Fanfic su attori > Cast Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: cin75    10/10/2021    3 recensioni
Dalla storia:
“Voglio stare con te!” trovò il coraggio di precisare.
Gli occhi verdi fissi in quelli ambrati di Jared che lo guardavano stupiti.
Jared annullò lo spazio tra lui e il bancone. Poggiò le mani sul piano di legno levigato e strinse appena un po’.
“Tu vuoi stare con me?!” chiese come se non avesse capito.
E allora Jensen, finalmente, si mosse e prese una posizione speculare a quella del ragazzo. Mani sul bancone e busto appena sporto verso l’altro.
“Sì!” rispose. “O per lo meno ci voglio provare!”
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Jensen avvisò Rich che si sarebbe preso un’altra settimana giusto per andare sul sicuro e quando Rich, senza volerlo, accennò a Jared e a come andava tra loro e sentì l’amico iniziare a balbettare in imbarazzo, fece due più due e concluse la telefonata con un provocatorio: “Usate precauzioni!!” e mise giù prima che Jensen potesse rispondergli : “Maniaco!”

 

Lo stesso fece Jared, avvisando Misha che sarebbe stato via per qualche giorno e quando l’amico gli chiese solo per curiosità dove sarebbe andato, Jared non riuscì a tenergli nascosto il motivo. Il parere di Misha era troppo importante per lui. E quando il moro seppe il vero motivo di quella vacanza non potè fare altro che esserne felice. Ma naturalmente da bravo “amico maggiore” ricordò al minore di lasciar parlare l’altro e non agire di istinto come era nel suo carattere. “Sì, Yoda!” lo rassicurò Jared ricevendo in cambio un divertito: “Che la forza sia con te, giovane Skywalker!”

 

 

Il week-end non fu mai così lungo per entrambi i ragazzi che cercavano di ignorare il piacevole nervosismo che provavano nell’attesa di rivedersi e di passare quei giorni insieme. Ma se Jared sapeva che avrebbe dovuto mettersi in modalità ascolto, Jensen sapeva che , ora come non mai, avrebbe dovuto dar fondo a tutta la sua sincerità.

Quella settimana sarebbe stata la prova del fuoco. Per entrambi.

 

Il lunedì arrivò e quando Jared bussò alla porta dell’appartamento di Jensen, il biondo gli aprì sorridente. Si spostò di lato per farlo passare e poter chiudere la porta.

“Sono quasi pronto. Scusami ma non trovavo il carica batteria del cellulare.” si giustificò Jensen, oltrepassando l’altro, quando all’improvviso si sentì afferrare per un polso.

Si fermò, si voltò verso Jared e deglutì quando vide , negli occhi dell’altro, una luce tutta nuova.

Stava per chiedergli se fosse successo qualcosa, se doveva dirgli qualcosa, quando si sentì tirare verso di lui. Con forza. Ma non con rudezza.

“Jared...” sussurrò con un fil di voce Jensen, prima di accorgersi che il volto di Jared era talmente vicino al suo che non aveva più visuale su niente del suo appartamento. C’era solo il viso di Jared, i suoi occhi che brillavano, le sue labbra lucide, il suo odore fresco e avvolgente, il calore del suo corpo vicino al proprio.

Poi, più nulla.

Poi, la bocca di Jared sulla sua. Dolce, decisa, pressante. Calda.

Attimo speculare di un bacio già ricevuto. Solo che questa volta era diverso. Quello che Jensen sentiva era diverso, il modo in cui Jared lo baciava era diverso.

Le mani del più giovane si attardavano sulle spalle dell’altro e provò un fremito quando sentì le mani di Jensen poggiarsi sui suoi fianchi.

Fu allora che si allontanò piano da quelle labbra così piene. Jared lo guardò. Attese una reazione. Sperando in una diversa questa volta.

E diversa fu.

Jensen spostò una sua mano dal fianco di Jared alla sua nuca. Gli carezzò piano i capelli, infilando lentamente le mani tra le ciocche morbide.

Un sorriso malizioso su quelle labbra lucide.

E poi fu Jensen a baciarlo. A baciarlo sul serio.

E fu meraviglioso perché Jared non sentì timore in quel bacio. Non sentì ritrosia o incertezza. Le labbra di Jensen chiedevano le sue. Chiedevano di assaporare il suo sapore e qualcosa vibrò nello stomaco del più giovane quando sentì la lingua di Jensen chiedere accesso gentilmente, carezzandogli piano le labbra.

Si arrese. E si lasciò trasportare da quelle sensazioni e paradossalmente era Jensen che aveva il controllo di quel momento, pur essendo Jared il “maestro”.

Baciare Jensen in quel modo, con quella nuova consapevolezza che non sarebbe stato respinto fu come un’iniezione di adrenalina. Le labbra del biondo sembravano essere fatte apposta per incastrarsi alla perfezione con le sue. Il loro sapori sembravano fatti apposta per crearne uno così intenso e avvolgente da stordirli e soggiogarli all’incantesimo di quel contatto finalmente intimo. Sentì il bisogno di respirare, ma sorprendentemente, fu Jensen ad impedirgli di allontanarsi troppo dalla sua bocca.

 

Ritrovarsi a voler baciare Jared a tutti i costi, assaporando ogni parte di lui, sembrava essere diventata una cosa che sapeva di indispensabile per Jensen. Un secondo dopo che Jared lo aveva baciato, una delle più belle sensazioni di piacere ed eccitazione lo avevano invaso fin dentro lo stomaco. Poi Jared si era staccato appena un po’ e allora lui aveva sentito una voce nella sua testa gridargli che non ne aveva ancora abbastanza, che la sua bocca aveva ancora bisogno del calore e del contatto della bocca di Jared e così aveva preso l’iniziativa e ora...ora era alle porte del Paradiso. Con le mani di Jared intorno alle spalle, la sua bocca sulla propria, la sua lingua che stuzzicava e veniva stuzzicata dalla sua di lingua. E poi il caldo, un bellissimo eccitante caldo.

E la paura?

Di quella non vi era più traccia.

Quando si allontanarono, i due ragazzi , restarono in silenzio a guardarsi. Appena sorridenti, appena arrossati. Decisamente accaldati.

Jared si ricompose. E mise un passo di distanza tra lui e Jensen che comunque lo guardava con aria soddisfatta.

“Ok! Cominciamo bene!” asserì il più giovane. Nonostante tutto quello che aveva appena provato, proprio non gliela voleva dare la soddisfazione di aver ceduto a quel bacio quando invece avrebbe voluto guidarlo.

 

Dopo circa venti muniti in macchina, i due entrarono in una piccola baita che apparteneva ai genitori di Jared. Era una proprietà immersa nel verde. Quando erano morti la madre e il padre, Jared, non se l’era sentita di venderla e ogni tanto ci andava per schiarirsi le idee o solo per staccare la spina. Era abbastanza isolata, appena vicino ad un sentiero che portava ad una spiaggia non tanto visibile. E poi uno splendido lago.

“Questo posto è bellissimo!” esclamò Jensen guardandosi intorno.

“Era dei miei genitori. Non mi andava di venderlo dopo la loro morte!” disse solo poggiando il suo borsone su una sedia. “L’ho sistemato qualche anno fa e di tanto in tanto ci vengo!”

“Fai bene. Sembra il posto adatto per riposarsi!” convenne poggiando il suo borsone accanto a quello dell’altro. Poi alzò lo sguardo ad una parete e vide poggiate un paio di canne da pesca. Le indicò a Jared. “Sono solo per arredamento?!”

Jared voltò lo sguardo verso quello che indicava Jensen e capì.

“No, affatto. Se il lago non se l’è mangiato, in fondo al sentiero qui fuori dovrebbe esserci un pontile. Domani mattina se ti senti fortunato, puoi tentare e vedere se riesci a procurare il pranzo!” scherzò, provocandolo.

“Accetto la sfida!” asserì con sicurezza e poi si guardò un po’ in giro.

Un attimo di imbarazzo o forse indecisione che Jared notò.

“Che c’è?” fece avvicinandosi appena. “Ripensamenti?!” azzardò.

Jensen lo guardò, gli sorrise e poi prese il suo borsone.

“No, mi stavo solo chiedendo dove posso sistemare le mie cose!” fece con un pizzico di malizia.

Jared sorrise compiaciuto.

“Puoi usare quella stanza!” disse indicando il breve corridoio e una porta appena poco lontana. “Io prenderò quella che prima era dei miei genitori.” e indicò la porta di fronte alla stanza che avrebbe occupato Jensen.

 

I primi due giorni, per i due, servirono a conoscersi al meglio. Parlarono tanto. Jensen chiese scusa del suo assurdo ma , sperava, comprensibile dietro front. Jared, invece, chiese scusa per la sua reazione così affrettata, ma anche lui si augurò che fosse compresa.

Si confidarono le loro sensazioni, i loro timori, le insicurezze su quello che poteva accadere tra loro, ma mai, nessuno dei due, disse di non essere pronto ad affrontare tutto. Jensen gli assicurò di aver capito, durante quella loro lontananza, che ci teneva a lui e anche tanto e che avrebbe fatto di tutto per far funzionare le cose tra loro e questa sorta di “presa di posizione” non potè che rendere felice Jared che gli confidò che anche lui voleva davvero che funzionasse.

Una sera , dopo che misero in ordine la cucina, si sedettero entrambi sul divano. Vicini. Spalla a spalla. Gamba contro gamba. Senza sentirsi a disagio per quella vicinanza così intima.

Per Jensen una sorpresa.

Per Jared un enorme sollievo.

Guardando un vecchio film, nessuno dei due si accorse di essersi appisolato.

Fu Jensen a svegliarsi per primo. Erano le due di notte. Si rese conto che anche Jared dormiva profondamente e tranquillamente.

Gli si avvicinò piano, temendo di svegliarlo. Gli mise una coperta addosso, gli carezzò piano la testa e gli lasciò un bacio dolce sulla guancia e poi sorridendo al sorriso beato che era comparso sulle labbra del più giovane, senza fare rumore andò verso la sua stanza.

Quel gesto fatto così naturalmente nei confronti di Jared, gli tolse definitivamente il sonno e Jensen passò quasi tutta la notte a pensare a quello che provava, a quel sentimento così particolare che ormai si era insediato dentro di lui e che , sorprendendolo oltre ogni limite, lo faceva sentire sempre meglio.

In quella sorta di notte delle consapevolezze, si ritrovò ad uscire di nuovo dalla sua stanza e senza fare rumore, andò verso la cucina per prendersi qualcosa da bere. Mentre stava per aprire il portello del frigo, sentì un leggero borbottio.

Con passo leggero si sporse oltre il divano e si rese conto che Jared era ancora lì, addormentato profondamente. Anzi, sembrava stesse addirittura sognando.

Jensen si abbassò ancora, incuriosito dal voler capire quello che Jared diceva nel sonno. Magari era qualcosa di buffo con cui avrebbe potuto prenderlo in giro il giorno dopo ma quello che sentì, invece, gli formò un groppo in gola.

Mi dica...mi dica che Jensen ...sta bene...lui ...lui è importante...lui è...” mugugnava Jared, agitandosi appena. Jensen vide il volto dell’altro preoccuparsi mentre parlava e poi rilassarsi mentre diceva: “Grazie a Dio...Grazie a Dio...

Quelle parole lo colpirono giusto al cuore. Jared sognava lui, o per lo meno, quello che gli era successo e che li aveva , in qualche modo, avvicinati e portati a quei giorni che stavano passando insieme.

Si ritrovò a sorridere e ad emozionarsi.

Poi, un pensiero si fece largo, come fatto di vita propria.

“Forse sei davvero tu. Forse, davvero, stavo solo aspettando te!!” e riflettendo sul quel dolce pensiero, ritornò senza fare rumore, nella sua camera.

Adesso, era consapevole. Jared aveva fatto il primo passo, portandolo in quella casa. Ora, toccava lui, fare il passo successivo. Un passo che solo lui poteva decidere di fare.

 

La mattina quando ritornò in cucina, Jared sonnecchiava ancora sul divano, così Jensen, iniziò a preparare la colazione e mentre passava tra i pancake, il bacon e la caraffa del caffè, battè più forte, appositamente, le due tazze sul bancone e scoppiò in una risata fragorosa quando vide Jared scattare in piedi dal divano gridando un allarmato: “Dai mamma!! sono grande, smetti di chiamarmi cucciolo. Io...” e si fermò quando si rese conto della situazione e di dove fosse realmente. Si strofinò la faccia con le mani e poi guardò sconfitto, l’altro.

“Divertente...sì, molto molto divertente!!”

“Ci puoi giurare che lo è.” rispose tra le risate Jensen. Poi, tornando appena appena serio: “Dai!! datti una sistemata e vieni a fare colazione...cucciolo!”

“Ahahaha!” rise fintamente Jared, raggiungendolo al tavolo della cucina.

I due fecero colazione ridendo di quello che era successo e programmando la mattinata.

“Wow!! so che sei un ottimo barman, ma che tu fossi anche un bravo cuoco...non lo sospettavo!” fece , come complimento a quello che aveva mangiato.

“Grazie ma...niente di che!! Merito delle sbirciatine nel retro mentre Cip e Ciop fanno le loro cose culinarie!!” rispose Jensen.

“Quando la smetterai di chiamarli così!?” chiese affranto Jared.

“Quando loro smetteranno di assomigliare a due scoiattoli indaffarati!” replicò pronto, Jensen, mentre sistemava le poche stoviglie nel lavandino. “Dai...va’ a farti una doccia. Io rimetto in ordine qui e poi usciamo, ti va?!”

“Decisamente sì!!” convenne Jared. “Ma posso riordinare io. Tu hai cucinato, quindi, come minimo...”

“Jared...va’. Ci penso io qui!!” insistette Jensen, spingendolo gentilmente verso il bagno.

 

Circa un quarto d’ora dopo, Jared dovette uscire di corsa dal bagno perché aveva sentito Jensen urlare.

“Dio...ma cosa sta...succedendo?!” si chiese legandosi di tutta fretta un telo intorno ai fianchi e correndo nel corridoio chiamando Jensen. “Jensen?? ma cosa...” e non potè dire altro quando entrò in cucina. Jensen era braccato all’angolo del piano cucina, guardava decisamente allarmato verso il basso, ma dal punto della stanza in cui era, Jared non riusciva a vedere che cosa stesse fissando Jensen e che cosa , molto probabilmente stava fissando lui. Si preoccupò pensando ad un probabile serpente infilatosi in casa.

Fece un passo avanti , ma un avvertimento di Jensen lo bloccò sul posto.

“No!!!” sibilò Jensen. “Non muoverti...non venire qui...potrebbe ...potrebbe attaccare anche te!” lo avvertì preoccupato.

“Cosa??!!” sibilò stranito Jared.

“Va’ via. Corri fuori e chiama qualcuno...io...se resto fermo...non si muoverà. Continuerà a puntarmi, a...”

“Ma cosa ...cosa c’è?!” fece , a questo punto, troppo curioso di capirci qualcosa.

“Jared...Jared...no!!!” lo avvertì ancora alzando con cautela il braccio come per mantenere lo spazio tra lui e Jared.

Ma a quel movimento, Jared sentì un verso, una sorta di guaito, o ringhio addolcito e qualcosa scattò nella sua mente.

“Aspetta...aspetta un attimo!” fece sporgendosi oltre la piccola isola della cucina.

E tutto fu chiaro!

“Jay!!!” esclamò felice. “Ehi!! cucciolone!!!” e a quel richiamo festoso ne seguì l’attacco altrettanto festoso del cane , nei suoi confronti.

Il cane gli saltò letteralmente addosso, iniziando a leccarlo ovunque riuscisse ad arrivare, fermato solo dalla distanza che cercava di mettere Jared.

“Ma cosa...cosa….” balbettò Jensen, completamente sconvolto da quello che stava vedendo. “E’ tuo?...tu….tu hai un cane?” chiese spostandosi appena da dove il cane lo aveva bloccato prima. “Come...come fai ad avere un cane?….qui?...”

“No..no...non è mio!” rispose Jared, accarezzando la testa del cane e ordinandogli di mettersi seduto. Il cane obbedì sapendo che presto sarebbe arrivata la ricompensa, cosa che accadde, dopo che Jared tirò fuori da una dispensa uno scatolo di biscotti per cane.

“Questa devi spiegarmela.” disse Jensen, ormai sicuro che il pericolo era decisamente passato.

“Jay è il cane di un mio amico, Jim, che vive nel cottage in fondo al viale. In verità lo trovai io circa un anno fa, ma non potevo portarlo nel mio appartamento perché il regolamento non lo permette e di certo non potevo tenerlo qui, perché ci vengo di tanto in tanto. Così, proposi a Jim di tenerlo e lui accettò di buon grado anche perché vive da solo e gli avrebbe fatto piacere un po’ di compagnia e come vedi….questo monello….” fece facendo delle allegre coccole al cane che immediatamente si mise pancia all’aria, beandosi di quelle attenzioni. “...è molto di compagnia.” finì di raccontare.

“Sì….quando non è impegnato a far venire un infarto al povero ospite del suo salvatore!!” ironizzò, guadagnando terreno verso Jared e verso l’animale scodinzolante.

“Non voleva spaventarti...è solo che Jay, ormai ha capito quando c’è qualcuno in casa e allora è entrato dal retro dove c’è l’ingresso per lui. Deve aver sentito il mio odore ma poi ha visto te e devi averlo preso di sorpresa...”

“Io?” esclamò Jensen, accarezzando ora anche lui la pancia del cane. “Io ho preso di sorpresa lui??!!”

Jared rise e poi , rimettendosi dritto e portandosi dietro anche Jensen, si sistemò il telo ancora stretto ai fianchi. “Senti….ora vado a vestirmi e riportiamo questo mascalzone al suo padrone così passiamo al nostro programma, ok?!”

“Ok!” convenne Jensen e prima che Jared sparisse di nuovo verso la sua camera, il biondo lo fermò per un braccio.

Jared , costretto, seguì quel movimento e si voltò verso l’altro. “Cosa..” ma un attimo dopo , le labbra di Jensen erano sulle sue per un bacio dolce, ma deciso. La sua mano ancora stretta al braccio , mentre l’altra raggiunse la nuca di Jared così da tenerselo vicino. Così da far durare quel bacio ancora qualche momento.

Jared sentì le corde del suo stomaco contrarsi e tirare in una maniera meravigliosa. Quel bacio non se lo aspettava proprio, ma se tutte le sorprese che Jensen poteva fargli erano così, sarebbe diventato ben presto un fan di qualsiasi sorpresa.

Quando Jensen lo lasciò libero dal tocco della sua bocca, fu felice di notare un sorriso appagato sul volto del più giovane.

“Ancora non ti avevo dato il mio buongiorno!” gli sussurrò alla distanza di un respiro, Jensen.

Jared sorrise ancora e deglutì l’emozione provata anche dopo quella frase.

“Se questo è il tuo modo per dare il buongiorno, non posso chiedere di meglio!”

“In effetti ne ho anche altri...ma scoprirò le mie carte un po’ alla volta!” fece ammiccante mentre gli dava un bacio a stampo e lo spinse scherzosamente verso la stanza. “Ora va...così riportiamo Lassie a casa!!”

 

Si fermarono a pranzo da Jim, che fu ben lieto di ospitarli e non perdersi l’occasione di prendere in giro quelli che aveva simpaticamente definito i nuovi “Mr. e Mr. Smith” e nel pomeriggio Jared portò Jensen a fare un giro sul lago sulla barca di Jim. Il vecchio amico insistette perché la usassero dato che era da un po’ che lui non lo faceva.

“Ehi, Jim...è un modo per vedere se quella bagnarola ce la fa ancora a stare a galla?!” scherzò Jared.

“Anche, ragazzo.” replicò ironico il vecchio. “Ma voi ragazzoni siete talmente giovani e prestanti che se dovesse andare a fondo, riuscireste a cavarvela.”

“Che consolazione!!” scherzò Jensen.

 

Quando verso sera tornarono a riva, Jensen era al settimo cielo. Aveva adorato ogni momento passato su quella barca. Osservare il cambio di colore dell’acqua dal pomeriggio al tramonto, le insenature del lago, la pace e la calma che aveva provato quando Jared fermò la barca al centro dello specchio d’acqua. La meravigliosa sensazione di quel tremore allo stomaco quando Jared lo aveva baciato, dopo averlo abbracciato da dietro e lo aveva tenuto stretto per un po’, come per godersi quella loro vicinanza. Poi Jensen si era rigirato piano tra le sue braccia e tutto era successo così naturalmente. Le loro labbra vicine, poi insieme. Unite alla perfezione. Le loro lingue che giocavano lentamente per studiarsi, stuzzicarsi, sentirsi e creare una sensazione del tutto nuova. Quasi adrenalinica.

I due ragazzi riportarono le chiavi a Jim.

“Eccovi...stavo quasi per chiamarvi!” fece l’amico.

“Non sapevo di avere il coprifuoco!” replicò scherzano Jared.

“No, idiota. È che hanno avvisato di un temporale in arrivo e tu non è che sei proprio il capitano Acab!!” disse indicando loro le nuvole nere che si erano appena addensate sul lago.

“Ohw!!” esclamarono Jared e Jensen guardando fuori.

 

Il temporale scoppiò appena un’ora dopo, e Jared e Jensen erano rientrati da meno di mezzora. Jensen ne aveva visti di temporali e anche forti ma la bellissima violenza che si stava scatenando aiutata anche dalla presenza del lago, era qualcosa di affascinante.

Cenarono quasi in silenzio, attratti entrambi dal susseguirsi di lampi e tuoni che si avvicendavano al rumore dello scrosciare della pioggia contro le finestre.

“Io sono cotto. Vado a letto!” fece Jared.

“Sì, sì...chiamò Rich per assicurarmi che al bar sia tutto in ordine e crollo anche io!”

“Ok, buonanotte...” disse avvicinandosi a Jensen. “...allora!”

Jensen non arretrò ma attese che i loro corpi fossero vicini e lasciò che questa volta fosse Jared a fare un passo e lo fece, cavolo!!, se lo fece.

Jensen si aspettava un bacio come quello che si erano scambiati quella mattina, ma questo...questo fu ben diverso.

Jared gli infilò un mano sotto la camicia, raggiungendo il centro della schiena, sorridendo appena ai brividi che sentì vibrare sotto il tocco della sua mano. L’altra , la posò delicatamente dietro la nuca di Jensen.

Jensen deglutì e… “Sì...buonanotte!” sussurrò appena, completamente rapito dalle labbra di Jared così dannatamente invitanti e allo stesso tempo odiando il modo in cui Jared non si decideva a baciarlo e il modo in cui la sua mano sulla sua schiena lo carezzava sensualmente facendolo rabbrividire. Non resistette…

“Cavolo, Jared….o ti decidi a baciarmi o...” e Jared si decise.

Il bacio arrivò. Forte. Gentile. Dolcemente prepotente.

E tutto divenne ancora più magico quando la stretta delle braccia di Jared sulla schiena e dietro al collo di Jensen, divenne più forte e possessiva. Jensen , guidato dal puro istinto, allacciò le braccia intorno alla vita del compagno, avvicinandosi il più possibile al suo corpo. Il bacio continuò in quell’abbraccio quasi possessivo. Le bocche si cercavano affamate. Le lingue si stuzzicavano lentamente, assaporandosi languidamente. Le mani di Jensen si muovevano piano nella parte bassa della schiena di Jared. Quelle di Jared premevano con decisione la schiena contratta e muscolosa di Jensen, spingendoselo sempre più addosso. Fin quando fu proprio il giovane a fermarsi e mettere un po’ di distanza tra loro.

“Jared….cosa...” ansimò Jensen, cercando di baciarlo ancora.

“Fermo...fermo...” ansò anche Jared. “Credo...credo che sia meglio fermarsi.”

“E se io non volessi?!” azzardò Jensen.

“Non ti fermerei...ti garantisco che non sarei io a fermarti. Ma...”

“Ma?”

“Ma voglio che tu ne sia convinto. Che sia una scelta ben ponderata!” e quando vide Jensen non insistere, capì, che il biondo stava agendo per un puro istinto del momento.

Forse non era ancora pronto a….quel passo così definitivo.

Ma questo non voleva dire che Jensen non ci tenesse a lui. Per questo, quando si allontanò da lui, e l’altro non si mosse, gli sorrise dolcemente. Gli lasciò un altro bacio leggero a fior di labbra e: “Buonanotte Jensen.!” e andò in camera sua.

 

Jensen sussurrò un “Buonanotte!” anche se non ero sicuro di averlo detto o solo pensato.

Non era arrabbiato. Non era offeso. Non era deluso. Sapeva che Jared non lo aveva rifiutato perché non lo desiderava. Jared aveva fermato quel momento solo per dare a lui il tempo di prendere una decisione fondamentale e importante per la sua vita.

Non si rese conto di quanto tempo resto fermo nel piccolo leaving, alla penombra della sera, illuminata solo dai lampi del temporale. Fermo a pensare, a soppesare ogni possibilità, a valutare ogni sentimento e ogni sensazione. A considerare quel suo possibile nuovo futuro, in quella futura nuova vita.

 

Ad un certo punto, inspirò a fondo e si avviò piano verso la sua stanza. Fece un passo per entrarci quando il suo sguardo si posò sul suo letto. Improvvisamente , dopo essersi fatto quella specie di esame di coscienza, tutto fu chiaro.

Voleva Jared. Lo voleva al suo fianco, nella sua vita, sulle sue labbra. Dannazione!! lo voleva anche fisicamente, al punto di vergognarsene, quando a quel pensiero qualcosa vibrò nel profondo delle sue viscere.

Restò fermo sotto l’uscio della porta e poi si voltò verso la camera da letto di Jared.

 

Un luce fioca affiorava dal basso. Jared era ancora sveglio.

“So cosa sento...so cosa voglio...so che è lui!” si disse non per convincersi, ma solo perché era davvero quello che ormai sentiva.

Fece qualche passo.

 

Jensen entrò nella stanza di Jared.

 

Era buio ma la luce notturna della luna e delle stelle data dall’incredibile serenità del cielo, nonostante il temporale appena passato, dava alla stanza una leggera penombra.

Jared era seduto su una piccola poltrona. Indossava solo una maglietta e il solito pantalone della tuta che usava per dormire. Era appena voltato verso la finestra ma non tanto da non vederlo entrare. Se ne sorprese.

Anche il giovane , dopo quel bacio, così diverso dagli altri, stava faticando a darla vinta al sonno. Una cosa era corteggiare Jensen e farsi corteggiare da lui “a distanza”, in un bar, durante una passeggiata, una serata tra loro. Ma in questa situazione, da soli, in casa. E ci si metteva anche quel maledetto temporale che rendeva tutto ..magico. Così si era cambiato e non riuscendo a trovare una posizione comoda a letto, aveva optato per la poltrona accanto alla finestra.

Stava ancora ripensando a come fosse difficile resistere a Jensen, quando sentì una presenza timida, poco lontano da lui.

“Ehi?! Tutto ok? Ti serve qualcosa?!” chiese notando il biondo sulla soglia della sua porta.

Jensen non rispose. Fece solo qualche altro passo verso il centro della stanza. Si guardò un po’ in giro e poi fissò lo sguardo al letto. Ci si avvicinò e con movenze lente ci si sedette sopra. Dal lato dove Jared era seduto.

“No, sto bene. Volevo solo sapere come sarebbe dormire nel tuo letto...” disse con un tono di voce calmo e appena roco. E non appena si rese conto che Jared stava per rispondergli, lo anticipò: “...con te!”

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75