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Autore: EcchanEcchan    14/10/2021    3 recensioni
ATTUALMENTE IN PAUSA! I'm back guys! Una piccola AU senza pretese per ricordarci quanto sono belli Inuyasha e Kagome insieme.
Kagome ha venticinque anni e la sua relazione non potrebbe andare peggio di così. Inuyasha di anni ne ha ventisette ed è arrivato a Tokyo per stare vicino alla sua ragazza Kikyo, che ha una migliore amica inspiegabilmente irritante e carina.
Dal testo:
"Inuyasha annuì, senza staccare lo sguardo da Kagome. “E’ carina” pensò mentre la osservava sistemarsi la scollatura del vestito. Pensieri poco casti attraversarono la mente del mezzodemone, mentre si stupiva di sé stesso. Era fidanzato, che diamine!"
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Page 03
 
Kagome chiuse la porta alle sue spalle con un gran sospiro, la situazione con Koga era ormai insostenibile ma l’idea di gettare al vento quattro anni non la attirava particolarmente. Decise di bere una camomilla per rilassarsi. Posò la borsa vicino all’ingresso e si diresse in cucina, trascinandosi come se avesse un macigno addosso.
 Ayame stava seduta a fissare il telefono, con un’espressione contrita. “Ehi, tutto ok?”, la rossa sobbalzò.
“Oh Kagome, scusa non ti avevo sentita.” Mormorò senza staccare gli occhi dal suo smartphone.
“Si, ho notato”
Nel momento in cui Kagome le si affiancò lo schermo si accese, segnalando l’arrivo di una chiamata. Ayame lo nascose in fretta, guadagnandosi lo sguardo interrogativo della sua coinquilina.
“Sei sicura che sia tutto ok?” domandò Kagome.
“Si certo, ehm… vado in camera, deve essere mia madre” rispose velocemente prima di dileguarsi tenendo lo schermo del telefono nascosto.
Kagome sospirò per quella che doveva essere la centesima volta quel giorno, anche se un sospetto le attraversò la mente. Rinunciò alla camomilla e si chiuse in camera per chiamare l’unica persona che sarebbe stata disposta ad ascoltarla in quel momento, Sango. Due, tre, quattro squilli e infine una voce affannata rispose.
“Umpf… Ciao Kagome, c’è qualche… mmmh… problema?”
Kagome si passò la mano sul viso per l’imbarazzo. “Volevo parlarti di una cosa ma credo tu sia impegnata”
“No tranquilla, ho appena finito” urlò una voce maschile fuoricampo.
“Che schifo” biascicò la ragazza, dopodichè si sentì un frastuono e dei lamenti di dolore accompagnati da qualche frase incomprensibile ai più, tipo “piccola era uno scherzo”, “scusa non volevo”, “ti prego non uccidermi”, “facciamo il secondo round”.
“Scusami amica, dicevi?” riprese Sango con un tono di voce decisamente poco calmo.
“Non importa, ne parliamo domani dopo il trasloco. Non fargli troppo male, buonanotte.” E chiuse la chiamata.
Sango e Miroku erano così felici insieme, anche se litigavano ogni cinque minuti non sembrava che questo intaccasse la loro vita di coppia.
“Beati loro” pensò Kagome mentre si addormentava.




 
La mattinata trascorse frenetica con un continuo su e giù di scatoloni e buste. Volò anche qualche bestemmia quando Miroku, nel tentativo di evitare le botte di Sango ruzzolò giù per le scale, rovesciandosi in testa la scatola con l’intimo di Kagome.
A mezzogiorno, finalmente, il furgone del trasloco era pronto per dirigersi verso il nuovo appartamento.
Kagome appoggiò le vecchie chiavi sul tavolo della cucina per poi abbracciare Bankotsu.
“Grazie Ban, questi anni con voi sono stati fantastici. Mi mancherete!” disse mentre si asciugava una lacrima.
“Grazie a te, Kagome. Se non ci fossi stata tu probabilmente saremo morti di stenti” sorrise il giovane, cercando di mascherare la tristezza.  Suo fratello, invece, nemmeno ci provava. Jakotsu, infatti, piangeva disperato sul pavimento, riempiendo la moquette di lacrime e muco, mentre abbracciava Herbert.
Kagome lo guardò indecisa se sentirsi commossa o schifata, in entrambi i casi le sarebbero mancate le battute sconce e gli outfit improbabili del suo coinquilino. Ayame non si fece vedere, Bnakotsu provò ad accampare qualche scusa poco credibile e Kagome fece finta di crederci. Ormai era chiaro, c’era sotto qualcosa e avrebbe fatto di tutto per scoprirlo.
 
 
“Alla fine mi hai incastrata eh” disse Sango mentre sistemava i vestiti nel nuovo armadio di Kagome.
“Scusami, ma Koga è sparito. È da ieri che non si fa sentire.” Rispose Kagome senza smettere di riordinare i libri.
“Cosa devi dirmi?”
Kagome sospirò, non poteva nascondere nulla alla sua amica. “È da un po' che Koga è strano, è sfuggente, non vuole mai salire a casa, sparisce per ore… e Ayame mi evita. Quando io entro in casa lei esce, tipo qualche giorno fa. Mi ha detto che doveva lavorare, ma quando io e te siamo andate al bar lei non c’era. Oh! E ieri ho visto che ha ricevuto una chiamata subito dopo il mio rientro. Sullo schermo c’era una K con un cuore vicino. Non so cosa pensare…”
Sango lasciò cadere un paio di pantaloni a terra per lo stupore e un ricordo le inondò la mente. Era successo poche settimane prima. La ragazza era andata a trovare suo fratello Kohaku, da poco uscito dall’ospedale a causa di un infortunio subìto durante un allenamento di judo. Si trovava abbastanza lontana dalle zone che solitamente frequentava, e le parve di vedere Koga insieme ad una ragazza rossa sfrecciare in macchina. Non diede troppo peso alla cosa, dopotutto era assurdo pensare che il ragazzo della sua migliore amica fosse così lontano dall’ufficio e in pieno orario lavorativo.
Scosse la testa, era sicuramente una coincidenza. Koga era troppo innamorato di Kagome per fare una simile stronzata, quindi decise di calmare l’amica, anziché rafforzare le sue paranoie con qualcosa di cui non era nemmeno sicura. “È meglio così” si disse, mentre tornava a piegare i vestiti.
Kagome stava rannicchiata sul divano a guardare un film, quando sentì il rumore delle chiavi nella serratura. Sango e Miroku si erano dileguati da ore e lei aveva finito di sistemare le ultime cose, per poi concedersi un po' di riposo.
Inuyasha fece il suo ingresso in casa con un’enorme busta di carta scura tra le mani.  La ragazza lo osservò bene; i lunghi capelli argentei erano raccolti in una coda ordinata, indossava un paio di jeans attillati grigi e una t-shirt nera.
“Ehi, non sapevo cosa potesse piacerti quindi ho preso tutti i tipi di hamburger che c’erano”
Kagome lo osservò interrogativa “Il mio nome non è ehi”
Inuyasha sbuffò “Va bene Kagome, sapevo di trovarti in casa e sono passato al Mc Donald’s per la cena. Purtroppo dovrai aspettare per provare le mie fantastiche doti culinarie”
La ragazza arrossì, era stato carino. “G- grazie, non c’era bisogno… Aspetta, ti do i soldi” disse mentre si alzava dal divano per recuperare la borsa.
“Non c’è bisogno, consideralo un regalo di benvenuto. Piuttosto, prendi la Coca Cola dal frigo”
Inuyasha si diede il cinque mentalmente, era riuscito ad avere una conversazione normale, senza fare pensieri sconci e quindi mettere a rischio la sua relazione.
“Andrà tutto bene” disse a sé stesso ghignando. Tuttavia il sorriso sghembo gli morì in viso quando notò Kagome allungarsi per raggiungere il ripiano più alto del frigorifero. Gli shorts neri erano decisamente troppo corti e la maglia con i panda viola lasciava intravedere le fossette di Venere e la pelle chiara della ragazza.
Il mezzodemone deglutì rumorosamente, sentendo il cavallo dei pantaloni farsi più stretto.
“Umm… Kagome?”
La ragazza, dopo aver finalmente raggiunto la bottiglia, si girò verso il ragazzo con sguardo interrogativo.
“No niente, lascia stare, mangiamo” mormorò senza osare guardarla in faccia.


 
Inuyasha non fece altro che rigirarsi nel letto per tutta la notte. I suoi pensieri erano dannatamente sbagliati e fuori luogo. Va bene, Kagome era molto affascinante e divertente, a giudicare dalla conversazione avuta a cena. Avrebbe anche potuto definire la sua compagnia piacevole, ma lui stava con Kikyo, che diamine! Non che andassero particolarmente d’accordo in quel periodo e l’idea di averla seguita fino a Tokyo non lo rendeva felice, ma rimaneva comunque la sua ragazza e le due ragazze erano come sorelle, non poteva certo creare casini in quel modo.
Inuyasha sbuffò per l’ennesima volta.  Era solo attrazione fisica, nulla di più. Il mezzodemone si accese una sigaretta soddisfatto dalla conclusione a cui era arrivato, tutto da solo per giunta. Era solo attrazione fisica momentanea.
 
 
 
EE’s corner
Beh ciao… umm… scusatemi, davvero. L’università è stata terribile ultimamente, ho tanti esami da dare e poco tempo a disposizione per scrivere. In ogni caso, da qui fino a dicembre dovrei avere un po’ di tempo libero da dedicare alla scrittura, quindi sto valutando di aggiornare, quando riuscirò, anche due volte a settimana, per recuperare il tempo perduto!
Non vi posso dare delle scadenze precise, ma vi prometto che non lascerò questa storia incompiuta. Il quadro si sta piano piano delineando nella mia mente, quindi preparatevi perché ne vedrete delle belle!
Vi ringrazio anche per le recensioni sempre positive e per la bella accoglienza che mi avete riservato. Siete meraviglios* <3
Un bacetto <3
   
 
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