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Autore: Abby_da_Edoras    25/09/2021    7 recensioni
Questa storia è il sequel di My winter storm e riscrive in modo del tutto mio personale le vicende della parte conclusiva della sesta stagione di Vikings. Il legame tra Ivar e Aethelred si sta consolidando, ma i due dovranno affrontare ancora molti ostacoli a causa dei quali rischieranno di perdersi... tutto però finirà bene! Intanto a Kattegat anche Bjorn rischia la sua corona, per i tradimenti e gli intrighi di vecchi rivali e amici non del tutto leali. Entrano in scena nuovi personaggi (uno inventato da me) e ci sarà una nuova coppia molto... passionale e particolare (e non dico altro!).
Grazie a chi mi segue e continuerà a seguire le mie follie! XD
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, produttori e autori della serie TV "Vikings".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bjorn Ironside, Ivar, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non ha fine '
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Cap. 4: Peril of desire

 

You peril of desire
Now, you sweetest misery
Oh you, you are on my mind
Now time again, time again
You peril of desire
Now, you sweetest misery
Oh you, you are on my mind
Now time again, time again

Once upon a heavy night
Under the hunter's moon
And down the waters deep
My heart still skips a beat for you…

(“Hunter’s Moon” – Delain)

 

Harald e Ingrid erano molto soddisfatti, ma la loro soddisfazione ebbe breve durata. La sagra dei colpi di scena, infatti, non era ancora terminata e anche Bjorn e Gunnhild ne avevano in serbo uno molto importante.

“Sapevo tutto del passato di Erik” dichiarò Bjorn a voce alta. “Lui non mi ha nascosto niente, non ha mai cercato di passare per ciò che non è, mi ha raccontato la sua storia poco dopo essere arrivato a Kattegat. Ha detto di essere stato bandito dalla sua città per i motivi che tu ci hai ricordato, Harald, ma mi ha detto anche che quello era il suo passato, che quelle vicende rappresentavano la sua gioventù. Quando è venuto a offrirsi insieme ai suoi uomini per combattere con me contro i Rus’, ha detto che stava cercando una seconda occasione, un modo per dimostrare anche a se stesso di essere un uomo nuovo. Io l’ho preso con me proprio perché ho apprezzato la sua schiettezza e so di aver fatto la scelta giusta, perché Erik mi è stato sempre accanto durante la battaglia contro i Rus’, si è preso cura di me quando ero ferito, ha combattuto senza risparmiarsi a sprezzo della sua stessa vita e si è guadagnato il diritto di essere cittadino di Kattegat e mio consigliere.”

“E anch’io sapevo tutto” intervenne Gunnhild. “Bjorn non mi nasconde mai niente e, prima di decidere se accettare o meno Erik tra i suoi uomini, mi ha raccontato tutto del suo passato e mi ha chiesto se ero d’accordo con lui nell’offrirgli la possibilità di cambiare vita.”

“A Kattegat diamo sempre una seconda possibilità e non chiudiamo la porta in faccia a nessuno. Tu dovresti saperlo bene, Harald, visto quante volte mi hai tradito e quante volte io ti ho comunque perdonato e accettato di nuovo come mio alleato” soggiunse Bjorn, con un’allusione per niente velata agli innumerevoli tradimenti e voltafaccia di Harald.

“Kattegat è proprio un luogo benedetto dagli dei e dove pratichiamo il perdono e la generosità” commentò sarcastico Ivar, ma stavolta Aethelred lo zittì subito.

“Non mi sembra il caso di fare tanto lo spiritoso. Guarda che, se Bjorn non fosse così pronto a concedere una seconda occasione, nemmeno tu saresti qui adesso” gli ricordò.

“Lo sai, vero, che ti detesto quando ti mostri così saggio e riesci ad avere l’ultima parola?” ribatté Ivar, ma le sue parole furono smentite dal modo in cui passò un braccio attorno alla vita del suo compagno e lo strinse a sé. Certo che sapeva di essere stato fortunato: Bjorn l’aveva accolto di nuovo a Kattegat e, sebbene fosse il più delle volte sospettoso nei suoi confronti, gli permetteva comunque di vivere nella dimora regale e ascoltava quello che aveva da dire, anche solo per sostenere il contrario. Se le cose non fossero andate così, forse lui non avrebbe potuto conoscere Aethelred e adesso non sarebbe stato tanto felice con lui.  

Era la volta di Harald di non trovare nulla da ribattere, tuttavia Ingrid aveva ancora qualcosa da dire.

“È molto onorevole da parte tua, Bjorn, mostrare una simile generosità anche a chi non se la merita affatto” disse. “Vorrei però farti sapere che per me è difficile mostrare altrettanta grandezza d’animo, visto che è stato proprio il tuo amico Erik a rapirmi e a vendermi come schiava, dopo avermi picchiata, aver abusato di me e avermi marchiata come se fossi un animale!”

Così dicendo, la donna scostò i lunghi capelli biondi mostrando un marchio vecchio di molti anni, inciso sulla sua nuca.

La folla rumoreggiò di nuovo, anche se era troppo lontana per vedere il marchio. Aveva comunque sentito ciò che Ingrid aveva detto e, siccome diversi tra coloro che ascoltavano erano schiavi liberati, la loro simpatia non era esattamente rivolta verso Erik.

Tiago, dal canto suo, era completamente sconvolto. Vivendo nella dimora regale, aveva avuto diverse occasioni per incontrare Erik, per ascoltarlo mentre si confrontava con Bjorn, per vedere come si era preso cura del suo Re quando era stato ferito da Ivar… A dirla tutta, Erik non gli aveva mai neanche rivolto la parola per sbaglio ed era molto probabile che ignorasse perfino la sua esistenza, Tiago invece l’aveva notato fin troppo e si era ritrovato a pensare a lui nei momenti più inopportuni! In particolare era rimasto colpito dalla premura di Erik nei confronti di Bjorn ferito e di Gunnhild quando aveva perso il bambino che aspettava. In entrambe le occasioni Tiago, che allora era ancora uno schiavo dei sovrani, si era preso cura di loro e l’affetto che Erik aveva mostrato verso il Re e la Regina lo aveva commosso, era sicuro che Erik fosse una brava persona e ora… ora veniva a sapere che aveva fatto per anni il trafficante di schiavi, che era stato brutale e violento con loro, che li marchiava addirittura e abusava di loro! Era vero, Bjorn in persona aveva catturato Tiago e altri giovani spagnoli ad Algeciras, ma non li aveva mai picchiati, non li aveva torturati, per lui erano semplicemente prigionieri di guerra che poi erano finiti a servire nelle case delle famiglie più ricche di Kattegat. Tiago non poteva dire di ricordare una sola percossa, un solo atto violento da parte di Bjorn o della sua famiglia. Ma Erik…

“Sono veramente addolorato per ciò che ti è accaduto e per il modo in cui Erik ti ha trattata, Regina Ingrid” diceva intanto Bjorn alla donna. “Non posso chiederti di perdonarlo, ovviamente, ma posso assicurarti che adesso è una persona molto diversa, che è stato accanto a me e alla mia famiglia nei momenti più difficili e che non è più l’uomo che tu hai avuto la sfortuna di conoscere. Ora anche tu hai cambiato la tua vita, sei la Regina di tutti i Norreni e, come tale, puoi mostrare magnanimità verso chi ha commesso errori anche gravi in gioventù. Pensa che io stesso ho finito per perdonare il mio stesso fratello, Ivar, che ha tentato di uccidermi combattendo dalla parte dei Rus’.”

“Ecco, e ti pareva che non ci andavo di mezzo io anche stavolta” commentò Ivar, caustico. “Ma è mai possibile che debba rivangare sempre quella vecchia storia?”

“Quella vecchia storia, come la chiami tu, è accaduta poco più di sei mesi fa e sarebbe potuta finire molto peggio, per fortuna ci ha pensato Helgi a salvare Bjorn, altrimenti tu adesso non saresti qui” disse Aethelred.

“Beh, non ci sarebbe nemmeno Bjorn… Va bene, va bene, ho capito, basta così, stavo solo scherzando!”

“Molto bene, direi che allora tutto è chiarito” disse Harald, sebbene in realtà non fosse chiaro un bel niente e tanto meno il motivo per cui lui e Ingrid erano giunti a Kattegat! “Io e la mia sposa saremo lieti di approfittare della tua ospitalità, Bjorn, in fondo siamo il Re e la Regina dei Norreni e, come tali, siamo anche sovrani di Kattegat. Abbiamo tutto il diritto di restare in città finché lo desidereremo. Non è forse così?”

“Se ti aspetti che faccia atto di sottomissione…” iniziò a ringhiare Bjorn, ma Harald lo interruppe.

“No, no, noi non abbiamo bisogno di queste formalità, ci conosciamo da tanto tempo! Piuttosto sarà il tuo stesso popolo a decidere chi vuole veramente come suo sovrano, se Re Harald Finehair o Bjorn La Corazza! Ti ho già battuto alle elezioni e potrei farlo di nuovo, per cui non ho bisogno di combattere contro di te.”

“Certo, perché sai che perderesti, mentre le elezioni te le sei comprate” mormorò Ivar, questa volta mostrandosi abbastanza prudente da farsi sentire soltanto da Aethelred, che era al suo fianco. “Questa storia non mi piace per niente e faremo bene a tenere d’occhio Harald.”

“Su questo hai pienamente ragione” concordò Aethelred.

E così il gruppo, con Bjorn e Gunnhild in testa, scortò Harald e Ingrid alla dimora regale, dove si sarebbero trattenuti solo Odino sa quanto. I cittadini di Kattegat cominciarono a disperdersi, lo spettacolo era finito e ognuno doveva tornare ai propri impegni.

Anche Tiago doveva far ritorno alla dimora regale, dove tuttora viveva e fungeva da tuttofare per chiunque avesse bisogno di lui. Sembrava che tutto fosse risolto, ma lui non riusciva a dimenticare quello che era stato detto su Erik e non riusciva a capire perché aver scoperto una cosa del genere gli facesse tanto male al cuore…

Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse che Ivar e Aethelred lo avevano atteso sulla soglia della dimora e quasi ci finì a sbattere contro.

“Ehi, Tiago, sei sulle nuvole oggi? La scena offerta dai nostri sovrani e da re Harald è stata così appassionante?” lo prese in giro Ivar, andando subito a toccare il punto dolente, tanto che Tiago trasalì, arrossì e, per dispetto, arrossì ancora di più, con grande divertimento del vichingo e una certa perplessità da parte di Aethelred.

“Beh, dunque, è meglio che tu abbia assistito a tutta la scena, perché volevo affidarti un incarico” disse il Principe Sassone. “Io e Ivar, ma sono sicuro che la stessa cosa valga anche per Bjorn, Hvitserk e tutti gli altri, non ci fidiamo affatto di Harald e, anzi, temiamo che cercherà di fare qui la stessa cosa che ha fatto per farsi eleggere Re dei Norreni.”

“Sì, praticamente che vada in giro a promettere falsità alla gente per farsi eleggere Re al posto di Bjorn, oppure che ci mandi qualcuno di sua fiducia, anche se, per fortuna, non ha più al suo servizio quello psicopatico di Kjetill” aggiunse Ivar.

“E io cosa posso fare? Non penso proprio che la gente di Kattegat si metterà ad ascoltare me, uno… straniero” obiettò Tiago. Uno schiavo, era la parola che gli era venuta alla mente, ma sapeva di non esserlo più, lo sapeva, Bjorn lo aveva liberato, non sarebbe stato mai più lo schiavo di nessuno. Già, però con ogni probabilità Erik avrebbe visto in lui sempre e solo uno schiavo. E va bene, e a lui che cosa importava di quello che poteva pensare Erik?

“Tieni d’occhio Harald, non perderlo mai di vista, cerca di capire se si incontra con qualcuno, sì, insomma, praticamente, fai la spia” tagliò corto Ivar.

“Non era così che l’avrei messa io” intervenne Aethelred, con un’occhiata di rimprovero al compagno, “però sì, ci serve che tu osservi e ascolti quello che farà Harald. Per te sarà più facile che per uno qualsiasi di noi, tu sei sempre in giro per la dimora regale, aggiusti una panca che si è rovinata, rinforzi una porta, insomma, Harald si abituerà a vederti spesso mentre svolgi qualche lavoretto e qualche riparazione e non farà caso a te.”

“Sì, va bene, non preoccupatevi” rispose subito Tiago. “Sono in debito con te e con Bjorn perché mi avete liberato e mi date un posto in cui vivere tranquillo, mi sembra il minimo potervi aiutare. Quel Re Harald non mi piace per niente, credo che l’avrei tenuto d’occhio comunque.”

“Allora è deciso, grazie, Tiago” sorrise Aethelred.

Mentre il Principe Sassone si allontanava con Ivar, Tiago ebbe ancora modo di sentire il vichingo che scherzava, o forse no…

“Spero che Bjorn, alla fine, si renderà conto di quante cose faccio per lui e che la smetterà di mostrarsi così ostile con me!” lo sentì dire.

Tiago, tutto sommato, era soddisfatto del suo nuovo incarico: era comunque un’avventura emozionante, lo faceva sentire utile e importante per Bjorn e per Kattegat e, cosa affatto trascurabile, gli impediva di interrogarsi troppo sul perché le rivelazioni su Erik lo avessero turbato tanto.

Nei giorni seguenti, tuttavia, Harald non fece niente di strano, o meglio, niente di più strano del solito. Sì, provò a passeggiare per le strade di Kattegat e a parlare con i cittadini, chiedendo loro se erano soddisfatti del governo di Bjorn, se avrebbero voluto qualcosa di diverso, se pensavano mai che, alla resa dei conti, Bjorn La Corazza fosse una fregatura, in fondo aveva perso le elezioni… Ma la gente di Kattegat amava il suo Re, era fedele e leale ai figli di Ragnar e, soprattutto, non si fidava affatto di Harald, che era considerato comunemente un voltagabbana.

Poco tempo dopo, però accadde un fatto strano. Harald venne attirato da una serva in una casa abbandonata dove, secondo lei, Bjorn e Gunnhild lo aspettavano per parlargli di qualcosa di molto importante e segreto. Harald, che non era esattamente un’aquila, si fidò di lei e la seguì… e ovviamente Tiago gli andò dietro, pensando che fosse l’occasione che Aethelred e Ivar attendevano.

E questo fu lo spettacolo sorprendente a cui il giovane spagnolo poté assistere, guardando da una finestrella: il capo delle guardie di Harald, un tale Skane che fino a quel giorno Tiago non aveva mai sentito parlare (tanto che pensava che non ne fosse capace, visto il bestione che era…), aveva teso un’imboscata al suo Re con l’aiuto di Erik, non si sa bene sperando in quale vantaggio. Harald si era visto perduto ma, a sorpresa (i colpi di scena a Kattegat erano all’ordine del giorno!), Erik aveva finto di colpire Harald e poi aveva decapitato Skane.*

“Mi hai salvato la vita, Erik” aveva detto Harald, stupefatto. “Mi hai salvato nonostante io abbia cercato di rovinarti e adesso sono in debito con te. Ascolta, se mi aiuterai a convincere la gente di Kattegat che Bjorn non è adatto per fare il Re, che è un valoroso guerriero ma che non sa governare e che io sarei molto più degno di lui, io ti nominerò mio braccio destro e nuovo capo delle guardie. I cittadini di Kattegat non mi ascoltano, non si fidano di me, ma sono sicuro che ascolteranno te.”

“Posso tentare, anche se non so se la gente di Kattegat vorrà davvero starmi a sentire” rispose Erik, dopo un istante di riflessione.

“Apprezzerò comunque il tentativo e saprò ricompensarti, Erik” disse Harald con un sogghigno. “Dunque abbiamo un accordo?”

“Abbiamo un accordo” replicò Erik.

Tiago fece appena in tempo a nascondersi prima che i due uomini uscissero dalla casetta. Il cuore gli batteva fortissimo e sembrava volergli uscire dal petto. Ecco che, finalmente, aveva avuto le prove che Aethelred e Ivar gli avevano chiesto ma… ma non era questo che si aspettava! Che doveva fare? Se fosse andato dal Principe Sassone raccontandogli che Harald aveva comprato Erik, sarebbe stato Erik il primo a rimetterci e lui… e lui questo non lo voleva.

Doveva parlare prima con Erik, ecco cosa avrebbe fatto! Avrebbe parlato con lui, gli avrebbe detto che stava sbagliando a tradire Bjorn per mettersi dalla parte di Harald e che non voleva denunciarlo, ma che lo avrebbe fatto se fosse stato costretto. Sì, quella era la cosa giusta da fare: prima di mettere nei guai Erik gli avrebbe dato la possibilità di cambiare idea e di rifiutare le false promesse di Harald.

Presa la sua decisione, Tiago si avviò con determinazione verso la dimora regale. Avrebbe parlato con Erik quella sera stessa, quando tutti si fossero ritirati nelle loro stanze.

Sperava soltanto che l’uomo lo avrebbe ascoltato… in fondo al cuore non voleva proprio essere costretto a denunciarlo a Aethelred e Ivar!

Fine capitolo quarto

 

* Tutto questo è veramente accaduto nella serie TV, anche se, ovviamente, non c’era Tiago e Bjorn era già morto (episodio 6x14 di Vikings).

   
 
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