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Autore: luvsam    10/10/2021    1 recensioni
Quella mattina il buonumore di Dean gli stava dando veramente ai nervi e Sam avrebbe dato qualsiasi cosa per farlo tacere, ma papà era ancora arrabbiato per la scenata del giorno prima e non poteva certo permettersi di iniziare un combattimento anche con suo fratello.
E dire che fino a poche ore prima si era sentito davvero felice perché il coach Maverick aveva diramato le convocazioni per la finale di calcio under 16 ed era dentro, non poteva crederci. Era stato su di giri per tutta la giornata discutendo con i suoi compagni degli avversari, di schemi ed eventuali rigoristi, e già si immaginava a correre sul campo.
Uscendo da scuola aveva visto l’Impala e aveva riconosciuto subito suo padre. Era una rarità che andasse a prenderlo alla fine delle lezioni e aveva pensato che ne avrebbe approfittato subito per chiedere il permesso per andare ad Austin con la squadra, ma qualcosa nella postura rigida del genitore lo aveva messo in allarme. Si era avvicinato e aveva riconosciuto il signor Rhodes e da lì tutto era andato storto.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dean guardò l’orologio e finalmente le lancette erano al posto giusto. Si alzò di scatto facendo strisciare rumorosamente la sedia sul pavimento e svegliando Bobby, che da poco aveva abbassato la testa sul tavolo.
“Scusa, vecchio mio, ma si va in scena”
“Frena, cowboy, dobbiamo fare le cose con calma”- disse l’uomo passandosi una mano sul viso nel tentativo di svegliarsi completamente.
“Ho già aspettato troppo, voglio riportare Sammy e papà a casa”
“Lo voglio anch’io, ma avremo un’unica possibilità e non possiamo permetterci errori”
“Non ce ne saranno”
“Dean, la fretta è sempre cattiva consigliera! Ho bisogno che tu sia lucido ed estremamente concentrato”
“Sono entrambi le cose”
“D’accordo, mi fido di te, figliolo. Prima di iniziare, devi andare al piano di sopra e prendere la scatola blu dall’ultimo cassetto a destra della scrivania della biblioteca”
“Da quando collezioni scatole colorate?”
“Non è mia, idiota, è di Lenora e dentro c’è tutto quello che ci serve”
“Perché non me ne hai parlato prima?”
“Perché, adrenalinico come sei, saresti andato a prenderla prima del tempo e avresti fatto qualcosa di stupido”
“Non lo…”
“Ragazzo, ti conosco come le mie tasche”
Dean sbuffò perché era perfettamente conscio che il suo amico aveva ragione, poi disse:
“Ultimo cassetto a destra, vado”
Il giovane lasciò la panic room non prima di aver silenziosamente promesso a suo padre e a suo fratello che sarebbe tornato presto e in breve si ritrovò in biblioteca. Si avvicinò alla scrivania e aprì il cassetto individuando subito il suo obiettivo.
Era una scatola di medie dimensioni rivestita con del velluto blu su cui spiccava un cameo con due lettere intrecciate. Le osservò da vicino e riconobbe le iniziali di Lenora e di Vincent. Vi passò sopra l’indice sinistro come in una carezza, poi stava per aprirla quando la voce di Bobby tuonò dal piano di sotto.
“Ragazzo, devo mandare una carrozza a prenderti?”
“Arrivo, non farti venire un infarto”
Dean chiuse il cassetto della scrivania, poi fece il percorso a ritroso verso la panic room.
“Alla buon’ora! Che cos’hai novant’anni?”
Il cacciatore prese dalle mani del suo amico la scatola e tornò al tavolo su cui campeggiavano un’alta candela, una pergamena, un mortaio con pestello, una ciotola e una bottiglia d’acqua.
Il giovane lo seguì e chiese:
“Da dove è uscita quella roba?”
“E’ lì da quando tuo padre ha portato giù Sam, ma eri preso da altro per notarla”
“A cosa serve?”
“Lenora mi ha detto che dobbiamo accendere la candela prima di iniziare il rituale e aspettare che bruci di almeno un terzo”
“Ma ci vorrà un sacco di tempo”
“Sto ripetendo quello che mi ha detto ed è stata categorica sul fatto di dover seguire alla lettera le sue istruzioni”
“E quando avete parlato?”
“Mentre salutavi John”
Dean sospirò ripensando alle parole che il padre gli aveva sussurrato mentre lo abbracciava e a quanto si era sentito disperato quando aveva dovuto allontanarsi da lui. La sensazione di angoscia era diventata sempre più pressante man mano che erano passati i minuti e quando aveva visto John portarsi il bicchiere alle labbra, avrebbe voluto strapparglielo dalle mani e farlo in mille pezzi, anche se questo avrebbe significato allontanarsi da Sam. Amava suo fratello, ma l’idea che suo padre stesse facendo un tuffo nell’ignoto senza di lui era insopportabile. Aveva dovuto imporsi di rispettare la volontà del genitore sperando di non star commettendo un grande errore e quando era andato, aveva pregato per la sua famiglia.
“Ehi, mi stai ascoltando?”
La voce burbera di Bobby riportò il giovane alla realtà e dall’espressione severa dell’uomo, capì di averlo ignorato negli ultimi minuti.
“Sì, scusa”
“Dean, ho bisogno che tu sia qui al 100%, niente distrazioni”
“Ci sono, ho solo ripensato a quello che mi ha detto papà. Che dicevi?”
“Stavo parlando della candela”
“Sì, ti ho sentito. Dobbiamo accenderla, aspettare che si consumi di un terzo e poi?”
“Devo leggere quello che c’è scritto qui sopra, è una specie di rito propiziatorio, o roba del genere”
“E dopo che l’hai fatto?”
“Dobbiamo usare quello che c’è in questa scatola”
“E cosa contiene?”
“Erbe e polveri varie. Non mi ha dato molti particolari, solo indicazioni su come usarle per creare un unguento”
“Quella poltiglia verde vomito che ha buttato giù papà all’andata?”
“No, è un preparato da spalmare sulla fronte e all’altezza del cuore di tutti e tre per riportarli indietro”
“Sicuro che è solo una sensitiva? Questa sembra stregoneria”
“Ci ho pensato anch’io, ma al momento è poco importante, non credi? Ha oggettivamente protetto Sam dagli attacchi di Abyzou e sta aiutando tuo padre, quindi per me può essere anche Campanellino, non fa differenza.
Faremo quello che ci ha detto e se tutto va bene, dovrebbero risvegliarsi quasi subito”
“Andrà bene”
“Dean”
“Ne sono sicuro, Bobby, papà e Sammy stanno tornando”
“L’essere positivi mi piace, ma…”
“So già come la pensi, ma per quanto mi riguarda non esiste nessun ma”
“D’accordo, come vuoi. Iniziamo?”
“Non aspetto altro”
Il cacciatore più anziano accese la candela e quest’ultima emanò subito un odore simile all’incenso. Iniziò a bruciare velocemente tanto da costringere l’uomo ad afferrare il foglio e a leggere giusto trenta secondi dopo.
Ripetè lentamente le parole scritte sulla pergamena e la panic room cominciò a sbiadire.
Dean si guardò intorno e vide che tutto ciò che li circondava diventava sempre meno riconoscibile, era come se i suoi occhi stessero perdendo la messa a fuoco. Li strizzò per recuperare la nitidezza delle immagini, ma non servì a nulla e capì che il rito era iniziato.
Bobby, dal canto suo, continuava a leggere e quando giunse alla fine del foglio, posò lo sguardo sulla candela, che si era accartocciata su se stessa.
“Questa è fatta, ora tocca alla scatola blu”
“Vedi anche tu tutto sfocato?”
“Sì, ma solo se guardo verso tuo padre, o tuo fratello, tu sei nitido”
“Anche tu”
“E’ come se fossimo in una specie di bolla”
Il cacciatore posò la pergamena sul tavolo e aprì la scatola. Tirò fuori tre piccoli sacchettini grigi chiusi da nastrini di colori diversi e li consegnò a Dean.
“Aprili e passameli quando te lo chiedo”
“D’accordo”
Prese poi il mortaio e vi rovesciò dentro il contenuto di un altro sacchetto, che aveva tenuto per sé.
“Che cos’è?”
“Alloro. Ne dobbiamo bruciare un po'”
“Perché?”
“Perché serve per purificare e tenere lontane le negatività”
Bobby prese l’accendino e diede fuoco alla polvere, che diffuse un odore forte ma piacevole nell’ambiente.
“Okay, penso che basti”
“Lo credo anch’io. Prossimo passo?”
“Allora l’alloro è dentro e ora è il turno del sacchetto con il nastrino viola”
“Questa che cos’è?”
“Agrimonia”
“Agri cosa?”
“Agrimonia, figliolo. Dovresti allargare un po' le tue vedute, sai?”
“Perché dovrei? Ho a disposizione Samcarta: gli dici una parola e nel giro di pochi secondi ti fa una conferenza”
“Tuo fratello è un ragazzo intelligente e sa un sacco di cose. Dovresti esserne orgoglioso e non prenderlo in giro”
“Sono orgoglioso! Stavo per organizzare una ola con il pubblico nella scuola di Lexington quando ha messo a tacere la squadra avversaria durante un dibattito. Quei figli di papà gli hanno dato il tormento perché era l’ultimo arrivato e hanno fatto di tutto per non farlo gareggiare, ma un suo prof era convinto che Sam fosse all’altezza della competizione e lo ha fatto ammettere. Li ha stracciati, letteralmente fatti a pezzi, masticati e sputati via come un chewing gum”-rispose Dean con un sorriso enorme sul viso.
“Ne sono sicuro”
“Avrebbe voluto che papà fosse seduto in platea con me, ci è rimasto malissimo quando si è accorto che non c’era”
L’espressione del giovane Winchester si incupì all’improvviso e Bobby intervenne con tono conciliante:
“C’è adesso, Dean, tuo padre è andato a riprendersi Sam”
“Sì, lo so”
“Pensiamo a preparare l’unguento. Passami il sacchetto con il nastro giallo e prima che lo domandi, ti dico cos’è: questa è equiseto e serve per guarire le ferite”
“Non hanno addosso nessun segno”
“Nella nostra dimensione no, ma potrebbero non stare così bene nella loro e quest’erba serve a impedire che eventuali ferite li seguano nel viaggio di ritorno”
Bobby aggiunse la polvere verde scuro al composto già presente nel mortaio, poi si mise a schiacciarlo vigorosamente con il pestello per qualche minuto.
Lavorò all’unguento per circa dieci minuti, poi chiese l’ultimo sacchettino.
“E dulcis in fundo la scacciadiavoli”
“Esiste un’erba che si chiama così?”
“In realtà il suo nome è iperico, ma comunemente viene chiamata scacciadiavoli perché si pensa che sia potentissima e capace di proteggere da qualsiasi cosa. In tanti si fanno il bagno con le sue foglie, o le marmorizzano per farsi fare dei ciondoli protettivi”
“Se servirà a riportare indietro papà e Sammy me ne farò una ghirlanda”
“Ti ci vedo in versione figlio dei fiori, idiota. Ora lasciami continuare a pestare e mescolare fin quando non avremo un composto violaceo”
“Vuoi che lo faccia io?”
“Mi stai dando del vecchio?”
“Non è questo, ma vorrei fare qualcosa di più operativo dell’assistente mago”
“Va bene, accomodati”
Bobby passò a Dean il mortaio e si mosse per andare a controllare gli altri occupanti della panic room notando che la stanza era di nuovo tutta a fuoco. Si avvicinò prima a Sam e riconobbe sul suo viso delle rughe di sofferenza. Si chinò su di lui e si rese conto che il ragazzo aveva di nuovo la febbre.
“Che palle”
“Che succede?”
“C’è qualcosa che non va con tuo fratello”
Dean si avvicinò senza interrompere il suo lavoro e chiese:
“Che vuoi dire?”
“E’ caldo e non sembra passarsela bene”
“E’ ferito?”
“Non vedo nulla, ma è chiaro che sta soffrendo”
“Papà?”
Bobby si alzò e si spostò al fianco del suo amico cacciatore e dopo averlo osservato per qualche istante, disse:
“Lui sembra okay”
“Non mi piace”
“Non ti piace che tuo padre sembra stare bene?”
“No, volevo dire che papà non è mai tranquillo quando Sammy non sta bene e se in questo momento lo è, forse vuol dire che non sono insieme”
“Figliolo, resta calmo”
“Papà non sarebbe così sereno se sapesse che lui…”
“Dean, stai straparlando”
“So quello che dico! Lui mi chiama “mamma chioccia” perché dice che lo proteggo troppo, ma la verità è che è peggio di me quando si tratta di Sammy”
“John non è così…”
“Bobby, lo so, papà può sembrare un bastardo con Sam per tutte le volte che lo riprende o lo castiga, ma non c’è niente al mondo a cui permetterebbe di toccarlo. E’ pronto a tutto per difenderlo e non si fermerebbe nemmeno se dovesse essere costretto a…”
Il giovane Winchester si bloccò all’improvviso temendo di aver offerto il fianco alla curiosità di Bobby e infatti puntuale arrivò la domanda:
“Che diavolo stai blaterando? Tuo padre non si fermerebbe nemmeno davanti a cosa?”
Dean si diede mentalmente dello stupido, era arrivato ad un passo dallo spifferare quello che aveva giurato di tenere segreto, e si chiese come avrebbe potuto rimediare alla situazione. Bobby non era un idiota e una vita nel mondo della caccia aveva affinato la sua capacità di intercettare i bugiardi, quindi doveva trovare una versione quanto più vicina alla realtà.
“Allora? Sto aspettando una risposta”
“Volevo solo dire che farebbe qualsiasi cosa per Sam come qualunque altro genitore perché gli vuole un bene dell’anima”
“Ma John non è un genitore qualunque, è un cacciatore e siamo notoriamente avventati quando si tratta di proteggere chi amiamo”
“Bobby, sta’ tranquillo, mi sono solo lasciato un po' prendere la mano, non c’è niente di strano da sapere e l’unguento è pronto”
L’uomo guardò perplesso il ragazzo, poi abbassò lo sguardo sul mortaio e convenne che il composto sembrava del colore e della consistenza giusta.
“Sì, hai ragione”
“Forza, riportiamoli a casa”
Bobby annuì e divise in due il composto versandone una parte nella ciotola sul tavolo.
“Prendi questa e occupati di tuo padre e di tuo fratello. Devi usare l’indice destro e disegnare questo sul petto”
“Che diavolo è?”
“Un sigillo molto antico. Lenora mi ha detto che li proteggerà da Abyzou, cancellerà le loro tracce e le impedirà di seguirli anche in futuro”
“E sulla fronte?”
“Invece dell’occhio sbarrato con una sola linea da destra a sinistra, devi disegnare due linee e farle incrociare. Appena hai finito con loro, segnerò lei, okay?”
“Okay”
Dean prese il contenitore e si avviò verso i letti dei suoi cari. Si fermò nel mezzo e si chiese da chi dovesse andare per primo: l’istinto gli diceva Sammy perché era probabilmente ferito e voleva strapparlo il più velocemente dalle grinfie di Abyzou, ma poi decise di cominciare dal padre per dargli la possibilità di salvarsi e portare suo fratello con sé.
Si sedette sul bordo della branda e dopo aver alzato la maglia del genitore, intinse il dito indice sul composto. Cominciò a disegnare il sigillo formato da un occhio, da una prima freccia orientata verso nord e da una seconda interrotta in tre punti puntata a sud. Eseguì il suo lavoro velocemente e lo completò con una diagonale passante per la pupilla, poi si spostò in avanti e ripetè l’operazione sulla fronte. Dopo aver concluso il secondo sigillo, si chinò e sussurrò all’orecchio di John:
“Forza, papà, adesso devi tornare e riportare Sammy a casa”
Gli accarezzò una guancia, poi si alzò e andò da suo fratello, che aveva ancora un’espressione sofferente.
“Ehi, nerd, tocca a te adesso”
Si sedette accanto a lui e gli ricoprì il petto e la fronte con i sigilli, poi rimase con la ciotola tra le mani a fissarlo.
“Finito?”
 Dean annuì, poi chiese:
“Dobbiamo fare altro?”
“Aprire il portale per farli passare”
“Facciamolo”
“Aspetta, devo disegnare i sigilli su Lenora! E’stata lei a dirmi di segnarla per ultima”
“Per quale motivo?”
“Non ne ho idea”
Bobby svolse velocemente il suo compito, poi si pulì il dito sui pantaloni e disse:
“Prendi la bottiglia”
“Ti sembra il momento di bere?”
“E’ acqua benedetta”-rispose l’uomo prima di dirigersi verso la parete della panic room di fronte alle brande. Tirò dalla tasca dei jeans un’altra pergamena e aspettò che il primogenito del suo amico tornasse.
“Ci siamo, Dean. Occhi aperti e speriamo che tutto vada bene”
Bobby prese la bottiglia e se ne versò un po' nella mano destra. La appoggiò sul muro e cominciò a recitare la formula insegnatagli da Lenora.
La parete iniziò a tremare e larghe spaccature si aprirono davanti ai due cacciatori.
“Sta funzionando?”
“Lo spero, non vorrei diventare un senzatetto per nulla”
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“Sammy”
John tentò ancora una volta di riportare alla coscienza il figlio, ma i suoi sforzi non furono premiati, così come era accaduto negli ultimi venti minuti. Gli occhi del ragazzo rimasero chiusi e a suo padre non sfuggì che la febbre stava aumentando. Evidentemente le ferite stavano cominciando a presentare il conto e l’uomo si sentì sprofondare.
“Lenora, devo portarlo via, ha bisogno di cure vere”
“Hai ragione, non ha per nulla un bell’aspetto, ma non possiamo fare altro che aspettare”
“Credi che Bobby e Dean stiano già provando a portarci indietro?”
“Dovrebbero, ma non posso essere sicura al 100% che il nostro tempo coincida con il loro”
“Il mio orologio ha continuato a camminare e se non ha perso colpi, dovremmo essere vicini alla fine di quest’incubo”
Sam si agitò sul divanetto e nell’incoscienza chiamò il padre, che si accovacciò accanto a lui e gli accarezzò il viso.
“Sono qui, tranquillo”
“Papà, aiutami”
“Sammy, sono vicino a te, calmati”
“No, non mi legare, basta”
“Figliolo, nessuno ti sta legando, mi senti?”
“Dee, non mi lasciare da Plucky Pennywhistle's, ti prego”
Il cacciatore guardò sconvolto il figlio che ormai delirava ad alta voce e si chiese che cosa gli stesse passando per la testa in quel momento. Ricordò che Dean gli aveva parlato della fobia del suo secondogenito per i clown molti anni prima a Huntsville e ripensando a come lo aveva sgridato quel pomeriggio autunnale in Alabama, si sentì uno schifo: non aveva mai chiesto a Sam perché avesse tanta paura dei clown, non si era preoccupato di scoprire se aveva subito qualche trauma, o se qualcuno gli aveva fatto del male. Aveva preferito liquidare la questione abbaiando ordini e ignorando di proposito lo sguardo ferito di suo figlio per essere stato trattato in modo così brusco. Si disse che anche in quell’occasione non era stato di supporto e avrebbe sguazzato nel mare del rimpianto se la voce di Sam non fosse di nuovo arrivata alle sue orecchie.
“Dee, non lo dire a papà, farò il bravo”
John strinse a sé il figlio e gli sussurrò:
“Tu sei bravo, Sammy, sei un bravo figlio e sono orgoglioso di te”
Gli sfiorò la fronte e constatò che ormai la febbre era fuori controllo. Non era abile come Dean nell’ individuare la temperatura di suo figlio minore, ma non avrebbe sbagliato di molto valutandola intorno ai 104°.
In un’altra situazione avrebbe spogliato Sam, ma il bendaggio improvvisato era tenuto più o meno fermo dalla maglietta e dalla felpa e non poteva rimuoverle. Si guardò intorno e l’acqua che sgorgava dalla fontana gli sembrava l’unica cosa utile, ma Lenora gli aveva detto di non usarla.
“Sei sicura che sia del tutto inutilizzabile?”
“Non conosci i poteri di uno yokai?”
“Non ne ho mai sentito parlare”
“E’ un essere molto malvagio, una creatura soprannaturale di origine giapponese”
“E infetta l’acqua?”
“Quello e annegava donne e bambini quando era a piede libero, ma, da quando Abyzou lo ha sottomesso, è diventato il custode di qualcosa. Me lo ha detto mentre si divertiva a fare la padrona di casa, ma non ricordo che cosa starebbe sorvegliando”
“Forse lo so io”
“Di che cosa stai parlando?”
“Credo che lo yokai sia il custode di ciò che è rimasto delle anime delle vittime di Abyzou”
“Non capisco”
“Su quella parete c’erano delle teche”
“Teche? Io non vedo nulla”
“Erano lì e la bastarda mi ha detto che non si separa mai completamente dai suoi figli. Mi ha detto che ne conserva una parte, li ha chiamati souvenir”
“No, John, ti sbagli”
“Lenora, so quello che ho visto”
“I demoni mentono”
“Capisco che sia dura, ma credo che questa volta non l’abbia fatto. Tu stessa hai detto che, quando hai bevuto l’acqua dalla bocca dello yokai, sei entrata in connessione con tuo figlio”
“Pensi che Vincent sia prigioniero in una di quelle teche?”
“Lei ha detto che tiene una parte di ognuno dei bambini che ha rapito, quindi ho paura che tuo figlio sia uno di loro”
“Oh, mio Dio, se quello che dici è vero, devo trovarlo, devo liberarlo”
Lenora cominciò a camminare avanti e indietro parlando da sola, poi all’improvviso si scagliò contro John, che nel frattempo, avendo registrato la crescente agitazione della donna, era tornato in posizione eretta per fare da scudo a suo figlio. Lei gli afferrò la camicia e urlò:
“Dove sono quelle teche? Dimmelo”
“Ti giuro che non lo so! Erano su quella parete quando mi ha fatto torturare da Sam, ma adesso…”
“Forse ti sei sbagliato, forse eri talmente in preda al dolore che hai solo immaginato di vederle”
Il cacciatore guardò la donna e leggendo la disperazione nei suoi occhi, pensò di assecondarla, ma sapeva che era perfettamente cosciente quando aveva parlato con Abyzou e preferì essere onesto.
“Lenora, vorrei dirti che mi sono sbagliato, credimi, perché da genitore immagino che cosa stai passando, ma…”
“Se esistessero davvero, allora perché non vi ha richiuso anche tuo figlio? Perché il tuo Sam è vivo e il mio Vincent no?”
John si irrigidì e pensò che non gli piaceva per nulla la piega che stava prendendo la situazione. Provava compassione per la donna e il suo dolore, ma il suo istinto gli stava urlando che doveva tenere alta la guardia perché una madre disperata era capace di tutto pur di proteggere il proprio figlio.
La sua Mary non aveva esitato ad affrontare il demone dagli occhi gialli per tenere al sicuro il loro bambino e in quello stato Lenora era imprevedibile.
“Lasciami e allontanati da Sam”
“Non è giusto che lui sia vivo”
“Lenora, ti ho detto di lasciarmi e di allontanarti da mio figlio”-ripetè l’uomo con tono più severo e afferrandole le mani.
“Forse se le consegno Sam, lei mi ridarà Vincent e ce ne andremo di qui. Porterò il mio bambino a casa e sarò una brava madre”
A quelle parole John si liberò e spinse lontano la donna.
“Non toccherai mio figlio e se solo provi ad avvicinarti, non esiterò a spezzarti il collo. Sei disperata e lo capisco, ma ti ho dimostrato nel bosco che anche io non ho freni quando si tratta dei miei ragazzi”
Lo scontro sarebbe probabilmente continuato se la porta non si fosse spalancata di colpo e qualcosa di potente non avesse investito John e Lenora mandandoli al tappeto.
“Ma che gentili, vi siete riuniti per semplificarmi le cose”
La risata malvagia di Abyzou riempì la stanza e dietro di lei entrarono decine di bambini senza occhi.
Il cacciatore tentò di rimettersi in piedi per raggiungere Sam, che giaceva ancora sul divanetto, ma il demone aveva altre idee. Attaccò con un gesto della mano entrambi gli adulti al muro e disse:
“Basta, non mi divertite più”
John fissò con orrore la creatura fluttuare verso il suo ragazzo e sollevarlo.
“No, lascia stare mio figlio”
“E’ finita, Winchester”
Il demone stava per uscire con il giovane Winchester tra le braccia quando il suo palazzo tremò dalle fondamenta e il pesante lampadario sopra la sua testa cominciò ad oscillare pericolosamente.
John e Lenora piombarono sul pavimento, ma, pur stordito dall’impatto violento, il cacciatore avrebbe giurato di aver sentito la voce di Bobby.
   
 
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