Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: eddiefrancesco    02/10/2021    1 recensioni
Costretta a cercare un impiego come dama di compagnia per mantenersi, Juliana è ormai rassegnata a vivere senza amore, quando le innocenti attenzioni di Nick, un caro amico di infanzia incontrato dopo molti anni ad un ballo, le fanno perdere il lavoro.
Per rimediare, il giovane gli offre un matrimonio di convenienza allorché al ricevimento di nozze uno degli invitati viene assassinato, deve aiutare il marito, principale sospettato, a risolvere il mistero.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Juliana riferì alla sua amica Eleanor dell'incontro con Nicholas dopo tanti anni e di quello che ne era seguito. Eleanor ascoltò attentamente, interrompendola solo una volta per chiederle, incuriosita: «Nicholas... il cugino di Seraphina? Quello di cui mi parlavi sempre?» Al suo cenno di assenso, assume un'espressione pensosa e la invitò a proseguire. Juliana terminò il suo racconto proprio mentre Bartwell entrava con il carrello del tè. «Che donna stupida» commento' Eleanor, versando la bevanda nelle tazze. «Aveva l'opportunità di frequentare il bel mondo e di sistemare sua figlia, e l'ha gettata al vento. Se ti avesse tenuta con sé e ti avesse trattato bene, sua figlia sarebbe stata invitata nelle migliori case di Londra grazie alla tua conoscenza con Lord Barre.» «Lo conosci?» le chiese Juliana. Sapeva che Eleanor frequentava i più esclusivi salotti londinesi e che teneva regolarmente un salotto letterario al quale partecipavano artisti ed esperti d'arte oltre che i membri dell'aristocrazia sensibili agli stimoli culturali. «No, non l'ho mai incontrato. Ho sentito dire che era tornato, ma non mi ero resa conto che si trattasse del tuo Nicholas. Avrei fatto in modo di conoscerlo, se l'avessi saputo.» Sorrise a Juliana. «Ma ora lo farò senz'altro.» «Non sa nemmeno quello che è successo né dove trovarmi. Non posso mandargli un biglietto dicendogli dove sono; suonerebbe troppo audace» le confidò Juliana. Eleanor si strinse nelle spalle. Conosceva anche lei le restrizioni imposte dalla società e, anche se poteva permettersi di burlarsene, sapeva che la posizione dell'amica era più precaria della sua. «Non avere fretta. Penseremo a qualcosa per risolvere anche questo problema.» Juliana scosse il capo. «Non importa. Non posso coltivare la sua amicizia. Una accompagnatrice stipendiata non può permettersi di ricevere visite da un uomo, men che meno se si tratta di uno scapolo. E anche se posso venire a trovare te o Mrs. Simmons nel mio giorno libero, non potrei mai andare da lui.» «Allora rimani con me. Non hai bisogno di trovare un altro impiego. Sai che sei la benvenuta qui. Te l'ho chiesto molte volte. Non ci saranno problemi se Lord Barre vuole venire a farti visita. Sono sicura che riuscirò a trovare il modo per fargli sapere che ti sei trasferita da me. Edmund e io andremo in Italia fra tre settimane; gioverà alla sua salute cagionevole e alla musica. Ma io potrei ritardare un po' la partenza...» le propose Eleanor. «No, non devi farlo per me. Sei molto gentile, ma non posso accettare» replicò Juliana. Era una questione che aveva dibattuto altre volte con l'amica, l'unica su cui si trovavano in disaccordo. Eleanor sorrise. «Tu e il tuo stupido orgoglio! Faresti lo stesso per me se mi trovassi nella tua situazione.» «Se così fosse, sai che proveresti quello che provo io» le rispose con un sorriso. «Non posso vivere della tua carità.» «Allora ti assumero'. Ho bisogno di una dama di compagnia. Molte cose sono più divertenti quando si ha un'amica con cui condividere. Ti pagherò quanto ti dava Mrs. Thrall, così potrai essere indipendente.» «Tu non hai bisogno di una dama di compagnia e lo sappiamo bene entrambe. Sarebbe sempre un atto di carità, aggravato dal fatto che mi pagheresti.» Juliana prese la mano dell'amica e gliela strinse con affetto. Eleanor sorrise. «Non è vero. Anche se ammetto che mi piace riparare alle ingiustizie.» le lanciò un'occhiata ironica e aggiunse: «Tutto quello che voglio è renderti più semplice la vita. Meriti più felicità di quanta tu ne abbia avuta finora.» «Non so che cosa merito. Ma so che ovunque mi conduca il destino, devo farcela da sola. Lo capisci anche tu, vero?» «Certo che lo capisco. Hai sempre avuto un carattere indipendente.» «Devo cercare un altro impiego. E devo essere realistica riguardo a Lord Barre.» Juliana rivolse un mesto sorriso all'amica. «Ci ho riflettuto molto mentre venivo qui. Negli ultimi due giorni ho vissuto in una specie di follia, ma questa situazione è insostenibile. Non posso continuare a vedere Nicholas.» Nicholas salì gli scalini che conducevano alla casa presa in affitto dai Thrall canticchiando fra sé. Aveva aspettato due giorni, che gli erano sembrati interminabili, prima di andare a trovare nuovamente Juliana. Più di una volta aveva pensato che era un'assurdità dover aspettare dei giorni prima di poter vedere la persona con cui desiderava parlare, solo perché era una donna. Tuttavia era ormai abituato a trovare prive di senso le regole della società e non era per il proprio interesse, bensì per quello di Juliana, che le rispettava. Aveva trascorso quei due giorni facendo il tipo di cose che ci si aspettava da un gentiluomo e francamente le aveva trovate noiose. Aveva liquidato la maggior parte dei suoi affari quando aveva deciso di lasciare l'America e accettare il titolo, sapendo che avrebbe dovuto stabilirsi in Inghilterra. Quello che restava delle sue attività era gestito da agenti capaci, in modo che lui non dovesse controllare di persona più di una volta ogni tanto. Il grosso del patrimonio legato al titolo proveniva dalla tenuta di Lychwood Hall ed era affidato a un amministratore, sotto l'occhio attento di Crandall Barre. Nicholas non si era ancora recato nella tenuta di famiglia, cercando di rimandare il più possibile l'incontro con i parenti. Quando busso' alla porta, gli aprì una cameriera, che gli sorrise introducendolo in soggiorno, dove lui chiese di vedere Miss Holcott. Pochi minuti dopo, Mrs. Thrall entrò nella stanza, tutta sorrisi e moine. «Lord Barre! Quale piacere. Clementine sarà qui tra un momento. Sapete come sono le giovani donne. Gradite una tazza di tè?» «Grazie.» Nicholas si rassegno' a vedere Juliana in presenza delle due Thrall. Era una seccatura, ma non voleva metterla nei guai con la sua datrice di lavoro... anche se gli dava un po' fastidio che desse importanza all'opinione di quella donna. Si chiese dove fosse Juliana, probabilmente stava aiutando quell'oca vanitosa della figlia a vestirsi. Mrs. Thrall lo intrattiene con futili chiacchiere per qualche minuto e Nicholas divenne sempre più impaziente. Poi Clementine entrò nella stanza e lui si alzò per salutarla, cercando invano Juliana dietro di lei. «E Miss Holcott?» domandò, mentre Clementine si accomodava sulla poltrona accanto a lui. «Dov'è? Spero che non sia indisposta?» «Oh, no. Temo che dovreste accontentarvi di me e Clementine questo pomeriggio» rispose Mrs. Thrall. «Miss Holcott non è in casa.» «Capisco» replicò, benché non fosse vero. Era una sfortuna essere capitato lì proprio mentre Juliana era fuori per sbrigare qualche commissione. «Tornerà presto?» Domandò, chiedendosi se dovesse fermarsi qualche minuto nella speranza di vederla o se fosse meglio andarsene e tornare un altro giorno. «No, non credo proprio. Gradite dell'altro tè, signore?» «No.» Nicholas stava perdendo la pazienza. «Dov'è Miss Holcott?» Mrs. Thrall si guardò intorno come se fosse in cerca di ispirazione, poi riprese con una certa riluttanza. «Mi spiace, ma Miss Holcott non lavora più qui.» «Chiedo scusa?» Nicholas aggrotto' la fronte. «Volete dire che ha lasciato l'impiego?» «Sì, e così» annuì Mrs. Thrall. «Dov'è andata?» «Temo di non saperlo.» «Non ha lasciato un recapito?» domandò Nicholas, incredulo. «No, non l'ha fatto. Francamente, sono rimasta stupita dal suo comportamento. Non me lo sarei mai aspettato da lei» dichiarò Mrs. Thrall. «Perché se n'è andata?» volle sapere Nicholas, inchiodandola con lo sguardo. La donna si agito' a disagio sulla poltrona. «Ehm... veramente, non ne sono sicura, ma... abbiamo scoperto che rubava. E l'ho mandata via.» Nicholas fissò la donna con i suoi intensi occhi scuri. «Rubare? Juliana? Vi suggerisco di ripensare a quello che avete detto. Se dovessi venire a sapere che avete messo in giro una simile maldicenza, vi riterro' personalmente responsabili.» Clementine arrossi' e strinse le mani umide di sudore. «Come... come osate minacciarci?» mormorò.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: eddiefrancesco