Era passato un anno da quando erano riusciti a sconfiggere Naraku, l'essere che aveva rovinato la vita a tutti quanti loro. Da quel momento il Pozzo Mangiaossa aveva smesso di fare da collegamento tra la sua epoca e quella Sengoku. Era un anno che non vedeva InuYasha.

Di tanto in tanto, mentre tornava da scuola, si fermava a guardare quella porta che la separava dal pozzo e i ricordi scorrevano nella sua testa con una prepotenza inimmaginabile. Erano come degli schiaffi in piena faccia e si sentiva sempre più in colpa. Sempre più sola.





Era da un paio di settimane che, tra una lezione e l'altra, una verifica scritta ed una interrogazione, un'uscita con le sue amiche e un pomeriggio passato in famiglia,... un pensiero le si era affacciato nella testa e continuava a bussarle leggermente. E se fosse 𝘭𝘦𝘪 la causa del blocco del pozzo? Se in cuor suo era talmente felice di essere tornata a casa, da sua mamma, da Sota e dal nonno, dopo quella terribile esperienza nella sfera degli Shikon? Erano passati 3 giorni... Per Kagome il tempo lì dentro si era fermato, ma tutti gli altri hanno aspettato 3 giorni interi per rivederla, con la paura che fosse in pericolo o peggio. Il pensiero che la sua famiglia avesse vissuto 3 giorni nel terrore a causa sua l'aveva colta di sorpresa: per la prima volta si era resa conto che avrebbe 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 potuto morire lì. Li avrebbe lasciati senza neppure avere la possibilità di salutarli un'ultima volta.



Ma quel giorno era diverso per Kagome. Sentiva qualcosa, un presentimento. C'era qualcosa nell'aria. Guardò distrattamente il proprio cellulare (già, ora ne aveva uno come le altre sue compagne di classe) e il suo cuore ebbe un sussultò. Mancavano pochi giorni al suo compleanno, e quindi al suo 4° anniversario dell'incontro con Inuyasha. Erano passati quasi 4 anni.

4 anni...


Finalmente Kagome si fece coraggio e si avvicinò alla porta che apri con delicatezza, come se fosse stata fatta della carta velina più delicata al mondo. Entrò nella stanza, facendo cadere la borsa all'entrata e si avvicinò furtivamente al pozzo, guardandolo come rapita. Sfiorò con la punta delle dita il legno, per poi appoggiarci tutta la mano, che chiuse subito a pugno, trattenendo tutte le sue emozioni.

«InuYasha... Cosa starai facendo adesso?» si ritrovò a chiedere al buio, con voce roca.


E poi, finalmente, dopo un anno di "𝘚𝘵𝘰 𝘣𝘦𝘯𝘦", "𝘕𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘳𝘯𝘦 𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘧𝘰𝘨𝘢𝘳𝘮𝘪",... Kagome fece una cosa di cui aveva davvero bisogno. Si inginocchio davanti al pozzo e raggomitolandosi su sé stessa scoppiò a piangere disperatamente. Tutte le sue emozioni uscivano fuori sotto forma di grida disperate e di calde lacrime, che iniziarono a rigarle il volto e bagnarle la camicia e la gonna.







Non poteva sapere che, a 500 anni di distanza, davanti a quello stesso pozzo, c'era InuYasha, seduto come in attesa che tornasse. Le orecchie ben dritte per captare qualsiasi rumore, il naso che ispirava qualsiasi odore in cerca di uno specifico. Gli occhi, un po' arrossati, tradivano una notte (o due) di pianti, lontano da tutti.