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Autore: Ivy001    28/09/2021    1 recensioni
Quando la felicità di una famiglia viene distrutta da un evento inaspettato e inspiegabile...qualcuno scompare, la Banda si riunisce
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Nairobi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono trascorse ore da quando la nave dei Dalì ha preso il largo.

Nessuno di loro sa cosa li attenderà da adesso in poi, convinti soltanto che la vita da fuggitivi continuerà in eterno.

Il professore, però, ha nelle mani il loro futuro, una carta vincente che concederà la libertà a tutti.

“Ricordate quando vi ho detto che tra qualche anno, sareste potuti tornare a Perth?”

“Si, e saperlo mi rincuora, visto che i bambini sono nati e cresciuti lì, è quella casa loro” – risponde Rio, riferendosi alla sua famiglia e a quella di Bogotà e Nairobi.

“Antonio Garcia è stato un poliziotto di fama notevole, e mi ha garantito la nostra assoluta salvezza. Però, ha precisato che ci saremmo dovuti allontanare, almeno per un po'. Al momento giusto, la polizia troverà documenti importanti e diventeremo, da ricercati quali siamo da quasi quindici anni, ad alleati dei servizi segreti australiani”

“Che?” – esclama, spiazzato, il saldatore, distogliendo l’attenzione da Sebastian che, assonnato, si è accoccolato al suo petto.

“A tempo debito capirete”

“Credo che sia questo il momento, professore” – interviene Tokyo, vogliosa di saperne di più – “Basta con i segreti, parlate chiaro una volta per tutte. Allora…? Cosa è che dobbiamo sapere?”

Di fronte alla solita mania di Silene di essere al corrente di ogni dettaglio, Sergio decide di spiegarsi - “Teresa Perez era una ricercata da anni e sulla sua cattura vari potenti mondiali si contendevano la vittoria”

“Più ricercata di noi Dalì?” – chiede Rio, spiazzato nello scoprire che esisteva qualcuno maggiormente a rischio rispetto alla Banda.

“Lei era un capo dei loschi affari, di traffici illegali, di denaro sporco, di droga, di cose di cui è meglio non parlare in presenza di minori…” – è ciò che precisa il Marquina, seguito dall’ennesimo tic agli occhiali.

“E quindi, il punto della questione qual è? Mi sto perdendo!” – Helsinki, preso dall’insegnamento di una canzone serba ad Alba e Ginny, non segue il discorso ed interviene senza capire nulla di quanto detto.

“Ecco, concludo…” – puntualizza il capo dei Dalì, quasi a volersi scusare del tergiversare – “Abbiamo aiutato Perth, e lo stato australiano, a catturare la donna più pericolosa del mondo”

“Cazzo! Peccato che abbiamo dato loro un cadavere...” – commenta Denver.

“Non preoccuparti. La presenza di Antonio Garcia e la sua morte lasciano intendere un confronto tra loro, conclusosi nel peggiore dei modi. E anche se un cadavere, quella è Teresa Perez, quindi hanno catturato chi era nei loro obiettivi”

“Ok, e noi, se il discorso è questo, cosa c’entriamo? Cioè, la polizia potrebbe dedurre che è stato Garcia a catturare la Perez. Non noi. Cosa ci scagiona dalla cattiva fama?” – la riflessione di Monica sorge spontanea.

“Giusto, ottima osservazione Stoccolma!” – puntualizza il Prof, aggiungendo – “I documenti di cui vi ho accennato servono proprio a questo!”

“Quindi, ci stai dicendo che abbiamo in mano la libertà?” – l’idea di poter vivere come un tempo, prima di diventare una criminale agli occhi delle istituzioni, accende la speranza di Nairobi, che, alzandosi in piedi, non trattiene la gioia.

“Esattamente” – risponde Sergio, accennando un timido sorriso.

“Ma qui bisogna brindare, cazzo!” – Denver, euforico, non si contiene e si allontana correndo, attirando su di sé gli occhi dei presenti che, nel mentre si abbracciano e si commuovono per l’immensa felicità.

I figli di Bogotà partecipano a quella allegria, sentendosi vicini anche ai Gonzales che intervengono con un applauso per festeggiarli.

“Ecco qui, amici miei! Brindiamo alla nostra libertà!” – Daniel Ramos si unisce nuovamente al gruppo, con in mano una bottiglia di spumante.

“Servono dei bicchieri!” – puntualizza la Gaztambide, adoperandosi nell’immediato, seguita da Hanna ed Ivana.

“E anche un po' di musica” – aggiunge Rio, motivando i presenti a ballare e divertirsi.

“Ci penso io” – alza la mano Axel.

“Sicuro che senza rete internet possa funzionare?” – domanda Raquel al ragazzo, estasiata nel vederlo all’opera.

“Tranquilla, cara Lisbona! Ho una playlist memorizzata” – e così dicendo, il gitano dà il via alla festa.

Tra musica, champagne e allegria, i Dalì abbracciano un imminente futuro, un futuro dai colori brillanti, un futuro di sogni realizzati e di meritata felicità.

********************************

“Ehi, si sono addormentati?” – chiede Bogotà a Nairobi, raggiungendola nella cabina dove sono sistemati alcuni letti e dei sacchi su cui i Dalì avrebbero potuto riposare.

Agata, rimboccando la coperta ad Alba, dà conferma al marito.

“Menomale, pensavo che con tutto quel trambusto, guardando gli zii Denver e Rio ubriachi persi, non avrebbero preso sonno. Invece…”

“Invece sono crollati, tutti e tre. Tu piuttosto? Sarai esausto, è stata una giornata infernale” – precisa la Jimenez, avanzando verso di lui. Si avvinghia al suo collo, giocando con i suoi capelli.

Bogotà le avvolge i fianchi, quasi frenato dal toccarla.

“Che ti prende? Vuoi che sia di nuovo io, come dodici anni fa, a darti il permesso di scendere più giù?” – Nairobi ridacchia, ricordando quel momento, quando trascinò la mano di Bogotà sul suo sedere, permettendogli di godere di qualcosa che lui avrebbe sognato di fare dal primo momento che la vide.

“Credo di conoscere bene il tuo corpo, adesso” – si imbarazza, mostrandosi ancora più innamorato del periodo della loro conoscenza. E con delicatezza, la sua mano si adagia, non sul fondoschiena, ma sul viso della donna.

L’accarezza con una tenerezza tale da far tremare il cuore di Nairobi e ricordarle la forza dei sentimenti che nutre per quell’omone grande e grosso e super sensibile, quei sentimenti che nessuno potrà mai distruggere.

“Mi sei mancato da morire” – gli sussurra – “Perdonami per quanto accaduto”

“Basta, dimentica le scuse e gli ultimi giorni che abbiamo vissuto. Adesso siamo noi due, con i bambini e tutti i nostri figli, non possiamo desiderare di meglio”

“Sicuro che non desideri qualcosa di meglio, in questo momento?” – lo stuzzica la gitana, affondando le sue dita nella folta barba del marito, fissandogli le labbra in attesa di ricevere un bacio da toglierle il fiato.

E Bogotà afferra subito il doppio senso, arrossendo, riconoscendo una forte nostalgia patita per l’assenza di quel modo di fare passionale di sua moglie.

“Sarà la prima cosa che faremo appena avremo una casa tutta nostra…e prega Dio che non avremo i Dalì sotto il nostro stesso tetto!” – ridacchia poi – “Perché ci supplicheranno di smetterla”

La battuta bollente del saldatore spiazza Agata che, però, sorride maliziosa.

Da un attimo di riferimenti agli attimi intimi che li attendono, si passa invece a parole di immensa dolcezza. Ed è la gitana a pronunciarle - “Ti amo” - facendole seguire da un bacio che, se non fosse stato per la circostanza limitata, sarebbe sfociato in altro.

“Anche io, ti amo da impazzire! E ti sposerei cento, mille volte, per ricordarti quanto sei importante per me”

Un discorso talmente romantico, a tratti erotico, che mostra tutti i lati amorosi di una coppia che ha costruito una relazione su basi stabili, vogliosa di un futuro roseo e di una famiglia numerosa e forte, una coppia che, però, con la sparizione di Ginny, con il crollo di ogni certezza, ha perduto la propria stabilità, ritrovandosi solo ad oggi più innamorata che mai.

Mentre Bogotà e Nairobi continuano a coccolarsi e regalarsi amore reciproco, è il sonno disturbato di Ginevra a riportarli alla realtà.

La bambina comincia a muoversi e a urlare parole senza senso.

“Amore, stai calma! Ci siamo noi qui” – le dice la Jimenez, sedendosi di fianco alla piccola.

E il saldatore fa lo stesso, prendendole una mano.

A quel punto è un nome che spiega lo strano sogno.

“Maestra Honey! Hai sentito anche tu? È la causa del suo incubo” – fa notare Agata, avendo udito l’appellativo della sorellastra, ormai morta, ormai parentesi di vita chiuso per sempre.

O meglio, è ciò che si sperava fino a quell’istante.

Improvvisamente, la piccola si sveglia, sudata e con gli occhi spaventati.

La sua fortuna è trovare vicino i genitori che non esitano a stringerla e tranquillizzarla.

“Tesoro, è stato solo un brutto sogno. Va tutto bene” – Bogotà le dà un bacio sulla fronte.

Le danno dell’acqua, l’abbracciano, le mostrano la loro presenza. Questo aiuta Ginevra a superare lo spavento.

“Ho sognato che la maestra Honey mi portava lontano”

“Tu non le volevi bene?” – domanda la gitana, spiazzata che sua figlia, infatti, avesse un incubo con protagonista una persona di cui si fidava.

“Dopo che ho saputo che ha rapito Axel l’ho immaginata diversa. Ho sognato che aveva una pistola… e poi…” – inizia a piangere, accoccolandosi al petto della mamma.

“Sappi che non accadrà niente. La maestra Honey non la vedrai mai più” – e dopo essersi distesa di fianco a sua figlia, Nairobi le canta una ninnananna, così da aiutarla a riaddormentarsi.

E proprio quando sente il respiro di sua figlia, ormai caduta tra le braccia di Morfeo, la falsaria commenta con suo marito circa la morte di Teresa Perez.

“Chissà cosa sarà davvero accaduto tra quei due!”

“Sarà un mistero che non potremmo mai risolvere!”

“L’importante è che sia tutto finito, per sempre” – conclude Nairo, prima di chiudere gli occhi e seguire le orme dei suoi bambini, cedendo al sonno.

Il tutto mentre i festeggiamenti dei Dalì continuarono fino all’ultima goccia dell’ultima bottiglia di champagne custodite nel frigobar.

********************************

Ma cosa è davvero accaduto tra Antonio Garcia e Teresa Perez nei minuti che precedettero la loro morte?

 

FLASHBACK

 

“Come mai hai ordinato ai tuoi uomini di lasciarti sola? Dimmelo, stai tentando di morire?”

“Stai zitto!!!” – ripete più volte la Perez.

“Fino a che punto sei disposta a spingerti pur di vincere? Eh?”

“Adesso basta!” – dice, caricando il grilletto, pronta a lanciare un proiettile verso il nemico numero uno.

“Forza, che aspetti!? Spara…spara ho detto!” – il poliziotto alza le braccia e si pone di fronte al suo cecchino.

Teresa non ha notato l’assenza dei Dalì, fuggiti in quel preciso momento, corsi verso la libertà, verso il the end di una storia da cui credevano di non uscire vittoriosi.

“Ti ho detto di spararmi, sono stanco di questa vita!” – insiste Garcia.

Ma nella testa di Teresa si affollano tanti pensieri, e una scarsa lucidità.

Presa l’arma, cambia direzione di quella pistola, puntandola verso se stessa.

“Cosa cazzo stai facendo?” – Antonio, l’aveva provocata, eppure mai avrebbe scommesso sul fatto che quella pazza si sarebbe autoeliminata. Per di più, non era tra i suoi obiettivi di vita vederla morta; piuttosto mirava a catturarla per farle scontare un ergastolo, come meritava.

“Quello che avrei dovuto fare tempo fa”

Sotto lo sguardo esterrefatto dell’ex poliziotto, si consuma un suicidio che mette un punto a un passato doloroso, e lascia volare via l’anima di una donna che paga così il conto con il dolore, con la sua coscienza, con la gente a cui ha recato male, e con sua figlia, alla cui ha dato la vita, per poi strappargliela ingiustamente.

Scioccato dall’immagine di una Boss così forte e di ghiaccio, piegata alla sofferenza e giunta ad uccidersi, Antonio, con mano tremante, invia un messaggio al Professore, e toglie la pistola dalle mani di quello che è ormai un cadavere.

“Cosa faccio ancora in questo mondo se non ho più ragioni per vivere?”

Né una figlia da vendicare, né una criminale da acciuffare… per di più una gamba inutile, un lavoro inesistente. Gli resta la fama e il successo accumulati negli anni… certo di lasciare un segno nella storia di molti, e felice di aver aiutato i Dalì, punta l’arma contro il suo cuore e saluta il mondo.

Un colpo…

Due colpi…

Corpi a terra, trovati poco dopo dalla polizia che leggono chiaramente l’SMS che Garcia scrisse a Sergio, un contatto numerico di cui ignorano l’esistenza. Un contatto di cui Marquina si è disfatto immediatamente, sapendo la possibile rintracciabilità.

“Grazie di cuore, Antonio!” – è la frase che il Professore rivolge all’amico che ormai sa essere nell’aldilà, quando legge il suo ultimo messaggio.

****************************************

 

Ai Dalì viene concessa una nuova chance di vita, per merito di chi ha perso molto negli anni ma si è guadagnato un posto d’oro in cielo, un posto accanto a sua figlia Anastasia, e un posto nel cuore di gente che lo custodiranno per sempre nei ricordi grazie al sacrificio ultimo che ha garantito loro la libertà.

 

 

 

IL PROSSIMO CAPITOLO SARA’ L’ULTIMO, SONO GIUNTA ORMAI ALLA CHIUSURA DI QUESTA STORIA A CUI MI SONO AFFEZIONATA, FORSE PIU’ DI TANTE ALTRE CHE HO SCRITTO NEGLI ANNI.

BUONA LETTURA, E AL PROSSIMO CAPITOLO 😉 PER I SALUTI FINALI.

BESITOS A TODOS.

 

   
 
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