Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Padme Mercury    27/09/2021    0 recensioni
Una serie di brutali omicidi solletica l'interesse di Sherlock Holmes e del suo amico John Watson. All'apparenza slegati l'uno dall'altro, sono dei biglietti molto particolari che li uniscono sotto il nome di un unico assassino.
I segreti si estendono a tutta la famiglia Holmes: l'entrata in scena della giovane Charlotte cambia gli equilibri dell'appartamento al 221B di Baker Street, forse per sempre.
Sherlock si troverà davanti ad una scelta difficile che aveva sempre cercato di evitare: cuore o cervello? A cosa darà ascolto il detective?
--------
[N/A
La timeline è modificata rispetto alla serie originale. John è sposato con Mary anche se Moriarty è ancora vivo. Reichenbach non è ancora successo. L'età dei personaggi è leggermente modificata, così che Sherlock, John e Mycroft si trovino tutti tra i trentadue e i quarant'anni]
Genere: Mistero, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo due




John rimase per qualche istante a guardare entrambi, incredulo. Quella piccola presentazione era stata totalmente inutile, ora sapeva il suo nome ma ancora non aveva capito come si conoscessero. Spostò il peso da una gamba all'altra, avvicinandosi poi per stringerle la mano, il braccio rigido. Faceva fatica a fidarsi delle persone di cui non riusciva a capire l'indole e il suo istinto di sopravvivenza prendeva il sopravvento.
Ma la stretta della ragazza, sicura eppure rassicurante, lo fece ripensare a tutto. Era la stretta di mano di un Holmes, così familiare per lui ormai. E la sua pelle era così liscia e delicata, non doveva aver mai fatto lavori pesanti in vita sua. Chissà cosa pensava delle sue, ruvide e con qualche piccolo callo dovuto all'uso delle armi e degli attrezzi medici.
 
Si allontanò poi di un paio di passi e indicò la stanza con un gesto delle mani.
 
"Mi dispiace per il disordine. Se avessimo saputo che sarebbe venuta..."
 
Charlotte scosse la testa con un piccolo sorriso.
 
"Nessun problema. So com'è fatto e questo è ancora ordine nella sua mente," ridacchiò, dando un'occhiata veloce al tabellone di Cluedo attaccato di fianco allo specchio, "ma devo ammettere che quella è una novità!"
 
John accennò un sorriso a sua volta, aprendo e chiudendo la mano sinistra più volte. Soppesò le parole che continuavano a girargli in mente e che premevano per uscire. Quella ragazza era particolare e lo incuriosiva, ma ancora di più voleva sapere cosa la legasse a Sherlock Holmes.
 
"Come... come vi conoscete, voi due?" chiese infine, indicandoli entrambi con un gesto del mento.
 
Sherlock sorrise e si spostò di lato. Si sedette sul divano, accavallando le gambe. Indicò la ragazza con entrambe le mani e si strinse appena nelle spalle.
 
"Scoprilo. Provaci. Se a Lotte va bene."
 
Charlotte guardò Holmes per qualche istante, poi spostò lo sguardo su John. Sorrideva in maniera rassicurante, incoraggiando il medico a provare a leggere qualcosa su di lei. Tenne le mani dietro la schiena, sentendosi come se fosse una statua in un museo. John aggrottò le sopracciglia in direzione dell'amico, poi alzò le mani come se si stesse arrendendo. Scosse la testa.
 
"Ah, no! Non ci casco un'altra volta. Non sono io il detective dei due, Sherlock, e-"
 
"Avanti, dottor Watson. Le assicuro che nessuno la prenderà in giro," sorrise, piegando appena la testa di lato. I capelli le solleticarono la spalla, rimanendo a dondolare dolcemente di lato.
 
John si schiarì la gola e guardò da tutt'altra parte. Gli ci volle qualche secondo per tornare a fissare lo sguardo su di lei. La luce che entrava dalla finestra alle sue spalle si rifletteva sui suoi capelli d'oro creando una sorta di alone luminoso attorno al suo corpo. Era bella, molto bella, ma di sicuro era molto giovane. Aveva un rapporto particolarmente intimo con Sherlock, come se si conoscessero da anni ma in maniera diversa rispetto a loro due. Che fosse... no, era impossibile. Lei non era la Donna e non c'era nessuno come lei. Eppure... il modo in cui si guardavano non poteva mentire. John non era bravo a dedurre, a capire tutto da una semplice occhiata, ma era abbastanza sicuro di riconoscere i sentimenti delle persone. Da quello che poteva vedere, i loro cuori sembravano battere all'unisono.
 
"Oh, Dio, ti prego! No!" esclamò Sherlock con una smorfia. Charlotte rise divertita. "È la figlia di Mycroft."
 
Per un istante, il mondo sembrava essersi fermato. John non si sarebbe mai aspettato una rivelazione del genere. Continuava a passare lo sguardo da Sherlock a Charlotte. Non aveva niente degli Holmes. Dall'altezza ai colori, neanche lo sguardo o il modo di parlare. E poi di Mycroft... come era possibile? Si passò una mano sulla nuca, scuotendo piano la testa. Sherlock e Mycroft poi non andavano d'accordo, le cose potevano davvero cambiare per la figlia di uno di loro?
 
"Adottata. Sono stata adottata, dottor Watson. So che se lo stava chiedendo," disse la ragazza usando un tono dolce. Era così diversa dagli altri due, anche se anticipava le sue domande.
 
Eppure non sembrava avesse quella scintilla negli occhi. Quell'aria di essere sempre un passo avanti a tutti, di dimostrare di essere intelligenti. Era più un'intuizione quella che aveva avuto, dettata sicuramente dall'aria smarrita che aveva il medico in quel momento. John accennò un sorriso.
 
"Mi dispiace, io non..." cominciò lui, facendo seguire a quelle parole un sospiro mentre distoglieva lo sguardo. "È che mi sembra strano non averla conosciuta prima."
 
Charlotte alzò un angolo della bocca in un sorriso mesto e si strinse nelle spalle.
 
"Per protezione. Sia papà che lo zio hanno troppe persone che potrebbero usarmi come... 'merce di scambio'," mimò le virgolette con le dita, sistemandosi nuovamente sulla poltrona di pelle nera. John annuì, accettando quella risposta. "A proposito, ho letto degli ultimi casi dal suo blog. Pensavo di incontrare anche sua moglie."
 
"Oh! Mary aveva il turno in ospedale, non ha potuto accompagnarci," sorrise John, accomodandosi a sua volta sull'altra poltrona.
 
"Cosa dici, Lotte, il nostro caro dottore ha mentito?" si intromise il detective, appoggiando gli avambracci sulle ginocchia. Charlotte si strinse nelle spalle, guardando attentamente John.
 
"Non lo so. Forse solo un pochino, magari vuole tenerla al sicuro."
 
"E questo lo hai capito da--"
 
"Semplice buon senso, zio," lo interruppe prontamente. "Se è sua moglie, la ama e non vorrebbe metterla in pericolo. Non serve essere dei geni per capirlo..." borbottò. Sherlock fece una piccola smorfia, a cui John rispose con un sospiro.
 
"Okay, avanti. Dì quello che devi e facciamola finita," commentò il medico, roteando gli occhi.
 
"Si è toccato la fede quando l'hai nominata, guardandola con affetto e un mezzo sorriso. Se gli avessi toccato il polso avresti sentito che era accelerato, quindi sì, vuole tenerla al sicuro. Ma non è tutto. Gli si è contratto per qualche secondo il muscolo della mascella e ha lanciato una veloce occhiata verso di me, credendo non lo avrei notato perché stavo guardando te. Dovresti saperlo, John, che mi accorgo di tutto. Ha esitato a rispondere, probabilmente stava pensando ad una scusa. Ma no, perché mentre eravamo fuori, e anche qui dentro mentre stavamo parlando con te, ha controllato più volte l'orologio per assicurarsi di non stare fuori più a lungo di lei. Quindi lei non sa che lui è qui. Probabilmente le ha chiesto di coprire il suo turno, o lo ha scambiato con uno dei suoi. Ha evitato di parlare di lei sino a quando l'hai nominata e Dio solo sa quanto si stia impegnando a farsi notare. Quindi no, non è solo per proteggerla, ma è anche per paura di essere sostituito perché lei--"
 
"È più brava di me, sì lo so!" esclamò John, facendo una smorfia. Sherlock serrò le labbra, infastidito dall'essere stato interrotto due volte in meno di dieci minuti. "Lo dici sempre. Perché non ti prendi lei come assistente?" sospirò e scosse la testa. "Vado a fare un po' di the, lei ne vuole?" chiese con tono più dolce, rivolgendosi alla ragazza.
 
Lei sorrise e scosse la testa. "No, grazie. Papà mi ha già tempestata di SMS, vuole che lo raggiunga al Diogenes. Holmes o non Holmes, tutti i papà sono uguali quando si tratta di figli." Si alzò a sua volta, rassettandosi la gonna. "Anche se a volte vorrei smettesse di trattarmi come una bambina. Ho diciannove anni e lui mi vede ancora come se ne avessi otto," ridacchiò.
 
John non poté fare a meno di sorridere. Da una parte faceva fatica ad immaginarsi un Mycroft Holmes premuroso ed affettuoso, magari anche protettivo nei confronti di una ragazzina. Chissà se almeno con lei faceva trasparire qualche sentimento o se continuasse imperterrito a recitare la parte dell'uomo di ghiaccio.
Dall'altra non poteva fare a meno di pensare a come si sarebbe comportato lui. Se anche lui avrebbe fatto così. Si immaginava di avere anche lui una figlia, bella come la ragazza che aveva davanti. Una bambina da coccolare e proteggere, da amare più di qualsiasi altra cosa.
 
Rimase lievemente turbato dalla rivelazione della sua età. Era così giovane... Non aveva neanche vent'anni e lui l'aveva trovata immensamente bella. Lui, che di anni ne aveva trentatré ed era sposato, si era lasciato ammaliare, anche se solo per un attimo, da una teenager. Si sentì ricoperto da una coltre di vergogna, ma cercò di convincersi di non aver fatto niente di male. Non era sbagliato apprezzare la bellezza di una persona, e poi in fin dei conti non aveva fatto niente di concreto.
 
La guardò avvicinarsi a Sherlock per salutarlo. Gli mise una mano su una guancia e gli baciò l'altra. Lei sapeva bene che non apprezzava quel tipo di contatto, ma non le importava. Anzi, un po' si divertiva a dargli fastidio, a vedere fino a che punto poteva spingersi prima di toccare il filo rosso. Prima di uscire, però, si fermò vicino a John. Gli toccò l'avambraccio, nel modo esatto che le aveva insegnato suo zio, così che lui non sarebbe stato in grado di dirle di no. Sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori e lo guardò direttamente negli occhi.
 
"Spero di vederla a Natale. Assieme a sua moglie, ovviamente," disse semplicemente.
 
Lui annuì piano e la guardò uscire dalla porta. Rimase forse imbambolato per troppo tempo, perché la voce di Sherlock che chiedeva il the lo riscosse dal suo torpore. Si concesse un sorrisetto.
 
"Hai sorriso," lo prese in giro. Sherlock aggrottò le sopracciglia, guardando l'amico. "Quando ti ha baciato," spiegò, picchiettando un dito sulla propria guancia. "Sherlock Holmes ha un cuore!" rise, entrando in cucina.
 
"Certo che ho un cuore, John. È un organo fondamentale per la vita e tutti gli esseri viventi ne hanno uno."
 
"Non è quello che intendevo, e lo sai bene," replicò John. Si era appoggiato allo stipite della porta con una spalla, le braccia incrociate sul petto. Dietro di lui la teiera borbottava piano sul fuoco, in attesa che l'acqua si mettesse a bollire. "Tu, mio caro Spock, hai un cuore. Ed è appena uscito da questa casa."
 
Sherlock lo guardò in silenzio per qualche istante e John sostenne il suo sguardo. Sapeva di non sbagliarsi, non in quello. Aveva visto come la guardava, come sopportava il suo contatto, aveva sentito il suo tono di voce. E non aveva intenzione di cedere.
Distolsero entrambi gli occhi quando la teiera si mise a fischiare. John gli volse le spalle, entrando in cucina, mentre Holmes prese un giornale sulla cui prima pagina campeggiava la notizia shock di un uomo che aveva una rivelazione shockante sull'alta società. Probabilmente un inserto scandalistico, uno di quelli che sarebbero piaciuti alla signora Hudson.
 
Non alzò lo sguardo nemmeno quando John posò la tazza sul tavolino davanti a lui. Bevvero il loro the in silenzio, uno troppo orgoglioso per ammettere di essere stato scoperto e l'altro troppo buono per infierire.




Spazio autrice

Hello there!
Lo so che questi due primi capitoli non sono niente di speciale, non succede niente eccetera eccetera. Diciamo che erano più una presentazione, ecco! In questo modo avete una prima idea di chi sia Charlotte, come mai conosca così bene Sherlock e perché il nostro consulting detective si comporti in modo così atipico con lei.

La storia prenderà ritmo più avanti, ve lo prometto. Prendetela un po' come i libri di Stephen King (ovviamente di qualità infinitamente inferiore perché, ehi! King è il re e nessuno è come lui): ci mettono sempre un po' ad ingranare con la trama e l'inizio è più character e world building.

Spero comunque che vi sia piaciuto questo capitolo e che la storia di Charlotte vi incuriosisca anche solo un pochino. Come al solito, ringrazio chi legge in silenzio e chi, invece, commenterà. Grazie di cuore, davvero ♡
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Padme Mercury