Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LadyBlack3    02/10/2021    0 recensioni
***STORIA REVISIONATA E CORRETTA***
Due fratelli molto diversi e dai caratteri opposti.
Due fratelli che dopo anni finalmente si rincontrano.
la loro vita cambierà per sempre... o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guerra senza sangue

Erano presenti talmente tanti Dissennatori che la bambina a malapena riusciva a respirare. L’aria era contaminata dall’assenza di speranza e felicità; tutto ciò che percepiva Merope era disperazione e paura; circondata da decine di loro, le sembrava di essere all’interno della prigione di Azkaban.
Avrebbe voluto fuggire a gambe levate, se non fosse che ogni possibile uscita era bloccata. Tremò dalla testa ai piedi e in quel momento ricordò il perché aveva terrore di quegli esseri ripugnanti. Non ne aveva mai visti così tanti in una volta sola… Perché erano così tanti?
Guardò di sfuggita il fratello, il quale non ebbe il tempo di indignarsi per l’entrata scenografica degli ospiti che vide Merope trattenere le lacrime.
<< Stai calma! >> ruggì Lord Voldemort, ma la sorellina non era abituata a una presenza massiccia di Dissennatori.
<< T-Tom… sono troppi…! >> balbettò lei.
Anche volendolo, Voldemort non avrebbe potuto raggiungerla a causa dello scudo di guardie di Azkaban creatosi tra i due. Ciò che avrebbe potuto fare era respirare profondamente e dialogare con tranquillità, in fondo non si sarebbero mai sognati di attaccare la bambina sapendo di avere contro il Signore Oscuro. Pregò soltanto di non dover ricorrere alla magia, perché altrimenti non avrebbe potuto avere modo di proteggerla.
<< Quali sono i nostri accordi? >>
Merope rabbrividì. A parlare era stato un Dissennatore…
La sua voce era più fredda e sottile di quella del fratello, incuteva più orrore ed emanava una vaga fragranza di morte.
Mentre attendeva che la riunione finisse il prima possibile, rimase immobile come una statua nella speranza che nessuno di loro la toccasse. Era certa che molti dei presenti fossero gli stessi che aveva affrontato nel cimitero di Little Hangleton, ora però si sentiva stranamente indifesa nonostante avesse in pugno la bacchetta. Sembrava che con tutti i pensieri positivi di cui si stavano cibando, stessero assorbendo anche la sua forza di contrattaccare.
Cercò di resistere, ma l’aria era pestilente e rarefatta di tristezza.
<< Ho una notizia per voi >> sibilò Riddle, buttando un occhio sulla sorella << I nostri accordi saltano >> rivelò poi, senza giri di parole.
Merope non credeva che sputasse il rospo sin da subito, tuttavia non poté pensare altro che un’agitazione generale scosse il soggiorno di Casa Riddle. La piccola vide i Dissennatori volare infuriati da ogni parte, distruggere ciò che trovavano nella sala, alcuni la sfiorarono e sentì il gelo penetrarle le ossa.
Voldemort li fissò impassibile. Immaginava che non l’avrebbero presa bene.
<< I nostri accordi saltano? >> ripeté roco e maligno il Dissennatore con cui stava parlando << E per quale motivo? >>
<< Non sono molto propenso alla confidenza, lo sapete, no? >> rispose beffardo il Signore Oscuro.
La guardia di Azkaban gli si avvicinò minaccioso, tanto che Voldemort avvertì il suo fiato privo di vita.
<< Per allearci con lei ci siamo ribellati al Ministero. >> soffiò il Dissennatore.
Merope non emise il minimo suono, ma qualcosa le diceva che non sarebbe finita a tarallucci e vino. Era preoccupata per Tom, che senza poteri era completamente inerme.
<< Lo tengo presente >> disse Voldemort con fermezza << Ma ho preso la mia decisione. >>
Un’istante di silenzio seguì i sospiri corti e pesanti dei due. Per qualche motivo il mago pensava di averlo convinto e che, con rassegnazione, sarebbero spariti dalla sua vista, lontani da lui e soprattutto da Merope. Invece il suddetto Dissennatore aveva ancora voglia di discutere, solo che stavolta il suo tono era molto più crudele e spietato di quanto non fosse già.
<< Sua sorella… >>
La bambina ebbe un tuffo al cuore, mentre Voldemort gli scoccava uno sguardo assassino.
<< Cosa c’entra mia sorella?? >>
La creatura infernale voltò il teschio coperto nella sua direzione, e Merope trattenne le lacrime.
<< Al Ministero hanno fissato una taglia su di lei >> rivelò, provocando un moto di shock in entrambi i fratelli.
<< Non ho capito bene… >> Voldemort tentò di mantenere la lucidità che in quel momento risultava ormai precaria.
Il Dissennatore, seppur il volto fosse scurito dal cappuccio, traspariva assoluta soddisfazione: << La sua testa vale diecimila galeoni. Sarebbe così sicuro di sciogliere la sua alleanza con noi se l’alternativa fosse consegnare la mocciosa al Ministero? >>
Voldemort sgranò le palpebre, sgomento. Non sapeva se esserlo di più per aver appena scoperto che Merope fosse ricercata tanto quanto lui, o per il semplice fatto che la vita della sorellina fosse in pericolo per l’ennesima volta.
Merope indietreggiò col terrore negli occhi. Scoppiò a piangere dalla paura e la sensazione di essere spacciata s’impadronì di lei.
Non riuscì a credere che il Ministero le stesse ancora alle calcagna, e pensare che era sicura di aver risolto i suoi malintesi al termine dell’estate, quando finalmente Caramel si era convinto del ritorno di suo fratello! Ma evidentemente aveva sopravvalutato le capacità di raziocinio del ministro della Magia… ora i Dissennatori stavano corrompendo Tom in maniera subdola. Erano consci di come Voldemort, alla nomina della minore, fosse capace di cedere su qualsiasi cosa.
<< State scherzando? Non vi permetterò che le facciate del male! >>
<< Allora le conviene non rifiutare. Senza il suo appoggio saremmo scoperti da entrambi i fronti, e peggio di avere contro il Signore Oscuro è avere contro l’intero Ministero. >> ruggì il Dissennatore << A lei la scelta. >>
Voldemort respirò profondamente, non avendo la minima idea di cosa fare. Maledì la perdita delle sue abilità magiche e guardò con la coda dell’occhio Merope, la quale tremava dalla testa ai piedi e piangeva a dirotto.
Odiava vederla in quello stato; desiderava renderla felice ma al tempo stesso avrebbe voluto che fosse al sicuro, lontana dalle grinfie del Ministero.
Passarono una manciata di minuti, finché Merope non scorse il sospiro sommesso del fratello maggiore.
Capì cosa significava, ma la bambina non era affatto d’accordo. Provò un livore smisurato verso quelle orride creature, capaci di approfittarsi dei sentimenti di un uomo per i propri fini.
Strinse i pugni e digrignò i denti, poi gridò a pieni polmoni: << Non farlo, Tom! Ti sta ricattando, non ascoltarlo! >>
I due si voltarono prima che Merope, piena di rabbia, sollevasse la propria bacchetta: << Expecto…! >> non riuscì a terminare l’incantesimo, poiché un Dissennatore la sorprese alle spalle e le strappò l’arma dalle mani.
<< EHI! QUELLA E’ MIA! >>
La guardia la ignorò e con un gesto secco le spezzò a metà la bacchetta.
Il mondo di Merope crollò a pezzi. Assistette alla scena a rallentatore, trattenendo il fiato e rendendosi conto soltanto allora di quanto fosse prezioso quel bastoncino di legno ereditato dalla madre.
Si sentì una strega incompleta, a metà, intanto che lo sconforto si faceva strada nel suo animo ferito.
Quella era la sua bacchetta, la sua fonte di magia… e loro si erano permessi di portargliela via.
Se prima stava piangendo, ora poteva considerarsi una fontana in mare aperto. Puntò le pupille umide su Tom, che non aveva abbastanza parole per esprimere il suo sdegno.
<< L-la mia… >> Merope esplose di lacrime << La mia… >>
Il Dissennatore intrattenuto col Signore Oscuro all’improvviso pose l’attenzione su di lei e la raggiunse, così Voldemort estrasse d’istinto la sua bacchetta, con l’intento di lanciargli un potente Incantesimo-Senza-Perdono come era abituato a fare, ma poi si ricordò che un Incanto Proibito non avrebbe sortito alcun effetto, inoltre lui aveva perso i poteri.
Preso dalla frustrazione, non poté far altro che correre nella sua direzione e urlare: << STALLE LONTANO! Merope, attenta! >>
La bambina si accorse più tardi del mostro. In un millisecondo rifletté sul come avrebbe potuto contrastarlo e, a mente fredda, iniziò a guardarsi intorno per cercare qualcosa di utile a tale scopo. Poi ebbe un’idea.
Non lontana da lei c’era la spada di Grifondoro, ancora sporca di sangue, poggiata a una delle quattro mura del soggiorno. Fino a quel momento non l’aveva notata.
<< MEROPE! >> fece il fratello.
La bimba balzò all’indietro e afferrò la spada il più velocemente che poteva, pochi attimi prima che il Dissennatore la tirasse a sé.
<< Vieni con noi >> esalò maligno.
<< NON LA TOCCARE! >> urlò imbestialito Lord Voldemort.
<< AAHHHHH! >> Merope impugnò forte la spada e, senza pensarci, sferrò un taglio netto alla testa della creatura, la quale si staccò e divenne polvere.
Il resto del corpo putrido ricadde al suolo e anch’essa s’incenerì, rivelando l’espressione sconvolta di Tom Riddle che aveva assistito alla scena.
La stessa Merope era sotto shock, aveva le palpebre spalancate e le labbra vibravano dall’adrenalina. Non capì subito cosa fosse successo.
<< Sorella… >>
<< Non… chiedermi… nulla… >> disse sconvolta.
Ma la pace era destinata a non durare, o almeno era quello che avevano capito i due fratelli che non ebbero la possibilità neanche di scambiarsi reciproci sguardi, poiché la moltitudine di Dissennatori incominciò ad agitarsi rabbiosa.
<< Tom…! >>
Voldemort la raggiunse e tentò di rassicurarla, ma l’espressione di Merope rifletteva orrore allo stato puro.
<< Cosa diavolo ti è venuto in mente?? >>
<< Mi hanno spezzato la bacchetta! >> si giustificò la piccola, tremante.
<< Per l’amor del cielo! >> bestemmiò il fratello << Avrei risolto la questione per conto mio! Perché devi fare sempre di testa tua! >>
Merope intuì le sue intenzioni dal luccichio dei suoi occhi. L’anima gli si ravvivò all’improvviso, come se qualcosa di profondo lo avesse toccato. Accadeva ogni volta che la sorellina si trovava in pericolo di vita e le sue emozioni in quei momenti diventavano palpabili.
A un certo punto si alzò, la bacchetta in pugno, seppur fosse totalmente inutile.
<< Non puoi affrontarli! >> esclamò Merope.
<< Devo. >> rispose lui.
<< No… è troppo pericoloso per te! >> dopo che Voldemort le lanciò uno sguardo indignato, aggiunse << Non hai più la magia! Lascia che ci pensi io! >>
<< Hai forse deciso di rischiare la morte tutti i giorni?? >> sbottò il Signore Oscuro << Ci tieni davvero tanto a farmi del male! >>
Merope lo fissò stizzita prima di ribattere: << Non dire scemenze, quello che sta rischiando ora qui sei tu! >> poi si rivolse ai Dissennatori << EHI, BRUTTI FANTASMI RAGGRINZITI, PERCHE’ ACCONTENTARVI DI UN FRAMMENTO DI ANIMA QUANDO POTETE AVERNE UNA INTERA? >>
Schiere di guardie incappucciate si riversarono su di lei, ululando di collera.
Voldemort avrebbe voluto strozzarla, ma la bambina gli disse con forza: << Andrà bene, li porterò fuori e li distruggerò. Tu devi stare al sicuro, chiaro? >>
<< Dovrei essere io a dirtelo! >>
Merope non l’ascoltò e volò fuori dalla finestra per attirare i Dissennatori.
Questi la seguirono e in poco tempo Voldemort rimase da solo, completamente paralizzato e con una voglia immensa di imprecare contro la sorella. Stava di nuovo rischiando di finirci secca, per colpa sua e del suo stupido orgoglio.
Voleva unirsi a lei, tuttavia non poteva farlo. La perdita della magia lo aveva reso vulnerabile, gli sembrava di essere un misero e inutile Babbano… ancora una volta non sarebbe stato in grado di proteggerla da dei nemici, stavolta, molto più malvagi e spietati di Silente.
Guardò verso la finestra e rimase inchiodato al suolo non appena vide l’orda di guardie circondare la bambina.
Milioni di pensieri fluirono velocissimi nella sua mente, e nel frattempo cercò di non perdere il controllo di sé stesso. Avvertiva il dovere di aiutarla, non gli importava come, ma quando pensò che tutto fosse perduto e di non avere alternative se non stare ad assistere impotente, i suoi occhi rosso-sangue si spostarono verso il soffitto.
Ebbe un’idea, anche se era molto rischiosa.


<< Fatevi sotto! >> gridò Merope sguainando la spada. Era tremendamente pesante, ma le sue spalle ressero lo sforzo di tagliare in due i corpi mummificati dei Dissennatori.
Nel farlo, sputò adrenalina da tutti i pori. Nonostante la fatica e la paura che la divoravano dall’interno, si sentiva più viva che mai.
Concentrata al massimo, teneva d’occhio ogni singola guardia di Azkaban intorno a lei: aleggiava un’aura minacciosa, e Merope era sicura che tutti avessero come unico obiettivo catturarla e portarla al Ministero, dove non sapeva cosa avrebbero potuto farle…
Un odio viscerale ribollì nelle sue vene. Giurò a sé stessa che per nessun motivo al mondo avrebbe messo piede in quell’edificio. Un’istituzione di corrotti; era diventata sua nemica dal giorno della sua nascita, prima ingaggiando Johnson e Cesar per ucciderla, poi fissando una cifra da capo giro sulla sua testa… si domandò come abbia fatto a non ritrovarsi alle calcagna l’intero personale Auror, perché se le cose stessero davvero così, i dipendenti del Ministero la stavano cercando per tutta la Gran Bretagna.
Un altro colpo e lo scheletro di un altro Dissennatore ricadde al suolo e si polverizzò.
Avrebbe pensato ai suoi dilemmi più tardi, ora doveva cercare di non finire nelle grinfie di quei mostri incappucciati.
Le forze iniziavano ad abbandonarla ma non voleva mollare. Con la spada di Grifondoro tra le mani sarebbe stata invincibile ed era determinata a distruggere tutti i Dissennatori presenti. Non doveva restarne nemmeno mezzo.
A un certo punto spiccò il volo verso sinistra, colta di sorpresa da uno di loro. Era come se ciò che c’era di positivo nel mondo fosse stato spazzato via, come se l’unica emozione che si poteva provare fosse angoscia e dolore. Non era abituata a un’ondata così violenta di negatività, erano davvero troppi e seppur volesse ammazzarli uno ad uno, non era così convinta di farcela.
Se solo avesse avuto la sua bacchetta avrebbe potuto evocare un Patronus e scacciarli all’istante…
<< AHHH! >> strillò non appena una mano fredda e scheletrica le strinse il braccio. Il mostro la tirò a sé e lei, in panico, si divincolò per liberarsi.
In quel momento non riuscì a usare la spada, quindi non poté difendersi mentre il Dissennatore le succhiava avidamente ogni goccia di felicità.
Merope tentò un’altra volta di scappare, ma la sua presa era troppo salda. Si mise a piangere e lo implorò di lasciarla senza nessun risultato, poi uno Schiantesimo lo colpì in pieno dando a Merope il tempo di fuggire.
<< Ma cosa…? >>
<< EHI, MOCCIOSA! >> disse una voce famigliare.
La bimba si voltò e non poté credere ai suoi occhi. Moltissimi Mangiamorte si erano Materializzati lì, non immaginando di trovarsi accerchiati da decine di guardie di Azkaban.
Codaliscia, Selwyn, Macnaire, Goyle, Alecto, Bellatrix… quasi tutti i seguaci di Voldemort erano presenti, e avevano un’espressione che valeva più di mille parole.
<< C-che ci fate qui?? >> urlò allibita, schivando la presa di un altro Dissennatore e raggiungendoli velocemente.
Gli interpellati erano troppo sgomenti per ribattere, ma alla fine Codaliscia rispose.
<< Abbiamo percepito la loro presenza… m-ma perché sono così tanti?? >> chiese terrorizzato.
<< Perché ti stanno attaccando?? >> domandò Selwyn.
<< E perché li stai affrontando da sola?? Dov’è il Signore Oscuro? >> fece Macnaire a occhi spalancati.
Merope avrebbe voluto volentieri rispondere se non fosse che rivelare della condizione attuale del fratello non sarebbe stata una mossa molto delicata.
<< A-ascoltate… dove sia Tom in questo momento non è importante… lui… non può venire >> spiegò tentennante la piccola, intanto che alcuni dei Mangiamorte attaccavano i nemici per rallentare la loro corsa.
Alecto la guardò incredula: << Non può venire?? È andato di nuovo via? >>
<< N-no, lui… è in casa… >> come previsto, gli adulti esibirono facce meravigliate. Purtroppo lei non conosceva la maniera migliore per dirgli la verità, non sapeva proprio cosa inventare per mantenere intatta la dignità del fratello.
Bellatrix, dopo aver colpito un Dissennatore, si girò di scatto ed esordì: << Cioè, è in casa e non ti sta aiutando? >>
<< Ma ci stai prendendo in giro?? >> sbottò Tiger.
Merope sbuffò: << No, vi sto dicendo la verità! >>
<< Quindi manda te a combattere con questi cosi sapendo che puoi restarci secca? Com’è possibile?? >> disse Minus, turbato alla vista delle guardie carcerarie.
Poi Bellatrix intervenne di nuovo, stavolta il suo viso brillava di orrore: << Non gli sarà mica successo qualcosa! >>
Lei deglutì. Detestava ammettere che Bella lo conoscesse bene, tuttavia non poteva negarlo. Perfino lei sapeva che il Signore Oscuro non avrebbe mai lasciato incustodita la sua sorellina ad affrontare quegli esseri abominevoli… si accorse che arrampicarsi sugli specchi non sarebbe bastato per molto.
<< Sentite, io… >> fu interrotta da Selwyn, il quale la fissava come se fosse impazzita.
<< Lord Voldemort aveva stipulato un’alleanza con i Dissennatori! Ci dici cosa sta succedendo?? >>
Merope esplose: << Succede che Voldemort ha sciolto l’alleanza! >>
Una serie di sospiri di sorpresa echeggiarono tra i seguaci, che restarono un attimo interdetti dalla rivelazione.
<< Lord Voldemort… che?? >> sputò Amycus, gli occhi fuori dalle orbite.
Merope annuì.
<< E per quale motivo?! >> insistette Yaxley, che sembrava più arrabbiato che altro.
<< Insomma, basta domande! >> esclamò Merope, disperata << Vi spiegherò tutto dopo, adesso dovete aiutarmi! >>
Fenrir il lupo mannaro le si rivolse con sguardo indignato, mentre scacciava un Dissennatore nelle vicinanze: << Lo stiamo già facendo, se non te ne sei accorta! >>
<< No, no! Intendo con un Patronus! Sapete evocarne uno, vero? >> chiese speranzosa e guardandoli con le palpebre umide di pianto.
Purtroppo le sue aspettative risultarono troppo alte: i Mangiamorte si scambiarono sguardi eloquenti, lasciando intendere alla bambina l’esatto opposto di ciò che avrebbe voluto sentire.
<< Nessuno di voi…? Bellatrix, neanche tu?? >> chiese perfino alla strega che più odiava, ma la risposta fu sempre la stessa.
A quel punto credette di essere spacciata: << Se è uno scherzo non è affatto divertente! >>
<< Non lo è, mocciosa! Ti pare che staremmo qui a lanciare incantesimi a caso se sapessimo evocarlo?? >> sbraitò Macnaire, sotto pressione dall’avanzare veloce dei Dissennatori.
<< È l’unico incantesimo che non sappiamo fare >> aggiunse Selwyn << Non è così semplice, sai? >>
<< Be’, io so evocarlo. >> li informò nervosa, guadagnandosi file di smorfie incredule.
Bellatrix ridacchiò nella sua malsana maniera: << Ahahaha! Tu che evochi un Patronus? Ne hai dette di stronzate, ma questa le batte tutte! >>
Merope desiderò con ardore di sbatterle un tubo di ferro in faccia, ma respirò a fondo e replicò: << E invece è così! >>
<< Persino il Signore Oscuro non è in grado di usare questo tipo di magia, è troppo complessa ed elaborata per una bambina della tua età! >>
<< Allora facci vedere questo tuo fantomatico Patronus! >> la sfidò Greyback con un sorrisetto malevolo, mentre la piccola Riddle avvampava di rabbia.
<< Molto volentieri! Peccato che un Dissennatore bastardo mi ha spezzato la bacchetta! >> esclamò livida.
Tutti sgranarono gli occhi.
<< Cosa?? >>
<< Ah, non ci voleva proprio >> commentò Minus.
Merope sbuffò e sbatté le braccia sui fianchi: << Per questo motivo sto combattendo con una spada, idioti! >> disse, mostrando l’arma.
Ma in quel preciso istante, la Pupilla di Voldemort trattenne il fiato e, di colpo, i colleghi Mangiamorte si voltarono nella sua direzione e si ammutolirono.
Ebbero timore solo a guardarla, perché quando assumeva tale sguardo diabolico non prometteva mai nulla di buono.
<< Che vuoi?? >> fece Merope alla donna, che le rivolgeva un’occhiata fin troppo oltre i suoi standard.
Bella non smise di fissare ossessivamente l’impugnatura della spada, così ricca di pietre preziose che quasi vi si specchiava per quanto fossero lucide: << Dove l’hai presa? >> domandò con voce gelida, da far venire l’orticaria.
Merope non se l’aspettò e d’un tratto il suo cervello si spense.
<< Ti ho chiesto >> incalzò Bellatrix a denti stretti << DOVE L’HAI PRESA? >>
<< È così importante adesso?? >> chiese gridando, con gli altri Mangiamorte che assistevano passivi allo spettacolo.
<< Bella, per favore…! >> la pregò Rod, intento a scacciare via gli esseri incappucciati.
<< Stai zitto! Sì, quella spada era nella mia camera blindata della Gringott! >> sputò Bella, su tutte le furie.
Merope si paralizzò. Cosa avrebbe dovuto dirle, ora? Era stato Silente a prenderla e a portarla con sé, mica poteva sapere che era di proprietà di Bellatrix.
<< E che diavolo è la Gringott?? >> chiese sconvolta.
La strega esibì una terribile risata: << Non fare la finta tonta, brutta marmocchia da strapazzo! Ti sei intrufolata nella banca appena sei tornata in vita e me l’hai sgraffignata! >>
<< E secondo te come avrei potuto farlo?? >> urlò la piccola.
<< Allora perché ce l’hai tu?! >> rincarò la dose.
Merope desistette, il cuore a mille: << N-non posso dirlo… >>
<< Non puoi dirlo, eh?? >>
<< EVITATE DI LITIGARE PER LA MILIARDESIMA VOLTA, PER MERLINO! >> sbottò Yaxley alle prese con i Dissennatori, ma le due ovviamente non l’ascoltarono.
<< Io non ho rubato niente, e questa non è tua! È la spada di Godric Grifondoro! >>
Bella le si avvicinò a passo pericoloso: << Non è nemmeno la tua, bamboccia! >> e detto ciò strattonò la spada dalla sua presa.
Merope cercò di impedirglielo e iniziò un lungo e faticoso tiro alla fune.
<< Maledizione! >> si sfogò Alecto, distraendosi dagli obiettivi principali << Sembrate delle poppanti! >>
<< Ehi, finitela! >> disse Rosier, anche lui abbassando la guardia.
<< Basta, per l’amor di Dio! >>
Le due non vollero saperne di staccarsi, tuttavia presto si sarebbero decise a smettere, ma per ben altre ragioni…
<< ROSIER, ATTENTO! >> urlò terrorizzata Merope appena si girò e scorse la figura di un Dissennatore che aveva varcato le difese e raggiunto lo sfortunato Mangiamorte.
Questi non fece in tempo a voltarsi che il mostro oscuro gli afferrò la testa e lo Baciò. Il tutto in un millesimo di secondo.
La bimba strillò di orrore e si coprì la bocca con le lacrime agli occhi, consapevole di non poter fare più niente per l’uomo ormai privo di un’anima.
<< Merda! >> esclamarono all’unisono gli altri, che presero le rispettive scope e si allontanarono da quel punto << Andatevene da lì! >>
Bella decise di lasciare finalmente la spada, pensando che la sua vita valesse di più di una lama, e spiccò il volo a bordo della scopa, invece Merope rimase dov’era, a dir poco sotto shock.
Il cadavere, se così si poteva definire, giaceva a terra, mentre il Dissennatore assaporava gli ultimi grumi di anima dalla sua bocca.
Un altro morto sulla sua coscienza, un altro che non c’era più per colpa sua…
Sentì una scarica elettrica attraversarle la spina dorsale, e di nuovo una collera smisurata prese possesso del suo corpo.
Non poteva permettere di nuovo una simile tragedia, anche se si trattava dei seguaci di suo fratello!
Quando il resto della schiera partì contro i Mangiamorte, l’assassino si accorse di Merope e avanzò verso di lei.
La bambina lo attese trepidante, e appena fu abbastanza vicino utilizzò ogni grammo di forza per tagliarlo in due con la spada.
Il grido di adrenalina si sentì a metri di distanza, così come il tonfo al suolo dello scheletro in putrefazione.
Non vedeva l’ora di fare la stessa cosa con gli altri. Non stava nella pelle per quanta “non-vita” inutile avrebbe eliminato dalla faccia della Terra.
Udì i Mangiamorte urlare, e quando si girò nella loro direzione vide alcuni di quei mostri divorargli lo spirito. I soli Schiantesimi non erano sufficienti per contrastarli, perciò l’unica alternativa era la fuga.
I sopravvissuti si allontanarono, non smettendo di opporre resistenza, mentre Merope partiva all’attacco con le lacrime agli occhi.
Presa dalla rabbia ne distrusse tre in un colpo. Sorrise soddisfatta, ma sospesa in aria e ansimante, era convinta di non avere più la forza necessaria per usare un’arma così pesante.
Cercò disperatamente la figura di Codaliscia tra i fantasmi neri e l’atmosfera spettrale, e quando lo trovò gli disse: << Minus, facciamo a cambio! >>
L’uomo sussultò un po’ sulla sua scopa: << Cosa?? >>
Merope sapeva che era un grifondoro e, se non lei, era l’unico tra tutti a poter gestire bene la spada. Tuttavia il suo volto trasfigurato di orrore pareva dire il contrario.
<< Ti prego, non ce la faccio! >> lo implorò.
<< Io non mi avvicino! >> balbettò Codaliscia, ricevendo sguardi imbarazzati dai compagni.
<< Sei una femminuccia, Minus! >> esclamò indignato Selwyn << Anzi, le femmine hanno più palle di te! >>
<< Sta’ zitto, vorrei vedere te al mio posto! >>
Yaxley schivò un Dissennatore e rispose rude: << Al tuo posto c’è una bambina di neanche nove anni che sta combattendo creature oscure, e tu sei qui a cacarti sotto! >>
La piccola Riddle, che non poté sopportare oltre un altro battibecco infantile, sbottò a pieni polmoni: << INSOMMA MINUS, CHE RAZZA DI GRIFONDORO SEI?? VIENI AD AIUTARMI! >> sbottò alla fine
Ma Bellatrix la fissò all’improvviso e disse: << Guardati le spalle! >>
Merope non fece in tempo ad obbedire che venne colpita da dietro e la spada le scivolò dalle mani. Precipitò per vari metri prima di toccare il suolo. Il tonfo fu molto forte, quasi come se fosse caduto un macigno, e in quell’istante la bambina pensò al peggio.
Sentì la mano sottile e ossuta del Dissennatore stringersi sul suo polso per trascinarla via, lei però non voleva arrendersi e lo strattonò con tutte le sue energie, senza ottenere risultato. Non avrebbe avuto la possibilità di essere aiutata dagli altri, perché occupati ad affrontare il restante gruppo di guardie. Era in trappola.
Avvolta dall’angoscia e dalla disperazione, cominciò a piangere nell’ennesimo tentativo vano di liberarsi. Il Dissennatore prese a nutrirsi della sua felicità e dei suoi sentimenti positivi. Era talmente sopraffatta e bloccata che non riuscì a reagire. Si disse che forse era giusto così, che doveva andare in quel modo e che morire era il suo destino, quindi smise di piangere e attese che arrivasse il suo momento.
Poi, d’un tratto, la creatura infernale fu centrata da un Incantesimo Respingente. Merope precipitò giù, mezza svenuta, e dopo qualche attimo di trance aprì le palpebre e cercò di rialzarsi.
<< Vuoi una mano? >>
<< Ce la faccio da sola! >> esclamò Merope, prima di bloccarsi all’improvviso.
Quella voce era maledettamente simile a…
Sollevò lo sguardo e in quell’esatto attimo perse il dono della parola, le palpebre sgranate e la bocca intenta a raffigurare un grido silenzioso.
<< Che caratterino >> commentò severo il Tom Riddle del diario.
Ma la bambina non poteva badare al suo tono mentre dentro di sé si concentravano milioni di emozioni insieme.
Davanti a lei c’era davvero suo fratello giovane, o stava sognando? Il bellissimo ragazzo di cui era innamorata anni prima, che considerava il suo eroe, era lì in carne e ossa…?
<< Ho capito, vuoi una mano >> disse con un sorrisetto, vedendola in evidente difficoltà a muovere un solo muscolo.
Quando l’aiutò, la sorellina esibiva la medesima espressione. Era come se il suo cervello si fosse spento.
Tom la squadrò sarcastico per poi ridacchiare, e fu in quel momento che Merope si riprese: << Sei cresciuta parecchio >>
<< S-sei… sei… >> la bimba tremò emozionata e iniziò a piangere.
<< Chi dovrei essere, secondo te? >> fece Riddle quasi offeso << Non mi riconosci? >>
A quel punto, Merope si dimenticò completamente dei Mangiamorte e di avere alle calcagna decine di Dissennatori. Incontrare dopo svariati anni il suo fratellone in forma ancora umana e non serpentesca, e soprattutto fuori da quello stupido diario, non le fece capire più nulla. Si buttò a capofitto su di lui e lo strinse tra le sue braccia, facendolo soffocare.
Sapeva che non amasse gli abbracci, ma non le importava. Forse quella era la sorpresa più bella che avessero mai potuto farle, e nemmeno la presenza delle guardie di Azkaban avrebbe intaccato la sua felicità.
Tom la guardò in disappunto, tuttavia non poteva negare che in fondo anche lui era contento di rivederla. Perciò ricambiò volentieri l’abbraccio.
<< Mi ero dimenticato di quanto fossi appiccicosa >>
<< E io mi ero dimenticata di quanto fossi bello >> disse la piccola al ricordo del suo aspetto nell’aldilà.
<< Perché dici così? >> chiese Tom, facendo il finto tonto.
Merope avrebbe voluto rispondergli ma gli sorse spontanea un’altra domanda: << Come hai fatto a uscire dal diario? >>
<< Magari te lo spiego dopo >> replicò il maggiore, che osservò la situazione tragica intorno a loro << Ora abbiamo un problema più grosso. Cosa ti prende? >> chiese poi alla vista della bambina che lo fissava con gli occhi a cuoricino.
<< Niente… >> disse lei, distogliendo lo sguardo e arrossendo di colpo.
<< Ti ricordo che il matrimonio tra fratelli non è permesso >> aggiunse serio.
Merope, ancora imporporata, lo vide estrarre la bacchetta bianca di Voldemort: << Te l’ha data lui…? Dov’è adesso?? >>
<< Non dovresti preoccuparti. Piuttosto mi dici cosa ti è saltato in testa? Attaccare dei Dissennatori è pericolosissimo per una bambina della tua età. >> la rimproverò pacato.
<< Ma…! >>
<< Chi sono quelli? >> la interruppe Tom.
<< I tuoi Mangiamorte. >> disse Merope, voltandosi in direzione delle urla.
Riddle emise uno strano verso contrariato: << E tu ci stavi parlando? >>
<< Ti sembra questo il momento di fare il fratello iperprotettivo? Oh no…! >> esclamò la sorellina, che assistette al Bacio mortale di altri maghi impotenti << No…! Ti prego Tom, fa’ qualcosa! >>
Lui guardò la scena indifferente e con una nota pietosa dipinta in faccia: << Perché ci tieni tanto? >> le domandò minaccioso.
Merope sbuffò sonoramente: << Dovresti tenerci tu, sono i tuoi seguaci! >>
<< D’accordo, la spada non è sufficiente? >>
<< È troppo pesante, non ce la faccio a reggerla! Thomas… >>
<< Non chiamarmi con quel nome. >> ruggì maligno.
La piccola teneva conto di avere il vecchio Tom davanti, perciò non si stupì alla sua insurrezione: << Serve un Patronus per cacciare via quei mostri! >>
<< Capisco… >> sibilò freddo il maggiore, senza provare un minimo di pietà per i caduti in battaglia che precipitavano al suolo come sacchi vuoti << Ma io non so evocarlo >>
<< Sì che puoi! >>
<< Ehi mocciosa! >> sbottò Bellatrix dalla sua scopa << Stai facendo il riposino? Non vedi che abbiamo bisogno di aiuto?? >> solo allora si accorse del ragazzo intruso, e la prima cosa che notò fu il suo aspetto << Oh, e questo bel giovanotto chi sarebbe? >>
Tom la fissò in malo modo, mentre Merope s’innervosì e non poco.
<< Non ci provare, brutta sgualdrina! >>
<< Cosa sta succedendo qui? >> disse Selwyn, distrutto dalla fatica << Merope, devi venire ad aiutarci, molti nostri compagni sono stati Baciati! Lui chi è? >> chiese riguardo Tom.
<< Ehm… >> Merope non sapeva cosa rispondere, ma visto che il diretto interessato fu preda di un mutismo selettivo, inventò una cavolata << è un nuovo Mangiamorte, mio fratello lo ha assunto poco fa >>
<< Già. >> ringhiò lui a braccia incrociate, squartando Selwyn con lo sguardo per aver osato rivolgere la parola alla sorella.
<< Dimmi che sai evocare un Patronus! >> lo pregò Selwyn.
<< No, mi spiace. >>
<< Non è vero! >> disse Merope che guardava il fratello piena di ammirazione << Sa farlo eccome! >>
Tom respirò a fondo per non alterarsi.
<< Insomma, sa evocarlo o no?? La situazione è critica, non so se mi spiego! >> gridò il Mangiamorte, voltandosi continuamente per paura di finire vittima di un Dissennatore.
Bellatrix in tutto ciò fissava l’ospite con un certo interesse, infatti gli sorrise ed esclamò col suo timbro da psicopatica: << Secondo me è bravo a fare altro, ahahaha! Non è vero, maschione? >>
Tom sollevò le sopracciglia.
<< Sgualdrina tu e tua madre!! >> rispose a tono Merope.
Selwyn, innervosito, s’incazzò così tanto che sarebbe servito un esorcista per farlo riprendere: << TI RICORDO CHE ABBIAMO DEI DISSENNATORI DA DISTRUGGERE! >>
<< Esatto, quindi levati dai piedi! Oh, cavolo… Bellatrix, attenta!! >> esclamò Merope dopo aver intravisto una guardia avvicinarsi veloce alla strega.
Purtroppo però non reagì subito, e la donna si ritrovò nelle sue grinfie ancor prima di rendersene conto.
<< Merda! >> fece Selwyn quando il Dissennatore la Baciò.
Merope non poteva crederci. Bellatrix era stata Baciata… la migliore seguace di suo fratello non aveva più un’anima. Era più che certa che lei sarebbe sopravvissuta, invece adesso vedeva il suo corpo ricadere giù e non rialzarsi.
Qualcosa dentro di lei cambiò nel profondo: odiava quella strega con tutto il suo cuore, allora perché stava provando una sensazione strana nel petto? Non capì il motivo della grande rabbia che ne scaturì, ma si disse che era meglio buttarla fuori piuttosto che reprimerla.
Senza pensarci e senza alcuna difesa, spiccò il volo verso l’assassino.
<< Che fai?? >>
<< Merope! >> si spaventò Tom.
Merope ignorò i lamenti e a denti digrignanti raggiunse il Dissennatore, sferrandogli un potente calcio che gli staccò la testa.
Selwyn e Tom la fissarono impietriti.
<< Ma che…?! >> soffiò il Mangiamorte, sgomento << Si può sapere come diavolo ci sei riuscita?? >>
Per quanto le riguardava, la bambina era più scioccata di loro: << N-non lo so… >>
<< Vieni subito qui! >> la rimproverò il fratello, guadagnandosi il volto stranito del seguace.
<< Chi sei tu, suo padre? >>
<< Di sicuro non lo sei tu >> sogghignò Tom minaccioso, al che Selwyn rabbrividì.
Nel frattempo la bambina tornò indietro, rossa dalla collera: << LI AMMAZZERO’ TUTTI QUESTI SCHIFOSI ESSERI! >>
<< Ragazzi, aiuto! >> il gridò proveniva da Alecto, che con Minus tentava disperatamente di sconfiggere le guardie.
Selwyn allora prese un bel respiro profondo e, gocciolante di sudore, disse alla bambina: << Vado io, voi cercate una soluzione! >>
Appena restarono soli, Merope guardò triste Tom: << Sei l’unica speranza, fratellone! >>
Lui la fissò eloquente: << Non posso fare quello che intendi tu, ma intanto potrei portarti via da qui. >>
<< Cosa ti ha fatto uscire a fare dal diario, l’altra parte di te?? >> sbottò la piccola, scorgendo con la coda dell’occhio il cadavere di Bellatrix.
<< Sorellina, so riconoscere i miei limiti >> disse severo il maggiore << E se devo essere sincero m’importa più di te che di questi buoni a nulla. >>
<< Ti sbagli, sei perfettamente in grado di evocare un Patronus! Voldemort ci è riuscito! >>
Il volto di Tom trasparì un vago stupore, che subito scomparve e fu soppiantato dalla sua solita serietà: << Come può esserci riuscito? Io non ho ricordi felici. >>
Merope scosse il capo, cocciuta: << Sei un bugiardo! Sai benissimo che il tuo ricordo più bello è stato il giorno della mia nascita! >>
Riddle stavolta venne colto da un’ondata d’imbarazzo: << Cosa osi insinuare…? >>
<< Poche storie! >> Merope afferrò la spada di Grifondoro << Ce la farai, ho fiducia in te! >> disse dirigendosi con un sorriso trionfale verso i nemici.
<< E pensi che mi farò dare ordini da una mocciosa grifondoro?? >>
<< Sì! >>
Tom la guardò esterrefatto mentre si allontanava sempre si più da lui. Non si era mai abituato al suo carattere sfacciato…
Il primo istinto fu quello di seguirla. La vide usare un paio di volte la lama senza successo e dei Mangiamorte scacciare via dei Dissennatori alquanto famelici. Ma senza un Patronus tutta la loro fatica sarebbe risultata vana.
<< Rod! >> gridò in lacrime Merope prima che venisse Baciato come la moglie << Minus! >> gridò di nuovo, seppur sfortunatamente non ci fosse nulla da fare nemmeno per lui. Non riuscì a comprendere quante lacrime stesse versando. Dalla rabbia lo infilzò con la spada e il mostro finì disintegrato, tuttavia gli avversari erano ancora in vantaggio numerico.
Tom allora tentò di usare l’Incanto Patronus. La prima volta, la seconda volta, la terza, la quarta… era maledettamente difficile provarci con l’intera schiera di guardie che lo circondava. Si stava già convincendo di rinunciare, quando udì le grida disperate della sorella.
<< TOM! AHHHH! >> le strapparono di mano la spada. Fu bloccata da un Dissennatore e non poteva più usare le braccia. Sentì l’alito di morte che stagnava dalle sue labbra, per poi sbiancare all’istante non appena un altro di loro la puntò minaccioso con la sua stessa spada.
Avevano veramente intenzione di ucciderla. Volevano barattare la sua testa con i soldi offerti dal Ministero…
Non servì a niente l’intervento di Selwyn e Alecto, ormai gli unici rimasti a combattere con lei. I mostri non volevano saperne di mollare l’osso.
<< Sei finita. >> sibilò gelido il Dissennatore all’orecchio di Merope, che scoppiò a piangere terrorizzata.
<< N-non fatelo, vi scongiuro! >>
<< No! >> fece Selwyn, che non riusciva a colpire i nemici abbastanza forte.
La lama affilata arrivò all’altezza del suo petto, e la piccola credette di non avere più alcuna speranza di salvezza, poi d’un tratto…
<< NON TOCCATELA! >> gridò a squarciagola Tom Riddle, in un tono che trapelava un’indignazione e rabbia fuori dal comune. Volò verso di loro, e con la bacchetta in pugno disse: << Expecto Patronum! >>
Una luce bianchissima provocato da un serpente d’argento invase la collina.
In un battibaleno, il Patronus mise alla fuga tutti i Dissennatori presenti, il cielo tornò sereno e Merope finalmente venne liberata.
Tom pareva essersi trasformato in una statua per quanto fosse incredulo: quell’incantesimo era l’unico che non era mai riuscito a padroneggiare, soprattutto dopo la morte di Merope. La consapevolezza che non avrebbe più rivisto né toccato la sorellina lo aveva trascinato in un abisso di inquietudine, inducendolo a credere di non provare alcuna emozione se non odio e indifferenza. Ma ora che ce l’aveva fatta, capì come in realtà lui possedesse dei ricordi felici…
Quando si rese conto che la sorella stava bene l’abbracciò e cercò di tranquillizzarla, mentre il suo serpente strisciava beato da ogni parte.
<< Ce l’hai fatta! >> esclamò entusiasta la piccola << Sei il mio eroe! >>
Tom evitò di guardarla negli occhi visto che aveva iniziato ad arrossire.
<< Ehi! >> Selwyn intervenne visibilmente scosso, e il ragazzo lo squadrò in malo modo. Il Mangiamorte pareva aver attraversato una guerra, ma appena scorse il serpente a mezz’aria rivolse a Tom un’occhiata sospetta: << Tu… il tuo Patronus… >>
<< Che ha che non va? >> chiese sottecchi.
Selwyn fece per parlare ma ci ripensò: << Ehm… nulla… >>
<< Non dirmi che tu e Alecto siete gli unici sopravvissuti! >> lo implorò la bambina, staccandosi dal fratello.
L’uomo puntò Alecto che controllava i cadaveri sotto di loro, e con un volto che traspariva un senso di sconfitta le fece un cenno di assenso.
Vide Goyle, Macnaire, Yaxley, Tiger e molti altri riversi a terra.
Merope si sentì molto male, perché in parte fu anche colpa sua. L’obiettivo dei Dissennatori era lei e i Mangiamorte erano intervenuti per difenderla… come avrebbe reagito Voldemort alla notizia?




   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LadyBlack3