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Autore: Amber    01/09/2009    10 recensioni
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con la terza e ultima parte! No, non è un miraggio, sono proprio io... lo so che è da secoli che non posto e mi dispiace moltissimo, ma questa parte è stata davvero dura da scrivere. Comunque eccomi tornata con altri 29 capitoli pronti per essere pubblicati!! Abbiamo lasciato una situazione abbastanza critica nella seconda parte ricordate? Ebbene, sono passati tre anni, Kagome si è chiusa dentro un guscio di protezione, è diventata fredda e menefreghista continuando però ad andare a scuola e lavorando al pub affiancata da Mikado. Sango e Miroku, in questa parte avrenno un sacco di grattacapi ed enormi problemi... Inuyasha? Beh, lui è di ritorno dall'America... Sposato? Fidanzato? Con una frotta di figli? Tutto da scoprire in quest'ultima parte! Buona lettura a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
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Salve a tutti! Scusate il ritardo ma ho trovato appena il tempo ora... ebbene si, sono sotto esami di riparazioni per il mio pessimo anno scolastico appena passato (ricordate i problemucci che ho avuto? Beh, hanno portato a questo)!

Quindi pregate con me… in tutte le lingue che volete e tutti gli Dei che conoscete perché ne ho davvero, davvero bisogno ç_ç

Ma non ho voglia di parlare di questo, quindi passiamo subito al capitolo! Sono felice che lo scorso sia stato di vostro gradimento e sono certa che questo vi entusiasmerà!! Perché, ebbene si, avete letto bene: la resa dei conti ^^

Non ho tempo di rispondere alle vostre bellissime recensioni, però vi ringrazio di cuore promettendovi che il prossimo non mancherò!

Quindi buona lettura a tutti e ricordate: -2!!!!!!!!

A fine capitolo anticipazioni!!! ^^-

 

***

 

Capitolo 27

       La resa dei conti

 

Kagome si stiracchiò e aprì gli occhi sul soffitto della propria stanza. Ci mise un attimo a ricordare gli avvenimenti della giornata prima e, soprattutto, a ricordarsi che Mikado sarebbe passato a prenderla all’ospedale il giorno dopo per… dimostrarle… che lui era la scelta migliore per lei… testuali parole.

Oltremodo ridicolo.

Accese il cellulare rendendosi conto, controllando l’orario, che di lì a qualche minuto sarebbero iniziate le visite all’ospedale e che, quindi, doveva darsi bellamente una mossa se voleva andarli a trovare.

Chissà se Miroku ricordava ciò che aveva detto il giorno prima in presenza dei suoi. Ne dubitava fortemente. Dopotutto era mezzo addormentato, sotto farmaci e quindi era molto bassa la possibilità che si ricordasse anche solo vagamente gli ultimi avvenimenti.

Maledizione. Aveva mal di testa, e si era appena svegliata!

Si alzò a sedere e avvertì uno strano amaro in bocca, la stessa sensazione orribile che l’aveva presa la mattina prima di scoprire che Kujimawa era tornato in Giappone.

Decise di non badarci e si alzò, vestendosi con una canotta a tinta unita e una paio di jeans buttati dentro l’armadio e uscì dalla camera, dirigendosi in cucina.

La madre era al lavoro mentre dai rumori provenienti dal salotto, le fecero giustamente intuire che il fratellino si stava divertendo con quella macchina infernale chiamata play station.

Accese la macchinetta per il caffè e si mise a scaldare una brioche che mangiò distrattamente guardandosi il telegiornale del mattino. Altri disastri, altre morti, rapimenti… che allegria! Spense il televisore e si preparò il proprio caffè. Non fece neppure in tempo a concludere la propria bevanda, che il campanello suonò ripetutamente. Controllò l’orario e maledì mentalmente il visitatore… ma chi diavolo era quel pazzo che suonava ad un campanello, in estate, alle 9.30 del mattino!?

Sentì Sota sbuffare mentre apriva la porta di casa

-Chi è?-

-Ehi marmocchio, è da anni che non ti vedevo, vedo che finalmente ti sei alzato in altezza! C’è tua sorella? Sono venuto a prenderla-

Kagome a quella voce quasi si strozzò, cominciando a tossire. Si alzò sentendo un silenzio fin troppo pesante nel corridoio e si precipitò accanto al fratello, che non riusciva a schiodare gli occhi dal ragazzo davanti alla porta di casa sua.

Inuyasha indossava una t-shirt con un classico scollo a V, i blue jeans erano tenuti su con una cintura nera e le scarpe da ginnastica ai piedi erano candide come la neve

-Kujimawa! Che ci fai a casa mia a quest’ora del mattino?- domandò irritata

-Oh, buongiorno Kagome! Eccoti, meno male- esclamò il ragazzo giovale sorridendole. Lei lo guardò malissimo, fulminandolo

-Buongiorno? Ma ti rendi conto che ora è razza di celebroleso che non sei altro?!-

-Mamma mia che amore di una ragazza! Ti sei svegliata male? Comunque ti sono venuto a prendere ovviamente- rispose.

Sota passò gli occhi sui due ripetutamente, cercando di capire che cosa stesse succedendo esattamente tra i due. Allora Kohaku aveva ragione, era successo davvero qualche cosa che lui non sapeva! Avevano forse fatto pace? Oh Kami… doveva assolutamente correre il rischio e scoprirlo!

-Prendermi?- domandò confusa la giovane –Per andare dove?-

-A trovare Sango e Miroku, no? Da quel che ho saputo dimettono lei oggi, mentre Miroku rimane qualche giorno in più visto che deve fare ancora alcune analisi- spiegò

-Io pensavo di andare da loro più tardi, nel pomeriggio. Quindi non c’è bisogno che mi accompagni- mentì

-Ma quando tu andrai oggi forse Sango sarà già stata dimessa- costatò candido lui. Kagome lo scrutò poi sbuffò truce

-Oh, che scocciatore. Ho capito, adesso vengo calcolatore che non sei altro!- esclamò –Posso finire il mio caffè o vuoi che te ne offri uno?- chiese ironica

-Beh, non l’ho ancora preso quindi lo accetto volentieri- rispose.

Sota scosse il capo senza parole e si dileguò. Quei due erano dei veri idioti.

Kagome aprì la bocca per ribattere ma la richiuse, socchiudendo gli occhi, scrutandolo. Scosse il capo sospirando e gli chiuse la porta in faccia tornando in cucina.

Roba da matti e c’era anche chi osava dirle che LEI non aveva il senso dell’umorismo… C’era davvero qualche cosa che non andava!

Concluse la sua colazione in tutta calma, forse mettendoci anche più tempo di quanto ci volesse realmente, e andò a salutare il fratello, concentrato su una corsa di macchine, dicendogli di avvertire la madre, pregandolo di evitare il nome dell’accompagnatore.

Appena ebbe dato la sua parola alla sorella che si richiuse la porta di casa alle sue spalle, Sota fermò il gioco, lasciandolo a lampeggiare pigramente per  poi correre in camera della sorella iniziando una fruttuosa ricerca, mettendo così in pratica il consiglio dell’amico Kohaku.

Kagome salì sull’auto dove Inuyasha l’attendeva e partirono alla volta dell’ospedale, nessuno dei due disse una parole finché la ragazza non ruppe l’imbarazzante silenzio creatosi

-Secondo te Miroku si è svegliato?-

-Penso di si- rispose il ragazzo concentrato sulla giuda –Come mai?- chiese corrugando le sopracciglia

-Pensavo a quello che ha detto ieri-

-Non saprei, però di certo Sango gli avrà rinfrescato la memoria- asserì

-Credo di si- concordò la giovane. Il ragazzo la guardò di sottecchi

-Sei in ansia per loro?-

-No, è solo che ho una brutta sensazione- confessò Kagome.

 

Kyoko posò sul tavolino, a ridosso del muro di fianco alla porta, il diario della figlia che serrò le labbra in una linea sottile. La donna rimase immobile, continuando a guardare l’oggetto del suo interesse, Clarissa, la madre adottiva di Miroku, si fece lentamente da parte, andando a sedersi sull’unica sedia presente nella stanza, spettatrice di un importante avvenimento per la loro famiglia

-Non avevi il diritto di leggere il mio diario- sussurrò la giovane, ma l’occhiata della madre la fece desistere all’istante dal proferire altro

-Taci Sango, abbi almeno la decenza di tacere- disse Kyoko alzando gli occhi a guardarla –Quando ho trovato questo… coso…- cominciò indicando, con un breve cenno del capo, il diario in questione -…ho pregato con tutta me stessa che le mie fossero solo… pazzie, come erano state definite… invece è ancora peggio di ciò che già pensavo- concluse glaciale fissando i due figli intensamente –Tre anni-

Clarissa posò la sua attenzione sui due giovani, immobili ai loro posti, che fronteggiavano sicuri la donna. Non avrebbe mai immaginato che la loro storia durasse da così tanto tempo, erano stati proprio bravi, non c’era che dire, erano riusciti a tenere tutti all’oscuro senza destare il benché minimo sospetto, nessuno si era mai accorto di nulla, avevano progettato tutto alla perfezione, finché non si erano lasciati prendere troppo la mano.

Sango si mise davanti a Miroku, in modo tale che la madre non potesse avere un contatto visivo con il ragazzo, come a proteggerlo da lei, mentre il giovane accettava quella tacita protezione rimanendo immobile, seduto sul proprio letto, attendendo l’inevitabile

-Voi due siete fratelli di sangue! Siete i miei figli… ma Sango, tu che sei vissuta nella mia casa, che ti ho vista crescere insegnandoti come andava il mondo… pensavo di averti insegnato anche cosa fosse la morale!-

-Mamma, se hai letto quel diario…-

-Si, l’ho letto, certo che l’ho letto…- disse –Non ho fatto altro tutta la notte, rileggendolo fino allo sfinimento, fino a saperlo ormai a memoria…-

-Se l’hai letto…- continuò la giovane senza badare all’interruzione -…allora saprai che è iniziato tutto molto, molto tempo fa e…-

-Si, e so anche che allora lo avevi allontanato giustamente! Perché sei ritornata su quell’importante decisione? Ti rendi conto della stupidaggine che hai fatto?! Miroku non sapeva nulla e così sarebbe dovuto continuare a essere finché non vi avessi presentato come fratello e sorella, perché è quello che siete! Sarebbe stato tutto diverso se tu ti fossi comportata da persona matura! Come avrei potuto immaginare la sciagura che si era già abbattuta sulla nostra famiglia?- domandò ormai urlando. Sango strinse i pugni, offesa e arrabbiata per la cocciutaggine della madre

-Nulla mamma! Non sarebbe cambiato niente! Che lo avessimo saputo o meno noi ci saremmo amati comunque!- esclamò

-Kyoko…- Il ragazzo scostò l’amata da davanti a se, in modo tale da incontrare gli occhi della donna -… madre…- Clarissa posò la propria attenzione sul figlio –Io amo Sango- confessò –Non so cosa ci sia scritto su quel quadernino… ma ogni cosa su me e Sango posso immaginare che sia vera-

-Tu… voi…- Rossa di indignazione, Kyoko li guardò furiosamente stringendo i pugni fino a che le nocche sbiancarono. La voce vibrò, piena di collera –Mi opporrò a questo con tutte le mie forze! Farò tutto ciò che potrò per separarvi da questo sentimento immorale! Chiaro!? Non pensate alle vostre famiglie? Non ci siete solo voi ma anche gli altri! Non pensate a me? A vostro padre? A Kohaku? Non potete farci questo! Ripagare tutto ciò che vi abbiamo dato nella vita con questa… cosa…-

-Noi non stiamo facendo proprio niente a nessuno! Questa è una cosa nostra, mia e di Miroku! Voi non centrate nulla! Non ce ne facciamo niente del vostro permesso o meno perché tanto è già stato tutto deciso tra noi due!- esclamò Sango. Chiuse gli occhi tentando di trovare la calma –Mamma, io non voglio litigare, non voglio neppure separarmi da voi, siete la mia famiglia dopotutto….-

-Allora…- Un lampo di speranza illuminò gli occhi della donna

-Ma lo farò se sarò costretta a separarmi da Miroku- disse aprendo gli occhi guardando quelli della donna –Io lo amo… lo amo è chiaro!? Noi ci amiamo e non sarai tu, ne nessun altro a separarci!!- gridò.

Kyoko guardò entrambi e scosse il capo scioccata, trovò gli occhi di Clarissa e balbettò in cerca di aiuto

-Non senti le pazzie che farneticano? Come puoi non avere detto ancora niente? Non sei minimamente scioccata?-

-Certo che lo sono Kyoko. Ma, purtroppo, come hai potuto sentire con le tue orecchie, se non lo accetti loro fuggiranno di casa, ci ripudieranno come genitori se non accettiamo le loro decisioni- rispose –Non vedo molte alternative-

-Non possiamo accettarlo!- esclamò la donna buttando Il diario a terra con un tonfo –Sono fratelli di sangue! Sango, sai questo che significa? Niente matrimonio, niente figli, niente di niente!-

Miroku guardò la giovane accanto a se. Non avevano mai affrontato quell’argomento… sapeva che quelli erano i suoi desideri, ma non avrebbe mai immaginato che Kyoko avrebbe toccato una questione tanto delicata. Avrebbe voluto parlarne prima con Sango, mettere in chiaro le cose… Dei figli non ne avrebbero mai potuti avere… la paura di avere figli malformati, con problemi genetici era troppo elevata… però…

-Per il matrimonio non è un problema- disse lui. Sango lo guardò sgranando gli occhi leggermente lucidi confusa

-Cosa dici?- mormorò

-Io e Sango abbiamo due cognomi differenti, se lo volessimo potremmo sposarci senza problemi- spiegò

-Piuttosto che vedervi sposati cambio il cognome di entrambi!-

-Perché vuoi ostacolarci in questo modo?- sbottò il ragazzo –Ma non capisci? Le cose per quanto tu urli non cambieranno mai! Anzi, più ti ostini e più rischi che ci allontaniamo da te!- esclamò

-Stai negando a Sango la possibilità di diventare ciò che fin da piccola desiderava essere: una madre!- esclamò –Se davvero… l’ami…- aggiunse rabbrividendo –…dovresti pensare alla sua felicità e non alla tua egoisticamente!-

-Questo non è vero!- la interruppe Sango infiammandosi –Se Miroku non è con me, nemmeno tutti i figli che potrei mai avere riuscirebbero a colmare il vuoto che lascerebbe lui! No, ci ho già provato e abbiamo sofferto fin troppo, non ci siamo mai riusciti! Chiaro!? Non provare minimamente a metterti sulla nostra strada!- urlò

-Ma che cos’è questo fracasso? Siamo in un ospedale e Miroku dovrebbe riposare in teoria. Un po’ di rispetto!- Il padre di Miroku entrò richiudendosi la porta alle spalle, sbuffò incrociando le braccia al petto –Ci manca solo che venga l’infermiera a dirvi di abbassare il tono…- borbottò. Clarissa gli si avvicinò

-Cos’ha detto il dottore?- domandò

-Sango va a casa tra poche ore, come ci era già stato detto in precedenza, mentre Miroku deve rimanere qua fino a domani sera- spiegò –Altre analisi… chissà cosa c’è da analizzare poi… le cellule che compongono il gesso?- domandò ironico. Alzò gli occhi verso il gruppetto immobile arcuò il sopracciglio –Beh? Che vi prende a tutti quanti? Quel quadernino lì per terra cos’è?- domandò. Kyoko si voltò verso di lui

-I miei sospetti si sono rivelati fondati caro mio-

-Quali sospetti?-

-Quei due…-

-Papà?- La voce di Miroku interruppe la donna che si voltò a guardarlo scettica

-Che ti prende Miroku? Vuoi evitare l’inevitabile?- domandò.

Sango scosse il capo per il ragazzo. Non avevano bisogno di parlarsi, ne di guardarsi per capire tutto l’uno dell’altro… il tono di Miroku diceva già ogni cosa

-No mamma, tu non hai capito niente- disse

-Come osi?!-

-Dici di essere nostra madre…- iniziò Sango guardandola delusa. In quel momento Mito, seguito da un affannato Kohaku entrarono nella stanza, lasciando la porta aperta. Al ragazzino venne quasi un colpo quando vide il diario della sorella sul pavimento, che si affrettò a raccogliere, e non poté non notare l’aria tesa che si era creata tra i suoi famigliari –…ma tu di me, di Miroku e forse nemmeno di Kohaku… tu non sai niente di noi- concluse

-Ma cosa dici? Sono tua madre te ne sei forse dimenticata? Come ti permetti?-

-Solo biologicamente! In realtà non sai niente dei miei sogni, delle mie amicizie… anche le cose più banali non conosci di me! Se ti chiedessi il mio colore preferito… non sai nemmeno quando sono felice o triste!-

-Questo non è vero! Ora sei ingiusta con me!-

-Ora quella ingiusta tra le due sono io? Sei tu quella che ora mi sta ostacolando in tutti i modi possibili!-

-Perché stai facendo un errore colossale Sango!-

-Ma si può sapere che cosa state dicendo?- intervenne l’uomo senza capire la situazione, alternando lo sguardo tra la moglie, la sua ex e i due figli

-Papà- Miroku prese la mano di Sango stringendola e si sentì infondere di coraggio quando avvertì la presa salda della giovane –Io e Sango siamo innamorati- confessò. L’uomo corrugò le sopracciglia

-Nel senso… che siete fidanzati entrambi con qualcuno?- domandò confuso

-Nel senso che sono innamorati l’uno dell’altra!- esclamò Kyoko incapace di trattenersi oltre –In quel diario c’è tutto!-

-Non diciamo fesserie per piacere- l’interruppe l’uomo –Miroku presto dovrà sposarsi, figurati se va a stare con sua sorella-

-In non mi sposo papà, non voglio farlo per interesse con una ragazza che hai scelto tu senza averla mai vista-

-La sto facendo scegliere a te, ti sta andando anche bene non credi?-

-Bene!? Non voglio sposarmi per il bene dell’azienda o perché fa comodo a te!-

-Miroku, piantala con queste stupidaggini lo scherzo è durato fin troppo- intimò serio

-Scherzo?- mormorò assottigliando gli occhi –Ma come osi papà? Questo non è affatto uno scherzo!- esclamò –Io e Sango stiamo…-

-Voi cosa? Non scherzare con il fuoco giovanotto! Tu sei sempre e comunque l’erede della famiglia Kazana, ricordalo! La mia famiglia! Non ti permetto di rovinarla, di infangare il suo nome solo perché vuoi “trasgredire” a un mio ordine. Tu ti sposerai con chi dico io, starai con chi dico io, frequenterai chi dico io e non ammetterò altre fantasticherie-

Miroku scosse il capo davanti alla cocciutaggine del padre. Non c’era altro da fare dunque?

-Io non sto trasgredendo niente… ma se la pensi così allora non posso più stare nella tua casa-

-Miroku!!- esclamò scioccata Clarissa

-Mi dispiace mamma. Non vorrei ma se papà non accetta questo io…-

-Arriveresti a tanto?- domandò Kyoko

-Se costretto si- confessò. Sango gli strinse forte la mano, infondendogli sicurezza

-Miroku, non dire cose affrettate ti prego- mormorò la bionda sofferente

-Non è affrettato- la corresse –E’ da molto che ci penso. Prima o poi la nostra relazione sarebbe venuta fuori, era solo questione di tempo… per questo è da molto tempo ormai che vaglio le varie soluzioni-

-E dove vorresti andare? Cosa farai? Come vivrai? È una pazzia ancora maggiore Miroku. In realtà se solo un bambino viziato- lo freddò il padre –Non sai nulla della vita vera-

-Imparerò, andrò da Inuyasha, mi troverò un lavoro e…-

-Lo dici come se fosse tutto facile-

-No, non lo sarà, ma mi impegnerò affinché io possa essere indipendente, poi avrò Sango… e tu, papà, sarai senza erede. Sono in vantaggio io non pensi?-

Mito decise di intervenire, quel gioco si era prolungato troppo oltre. Posò una mano sul braccio della moglie scuotendo il capo

-Kyoko, so quanto ami nostra figlia e so che vuoi solo la sua felicità, ma facendo così la allontani da noi, dalla sua famiglia. Come vedi non cambieranno idea e hanno già pensato ad una soluzione alternativa se tu li rifiuti… accettalo e lasciali vivere come meglio credono-

-Come puoi dirlo?- domandò la donna senza parole

-Se ora voi li allontanate con la forza, costringete Miroku al matrimonio con un'altra ragazza e non permettete loro di stare insieme, vi odieranno finché avrete vita… è questo ciò che volete realmente?- domandò

-Tesoro ti prego, ascoltalo- mormorò Clarissa per dargli man forte –Non voglio separarmi da Miroku… non voglio che la nostra armonia famigliare venga rovinata- disse.

L’uomo la guardò, poi posò gli occhi sul figlio e Sango. Rimase in silenzio per attimi che parvero una eternità finché sospirò sconfitto

-E va bene- concesse. Sango lo guardò sorpresa

-Davvero?- mormorò

-Non faccio i salti di gioia ma non posso fare altro- La giovane sorrise radiosa poi guardò la madre e smorzò subito il suo entusiasmo

-Mamma?-

-No, io non…- balbettò

-Kyoko, non abbiamo scelta, capisci?- la interruppe l’uomo

-Ti prego mamma…-

La donna chiuse gli occhi un momento poi rilassò le spalle

-Fate come vi pare- annuì vinta.

Kohaku sorrise e si appoggiò al muro tirando un sospiro di sollievo, Mito annuì compiaciuto mentre Clarissa strinse l’occhio al figlio che annuì

-Grazie- sussurrò mentre Sango andava ad abbracciare la madre che corrispose

-Grazie mamma, grazie, grazie, grazie…-

 

Kagome e Inuyasha, dietro la porta, sorrisero

-Siamo stati in prima diretta, non c’è che dire- disse lei –Fortuna che alla fine è andato tutto bene-

-Bene? Ad un certo punto credevo si saltassero alla gola a vicenda!- esclamò il ragazzo lanciando un occhiata alla stanza 9

-Che facciamo?- domandò Kagome –Entriamo o torniamo dopo?-

-Facciamo un giro e torniamo tra una mezzora… sarebbe davvero crudele interrompere l’atmosfera famigliare-

-Si, credo proprio tu abbia ragione- concordò la giovane

-Quale onore! Mi hai dato ragione-

-Se non vuoi che ritiri tutto taci- sbottò lei velenosa incamminandosi verso l’uscita

-Mamma mia che caratteraccio!-

I due si allontanarono, lasciando immutata quell’intimità che aveva unito completamente le due famiglie.

 

Quando una mezzora dopo i due ragazzi tornarono, trovarono la stanza vuota ad eccezione dell’infermo, di Sango, Rin e Koga che li salutarono allegramente

-Non sapete cos’è appena successo!!- esclamò Rin avvicinandosi –Miroku ci stava giusto raccontando e… cavoli sono felicissima!!- esclamò saltellando per la stanza. Sango scoppiò a ridere

-Effettivamente sembra che ci siamo persi un vero e proprio evento- commentò Koga. Kagome e Inuyasha si fissarono e sorrisero stringendosi nelle spalle

-Davvero? Dai, che è successo di così emozionante?- domandò Kagome sedendosi accanto a Sango.

La giovane la strinse forte a se ricominciando a raccontare ai due amici l’emozionante avvenimento avvenuto solo una mezzora prima, gesticolando felice e lanciando ogni due secondi un’occhiata felice all’ormai annunciato suo ragazzo.

 

***

 

Ohhhh finalmente vero?? Felicitàà!! Coppia fratelli sistemata! Soddisfatti? xD

Come promessa ecco un’anticipazione per non lasciarvi totalmente a bocca asciutta ^^

 

[…]

Il ragazzo scosse il capo e si piegò in avanti a baciarla.

Lei si immobilizzò al contatto, strinse forte gli occhi rilassandosi leggermente contro di lui ma poi tornò rigida, divincolandosi finché non riuscì a staccarsi il ragazzo di dosso con un poderoso schiaffo che risuonò per la casa vuota. Fece qualche passo indietro mentre il rossore sulla guancia del giovane andava via via formandosi, coperto subito dopo dalla mano del giovane che la guardava sofferente, impotente, immobile sul posto

-Kagome…-

[…]

 

Oswari ^____________^

Amber

 

Ps. Ci siete rimasti di sasso eh?

  
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