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Autore: Smeralda Elesar    10/10/2021    1 recensioni
Grazie al Guerriero Dragone, Lord Shen non è stato ucciso dalla sua stessa arma che crollava su di lui.
Non che il pavone sia minimamente contento della cosa, primo perché odia avere un debito con il panda, e secondo perché l'unica alternativa alla morte è la prigione, e per il suo orgoglio essere incarcerato è intollerabile.
Nonostante questo, Po vuole aiutare Shen a fare i conti con le ferite del passato.
Il problema è... come si fa ad aiutare chi non vuole essere aiutato?
Cosa può sorgere dal buio di una prigione per una creatura avvelenata dall'odio, dalla rabbia e dal desiderio di vendetta?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Po
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Ciò che sorge

***

Dalla rabbia

***

I'm taking back the crown
I'm all dressed up and naked
I see what's mine and take it
(Finders keepers, losers weepers)
Oh yeah, the crown
So close I can taste it
I see what's mine and take it
(Finders keepers, losers weepers)
Oh yeah

(Emperor's new clothes – Panic! at the Disco)



Il cane con il pelo color sabbia aveva appoggiato la sua borsa di stumenti a terra, vicino alle sbarre della cella, ed era alle prese con una situazione difficile.

Tiankong era stato medico nell'esercito per anni prima che una ferita lo costringesse a ritirarsi ad esercitare la professione in città, e di ritorno dai campi di battaglia aveva visto ogni tipo di situazione. O quasi.

Un caso come quello del principe bandito non gli era mai capitato.

Il pavone era quasi stato schiacciato da una tonnellata di metallo, era stato travolto da un'esplosione ed era quasi affogato.

Il suo corpo raccontava tutta la storia chiaramente, ma i suoi occhi raccontavano una storia che turbava l'anziano medico molto più delle ferite.

Era una rabbia feroce, che consumava ogni cosa dentro e fuori, in grado di distruggere molto più che un attacco.

Il pavone tremava, ma lo stesso lo fronteggiava come se lui fosse stato un nemico.

Era terribile da vedere: le piume sporche, la veste strappata, graffi e tagli che spiccavano di un rosso livido sul piumaggio bianco, l'anello alla caviglia che stringeva e gli stava lacerando la pelle, le corde che gli costringevano il torace e le ali, e tutto il suo corpo che tremava di rabbia e per lo sforzo di reggersi in piedi.

La cosa più inquietante era che il pavone non aveva emesso un singolo suono; sembrava che qualcosa gli avesse portato via la voce, e l'unica cosa che si sentiva tra i muri di pietra era il suo respiro raschiante.

A niente erano serviti i tentativi di parlargli, di appellarlo con il suo nome ed il suo titolo, e quindi il cane tentò di fargli capire la gravità delle sue condizioni.

-Siete ferito. Se non mi permettete di trattarli, quei tagli si infetteranno, e voi potreste morire per la setticemia-

Come se non avesse detto nulla.

Quello che una volta era stato l'elegante principe della città dei Gong lo scrutava con uno sguardo assassino.

Se non ci fosse stata la catena a trattenerlo, se non gli avessero legato le ali, Tiankong era certo che lo avrebbe attaccato per ucciderlo.

L'anziano medico non aveva mai visto tanta rabbia in una persona.

Lui era abituato al dolore ed alla disperazione, non ad una persona che voleva solo distruggere, incurante delle minacce per la sua vita.

Il medico era abbastanza intelligente da tenersi fuori dalla portata del pavone, e questo gli creava dei problemi di coscienza: se da un lato non voleva essere ferito, capiva che l'impossibilità di raggiungerlo stava frustrando il suo (non tanto) paziente e lo rendeva ancora più accecato dalla rabbia.

Decise di fare un timido tentativo, un solo passo verso di lui.

-Sono un medico. Ho giurato di usare le mie arti solo per curare. Non vi farò del male, ve lo giuro-

Ancora nessuna risposta, ma nemmeno un segno di aperta ostilità.

Tiankong fece un altro passo, considerando attentamente la distanza tra loro per non rischiare inutilmente.

L'impatto lo colse di sorpresa.

Fu sbattuto contro la parete e le sue povere ossa non erano fatte per reggere quegli impatti senza conseguenze.

Dieci anni prima, forse.

Non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi dall'impatto che subito fu inchiodato a terra da qualcosa.

Qualcosa non molto pesante ma con degli artigli acuminati che scavavano nel suo stomaco ed attorno alla sua gola.

Quando riaprì gli occhi trovò il becco del pavone vicinissimo al suo naso e gli occhi rossi piantati nei suoi.

-Liberami-

Era la prima volta che si sentiva la voce del pavone.

Era roca, bassissima.

“Dovrebbe essere morto” rabbrividì il medico.

-Non hai sentito? Liberami!-

“Il suo corpo è vivo... ma lui è morto dentro”.

-Non posso farlo-

-Ti ucciderò-

-Non ti aiuterei più da morto che da vivo. Guar...-

Stava per chiamare le guardie quando sentì la presa degli artigli attorno alla gola serrarsi e poi il rumore del suo cranio che sbatteva contro il pavimento.

Era strano sentire il rumore di una propria probabile frattura cranica ancora prima di sentire il dolore, ma non ebbe il tempo di sentire il dolore perché il mondo attorno a lui si allontanò in pochi attimi e tutto divenne nero.

***

Shen sapeva di avere poco tempo.

Saltò giù dal corpo dell'ennesimo insolente che aveva pensato di ostacolarlo e si concentrò sulla borsa con gli strumenti.

Si avvicinò più possibile, poi con un colpo di coda la mandò a sbattere contro il muro, dove rimbalzò indiero fino alla portata delle sue zampe.

Si concesse un solo momento di soddisfazione prima di rovesciare l'intero contenuto a terra scuotendo la borsa con una sola zampa.

Le boccette di ceramica si ruppero o rotolarono a terra, gli strumenti di metallo invece tintinnarono uno sull'altro in un mucchietto disordinato.

Shen prese la cosa che egli sembrava più affilata, un coltello lungo e sottile, e con una zampa cominciò a tagliare le corde che gli trattenevano le ali.

Per la fretta un paio di volte si conficcò la punta del coltello sotto pelle, ma il suono delle corde lacerate lo esaltava e lo rendeva insensibile a qualsiasi dolore.

Quando finalmente il groviglio informe scivolò giù dal suo corpo e cadde a terra lui ansimava per lo sforzo della posizione innaturale e per il dolore alla zampa incatenata, ma si sentiva molto meglio.

Ora che aveva le ali libere era tutto più facile!

Gettò un'occhiata al cane ma era ancora immobile a terra.

Che fosse svenuto o che fosse morto non gli importava, l'unica cosa importante era che non lo ostacolasse.

Lentamente, con cautela, inserì tra la sua pelle ed il bordo interno dell'anello alla zampa un bisturi dal lato piatto della lama, e poi strinse i denti.

Quello avrebbe fatto male.

Puntò la punta del coltello nella serratura e poi piantò un colpo di taglio con l'ala.

Il dolore gli mozzò il fiato.

Era peggio di quello che si sarebbe aspettato, ma non poteva gridare... avrebbe conservato le urla per un altro momento.

Attese solo qualche altro attimo che l'ondata di nausea si calmasse, ma non poteva perdere altro tempo, e subito si gettò a controllare il risultato.

Con il becco ancora contratto dal dolore si concesse un sorriso: anche se si era ferito ne era valsa la pena, perché l'unico ago che non aveva potuto conficcarsi nella sua carne a causa della lama di metallo del bisturi aveva scardinato tutto il resto del meccanismo.

Gli altri si erano conficcati solo a metà e non gli avevano spezzato l'osso come sarebbe stato normale.

Shen si liberò in fretta del guscio vuoto del ceppo e passò immediatamente alla serratura della cella.

Quanto avrebbe voluto un po' di esplosivo per farla saltare!

Ma non ne aveva, dunque meglio arrangiarsi!

Sebbene zoppicasse tornò al mucchio di strumenti e prese quello che sembrava un punteruolo.

Non aveva la benché minima idea di quale fosse il suo scopo in campo medico, ma era perfetto per far scattare la serratura.

Shen si appuntò mentalmente di migliorare le serrature della prigione: si faceva troppo conto sul fatto che i prigionieri non ci sarebbero potuti arrivare, ed il meccanismo di apertura era fin troppo semplice.

Lui lo fece scattare in pochi tentativi, e presto si trovò fuori dalla cella senza quasi accorgersene.

Si fermò solo un momento per riprendere fiato.

Era sporco, lacero, stanco e ferito.

Era libero!

Incurante del dolore alla zampa che era stata incatenata, si buttò di corsa nel corridoio.

Sapeva perfettamente come raggiungere il corridoio principale, e sapeva anche che la sua assenza non sarebbe passata inosservata a lungo.

Alla prima svolta quasi sbattè addosso ad una guardia, che era troppo sorpresa di vederlo in libertà e ci mise una frazione di secondo di troppo per dare l'allarme.

Shen saltò e con un colpo al collo stordì l'antilope.

Si fermò solo il tempo necessario per prendere la lancia della guardia e poi riprese la sua corsa.

Doveva arrivare al centro della prigione, per prima cosa, poi si sarebbe preoccupato di capire quale fosse il corridoio giusto da imboccare per uscire.

Dannazione!

Lì sarebbe stato pieno di guardie!

E lui non aveva un vero piano! Oltre ad essere solo e già fisicamente provato.

Arrivò in vista del largo centrale della prigione, quello a partire da cui si diramavano i corridoi principali, ma rimase dentro il corridoio da cui era arrivato e non uscì subito allo scoperto.

Strinse gli occhi, studiando attentamente ciò che riusciva a vedere dal suo punto di osservazione.

Shen conosceva bene la pianta: sette corridoi principali che portavano nelle sezioni della prigione, uno solo, l'ottavo, che portava verso il mondo esterno e che non era per nulla diverso dagli altri, in modo da non essere individuato immmediatamente da un prigioniero che fosse riuscito a fuggire.

Proprio come Shen.

La prigione di Gongmen era un labirinto seminterrato, ottagonale, in cui era facile perdersi perché non ci si poteva orientare con la luce del sole, ed in cui tutte le svolte riportavano inevitabilmente al centro.

Un capolavoro di efficienza e semplicità, da ammirare possibilmente fuori!

Shen sbuffò frustrato.

Non voleva rischiare di uscire allo scoperto senza essere sicuro di quale fosse il corridoio che portava all'esterno perché non voleva sprecare energie in scontri inutili, ma sapeva anche che non ci sarebbe voluto molto prima che il prossimo giro di ronda capisse che lui era scappato.

Probabilmente, sapendo che si trattava di lui, la sorveglianza era stata potenziata.

Gli serviva un modo per capire se la via fosse libera o no.

Estrasse le due lame da medico, ed usò la più grande per tentare di scorgere qualcosa nel riflesso.

Era sfocato, ma poteva vedere un arciere gazzella dritto al lato opposto del corridoio da dove proveniva lui.

Ai suoi lati, distanti, ce n'erano altri due.

Probabilmente c'era un arciere per ogni corridoio, a puntare non sul corridoio che stava al di sotto ma su quello che gli stava di fronte.

Era una raggiera di frecce che poteva convergere in qualsiasi momento verso un unico punto.

Poco male.

Shen sapeva di essere veloce sugli scatti, e sapeva che avrebbe potuto evitare le frecce.

Se solo avesse individuato il corridoio giusto a cui puntare per arrivare all'esterno!

All'improvviso dei rumori alle sue spalle lo scossero.

“Dannazione” imprecò sottovoce.

Doveva scegliere! Non si sarebbe fatto ricatturare! Piuttosto preferiva morire in qualsiasi tentativo!

Prima che le guardie nel corridoio potessero vederlo lui si era buttato allo scoperto, ed in un baleno tutte le frecce erano puntate su di lui.

Ne schivò un paio saltando di lato all'ultimo momento, ma l'altra gli passò troppo vicina al collo.

I corridoi sembravano identici e lui non aveva tempo di osservarli bene, quindi si limitò a puntare il più vicino in cui rifugiarsi prima di essere infilzato.

Per deviare altre due frecce fu costretto a spiegare la coda ed a pararle tra le penne, e per sua fortuna in pochi passi fu al sicuro in un altro corridoio.

Non perse tempo a guardarsi indietro, piuttosto cercò di sparire veloce lì dentro per seminare le guardie che lo seguivano nel labirinto sotterraneo della prigione.

Sperava di raggiungere le diramazioni laterali, ma dalla prima intersezione subito sbucarono quattro guardie e gli sbarrarono il passo.

-Maledizione!-

Loro erano in quattro, erano bufali ed erano armati di asce e spade alla cintura, mentre lui era stanco, ferito, ed armato solo di una lancia e di due strumenti medici.

La consapevolezza di quanto fosse in condizioni di inferiorità lo raggelò dentro.

Non poteva vincere.

Aveva superato ogni limite di intelligenza, astuzia, resistenza fisica, ed ancora non era abbastanza!

Non era... non era mai abbastanza!

Si costrinse a respirare lentamente per riprendere il controllo di sé.

Non si sarebbe arreso! Piuttosto sarebbe morto, ed avrebbe portato qualcuno di loro con sé!

Si raddrizzò, impugnò saldamente la lancia e si preparò ad affrontarli.

Alle sue spalle altri rumori gli fecero capire che il secondo manipolo di guardie era arrivato, ma lui nemmeno si girò a guardarli.

Un piano cominciava a prendere forma nella sua mente.

Indietreggiò da quelli che aveva di fronte tenendo gli occhi fissi su di loro, ma con gli altri sensi teneva sotto controllo quelli dietro di lui.

Anche loro si avvicinavano.

Sapeva di avere un istante, uno solo...

Alzò la lancia, ma invece di attaccare di fronte si voltò, piantò la lama a terra e saltò oltre il secondo gruppo di guardie.

Era stato così rapido ed inaspettato che loro ci misero pochi secondi di troppo a capire cosa era successo, ma lui li stava già attaccando alle spalle.

Erano bufali, troppo difficile spezzarre le loro ossa con un colpo di lancia e la sua forza, ma poteva lacerare muscoli e tendini ed impedire loro di colpirlo.

Adesso che aveva le spalle libere poteva concentrarsi completamente sullo scontro, ed in poco tempo i tre più vicini erano a terra feriti gravemente, mentre gli altri avevano difficoltà a muoversi nel corridoio a causa della loro stazza e dell'intralcio dei compagni caduti.

Era stato più facile del previsto alla fine, e Shen si concesse un solo attimo di respiro prima di pensare a cosa fare.

Avrebbe potuto tentare di attraversare di nuovo gli arcieri e tentare un altro corridoio.

Le gambe cominciavano a tremargli ed il respiro ad essere troppo accelerato, ma che scelta aveva?

Di certo non aspettare che le guardie rimanenti riuscissero a scavalcare i feriti!

Aveva già escluso due corridoi, quello in cui si trovava e quello da cui era uscito, che si trovava a sinistra.

La soluzione meno pericolosa sarebbe stata provare il corridoio di destra, per esporsi il meno possibile agli arcieri.

Prese un paio di respiri profondi, cercando di forzare più ossigeno possibile nei polmoni per lo sforzo che lo attendeva, e poi scattò di nuovo di corsa.

“Deve essere quello giusto, deve essere quello giusto!”

-Fermo, Shen!-

In meno di mezzo secondo il pavone aveva snocciolato tutte le peggiori imprecazioni che conosceva, perché, insomma, l'universo doveva davvero avercela con lui!

Il bue ed il panda erano schierati al centro dell'arena.

Con un'occhiata veloce verso l'alto Shen colse gli arcieri sulla balaustra con le frecce spianate su di lui, ed il resto della banda del panda, compreso il maestro ratto gigante, affacciati a guardare giù.

-Ma bene!- esclamò guardandoli con il più profondo odio -Un comitato di accoglienza, quale onore!-

Il bue non fu minimamente toccato dal suo sarcasmo ed impugnò l'ascia a due mani, pronto a combattere.

-Arrenditi! Non puoi scappare-

-Lo vedremo!-

Scartò di lato, verso il corridoio, ma una freccia piantata davanti a lui gli sbarrò il passo.

-Non tirate!- Ordinò il bue -Lui è mio- aggiunse a voce bassissima.

Shen si voltò di nuovo verso di loro e scoppiò a ridere.

Ora che sapeva esattamente qual'era il punto debole del bue le cose sì che cominciavano a farsi interessanti!

-Vuoi uccidermi? E tu, panda, sei venuto qui per finire il lavoro?-

-Lavoro? Quale lavoro?-

-Tsk! La tua stupidità è davvero impressionante! Davvero, ti terrei in vita solo per vedere a quale livello puoi arrivare-

-Questo non sembra un complimento-

-Ecco, appunto-

-Risparmia il fiato, Guerriero Dragone- intervenne Bue -Conserva la tua comprensione per qualcuno che la meriti davvero-

Shen sghignazzò compiaciuto.

-Ti brucia ancora tanto, non è vero, non aver fatto niente per salvare il tuo maestro?-

Non ci volle altro perché Mestro Bue partisse alla carica contro di lui, e Shen era prontissimo.

Fece perno sulla lancia e saltò più in alto di quanto avesse mai fatto, con il bisturi già pronto nell'ala per essere scagliato.

Il muggito del bue gli diede la conferma che il lancio era perfettamente riuscito, e così Shen fece in modo da atterrare su di lui e di sfregiargli il muso con le zampe prima di schizzare fuori portata.

Stette per un attimo a godersi la vista del suo nemico sanguinante, con due tagli che andavano dall'orecchio a sotto la mascella, e che si strappava la lama dalla spalla con una smorfia di dolore, poi decise di finirlo.

Sarebbe stato molto meglio eliminare un altro membro del consiglio dei maestri.

Prima di perdere il suo vantaggio sollevò di nuovo la lancia per colpire, stavolta un punto vitale, ma al momento di scattare verso di lui qualcosa trattenne la sua arma.

-Cos...? Panda! Lasciala immediatamente!-

-No, Shen. Non ti lascerò uccidere nessuno-

-Allora sarai tu a morire!-

Tutto l'odio verso il panda, che fino a quel momento era stato tenuto a bada dal tormentare Bue, esplose di nuovo più violento che mai.

Shen attaccò con gli artigli, che anche se non erano potenziati dai suoi speroni erano affilati e dolorosi, e graffiò il panda tanto a fondo sulle braccia da fargli lasciare la presa sulla lancia.

Dannazione! La lancia non era pesante, ma non aveva neanche lontanamente la leggerezza del suo guan dao, e non era l'arma ideale per lui.

Nondimeno, attaccò con quella, pronto ad usare l'altra lama che avava nascosta nella veste.

-Shen, perché non mi vuoi ascoltare? Ti ho già detto che...-

-Taci, stupido panda!-

Stava attaccando con tutta la sua abilità, ma lo stesso non riusciva a mettere a segno nemmeno un colpo.

Shen maledisse mentalmente la lancia!

Era scomoda da maneggiare e lo stava stancando molto più che il suo guan dao, leggero come l'aria.

-Non deve andare per forza così!- insisteva il panda -Non...-

-TACI HO DETTO!!!- esplose Shen.

Non voleva sentire nulla da quello stupido orso!

Continuò ad attaccarlo in ogni modo, ma quello riusciva a schivare sempre.

Maledetto, come diamine faceva ad essere così grasso, flaccido, ingombrante eppure così agile?!

-Io posso aiutarti, Shen!-

-Aiutarmi? AIUTARMI?! L'unico modo in cui puoi aiutarmi è stare fermo e farti ammazzare!-

-No, io avevo in mente...-

-Devi sparire dalla faccia della terra, come i tuoi simili prima di te!-

Solo in quel momento qualcosa di simile allo sgomento passò sul muso del panda, ma Shen non ebbe il tempo di compiacersene perché qualcosa lo aveva agguantato in una morsa, sollevandolo da terra e schiacciandogli il torace.

Era il bue, che lo stava trattenendo con molta più forza di quanto fosse necessaria, tanto che Shen sentiva le costole comprimersi.

La lancia sfuggì alla su apresa e cadde sul pavimento in terra battuta con un rumore attutito.

-Se non fosse per lui tu saresti morto. Fossi in te mostrerei un minimo di rispetto- disse il bue.

-Di che diamine stai parlando?!- strillò mentre si dimenava nella sua presa.

-Ti ha tirato via da sotto il cannone, e poi ha impedito che annegassi. Datti una calmata quando parli con lui-

-Maestro Bue, va tutto bene. Potete lasciarlo?-

-Cosa? Ma...?-

-Per favore?- insistette il panda.

Shen sentì la pressione attorno al torace rilasciarsi di colpo, e servì tutta la sua abilità per non cadere a terra a peso morto.

Tutti quegli scontri stavano cominciando a pesargli, e lui si sentiva la testa ovattata, il corpo pesante, ed era tornato ad avere senso di nausea.

Ma quello che il Bue gli aveva appena detto trascendeva qualsiasi malessere fisico.

Senza nemmeno raccogliere la lancia da terra puntò il panda e gli si avvicinò lentamente.

-Ah, dunque è così? Tu mi hai salvato?-

Peccato che nemmeno il panda fosse così stupido da non cogliere il veleno ed il disgusto che trasudavano dal suo atteggiamento e dalle sue parole.

-Ehm... sì?- chiese esitante.

E Shen lo attaccò con tutta la rabbia di cui era capace.

-Tu sei incredibilmente stupido, panda! Non avresti dovuto salvarmi in nessun modo!-

Il panda schivava ogni suo attacco come aveva schivato prima la lancia.
-Perché no? Certo che dovevo!-
-No, non dovevi!-
-Sì!-

-No!-
Per puro caso Shen girò su sé stesso ed il panda finì per inciampare nella sua coda e rotolare a terra.
-Non dovevi- sibilò Shen.

Avrebbe voluto attaccarlo e finirlo, ma il suo corpo era troppo provato dalla fatica e lui era costretto ad ansimare con le ali abbandonate lungo il corpo e le ginocchia che tremavano.
-Dovevo- Po si alzò lentamente, guardandolo negli occhi con tanta determinazione che Shen sentì le piume del collo arruffarsi.
-Io sono il Guerriero Dragone, ed è mio dovere aiutare chiunque ne abbia bisogno-
-Io non volevo il tuo aiuto!-
Scattò di nuovo all'attacco, ma a quanto pare stava chiedendo davvero troppo al suo corpo, perché non appena tentò di saltare i muscoli non risposero al comando ed una vertigine violenta come non mai gli fece perdere i sensi.

***

Bue Infuriato era prontissimo a saltare di nuovo in mezzo al combattimento ed a darle di santa ragione a quel borioso, arrogante, detestabile pennuto nonostante la spalla ferita, ma un'occhiata verso l'alto gli fece cogliere un movimento di Maestro Shifu che faceva cenno di no con la testa.

Lui strinse la mascella per la rabbia ma annuì.

In effetti il panda non se la stava cavando male, ed anche quando cadde a terra, Shen era troppo provato per essere un serio pericolo per chiunque.

Quel che Bue non si sarebbe mai aspettato era che il pavone, pur nelle sue pessime condizioni, tentasse di attaccare di nuovo.

Nessuno sano di mente lo avrebbe fatto, ma probabilmente Shen non era sano di mente e sembrava avere un demone che aveva preso possesso del suo corpo.

Quando finalmente lo vide stramazzare a terra, vittima della sua stessa testardaggine, Maestro Bue si concesse un sorriso soddisfatto.

Quando notò il panda che si avvicinava al corpo inerte del pavone urlò un “fermo!” che bloccò il panda come un bambino che stava rubando i ravioli appena cotti.

-Guardie!- comandò, e non appena gli arcieri si affacciarono di nuovo ebbe una forte tentazione di ordinare loro di tirare.

Aveva già il braccio in alto quando si ricordò di tutto quello che il kung fu aveva insegnato sul non infierire inutilmente sugli avversari.

-Corde!- ordinò, ed in meno di un minuto altre guardie erano accorse con dei rotoli di corda ed avevano legato di nuovo il pavone.

Il fatto che il panda osservasse la scena con gli occhi sgranati come se ne stesse soffrendo lo infastidì non poco.

Per non correre alcun rischio, parlò al bufalo più vicino all'orecchio per comunicare in quale corridoio ed in quale cella portare Shen, ed ordinò loro di fare deviazioni nei corridoi interni per fargli perdere il senso dell'orientamento nel caso si fosse svegliato.

Non avrebbe rischiato di metterlo nella stessa cella di prima, perché quel maledetto uccello sarebbe stato capace di costruirsi una mappa mentale e di evadere!

Rimase ad osservare con le sopracciglia aggrottate il manipolo che si allontanava e spariva inghiottito di nuovo dalla prigione.

Aveva promesso alla divinatrice che non avrebbe ucciso Shen se non fosse stato assolutamente necessario, e purtroppo non lo era.

Non ancora.

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Cantuccio dell'Autore

Bentornati!

Per prima cosa chiedo scusa per questa interlinea eccessiva che accompagna gli a capo del testo.

Non riesco a capire come toglierla, e d'altra parte la scelta è tra tenermi l'interlinea strana ma mantenere font ed impaginazione dignitosi, oppure avere un testo omogeneo ma con un collage di font ed interlinee diverse.

Penso che tenere il testo così sia il male minore.

Vi lascio qualche precisazione di fine capitolo per chi ha voglia di leggerle.

-”Emperor's new clothes” https://www.youtube.com/watch?v=UEWbryLra_A vi ho trovato la versione con testo. Se qualcuno ci sa fare con il videomaking sarebbe bello vedere l'intera canzone con le clip del film.

-Maestro Bue. Ecco, parliamone un attimo. Nel film è un personaggio secondario, in questa storia invece sarà molto presente. Mi serve per creare il conflitto. Una storia senza conflitto sarebbe una noia mortale! Mi serve Maestro Bue Infuriato per incarnare tutti quei sentimenti che è giusto e legittimo provare per Lord Shen. Sì, lo so, Shen è un personaggio che mi piace oltre ogni umana descrizione, ma mi piace proprio perché è un villain. È un cattivo. È un personaggio costruito benissimo, bellissimo, ma come persona, ad incontrarlo nella vita reale, è una carogna che ha fatto cose orribili! Ed è giusto che qualcuno lo ricordi bene all'interno della storia. E dunque, grazie di esistere, Maestro Bue.

-Gli animali presenti all'interno del film. Parliamo un attimo di Maestro Rhino e di Maestro Croc. All'inizio mi aveva fatto storcere il naso trovare due animali che io consideravo prettamente africani nella Cina medievale. Poi però ho pensato che i rinoceronti si trovavano anche in India (adesso sono una specie classificata come “vulnerabile” nella scala del rischio di estinzione... grazie, bracconaggio!) e quindi nel mio headcanon Maestro Rhino è di origini indiane.

Per quanto riguarda invece Croc, mi dispiace, lui è un alligatore, non un coccodrillo. Ma almeno è una specie endemica della Cina, detta appunto Alligator sinensis. Attualmente è minacciato allo stadio “critico” a causa della riduzione del suo habitat e dell'inquinamento.

Bene, ho finito, vi auguro una buona settimana e ci risentiamo la settimana prossima.



   
 
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