divertimento per quella situazione.
-Sakura, ti prego, non ho alcuna voglia di parlare ora di queste cose- la sgridò cercando di sistemare come poteva la sua capigliatura disordinata e con un terribile odore di vodka. All’improvviso, prima che la Haruno potesse ribattere, il laptop di quest’ultima si accese e iniziò a lampeggiare. Sakura, incuriosita, si alzò mentre Tenten ritornò ad affossare il capo tra i cuscini.
-Oh, una chiamata Skype da parte di Anko- disse sorpresa la Haruno sedendosi sulla sedia. Tenten, senza trattenere dei mormorii, si auto obbligò ad alzarsi nonostante ogni suo muscolo la pregasse di non farlo.
-Ciao, mi sentite?- urlò la donna che comparve sul monitor. Appena notò i due volti il suo viso si illuminò all’istante.
-Ciao Anko- le disse dolcemente Sakura sorridendole mentre la castana si limitò a trascinare con fatica una sedia accanto all’amica.
-Vedo che avete fatto le ore piccole ieri­- sibilò divertita la madrina di Tenten osservando i volti stanchi e stravolte delle due ragazze.
-C’era una festa- precisò Tenten sedendosi finalmente. Poi, quasi per caso, rivolse anche lei lo sguardo alla sua madrina.
-Stai bene Anko?- domandò riacquistando lucidità: Sakura non disse niente, ma anche lei aveva notato l’estrema pallidità della donne e le sue profonde occhiaie nere, tutt’altro che sane. La donna scosse la testa con decisione muovendo i codoni.
-Ma certo, che domande- replicò sfoderando uno dei sorrisi più falsi che avesse mai visto sulla donna, una terribile bugiarda come lo era la sua migliore amica. Con la coda nell’occhio scrutò il viso preoccupato di Tenten che non era per niente convinta dalle scuse che aveva abbozzato la sua madrina.
-Mi stai mentendo, anche se siamo in due continenti diversi riesco perfettamente a capire quando mi stai dicendo una cazzata- rispose dura la castana fulminando con lo sguardo la figura della donna sul monitor. Quella, visibilmente tesa, lasciò ricadere il suo sguardo carico di dispiacere sulla Haruno che si irrigidì immediatamente.
-Noi comunque stiamo bene, Anko- disse cercando di smorzare la tensione presente in quella chiamata.
-Sono contenta, ma ricordatevi di studiare oltre che divertirvi- rispose Anko ancora tesa in volto. Tenten, offesa, non la degnò di uno sguardo.
-Ora devo proprio andare, ho un turno in fabbrica e non posso fare tardi- e senza lasciare il tempo alle due ragazze di rispondere, il monitor tornò ad essere buio.
-Cazzata- sibilò a denti stretti Tenten alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il frigo.
-Cosa hai detto?- le domandò Sakura seguendola con lo sguardo prima di chiudere il computer.
-Che ha detto una cazzata, ma oramai non è una novità- rispose fredda lei lavandosi le mani, ma non sembrava ancora aver finito di parlare.
-Pensi che io sia stupida Sakura?- la Haruno aggrottò le sopracciglia senza capire, ma Tenten si lasciò sfuggire un sorriso amaro.
-Evidentemente lo pensate tu, Anko, Mebuki e Kizashi altrimenti non si spiegherebbe perché continuate a dirmi solo bugie da quando sono partita- tuonò rivolgendo uno sguardo duro alla sua migliore amica che si irrigidì all’istante.
-Non pensi che io l’abbia capito che non vive più nel nostro appartamento, ma a casa tua? Ah, come dimenticarsi il fatto che non lavora neanche più in fabbrica-
-Tenten, io...-
-Tu cosa? Pensavate davvero che non avessi capito niente? È da cinque anni che va avanti con questa balla del lavoro in fabbrica inventandosi orari di lavoro sempre differenti ogni settimana. Se lei ha deciso di accettare la vostra carità e di nasconderlo va bene, ma quello che non riesco a sopportare è che tu non abbia detto niente- mormorò delusa in volto. Sakura inspirò profondamente, ma rimase in silenzio mentre non le veniva in mente niente di sensato da dire.
-Ma sento che c’è qualcosa d’altro che non so, qualcosa che continua a tenermi nascosto. È da un anno che è cambiata completamente: è sempre stanca, il suo volto è sempre provato e i suoi occhi sono spenti. Ti prego Sakura, se sai qualcosa me lo devi dire!- le disse avvicinandosi a lei e abbassandosi. I loro occhi si rispecchiarono gli uni negli altri mentre grosse lacrime iniziarono a scivolare veloci sul volto della castana. La Haruno percepì una mossa al cuore scuotere il suo petto mentre le sue labbra si mossero senza far uscire alcun rumore: non poteva parlare, l’aveva promesso ad Anko.
-No, io non so niente- disse cercando di risultare il più convincente possibile. Tenten, delusa da questa sua risposta, si asciugò il viso con le maniche della felpa.
-Lo sai che odio le persone che mi mentono e spero davvero che tu mi stia dicendo la verità perché, se venissi a scoprire che mi stai nascondendo qualcos’altro, non potrei mai perdonarti- affermò con durezza rialzandosi e digrignando i denti.
-Se sapessi qualcosa te lo direi- disse Sakura serrando con forza la mascella e percependo il suo cuore iniziare a battere all’impazzata: sperava solo che il suo volto non tradisse i suoi reali sentimenti mentre percepiva un dolore dilaniarle in petto. Tenten la scrutò per alcuni secondi prima che il suo solito sorriso ricomparisse sul suo volto.
-Forza, vestiamoci e andiamo in mensa, è quasi ora di pranzo e sto morendo di fame- e ondeggiando allegramente si diresse verso la stanza della sua migliore amica la quale la fissò in silenzio. Poi, sospirando debolmente, si alzò dalla sedia nascondendo le mani tremanti nelle tasche: sapeva che Tenten non stava scherzando e che questa storia delle bugie non sarebbe potuta andare avanti per molto, ma non avrebbe tradito Anko, non l’avrebbe mai fatto. Glielo aveva promesso e lei manteneva sempre le promesse, pensò, mentre automaticamente le su dita cercarono la colonna e il ciondolo a forma di kunai. Tutto si sarebbe sistemato, tutto sarebbe andato per il meglio, mormorò a sé stessa, ma la verità era che non ci credeva neanche lei.
 
-Stavo morendo di sete- si lamentò ristorato l’Uzumaki posando sul tavolo la bottiglietta d’acqua minerale completamente svuotata in un solo sorso. Leccandosi le labbra bagnate si stiracchiò emettendo suoni di piacere mentre i muscoli erano in tensione.
-Questi mugugni di piacere potresti anche risparmiarteli visto che sto mangiando- lo riprese Kiba allontanando quasi disgustato la ciotola piena di cereali e latte che stava sgranocchiando nonostante fosse ora di pranzo. Naruto sorrise sornione e si tuffò a rubargliela con espressione famelica come se il suo piano fosse andato a buon fine.
-Perfetto, così posso mangiarmela io- disse, soddisfatto, allontanando da davanti a sé due piatti oramai vuoti e con delle briciole: Shikamaru e Kiba si rivolsero una veloce occhiata quasi disgustata.
-Hai già mangiato un piatto intero di pasta e uno con uova e bacon, non pensi che tu stia un po’ esagerando?- gli domandò il Nara alzando un sopracciglio quasi come un rimprovero: Naruto, con la bocca piena di cereali, cercò di spicciare alcune parole, ma finì per sputare il latte sul tavolo della mensa.
-Sei proprio un idiota- lo incalzò Kiba dandogli una pacca sulla testa. Il biondo provò a protestare, ma la bocca era ancora così piena che decise di stare zitto per il suo bene.
-Comunque non posso credere che tu riesca a spazzolare tutto questo cibo spazzatura quando fino a poche ore fa eri ubriaco fradicio. Io ho talmente tanta nausea che solo guardandoti mi sento stare male- continuò il castano fissandolo con una espressione disgustata mentre un forte senso di nausea gli fece assumere una smorfia in volto. Naruto alzò le spalle e ritornò a mangiare.
-Voi ragazzi come state?- rivolgendosi agli altri due ragazzi seduti nel loro stesso tavolo della mensa. Shikamaru bevve un sorso di acqua prima di far aderire la sua schiena con lo schienale della sedia.
-Sto bene, non ho bevuto così tanto ieri sera- disse senza reprimere uno sbadiglio e mentre le sue dita fremevano dall’accendersi una sigaretta.
-Che seccatura- bisbigliò a fior di labbra osservando il cartello dalle dimensioni cubitali che conteneva la scritta “Non fumare”. Kiba a quel punto rivolse lo sguardo all’ultimo interlocutore: Neji, zitto ed estraniato dai suoi amici, stava silenziosamente mangiando un piatto di pasta.
-Neji?- domandò invitando il suo amico a rispondere, ma lui si limitò a regalargli una veloce e fredda occhiata prima di tornare a mangiare.
-Lascialo stare, è di cattivo umore questa mattina- si intromise Naruto con la bocca finalmente libera. Poi, emettendo un rumoroso rutto, tornò a mangiare.
-Tu invece, Kiba?- domandò rivolgendosi al castano.
-Già, ieri sera sicuramente sei stato quello che si è divertito di più da quanto abbiamo potuto vedere- aggiunse Shikamaru lasciandosi sfuggire un leggero sorriso incalzante.
-Non so cosa intendete- si smarcò lui versandosi dell’altro succo d’ananas nel bicchiere, ma oramai la curiosità aveva preso il sopravvento nelle membra stanche di Naruto.
-Tra l’altro non è stato molto carino che tu e Tenten vi siate imboscati nella mia stanza per fare... quelle cose- parlò Naruto sbuffando e mettendo il broncio. Kiba scosse la testa divertito mentre percepì chiaramente uno sguardo fissò sulla sua figura che lo fece rabbrividire.
-Si dice sesso Naruto, sei proprio un verginello- lo incalzò rivolgendogli uno sguardo di sfida mentre le gote dell’Uzumaki si dipinsero di un leggero colore rosato.
-Comunque vogliamo chiamarlo da quanto tempo va avanti questa cosa?- domandò Shikamaru cercando di levare dall’imbarazzo uno dei suoi migliori amici. Kiba alzò le spalle prima di portare le braccia dietro al capo.
-Da un paio di mesi- rispose con tranquillità, ma un sorriso sornione sfuggì dal suo controllo. Naruto iniziò a tossire con forza mentre lo sguardo rivolto sulla sua figura si fece sempre più pesante. Con la coda dell’occhio l’Inuzuka si assicurò che l’attenzione di Neji fosse totalmente riversata sulla sua figura: lo Hyuga aveva cessato di mangiare e ora impassibile lo stava fissando mentre il suo pugno stretto con forza tradiva il suo presunto autocontrollo. Divertito si lasciò sfuggire un sorriso di sfida.
-Non ci credo! Una ragazza così carina e simpatica come Tenten cosa può avere mai trovato di interessante in uno come te?- ululò Naruto alzandosi in piedi e iniziando a mimare strani segni con le mani come per volere dare enfasi alle sue parole.
-Te lo devo dire o ti basta un disegnino?- lo incalzò Kiba mentre Shikamaru scosse la testa rassegnato.
-A volte te le vai proprio a cercare, Naruto- sibilò a fior di labbra mentre il biondo silenzioso si rimise a sedere sempre più rosso in volto.
-Ehi Kiba, come va?- un ragazzo alto e con una miriade di lentiggini si accostò al suo tavolo interrompendo la loro chiacchierata.
-Ciao Mike, tutto apposto e tu?- lo salutò ricambiando una vigorosa stretta di mano. Naruto, confuso, guardò il Nara che alzò le spalle non sapendo neanche lui chi fosse quel tizio appena arrivato.
-Tu devi essere Naruto Uzumaki! Amico, lasciatelo dire, la festa di ieri sera è stata una bomba- continuò lo sconosciuto rivolgendosi al biondo che rise soddisfatto per quelle parole.
-Ma chi si è divertito più di tutti sei stato tu da quanto mi hanno detto. Davvero vai a letto con quello schianto di Tenten della quinta C?- sibilò il ragazzo divertito regalando una gomitata al castano che iniziò a ridere nervoso.
-Le voci girano in fretta a quanto pare- si limitò a rispondere mentre si grattava nervosamente il capo, ma curiosità dello sconosciuto non si era ancora placata.
-Allora raccontami un po’, com’è a letto?- gli domandò sfregandosi le mani e sedendosi accanto a Naruto. Il biondo, sentendo quella frase, si irrigidì all’istante e mandò una occhiata preoccupata a Shikamaru che socchiuse la bocca con forza.
-Non penso che sia una domanda a cui devi rispondere, Kiba- lo ammonì serio il Nara, ma l’altro non ci badò.
-Su, non essere così bacchettone Shika. Comunque, Mike lo sai che sono un signore e che non posso dire niente però ti svelo che è assolutamente da provare- ma prima che potesse finire una frase una terza figura apparve veloce di fronte allo sconosciuto.
-Vattene dal nostro tavolo- lo minacciò Neji serio in volto. Mike, che sapeva benissimo quanto fosse pericoloso Neji Hyuga, si alzò immediatamente e bianco in volto scappò via dalla mensa. Kiba osservò la scena confuso in viso.
-Ehi, è un mio amico, non puoi minacciarlo così!- ma appena finì la frase un deciso pugno lo colpì in pieno volto. Il corpo dell’Inuzuka ricadde a terra fragorosamente mentre tutti i presenti della mensa si girarono ad osservare la scena.
-Ma sei fuori di testa!- strillò Kiba sdraiato a terra e osservando del copioso sangue iniziare a fuoriuscire dal suo naso. Naruto, preoccupato, si alzò immediatamente dalla sedia, ma il Nara lo fermò. Neji, con il volto contrito dalla rabbia, si avvicinò a grandi passi a Kiba che, impaurito, iniziò a strisciare sul pavimento.
-Tu sei pazzo, sei fuori come un balcone! Guarda cosa mi hai fatto!- continuò il moro mostrando la mano piena del sangue che oramai gli stava macchiando tutta la maglietta, ma Neji non rispose, non fino a quando non gli fu tremendamente vicino. L’ Inuzuka, confuso per quello che stava succedendo, osservò il colpo dello Hyuga contrito e i suoi occhi madreperla, di solito completamente inespressivi, pieni di un sentimento di delusione.
-Non ti fai schifo?- gli rispose Neji fissandolo con decisione.
-Non ti fai schifo a parlare in questo modo di Tenten dopo quello che è successo tra Suigetsu e Ino?- Kiba deglutì a fatica mentre una forte stretta attanagliò il suo cuore. Anche i muscoli degli altri due ragazzi, rimasti in disparte, si contrissero all’udire quel nome che da, tanto, troppo tempo non apparteneva più alle loro vite.
-Ti ricordi come è iniziata tutta quella orribile storia? Dovresti visto che c’eri anche tu, come puoi averla già dimenticata?- continuò lo Hyuga spuntando parole piene di odio. La gente intorno a loro intanto osservava tutta quella scena completamente in silenzio. Poi, prima che Neji potesse sferrare un altro pugno, una mano avvolse veloce il suo polso.
-Ora basta Neji, penso che abbia capito- gli disse serio Shikamaru rivolgendogli uno sguardo d’intesa. Naruto, intanto, si avvicinò a Kiba aiutandolo a rialzarsi: gli occhi dell’Inuzuka, pieni di vergogna, non osarono levarsi dal pavimento.
-Forza, lo spettacolo è finito, tornate a mangiare- ordinò Shikamaru e gli sguardi curiosi ben presto si voltarono lontano dai quattro.
-Ora il minimo che potresti fare è scusarti con Tenten se ti è rimasto un briciolo di rispetto per te stesso e per gli altri- e, senza aggiungere altro, si allontanò in silenzio sotto lo sguardo di qualche curioso. Kiba si grattò nervosamente le tempie prima di ricevere un fazzoletto da parte di Naruto che ringraziò a labbra strette.
-Mi sono comportato da cretino, vero?- sibilò rivolto ai suoi ultimi due amici rimasti che annuirono all’unisono.
-Che seccatura- biasciò Shikamaru tornando a sedersi al tavolo.









NOTA D'AUTORE:
Beh, la storia si chiama "Tutti nascondono un segreto" non a caso e ben presto, ma non troppo, i segreti di tutti verranno a galla. 
 
   
 
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