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Autore: MusicAddicted    07/10/2021    2 recensioni
Missing Moment/anticipazione da 'Incontri TenTENNANTi'
Peter Carlisle e Alec Hardy vorrebbero un momento solo per loro... ma con degli amici così impiccioni non sarà affatto facile trovarlo!
Questa one shot partecipa al Fluttober 2021. Prompt 7: Meddling Friends
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Doctor - 10
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fluff's never enough'
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Prima di inizare a leggere:
Se non avete già familiarizzato con questa storia delirante
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3906327&i=1  che sto scrivendo con la mia socia Loki https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=115214
, vi invito a cliccare sulla X per uscire dalla pagina, perchè di questa shottina delirante ci capireste davvero poco o nulla ^^'

Se invece avete già preso confidenza con quel pazzo mondo e i suoi personaggi ancora più pazzoidi , siete le/i benvenute/i  e potreste trovare delle nuove aggiunte e dei nuovi sviluppi (non manca molto perché ci arriviamo anche nella long a questo punto, ma intanto lo potevate intuire che era nell'aria ;P )

Disclaimer: David Tennant e i suoi stra meravigliosi personaggi appartengono solo a lui (a Georgia <3 ) e agli sceneggiatori/registi ecc di ogni fandom affrontato

Se avete voglia di Fluff, soprattuto made in DIL (Detectives in Love, nome della ship decisa con Loki <3 <3 ), questo è il posto giusto ;)



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A (not so findable) moment just for us

 

Peter Carlisle, ribattezzato ormai Singy, mai si sarebbe aspettato avvenimenti così incredibili e straordinari nella sua vita.

Se qualcuno gli avesse predetto che un giorno degli individui, con la faccia così inquietantemente uguale alla sua, l'avessero rapito con l’inganno, Peter gli avrebbe riso in faccia.

 

Ancor di più se gli avessero detto che poi con ognuno di questi individui strambi avrebbe finito per farci amicizia, per non parlare della straordinaria astronave, super tecnologica, che li ospita.

La stessa astronave che poi li ha portati a conoscere quell’attore che in un certo senso ha dato vita a tutti loro.

 

Se qualcuno avesse detto a Peter che un giorno si sarebbe preso una gran cotta per un suo collega non si sarebbe nemmeno stupito più di tanto.
Ma che l’oggetto delle sue attenzioni oltre alla sua stessa professione in comune avesse anche i suoi stessi lineamenti, solo un po’ più avanti con l’età… beh, questo Peter non lo avrebbe mai potuto immaginare, nemmeno nelle sue più fervide fantasie.

 

Eppure è accaduto, Alec è entrato nella sua vita, grazie a un abile stratagemma messo in atto da quelli che ormai considera i suoi amici.
Peter è stato attratto da lui fin da subito, ancora prima di conoscerlo, quando lo ha visto ricoprire il suo ruolo, a comando della sua squadra.
Lui nemmeno ce l’ha una squadra, ha solo un giovane assistente verso il quale si sente quasi un padre, forse per questo vede Alec come un modello da seguire, una versione migliore di se stesso che vorrebbe diventare.

Forse solo un po’ più burbera. Okay, no: molto più burbera.

Eppure Peter è convinto di aver fatto breccia nel cuore messo a dura prova del più grande e che sotto la sua spigolosa apparenza si nasconda una persona piacevole da scoprire.
Molto piacevole.


Il suo cuore ha già cantato per lui e sa che Alec non gli è rimasto indifferente.
Così come non gli è rimasto indifferente durante quella giornata trascorsa insieme a SweeTown.
Come non gli è rimasto indifferente durante il suo balletto sul tetto.
Tecnicamente Alec gli si è solo rivolto in modo piuttosto brusco per rimproverarlo, ma Peter ha colto anche un sottomessaggio e quel sottomessaggio lo manda in brodo di giuggiole.
Non gli è nemmeno sfuggito il modo in cui Alec lo ha guardato ballare.

È tutto questo insieme di considerazioni e ricordi a svegliare Peter quella mattina, dandogli non solo tanta voglia di iniziare la giornata, ma soprattutto di passare quanto più tempo possibile con Alec, cercando magari di testare un po’ di più il terreno con lui, capire se possono esserci più cose in comune, al di là della professione che svolgono.

A casa di David e sua moglie Georgia era un continuo susseguirsi di cose nuove da scoprire, persone nuove da incontrare ed eventi vari, quindi passare dei momenti soltanto fra loro due è stato per lo più impossibile

Sente bussare alla sua porta.

-Oohh,  forse il mio adorabile brontolone  ha la mia stessa voglia di passare più tempo insieme .- sorride fra sé e sé, andando ad aprire.

Peccato che le sue aspettative vengano deluse.

Quello davanti a lui non ha nemmeno il suo stesso volto.

“Mio buon amico, non vedi anche tu l’ora di testare i nostri due regali insieme?” lo accoglie festoso Aziraphale, agitandogli davanti il suo regalo, ossia un fornetto multipiastra molto speciale, in grado di affrontare qualsiasi tipo di cottura, il pendant perfetto per Singy e il suo ricettario con tutte le prelibatezze più tipiche di ogni universo.

 

“Beh, sì, ma ci sarà tempo per provare qualcosa..” cerca di farlo desistere il giovane detective.

 

“Già, angelo, ha ragione lui, puoi fare cose più interessanti, con me!” si imbroncia Crowley, che raramente si separa da lui. “Ma poi perché Paradiso lo chiami ‘mio buon amico’ se lo conosci da ieri? Letteralmente!”
 

“Ieri è un po’ esagerato… siete qui con noi da almeno tre giorni, che poi il soggiorno da David e Georgia sia durato un’eternità è solo un’impressione, la TARDIS è brava a far perdere la concezione del tempo!” spiega loro Peter, sorridendo.
 

“In effetti sì, siamo ancora un po’ confusi, ma è una confusione bella!” approva l’angelo, prima di rivolgersi al suo amato. “Ad ogni modo, l’ho chiamato così perché c’è un demone di mia conoscenza che darebbe in escandescenze se mi sentisse chiamarlo ‘mio caro’,” si giustifica Aziraphale.
 

“Chi è quessssto demone che frequenti? Perché non ne ssssso niente?” sibila indispettito Crowley, prima che la consapevolezza lo colga. “Oh, asssspetta, sssono io!” sibila, ma stavolta di soddisfazione, sorridendo pure.

“E poi comunque non vedo perchè non potremmo diventare buoni amici, abbiamo tanto in comune!” sorride affabile l’angelo all’umano.

“Sono già un ottimo amico di un’astronave meravigliosa, non vedo perchè non possa diventarlo di un angelo,” gli sorride allo stesso modo Peter, mentre la TARDIS si lascia andare a un ronzio compiaciuto per i complimenti ricevuti. “E di un demone.” aggiusta subito il tiro, accorgendosi di come lo sta guardando male Crowley.

“Oh, beh, se non altro mi piaci perché emetti musica!” fa spallucce il rosso.

 

Nella sua stanza, anche Alec si sta preparando ad affrontare la giornata, più o meno con gli stessi propositi di Peter.
Quel piccoletto ballerino, canterino e chiacchierone, dall'entusiasmo contagioso, lo affascina più di quanto voglia ammettere, si sente quasi più giovane e spensierato quando è insieme a lui.

E con una figlia adolescente dall’umore altalenante, un matrimonio che ha provato a ricucire senza successo, une delicata operazione al cuore appena subita e un caso che è riemerso dal suo passato che non gli dà pace, Alec di pensieri ne ha pure troppi.

 

-Peter è una vacanza dalla mia vita e Dio solo sa da quanto non andavo in vacanza!-
 

Vorrebbe passare un’altra giornata in sua compagnia, come quella su quel pianeta assurdo pieno di dolciumi  e poi in missione sui tetti.

 

- Ho quasi come il sospetto che il Dottore faccia apposta a lasciarci sempre da soli. Non che la cosa mi dispiaccia…-
 

Si aggiusta la giacca blu sopra la camicia bianca, senza cravatta e lasciata aperta sui primi bottoni, per avere un’aria meno rigida.

 

Appena percorre il corridoio si imbatte in chi un’aria rigida ce l’ha sempre.
Killgrave fa sfoggio di un doppiopetto che sfocia dal blu oceano al viola pervinca, senza che nemmeno uno dei suoi capelli sia fuoriposto.
La sua eleganza mette quasi soggezione, ma non solo quella.


“Buongiorno, detective,” lo saluta cordiale, ma di una cordialità fredda.
 

“Non lo so se è un buongiorno… tu sei quello che mi fa fare cose strane.” borbotta inquieto Alec.


Per tutta risposta Killgrave scoppia a ridere.

 

“Se sorridere per te è una cosa strana, allora sei messo proprio male, amico mio. Non che tu ed io siamo amici.” si affretta a chiarire.
 

“Un punto su cui ci troviamo estremamente d’accordo.” bercia Alec, prima di ricordarsi con chi ha a che fare e sforzarsi di cambiare atteggiamento. “Stavi andando a far colazione anche tu?”


“Sì. Peter si è alzato prima di me e non ho idea di dove sia sparito, ma non mi piace quando succede.” sbuffa il persuasore.

Alec per un attimo ha un sussulto, ma poi fa mente locale e si ricorda che Drinky in realtà ha lo stesso nome del suo detective canterino.

“Tuttavia, ho scelto di non limitare la sua libertà. Non si vede in giro nemmeno il cosetto e, si sa, con un alieno, un mago potente, ora pure un angelo e un demone, la lista di chi posso controllare qui dentro è molto ridotta…” prosegue il suo discorso Killgrave e Alec sente un brivido percorrergli la schiena.

“Mi… mi vuoi controllare?” gli chiede, sistemandosi nervosamente il ciuffo di capelli.

“Sì, ma solo un pochino,” gli anticipa Killgrave. “Rispondi sinceramente: la tua Nemesi giurata viene da te giurando che vuole cambiare in meglio per te. Tu gli o le credi?”

“No.” è la secca risposta di Alec.

L’algida calma di Killgrave cede il passo allo sconforto più totale.

 

“Ecco, lo vedi? Se dici così tu, figuriamoci lei! Ma che avete tutti voi detective per ragionare con una mentalità così chiusa?” si lagna.  “Questo viaggio mi ha fatto capire tante cose, la mia voglia di cambiamento è sincera e Jessica lo deve capire!”
 

“Chi è Jessica?” si acciglia Alec.

“Come ‘chi è Jessica?’ Non c’eri quando ho chiesto la consulenza di David e Georgia?” lo interroga Kevin, ma l’altro scuote la testa.

In effetti con tutto l’andare e vieni di persone, i bambini e tutto quello che è successo in quella casa forse non era così facile riuscire sempre a stare tutti nella stessa stanza.

Solo allora Kevin si rende conto di quanto Alec sia poco informato.


“La colazione può aspettare.” decide il persuasore. “Sto per raccontarti una lunga storia e tu l’ascolterai.”


“Io l’ascolterò…” ripete Alec, inebetito.

 

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Quando finalmente lui e Kevin raggiungono la Sala delle Torte con sua profonda delusione Alec non trova Singy, a dire il vero non c’è più nessuno rimasto.

Appena Kevin vede Drinky si affretta a finir il suo toast imburrato, afferra un vasetto di crema al cioccolato e rum e si alza dal tavolo.


Alec preferisce non chiedersi il motivo. Anche senza Peter che gli spieghi ogni cosa se ne sta accorgendo da solo di certe dinamiche su quell’astronave.


-Il Dottore e il mago squilibrato… Killgrave e l’altro Peter… anche se non capisco, mi ha parlato per quasi due ore di quella Jessica che ama follemente… l’angelo e il demone,oh, andiamo, loro devono essere una coppia! Poi, vabbè, David resta innamoratissimo di sua moglie, anche a distanza, mancheremmo solo io e Peter a completare il quadretto… se proprio va completato!- si cruccia il bel detective austero, scombussolato dalle sue stesse sensazioni, così poco familiari a lui.
 

Pensa di aver le visioni quando, circa venti minuti dopo vede trotterellare Peter Carlisle nella sua direzione, con la spensieratezza che lo contraddistingue.

“Ciao Alec, finalmente! Ti ho aspettato a lungo stamattina a colazione,” confessa senza filtri il più piccolo.

 

“Sono stato trattenuto da cause di forza maggiore…” si indica con un dito la tempia Alec per far capire all’altro di chi sta parlando. “E ora so vita, morte e miracoli di una ragazza che fa il nostro stesso lavoro, ma in un modo totalmente diverso.”

 

“Oh, se Killgrave ti ha raccontato di Jessica, mi sorprende che ti abbia lasciato andare così presto…” ridacchia Peter.

 

Alec sta per raccontargli che anche quello è stato dovuto a cause di forza maggiore di ben altra natura, quando una voce alle loro spalle li interrompe.
 

“Proprio voi due cercavo!”


Certo, a eccezione di un Companion, tutti hanno la stessa voce, ma questa è particolarmente riconoscibile per la sua tonalità leggermente più acuta e l’entusiasmo che fa trasparire.

 

David.


Entrambi si girano verso l’attore.

“Non sei sceso a pranzare con gli altri?” domanda Singy con una nota di delusione nel tono; era convinto che fossero rimasti soli.

“No, stavo a posto così, c’era una colazione che neanche il banchetto della Sala Grande!” ridacchia David, ma gli altri due lo guardano perplessi.


“Barty avrebbe capito!” sbuffa l’attore, prima di prendere una sedia e posizionarsi fra i due. “Io ancora non ci credo a quello che mi sta capitando, ma capirete che voglio coglierne tutti i vantaggi possibili. Parlatemi delle vostre emozioni.”

“Come, prego?” si acciglia Peter.

 

“Io vi ho interpretato, ma voi in qualche modo ora siete vivi, e potete dirmi quello che non so. Partiamo da te, Peter, tu ti accorgi quando stai per cantare?”

 

“Oh, beh questo interessa anche a me.” fa un mezzo sorriso Alec.

 

“Sì e no… voglio dire, la musica non la sento, come invece succede a voi, né tantomeno credo di star cantando, ballando o qualsiasi altra cosa, quel che è certo è che mi sento come se andassi in trance e che per quei due, tre minuti o quanto dura la canzone non sarò del tutto padrone delle mie azioni.” confessa il più giovane del gruppo.


“Anche io l’ho sempre immaginato così,” gli fa l’occhiolino David, per poi passare ad Alec. “Vediamo, a te posso chiedere… c’è stata una seconda uscita dopo quell’appuntamento al buio?”
 

“Dopo il mio… cosa?!” sgrana gli occhi Alec.


“Dopo il suo… cosa?!” reagisce allo stesso modo Peter.

“Ah già, è vero, tu non hai voluto anticipazioni  e non mi hai detto da che stagione sei preso… come non detto!” fa spallucce David con nonchalance, per poi cambiare argomento. “Piuttosto, ditemi, voi non avete le… pulsioni sessuali che hanno gli altri miei personaggi fra di loro, vero?”

Alec e Peter scuotono entrambi la testa, negativamente.


“Oh, bene, non che io non la trovi una cosa carina, però ammetterete anche voi che è un po’ strano, no?”

Alec e Peter scuotono entrambi la testa, stavolta in modo affermativo.

“Bene, ragazzi, ora vi saluto, me ne andrò un po’ in giro per la TARDIS, voglio dire, quando facevamo le riprese, c’erano sì e no tre, quattro stanze in croce ricreate, ma questa è la TARDIS vera, wow!” se ne va, tutto su di giri.

Alec e Peter si guardano complici fra loro, il secondo ridacchia pure, per il primo sarebbe troppo.


“Non si è accorto di nulla. Ma come accidenti è riuscito a interpretare un detective? Anzi, due.” domanda basito Alec.

“A onor del vero, tre.” gli svela Peter.


“E chi accidenti è il terzo?”

 

“Un tale Emmet qualcosa… una sorta di tua brutta copia, però Americano.”
 

“Preferirei anestetizzarmi la lingua, piuttosto che fare uno stupido accento Americano!” brontola Alec, disgustato al solo pensiero. “Ma tu come lo sai?”

“Me lo ha detto il Dottore, ma tranquillo, lui non è nella lista. Poi, vabbè, se sei così curioso puoi anche chiedere a David…”

“Naah, mi terrò la mia curiosità,” replica il più grande. “Sia chiaro eh, David mi piace, ma a volte è così logorroico!” strappa una risata al più piccolo, prima che lui avvicini di nuovo la sedia.

 

“Intanto pare che siamo rimasti soli…” ammicca Peter, leccandosi le labbra in un modo che Alec quasi trova ipnotico.

 

Si sentono dei rumori provenire dall’altra parte della TARDIS.

Evidentemente tutti gli altri devono essere rientrati dal pranzo.

“Oggi è destino che non possiamo avere un momento per noi, sbarbatello.” sospira rassegnato Alec.


“Se facciamo pianissimo nessuno si accorgerà che siamo qui.” suggerisce Peter.
 

Si sente rumore di passi, porte che si aprono e chiudono, forse ognuno deve essere entrato nella propria stanza.


Questo prima di sentire un altro tipo di rumore, fra il metallico e l’elettronico.

“Il Dottore starà costruendo qualcosa,” deduce Alec.

“Mpf… ma, mio Signore…” si sente borbottare Barty in lontananza.

 

“Oh, andiamo, Barty, sapevi che lo avrei fatto…” replica il Dottore.


“Sì, però..” mugola l’altro.
 

Non saprebbero dire perchè, ma sia Peter, sia Alec hanno come un brutto presentimento.


“Siingyyy, Aleeec!” li chiama a raccolta e ai due non resta che presentarsi.

Seguendo la voce capiscono che si trovano nella stanza dove c’è la Slot Machine, motivo del malumore di Barty.

 

 C’è anche David lì con loro e da come guarda intenerito Ten e Barty non si direbbe la trovi una cosa così strana l’attrazione reciproca fra i due.
 

“Oh meno male siete qui, Drinky, Kevin, Crowley e Aziraphale si sono come volatilizzati,” commenta il Signore del Tempo.
 

“Chissà perchè…” borbotta Alec.
 

“Questo mio testone non si vuole convincere che non cambia niente se aggiungo un po’ di combinazioni in più, com’è giusto che sia,” spiega il problema Ten, indicando un indispettito Barty, mentre con il suo cacciavite sonico aggiorna la Slot Machine.

 

“Ed è qui che entrate in gioco voi: quando ho finito, non manca molto, voi due e David vi dovreste mettere a giocare il più possibile, così questo mio testone capisce che il suo volto, così come il mio, continueranno ad apparire con una frequenza abbastanza soddisfacente.”

Barty gli si avvicina con aria imbronciata.

“Mio Signore, devi proprio chiamarmi così?” mugugna, contro il suo orecchio.

“Sì, se ti intestardisci a quel modo.” replica il Signore del Tempo. “E comunque resti sempre ‘il mio testone’,” mormora, baciandolo, prima di finire le sue modifiche.

David è il primo a fare i suoi tiri a quel gioco e poi seguono gli altri due, fino a che Barty gradualmente comincia a convincersi che anche se con meno facilità di prima, vede piuttosto spesso il suo volto o quello del Dottore, con i relativi sfondi.
Alec e David osservano, leggermente incuriosito il primo, totalmente affascinato il secondo, le foto e gli sfondi che il Dottore ha scelto per le loro aggiunte: Alec si staglia sullo sfondo delle sue scogliere, con il lungo impermeabile e i capelli mossi dal vento, David tiene in mano uno dei suoi innumerevoli awards, con uno sfondo fatto da un collage in miniatura di tutti i personaggi che ha interpretato, la maggior parte, ovviamente, non presenti sulla lista del Dottore.

“Okay, David, visto che la cosa andrà per le lunghe, ci diresti qualcosa in più su Emmet?” lo sorprende Singy con la sua richiesta. 

 

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Nemmeno la cena ha l’aria di essere un momento idoneo ai due detective per restare soli, visto che Peter Vincent li sta intrattenendo con i suoi racconti su come ha passato il pomeriggio.


“Non voglio darvi i dettagli, ma diciamo che il mio fotti-cervello ha trovato qualcosa di ben più soddisfacente di una fottuta fetta di pane, per godersi la cioccolata al rum che ha portato via,” bisbiglia nella loro direzione l’illusionista, mentre il suo amato è impegnato a parlare con Barty.

Alec lo guarda sgomento, il suo omonimo invece, forse complice la giovane età, manifesta parecchio interesse, quasi si trattasse di un film a luci rosse.

 

“Non credo serva aggiungere che sa essere molto creativo a letto e ormai da un po’ di tempo il cervello non è più l’unica cosa che mi fotte!” sogghigna tutto fiero Drinky.

“Per l’inferno maledetto! Meno male che non volevi darci  dettagli!” brontola Alec, scandalizzato.


“Oh beh, al teppistello invece brillano gli occhi più del solito, cos’è , vorresti forse fare un po’ di pratica anche tu?” lo stuzzica Drinky.


- Sì, ma andando per gradi, si intende… se solo ci lasciaste un po’ soli!- pondera Singy, esasperato, ringraziando la sua buona stella di non avvertire nessuna sensazione di trance, perché palesare i suoi sentimenti con una canzone inequivocabile lì, davanti a tutti, è l’ultima cosa di cui ha bisogno.

Dopo cena, fatte le solite quattro chiacchiere, arriva il tempo di andarsi a coricare.
Alec accompagna Peter Carlisle alla sua stanza.

 

“Chi lo sa, forse domani avremo più occasione per starcene un po’ più in privacy…” intavola il discorso il più piccolo.

“Così come potrebbe anche essere peggio di oggi,” puntualizza il più grande, appoggiandosi al muro.

 

“Mentre ora avremmo la certezza matematica che nessuno ci verrebbe a disturbare.” commenta casuale Peter.
 

“Hey, sbarbatello, mi stai forse proponendo di rimanere da te e … rilassarci un po’?” ammicca Alec, mentre l’altro apre la porta.
 

“Solo se va a te,” sorride Peter, picchiettando le lenzuola blu in segno di invito, mentre entrambi tolgono le scarpe.

 

“Decidi tu se dobbiamo osservarla o meno, sbarbatello.” mormora Alec, già disteso sulla sua parte di letto.
 

“Osservare cosa?” inarca un sopracciglio il più giovane, che forse ha già capito.


“La regola del nudo. Voglio dire, se l’ha istituita il Dottore, ne siamo stati esonerati per un po’, ma mi sembra scortese persistere nel farlo…” continua Alec, allungando una mano verso la camicia bianca di Peter che comincia a sbottonare.

“Molto scortese.” approva Peter, facendo lo stesso con quella di Alec. “E poi com’è quel detto ‘Paese che vai… vestiti che perdi!’!”


FINE

Nel caso vi domandasse chi sia Emmet (Carver) , vi dico solo 'Gracepoint' ;)
Spero che vi sia piaciuta, liberi di dirmi quel che volete ^^
I TenTENNANTi tornano domani ;P
   
 
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