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Autore: Florence    21/10/2021    1 recensioni
-Pluto, ci stai dicendo che se non riusciremo nella nostra missione la nostra esistenza futura potrebbe essere compromessa?-
-È molto complicato... quel che è certo è che la nostra realtà non esisterà più, perché nessuno può fermare la collisione con un'altra dimensione che avverrà alla prossima eclisse di luna.-
-E quindi... ? Stiamo per morire?-
-Non è così semplice, Neptune: continuamente le nostre coscienze passano tra una realtà e l'altra senza che noi ce ne accorgiamo nemmeno, questo avviene ogni volta che si incontrano dimensioni molto simili tra loro nel continuum spazio-tempo.-
-E quindi perché stavolta dovremmo preoccuparcene?-
-Perché stavolta stiamo per scontrarci con una dimensione del tutto differente dalla nostra... Dobbiamo "sistemare" gli eventi del passato di quella dimensione affinché non sia tutto perduto.-
-In sostanza, cosa dovremmo fare? Altre battaglie? Scontri epici?-
-No, niente di tutto ciò, Uranus: il vostro scopo è quello di fare innamorare Usagi Tsukino e Mamoru Chiba prima che avvenga l'eclissi di luna.-
-Parli dei nostri sovrani? E qual è il problema: quei due si amano da sempre!-
-Ne sei proprio sicura...?-
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mamoru/Marzio, Nuovo personaggio, Outer Senshi, Usagi/Bunny | Coppie: Endymion/Serenity, Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie, Prima serie
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Capitolo 20
Confessioni di un ubriaco, Le armate del Re & La Forma dell’Amore 


A Mamoru occorse tanto tempo per smaltire l'ubriacatura che si era preso, passò il pomeriggio alternando momenti di ilare euforia, durante i quali faceva scherzetti molesti un po' a tutti i suoi amici e momenti di profonda depressione, in cui se ne stava seduto da solo in disparte e non voleva nessuno accanto.

Solo Motoki, in uno di questi frangenti, mentre il ragazzo era al bancone del bar davanti a un bicchier d'acqua gassata, riuscì ad avvicinarlo e, accertato che stesse bene, gli pose delle domande velate sul perché avesse accettato quella punizione, visto che aveva già scelto di raccontare una verità, che tra l'altro poteva anche non essere la verità.

-Tuo fratello mi ha detto che Hiro voleva provare a sedurre Usagi, che 'se la sarebbe portata a letto' se fosse stato sicuro che io e lei non stessimo insieme. Mi avrebbe chiesto quello, ne sono sicuro e io non avrei potuto mentire davanti a lei.-

Motoki mugugnò, era comprensibile quello che Mamoru aveva temuto e si sorprese per il fatto che Usagi lo avesse capito. Forse non aveva elaborato nel dettaglio un piano così subdolo, eppure aveva subodorato che l'amico avesse fatto quella sciocchezza per proteggerla.

-Nessuno deve mettere le mani e nemmeno gli occhi su Usagi-, biascicò Mamoru, -Solo… solo il ragazzo di cui lei è innamorata-, mormorò e affondò la testa tra le braccia. -Che non sono io-, aggiunse e la sua voce, seppur ovattata, risultò chiaramente pregna di rimpianto.

 

-E se invece fossi tu e non lo sai?-, azzardò il biondo dopo una breve pausa. Entrambi gli avevano detto che lei era innamorata di qualcuno che poi non la voleva più, forse perché pentito per qualcosa che le aveva fatto e che lui amava qualcuna che non lo avrebbe più accettato, dopo quello che le aveva fatto. 

Motoki, nelle infinite possibilità del caso, si limitò a fare due più due.

-Lo saprei se fossi io ad aver baciato Usagi-, osservò Mamoru.
In effetti il suo ragionamento non faceva una grinza. Motoki ci rinunciò: non ne avrebbe cavato un ragno dal buco.

-Ti va di tornare in spiaggia?-, gli domandò: era quasi l'ora di andare verso casa.

-Tu lo sai che io sono ancora ubriaco?-, singhiozzò, scoprendo un occhio dal nascondiglio in cui si era cacciato la testa.

Motoki non aveva mai visto il suo amico ridotto in quel modo in tutti gli anni che avevano passato insieme. Era arruffato, gli occhi spenti, aveva del tutto perso il suo proverbiale aplomb.

-Si vede… però devo ammettere che avrei immaginato che tu facessi qualche sciocchezza, qualcosa di più eclatante, un gesto memorabile, insomma-

-Tipo?-, gli domandò, incuriosito da quell'affermazione.

Motoki fece il vago: -Che so… tipo importunare le ragazze, vomitare davanti a tutti, vendicarti di Hiro e Kenzo…-, lasciò la frase in sospeso.

Mamoru si voltò verso l'altro lato del bar: -Non li vedo molto attivi oggi i tuoi amici-, gli scappò un altro singhiozzo, -Che è successo?-

Ottima domanda: Usagi aveva strigliato ben bene Hiro, forse era stato per quello.

-Si saranno pentiti per quello che hanno fatto, dopo la sfuriata di Usagi-, ipotizzò.

Mamoru non capiva: -Perché, cosa ha fatto Usagi?-

Motoki si domandò se l'amico scherzasse: era presente, no?

-Mi prendi in giro?-, non ebbe risposta.

-Cioè, non ti sei accorto di come Usagi ha messo in riga Hiro dopo averti tolto la bottiglia di mano e essersi presa il turno successivo?-, Mamoru continuò a guardarlo con la stessa faccia intelligente di un fico d'india 

Motoki fece guizzare le sopracciglia; -Lo ha costretto a chiedere scusa a tutti, te compreso. Gli hai pure risposto!-

-Ah sì? E che gli ho detto?-, Motoki glissò; Motoki concluse: -Comunque, io non so come Usagi abbia fatto, ma quel deficiente si è veramente pentito, almeno così mi è parso.-

Guardò l'amico, sembrava fosse appena uscito dalla centrifuga: -Fammi capire, non ricordi niente? Nemmeno di quello che ha detto Usagi dopo, rispondendo alla domanda che le hanno fatto?-

Mamoru scosse la testa. Era qualcosa di importante?

-Forse è meglio così-, considerò Motoki. Non sapeva se sarebbe stato un bene che Mamoru conoscesse i sogni della sua Usako.

-Cos'ha detto Usagi?-, l'avidità nella voce ormai quasi normale.

Motoki lo fissò ferito negli occhi: -Ci ha raccontato i suoi incubi. Non so se ti farebbe piacere sapere quali siano-, non gli avrebbe riferito nulla, se avesse voluto, lo avrebbe chiesto lui direttamente a Usagi.

Il ragazzo annuì brevemente, poi prese aria: -Andiamo-, disse e si alzò.

Motoki lo trattenne per una mano, -E i tuoi incubi, quali sono?-, mirò al petto e premette il grilletto. Tanto sapeva che non gli avrebbe risposto. 

Mamoru si sedette, qualcosa scattò negli ingranaggi del destino.

-Sogno Serenity, la mia principessa, il mio unico amore. Siamo felici insieme, estremamente felici, ma tutto finisce in una notte di luna rossa. Siamo attaccati perché il nostro amore non è possibile. Le prometto che non le accadrà niente, che non ci accadrà niente, ma poi la lascio e corro a morire. E lei rimane sola, prega la Luna perché mi ritrovi prima o poi-, fece una pausa, i suoi occhi parevano fiammeggiare. Poi, inaspettatamente, ghignò, l'espressione grave che aveva in volto svanì, -Ti sto prendendo in giro: sono ancora ubriaco, Furu!-, esclamò e si alzò, camminando veloce verso la spiaggia.

Motoki rimase inebetito al bancone del bar, si voltò verso suo fratello e il suo amico e realizzò di avere la stessa espressione costernata dipinta sul volto.

 

---

 

Qualcosa si era spezzato nell'armonia del gruppo vociante e, tornando a casa, ciascuno naufragò nei propri pensieri. Motoki era certo di non conoscere affatto il suo migliore amico, Ami, Makoto, Rei e Minako cercavano il momento più adatto per domandare spiegazioni a Usagi su cosa stesse succedendo con Mamoru, cosa avesse fatto a Hiro e sul perché facesse i sogni che aveva descritto. Lei passeggiava a braccetto con Naru, mentre Yuichiro confabulava con Umino.

Lungo la strada, i ragazzi scorsero una cabina del telefono, -Dovrei chiamare casa per dire che va tutto bene-, mormorò Usagi, ma andava tutto bene? Sentiva un peso proprio in mezzo al petto e non capiva il perché. Frugò nel borsellino, prese alcuni gettoni e li infilò nel telefono, compose il numero di casa e attese la risposta, sussultando a ogni segnale del telefono libero.

"Ciao mamma, tutto bene, solo che non ti ho obbedito: ho seguito uno sconosciuto, lui mi ha molestata, poi ho dormito con un altro ragazzo, quello che di solito odio e che è veramente un amore quando si ubriaca pesantemente, sono stata davvero bene stanotte con lui, sai credo di essermi innamorata, solo che devo pensare a difendere il pianeta dalle forze del male e sicuramente incontrerò di nuovo il mio vero amore, quindi sono molto confusa, mamma…-

-Pronto?-, la voce di Ikuko Tsukino spezzò il filo dei pensieri di Usagi.

-Ciao mamma, sono io-, iniziò, -Sì… Sì… va tutto bene, mamma. Ci stiamo divertendo e io sto facendo la brava. Sì… va bene… Anch'io mamma ti voglio bene. A presto-, si tenne tutto il resto dentro, in fondo la sua vita era così.

Lasciò il posto agli altri che vollero telefonare ai genitori e sospirò: andava tutto bene? E allora perché, di colpo, si era sentita così affranta?

Proseguirono verso casa e lì si dispersero come scarafaggi che entrino ciascuno nel suo buco.

Si lavarono a turno nei propri bagni e cenarono vestiti comodi da casa, dopo i fasti della precedente serata disastrosa.

-Facciamo un gioco?-, propose Minako dopo cena e fu fulminata da svariati paia di occhi. Ami salutò presto tutti, sarebbe andata a leggere in camera sua e di Makoto.

Poco dopo, quando l'ora di dormire era più prossima, Usagi bussò alla sua porta: -Posso parlarti, se non disturbo?-, domandò facendo capolino. L'amica l'accolse con un caldo sorriso e mise via il suo libro.

-Ami ho fatto un casino-, esordì e lei non potè che essere d'accordo, indipendentemente da quello che le avesse detto.

-Ho spaventato Hiro, mi sa-, si sentiva in colpa, -e poi… come si dice: 'ho mangiato il frutto proibito e ora ne voglio ancora'-

Ami la guardò senza comprendere.

-Oggi, in spiaggia… credo che voi foste in mare… ecco… io sono rimasta con Mamoru e… lui, cioè… io…-, si torceva le mani l'una con l'altra, -Credo che noi…-

Ami li aveva visti, poteva fermare quell'agonia, ma sospettava che ci fosse qualcosa che ancora non sapesse.

-Ho dormito vicino a Mamoru-, confessò Usagi velocemente, -Ma non è successo niente!-, mise le mani avanti a sé.

A parte che sembravate una coppia navigata e vi stavate per baciare dopo che vi siete aggrovigliati come due boa?

-Può capitare…-, Ami si rese conto della falsità della sua risposta. Usagi non l'ascolto nemmeno.

-Ecco… è che… vabbè, io ho degli incubi, adesso lo sapete tutti: faccio incubi praticamente ogni volta che mi addormento-, questo dettaglio Ami non lo aveva colto. Provò una gran pena per la sua amica più cara.

-E sai anche che io sono innamorata di Tuxedo Kamen-, sì, Ami lo sapeva, sebbene quella realtà le paresse così distante dalla bolla in cui si trovavano su quell'isola lontana; -Non sai quanto mi manchi…-, il viso di Usagi cambiò espressione, sarebbe stato da lei scoppiare a piangere per la malinconia.

-Però…-

Eccolo il però che tutti si aspettavano! Ami era tutt'orecchie.

-Con Mamoru ci sto bene… quando ho dormito vicina a lui, per la prima volta da tantissimo tempo, non ho avuto incubi-, no, decisamente Usagi non stava avendo incubi, lì sulla spiaggia in modalità ventosa con il bel tenebroso attaccato a sé!

Se la conosceva bene, sarebbe presto arrivata la domanda più assurda di tutte. 

-Voglio dormire ancora con Mamoru, ho bisogno di dormire con lui, ma non so come fare, perché è una cosa che non si può fare, anche perché mica stiamo insieme!-, arrossì in preda a imbarazzo e preoccupazione.

-Non ci ha visto nessuno, per fortuna, quindi io…- 

Usa-Chan, vi ha visto tutta la spiaggia! Vi abbiamo viste noi, vi ha viste Motoki, ci siamo accorte che vi hanno visto anche Naru, Umino e persino Yuichiro, che per l'imbarazzo è andato a immergersi nelle acque alte! Probabilmente vi hanno visti anche i tuoi genitori in qualche ripresa televisiva aerea, possibile che tu sia così ingenua!?

-Ti prego Ami, tu sei la persona più intelligente che io conosca: dimmi come posso fare per andare a letto con Mamoru di nuovo senza che ci siano conseguenze!-

Fu in quel momento esatto che Makoto entrò nella sua camera per andare a dormire. Le cadde di mano il beauty case, cosa aveva appena udito???

Cosa. Aveva. Appena. Udito???

-Usagi!!!-, esclamò scandalizzata. La ragazza divenne paonazza, si lasciò cadere sul letto affondando il viso nel cuscino. Ami si coprì gli occhi con una mano, -Non è come pensi-, bisbigliò a Makoto e la pregò di chiudere la porta. Si chinò su Usagi e le mise una mano sulle spalle: -Posso spiegare a Mako-Chan come stanno le cose, altrimenti fraintende?-, chiese il permesso alla bionda.

Quindi fece un breve riassunto della situazione. Gli sguardi che si scambiarono le due ragazze permisero loro di comunicare in maniera ben più eloquente.

-Ora mi è chiaro-, la cosa più preoccupante per Makoto era senza dubbio il fatto che nessuna di loro si fosse accorta a che livello di tortura fosse arrivata Usagi, succube dei suoi incubi.

-Che facciamo?-, domandò ad Ami.

Lei prese una quantità d'aria enorme: non riuscire a dare risposte esatte era una delle cose che odiava di più del suo essere semplicemente una comune ragazza mortale.

-Potrebbe chiederglielo e basta. Però se Mamoru per caso fosse interessato in un modo differente a Usagi, rischierebbe di farlo soffrire, perché lui si sentirebbe preso in giro-, osservò. Si voltò verso la bionda per avere qualche dettaglio in più.

-Io e Mamoru non stiamo insieme-, ripeté lei per la trentesima volta da quando avevano iniziato quel lungo discorso complottista.

-Lo abbiamo capito!-, Ami stava per perdere la pazienza. La gente si scandalizzava quando la sentiva affermare che lei non era interessata all'amore: era ovvio! Perché confondersi le idee in quel modo assurdo, quando poteva godere dello stesso appagamento semplicemente con la scoperta di cose nuove, con la dedizione agli studi più complessi e con la continua scoperta della natura più intima delle cose, da quelle minuscole, agli infiniti misteri del cosmo!

-Se Motoki dicesse che stanotte non vuole dormire in camera loro e Rei provasse a sedurre Yuichiro nella sua stanza, noi potremmo ospitare Minako qua e Mamoru resterebbe solo e quindi tu…-

-Makoto, basta! Nessuno sedurrà nessun altro, dormiremo tutti nei nostri letti come abbiamo fatto finora: se Usagi dovesse di nuovo avere un incubo, chiederemo a Naru di fare suonare per lei il suo carillon e Usagi si calmerà subito-, si morse la lingua, aveva parlato troppo forse.

Usagi mise su il broncio.

-Non capisci, Ami: io non voglio 'dormire' e basta, io voglio… voglio stare con Mamoru! È un bisogno fisico che sento e non lo so perché! Io non sono innamorata di lui, io amo Tuxedo Kamen!-

-Sei proprio sicura, Usagi?-, Ami ficcò la domanda nel cuore dell'amica come se fosse stata una freccia scoccata per fare centro.

-Io…-

-In ogni caso, non puoi dormire con Mamoru, te lo proibisco come tua amica, perché devi salvaguardare la tua reputazione!-

 

Oh scusa mammina!

 

Makoto si trovava tra due fuochi.

 

-Io ho dormito con Mamoru anche stanotte-, confessò candidamente Usagi, -Ci siamo abbracciati, probabilmente ci siamo 'toccati', ma non mi importa. L'unica cosa che mi importa è che ho dormito vicino al suo cuore e sono stata bene. Io gli voglio bene-. Ami si coprì il volto con una mano, Makoto iniziò a immaginare un mondo rosa in cui volavano cuoricini e farfalle.

-Usagi, te lo chiedo di nuovo: sei per caso innamorata di Mamoru?-

La ragazza non rispose, si alzò e sospirò, avviandosi alla porta, mise la mano sulla maniglia e parlò: -Se anche fosse, che cambierebbe? Lui ama un'altra, la ama profondamente-.

-E se quest'altra, in realtà, fossi tu?-, la domanda di Makoto fece scattare qualcosa nella testa di Ami.

Usagi si voltò e sorrise alle amiche: -Lo saprei se avessi baciato Mamoru in passato, no?-, scosse la testa, tirò le labbra e uscì.

Un attimo dopo riaprì la porta e fece capolino nella stanza: -Mako-Chan, sai se è avanzata un po' di torta dalla colazione?-, domandò.

 

---

 

Yuichiro aspettò che le ragazze fossero salite tutte nelle loro camere, quindi radunò i maschi e ripeté quello che aveva detto la sera prima: -Dobbiamo fare dei turni di guardia, non mi fido che quei due ci abbiano già lasciati in pace-, spiegò anche a chi la notte prima era andato a nanna senza preoccupazioni.

-Quei due chi?-, domandò Umino.

-Haruki e Michiru: sono loro gli intrusi che ha visto Hiro-, rispose.

Il ragazzo, sentendosi chiamato in causa, parlò per la prima volta da ore, sostenendo che forse avesse esagerato nel descrivere la gravità dei fatti.

-Non lo hai fatto-, lo zittì Kenzo, -ma non si trattava di Michiru: era Usagi. E anche stanotte lei è uscita sul balcone, io l'ho vista.-

Mamoru ricordò che aveva già avuto quella conversazione con il fratello di Motoki e che aveva trovato la sua spiegazione abbastanza plausibile, sebbene assurda. In effetti, la notte prima, quando l'aveva trovata in giardino, Mamoru si era accorto che la ragazza aveva le ginocchia sbucciate. Al mare invece, la sua pelle era intatta. Probabilmente, dormendo vicini, era stato proprio lui con il suo potere segreto a curarla.

Motoki fece schioccare la lingua, era a conoscenza di qualcosa che gli altri non sapevano, doveva valutare bene come gestire quelle informazioni per far sì che tutti potessero dormire sonni tranquilli.

-Credo che Usagi soffra di sonnambulismo-, spiegò, -Quindi effettivamente dovremmo avere un'attenzione in più per lei-, lo sguardo corse verso Mamoru prima che potesse evitarlo.

-Quindi Usagi si sveglia di notte, si veste con un abito da sera, mette delle luci in testa e poi sale sul tetto?-, la descrizione che fece Kenzo era considerevole.

Nessuno sapeva cosa dire, finché Mamoru non trovò la soluzione più semplice. Aveva sentito dei passi dentro casa e aveva scorto attraverso la finestra l'oggetto dei loro discorsi aggirarsi furtiva fino alla cucina, Usagi aveva aperto la credenza, preso qualcosa, poi aveva armeggiato cercando altro in un cassetto e si era seduta al tavolo.

-Umino, sei pronto a passare la tua prima notte insieme a Naru?-, gli domandò facendogli l'occhiolino e il ragazzo diventò di tutti i colori, iniziando a balbettare e muovendo le braccia come fossero eliche.

Mamoru prese le sue mani e le fermò.

-Non ti agitare: tu lo sai che sei un bravo ragazzo e che sei responsabile e Naru lo è più di te. Bussa alla sua porta e dalle questa-, gli mise in mano una rosa rossa. Tutti si domandarono da dove l'avesse tirata fuori, ma lui continuò a parlare; -Dille che sei orgoglioso di lei e semplicemente parla, parla finché non vi addormenterete. Per sicurezza chiudi a chiave la porta. Vai ora, coraggio!-

Umino deglutì, Mamoru lo spinse leggermente dalle spalle e, quando udirono che bussava alla porta di Naru, proseguì disponendo le sue armate.

-Hiro e Kenzo, voi andate in camera vostra e alternatevi a dormire, fate come volete i turni, ma fateli. Adesso, sció-, e se ne tolse altri due dai piedi 

Yuichiro fece per parlare, ma non ci riuscì, perché Mamoru riprese.

-In mansarda c'è un letto?-, gli domandò e lui annuì; -Perfetto, allora stanotte tu dormi su finché ti va, se puoi lascia una luce accesa: chiunque fosse, la prima volta è stato visto lassù, quindi potrebbe aver trovato un accesso semplice-, Yuichiro obiettò che, da solo, avrebbe dovuto stare sveglio tutta la notte a fare la guardia.

-Per come russi, stai tranquillo che non ti si avvicinerà nessuno!-, un ultimo sorriso di quelli che aveva fatto con alta gradazione alcolica.

-E io che faccio?-, Motoki lo guardava dall'inizio con ammirazione mentre il suo amico tesseva una trama perfetta per mettere in sicurezza tutto l'edificio e, ne era certo, rimanere solo con Usagi. Sorrise obliquo.

-Tu vai in camera nostra e dormi-, gli disse banalmente 'il generale', poi aggiunse: -Oppure, se hai bisogno di qualcuno che ti faccia compagnia, puoi provare a chiedere a qualcuna delle ragazze… ti consiglio Makoto: è una furia, a quel che so.-

Touché. Motoki scosse la testa, il suo amico iniziava a dare i numeri.

Yuichiro stava avviandosi su, ma si fermò: -E tu che fai?-, domandò all'indirizzo del ragazzo che aveva apparecchiato per tutti.

Mamoru buttò uno sguardo alla cucina, alla debole luce del frigorifero aperto, si accertò che Usagi fosse ancora lì.

-Credo che andrò a mangiare una fetta di torta-, rispose e Yuichiro, che non era stupido, guardò dentro e comprese.

-Insomma, una volta per tutte: tu e lei state insieme?-, domandò.

-NO!-, risposero in coro Mamoru e Motoki, che, arrendendosi alla facilità con cui si dicono le bugie, salutò e salì di sopra.

-Buonanotte-, anche il padrone di casa se ne andò, chiedendosi da uno a dieci quanto lo avessero preso in giro.

 

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Setsuna atterrò, letteralmente, laddove aveva programmato, cioè da Haruka e Michiru. Il brutto dei varchi temporali, se non doveva semplicemente osservarne uno, ma entrarci, era che si apriva in aria uno spettacolare vortice e, dal nulla, il crononauta precipitava a terra.

Nel suo caso, l'atterraggio fu a pochi millimetri dalla porcellana dura di un lavandino, sul pavimento di marmo.

Haruka e Michiru fecero un salto dallo spavento, schizzi d'acqua e schiuma si versarono dappertutto.

-Vedo che avete preso seriamente la vostra missione-, le gelò Setsuna tirandosi su: le due outers stavano facendo il bagno insieme, ovviamente nude, in mezzo alla schiuma.

-E dai, Pluto, adesso non iniziare a brontolare!-, Haruka batté le braccia nell'acqua, erano state interrotte sul più bello.

-Non so cosa abbiate fatto finora, ma il futuro di questa dimensione ha preso una piega non prevista-, comunicò senza preamboli.

-Ed è un bene o no?-, chiese Michiru, incrociando le dita sott'acqua.

-Un bene-, valutò Setsuna, -Ma allo stato attuale avremmo una Regina Serenity e nessun Re Endymion. Quindi nessuna Piccola Lady-, spiegò.

Haruka alzò le sopracciglia, le era parso che quei due fossero già sufficientemente cotti a puntino l'uno dell'altra, quindi si stupì per quel futuro.

Setsuna prese uno sgabello, senza alcuna grazia lo liberò facendo cadere a terra i loro vestiti e si piazzò davanti a loro.

-Adesso voi mi raccontate esattamente ogni interazione che avete avuto con i futuri sovrani e ogni informazione che avete appreso.-

Le due compagne si guardarono negli occhi, con terrore, poi abbassarono il capo e iniziarono a confessare tutto quello che avevano combinato.

 

---

 

-Toc toc-, Usagi si versò l'acqua che stava bevendo sul pigiama, -Mamo!-, esclamò.

-Posso averne una fetta anch'io?-, le domandò il ragazzo, aveva una strana espressione in volto.

Usagi lo osservò mangiare la torta in silenzio, udendo il rimbombo del suo cuore nel petto.

-Era buona?-, gli domandò per spezzare la tensione.

-Ottima, questa di chi era?-, chiese leccandosi un dito. 

-Credo di Makoto-, rispose lei andando a prendergli un po' d'acqua dal frigo.

La ringraziò e bevve, -Devo darti una brutta notizia, Testolina Buffa: il tuo letto è stato occupato da un ospite…-

-Oh-, e nella durata di quell'esclamazione nella sua testa si svolse un film intero.

-Umino-, spiegò Mamoru, -Ha deciso di fare il grande passo-, prese una briciola di torta caduta sul tavolo e la mangiò, godendosi il rossore salire alle guance della ragazza. Erano in penombra, eppure riusciva a vedere perfettamente ogni dettaglio del suo viso, dalle piccole lentiggini sul naso, alle ciglia lunghe e quelle labbra così morbide.

-Non preoccuparti, Usako!-, la rassicurò: -Abbiamo dovuto spiegare a Umino cosa dire a Naru per non morire di imbarazzo e ti garantisco che non avverrà nulla di sconveniente in quella stanza!-, le sorrise, quelli erano discorsi da grandi, Usagi non era pronta ancora.

-E quindi io dove dormo?-, chiese con tono innocente.

Insieme a me.

-Ti puoi mettere nella stanza degli ospiti, credo tu conosca la strada…-, fece un occhiolino troppo provocante per lei. Se possibile, Usagi divenne ancora più rossa.

-E… e tu?-, si decise a chiedere.

Mamoru le sorrise: -In camera mia, oppure più probabilmente sul divano-, spiegò. Le avrebbe lasciato la prossima mossa, ma non aveva fatto i conti con la strigliata che Ami le aveva fatto poco prima.

-D'accordo…-, aveva il musino triste, non poteva resisterle.

-Ma se vuoi…-, si fermò, rendendosi conto che stava crollando nell'imbarazzo anche lui.

-Sì, per favore!-, ci mise un'enfasi tale che nessuno avrebbe saputo dirle di no, neanche Ami. Usagi era speciale, tanto spontanea quanto misteriosa, aveva ragione Naru: era una luna pronta a splendere e a nascondersi.

-Vieni qui…-, la voce di Mamoru era di velluto, l'accolse in un abbraccio e lasciò che lei posasse l'orecchio sul suo petto; -Grazie Usako-, mormorò tra i suoi capelli, -Motoki mi ha detto che sei stata tu a togliermi la bottiglia, oggi pomeriggio-.

Sorrise a occhi chiusi, come ci stava bene stretta a lui! -Ti ho fermato in tempo: un altro sorso e saresti collassato-, gli fece notare.

-Sono stato proprio un baka, hai perfettamente ragione a chiamarmi così-, osservò. Se in quell'istante gli avessero chiesto se lui e Usagi fossero fidanzati, avrebbe risposto "Sì, perché stiamo così bene insieme". Ma erano soli con il loro imbarazzo e qualcosa che andava oltre il desiderio di due adolescenti.

-Vorrei andare a letto-, mentre parlava, allontanò il capo da lui e lo guardò. Gli occhi erano due zaffiri.

-Ti accompagno-, la precedette e lasciò che si infilasse sotto al lenzuolo leggero.

-Vado a chiudere le finestre-, disse allontanandosi.

-Torni da me?-, un invito palese.

-Aspettami-, una risposta chiara.

 

Se Ami l'avesse vista… sperò che la ragazza fosse già nel mondo dei sogni: Ami non capiva, non si fidava di lei, non era capace di mantenere il riserbo qualora le fosse stato domandato qualcosa. Cosa c'era di male se stava con Mamoru? Avevano già chiarito che non si sarebbero trovati in situazioni compromettenti, perché non si sarebbero mai messi insieme, perché entrambi erano innamorati di qualcuno che non era lì.

Per un attimo desiderò ardentemente che a varcare la porta, una volta chiuse le finestre del salotto, fosse Tuxedo Kamen, ma fu un pensiero fugace. Forse, se avesse conosciuto meglio Mamoru prima di incontrare il misterioso eroe mascherato, si sarebbe innamorata di lui e tutto sarebbe stato più semplice.

Chiuse gli occhi, sforzandosi di visualizzare il volto perfetto del misterioso compagno di battaglia, ricordando quella volta che si erano baciati e aveva sentito il cuore impazzire. Poteva quasi sentire il profumo delle sue rose…

-È per te-, quando riaprì gli occhi, Mamoru era chinato su di lei e aveva una rosa scarlatta in mano. -Dove l'hai presa?-, lo stupore nella sua voce, -È bellissima-.

Sfiorò il volto della ragazza con la corolla, la vide trattenere il respiro, indugiò sulle sue labbra socchiuse, avrebbe voluto essere al posto di quel fiore. Le diede un colpetto sbarazzino sul naso.

-Fammi spazio-, le disse e si stese accanto a lei. Si girarono sui fianchi, mettendosi uno di fronte all'altra.

Sembrava tutto così perfetto… Per un istante Usagi pensò che avrebbe potuto abituarsi davvero all'idea di essere innamorata di Mamoru, che in fondo aveva aspettato ormai troppo un segnale da Tuxedo Kamen e forse avrebbe potuto considerare che lui non sarebbe mai tornato. Ma non poteva sapere se il ragazzo che aveva vicino avesse il cuore ormai indissolubilmente legato alla persona che aveva detto di amare. Si sarebbe fatta male se avesse per prima ceduto a un sentimento che avrebbe potuto non essere mai ricambiato, lo sentiva. E allora decise che si sarebbe fatta più male proprio in quel momento, con le sue stesse mani.

-Parlami di lei-, Usagi voleva sapere chi fosse quella ragazza così speciale da aver fatto breccia nel cuore di burro congelato di Mamoru, -Raccontami di quando l'hai baciata-, dove avesse trovato l'ardire di porgli quella domanda, non avrebbe saputo dirlo, se non scavando nel masochismo che pareva averla colta.

Lui sospirò, non voleva parlarle di Sailor Moon, non voleva condividere con Usagi quel momento così personale.

-Per favore-, ma la ragazza doveva ficcarsi in testa che il cuore di Mamoru era di un'altra, lei si sarebbe dovuta accontentare di qualcosa senza nome.

Mamoru sospirò. -È coraggiosa eppure fragile, è altruista e non esiterebbe a dare la sua vita per gli altri. È una ragazza sorprendente, è bellissima. La conosco da sempre, probabilmente lei fa parte di me da prima che esistessi. Per un certo verso posso dire che la parte di me che la ama esiste solo per merito suo.-

Usagi trattenne il respiro: con una descrizione così, chiunque sarebbe impallidita e si sarebbe sentita una nullità, al confronto. Aveva ottenuto quello che sperava, ma faceva così male...

-Ma io non sono solo quella parte di me...-, Mamoru aggiunse con voce bassa e la sfioró con un dito. 

-Dormiamo adesso, Usako-, le disse sbadigliando.

Usagi sospirò e si voltò dandogli le spalle.

-Buonanotte-, bisbigliò rannicchiandosi, ma avrebbe voluto piangere. Lei era innamorata di Tuxedo Kamen, maledizione! Lei doveva essere ancora innamorata di Tuxedo Kamen! Che le importava se quel baka aveva fatto quella descrizione, che le importava se lui amava un'altra e se quest'altra era così perfetta?

 

-Vieni qua…-, si sentì stringere in un abbraccio, ruotò verso di lui, si accucciò sulla sua spalla, mise la mano sul suo cuore. Galoppava. -Non mi importa se anche tu ami un altro-, cantò suo suoi capelli, -Stanotte sei qui con me-, la baciò sulla fronte.


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Motoki non riusciva a prendere sonno, pensando e ripensando a come il suo integerrimo amico fosse riuscito a rigirare tutti e farsi beffe di loro. In quel momento sicuramente lui era ad amoreggiare con la sua non-fidanzata, Umino era con Naru e Dio solo sapeva cosa avrebbe combinato e lui… lui era lì, sveglio e con una smania addosso che avrebbe urlato, se fosse stato solo nella casa. Aveva sete, sbuffò, si alzò e uscì nel corridoio: dabbasso non ci poteva andare, era fuori discussione, decise di andare a bere dal rubinetto del bagno e quasi si scontrò con Ami, che stava uscendo.

-È tutto tuo-, disse la ragazza facendosi da parte per farlo entrare poi, notando che lui aveva lasciato aperta la porta di camera, gli domandò il perché, con uno sguardo.

-Tanto sono solo-, il ragazzo fece spallucce, sbuffò di nuovo. Ami assottiglió lo sguardo e udì chiaramente la voce di Umino provenire dalla camera di Usagi. Sfiatò dal naso, afferrò Motoki per un braccio e lo trascinò in camera sua.

Makoto si svegliò di soprassalto e si trovò Motoki, il suo amato Motoki, a un palmo dal naso. Ami, come una furia, lo permette dalle spalle e lo mise a sedere sul letto, incurante del fatto che sotto ci fosse lei.

-Ahia!-, ululò Makoto e sgusciò via.

-Dov'è Usagi?-, ringhiò Ami.

-Non lo so-, ammise Motoki, -penso di sotto.-

-Non dirmi che è di nuovo con quel pervertito!-, strillò e il ragazzo le tappò la bocca.

-Ami, stai calma!-, Makoto stava in ginocchioni a fianco del ragazzo, che bel risveglio le avevano imbastito!

-Penso di sì, ma non è come pensi!-, ecco la solita cooperazione tra maschi!

-Ma se stavano amoreggiando oggi in spiaggia!-, obiettó lei, -È una cosa sconveniente!-

-Mamoru non è interessato a Usagi, Ami!-, lo difese il ragazzo.

-E Usagi è innamorata di Tuxedo Kamen!-, aggiunse Makoto e si tappò la bocca con le mani. Maledizione alla sua lingua lunga!

-Tuxedo Kamen?-, Motoki non credeva alle sue orecchie, -Cioè, mi vuoi dire che tutti i nostri piani stanno andando a ramengo perché quella ragazzina si è presa una cotta per l'eroe mascherato?-

-Non è come pensi!-, si affrettò a dire Ami e Motoki la guardò torvo.

Ami stronfiò, in effetti la sua non era stata un'espressione felice, ma come spiegare al ragazzo che invece era più che plausibile che Sailor Moon si fosse innamorata di Tuxedo Kamen senza svelare l'identità segreta di Usagi? Ringraziò sarcasticamente con uno sguardo l'amica, che si era afflosciata su se stessa per quello che aveva detto.

-Usagi è davvero innamorata di Tuxedo Kamen. Loro due si sono conosciuti e baciati, ma non farmi altre domande, per favore!-, serrò le labbra, non avrebbe aggiunto un'altra parola.

-Considerando com'è Usagi, non mi meraviglierei se lei fosse un'emula di Sailor Moon e che si sia presa per questo una sbandata per la sua controparte maschile-, osservò il ragazzo, -ma dato che la conosco da ben prima che le guerriere Sailor comparissero, dato che lei ha sempre portato i codini, dato che Usagi è imprevedibile, una sorpresa continua… vabbè, diciamo che mi ficco in testa che Usagi sia Sailor Moon così il discorso torna e non ti chiedo altro, tanto in questa vacanza può accadere di tutto, quindi… perché no!?-, rise sottovoce e si lasciò cadere di schiena sul letto.

Makoto fu presa dall'istinto di saltargli addosso, ma quello sì che sarebbe stato un gesto sconveniente! Ami invece sentì una goccia di sudore gelido scivolare tra le scapole, Motoki era a un passo da capire tutto… Cercò di non pensarci e tornare lucida.

-Quindi, alla luce di tutto questo, cosa ci fa Usagi da sola con Mamoru?-, insistette Ami, di nuovo alterata.

Motoki, senza alzarsi, voltò il capo verso di lei: -E lasciali in pace, Ami!-, sbottò, -Per me Usagi è come una sorella e da fratello penso che nella moltitudine di ragazzi che esistono sulla terra non le sarebbe potuto capitare uno migliore di Mamoru Chiba. Se provano qualcosa che sia di più di una semplice amicizia, cosa che loro sostengono e io mi rifiuto di credere, buon per loro. In ogni caso escludo assolutamente che possano 'fare sesso', se è di questo che ti preoccupi. Mamoru non è Hiro o mio fratello, Mamoru è un ragazzo serio, che prima pensa al cuore poi forse a tutto il resto. Altrimenti, se non scoccherà la scintilla, la vacanza finirà, noi torneremo a Tokyo e stop, tutto tornerà alla vita di sempre-, onestamente, non ne poteva più. Voleva pensare un po' anche a sé stesso, quindi guardò alternatamente le due ragazze, sfoderò un sorriso a trentasei denti e -Posso restare a dormire in mezzo a voi?-, domandò con aria sorniona.

 

---

 

Setsuna ascoltò a labbra serrate le confessioni delle sue colleghe. Non poteva credere che quelle due si fossero spinte così a largo nelle cose che era proibito fare. Soltanto il fatto che le due avevano dichiarato di aver visto, in seguito al loro lavoro, una crescente gelosia di entrambi i loro futuri sovrani nei confronti l'uno dell'altra la fece desistere dal correre a denunciarle alle altre, nel loro mondo.

Michiru aveva detto che Usagi faceva strani incubi eppure Setsuna non si reputava colpevole per quello. Probabilmente era un effetto dell'imminente eclisse che stava stravolgendo l'inconscio della ragazza.

-La mia idea-, parlò Michiru uscendo dalla vasca, -È che quei due si amino, ma che per qualche motivo credano che non sia possibile una storia tra loro. E il motivo è semplice: Usagi è innamorata di Tuxedo Kamen e Mamoru di Sailor Moon, solo che qua non sanno chi siano-.

Sailor Pluto rimase in silenzio, la spiegazione della ragazza era plausibile, in effetti lei aveva scandagliato a lungo il passato di quella dimensione ed era consapevole che,, tra le due versioni mascherate dei futuri sovrani era scoccata la scintilla già da molto tempo, ma non le avrebbe dato la soddisfazione di farglielo sapere.

-A ogni modo, cara Setsuna, ti farebbe piacere conoscere Mamoru Chiba… Penso che te ne innamoreresti al primo sguardo: praticamente ha fatto perdere la testa anche a noi due che… beh…-

-Ma come vi è venuto in mente di… di baciarlo!? Di sedurlo!-, in cuor suo rosicava: la più grande paura nel materializzarsi nel millenovecentonovantasei era proprio dover trovare la forza di resistere al suo sogno proibito, anzi, di lottare perché lui si innamorasse di un'altra!

-Se lo incontrerai, capirai-, le disse Michiru. C'era stato un momento, quando erano sulla spiaggia da soli, che se avesse potuto sarebbe scappata via con il ragazzo, e pace se il loro futuro sarebbe di colpo scomparso.

-Comunque Setsuna, c'è un'altra cosa di cui vorremmo parlarti-, il tono di Haruka si era fatto di colpo serio. Annodò l'accappatoio e invitò le altre due a uscire dal bagno, andò in cucina e stappò tre bottiglie di birra.

-Ecco-, iniziò passandone una a Pluto, -Abbiamo conosciuto tutte le ragazze e pensiamo che il loro potenziale sia maggiore di quello che si è espresso nella nostra realtà. Noi tutte siamo state forzate a un giuramento di totale abnegazione verso la Corona. Abbiamo rinunciato alle nostre vite, alle nostre esistenze come Haruka, Michiru, Minako, Rei, Ami e Makoto, loro più di noi due, in realtà, ma ciò è stato possibile perché i fatti che sono avvenuti non si sono svolti nell'ordine in cui stanno avvenendo adesso-, bevve un sorso dalla bottiglia.

-Loro hanno il diritto di vivere le loro vite di giovani donne, di assaggiare la vita morso a morso, di amare-, abbassò lo sguardo, -Abbiamo conosciuto anche Lord Furuhata e il sacerdote Yuichiro Kumada e il futuro che hanno avuto o non avuto nella nostra realtà non lo meritano. Non lo merita neanche Naru. Scommetto che tu non sai neanche chi sia Naru, vero Setsuna?-

La giovane scosse appena il capo.

-Naru è la migliore amica di Usagi, è più di una sorella per lei, è la sua consigliera e possiamo affermare che sia un'ottima consigliera. Naru, probabilmente, pur non conoscendo chi sia realmente Usagi, ha capito tutto di lei-, proseguì Michiru, -Ognuna di questi ragazzi sta contribuendo a formare le persone che diventeranno Usagi e Mamoru, si meritano di ricoprire il posto che spetta loro nel futuro. Le ragazze meritano di vivere l'amore: Makoto è pazza di Motoki Furuhata, si vede lontano un miglio e lo abbiamo ascoltato attraverso il mare e il vento; Rei sta iniziando adesso a vedere nel giovane Yuichiro una persona di valore, una persona con cui condividere gioie e dolori. E Naru, Naru… lei merita di avere un posto accanto alla Regina in questo futuro.-

 

Setsuna deglutì: non avrebbe mai pensato che quelle due avessero una tale profondità d'animo. Rifletté sulle loro parole, portò le labbra alla bottiglia e bevve.

Chiuse gli occhi per una sensazione che non ricordava più: -Cavolo…-, bisbigliò. Sorrise: sarebbe bastato poco perché il futuro in cui aveva sbirciato avesse potuto donare a tutti loro quello che lei aveva visto già.

 

-D'accordo. Prepariamo un piano che non abbia falle-, esclamò e il vero complotto ebbe inizio.

 

---

 

Vorrei baciare le tue labbra, sei così vicina a me, ma qualcosa mi impedisce di muovermi. Tu sei perfetta, sei la più grande persona che abbia incontrato e anche la più piccola bambina desiderosa di attenzioni. Sei bellissima, la tua pelle profuma, sento il tuo corpo premuto al mio, vedo il tuo seno che si alza e si abbassa a ogni respiro. Vorrei stringerti di più e riuscire a dire che ti amo.

Ma tu… tu non sei lei. Sei più di lei, forse, ma non sei lei. Io sono due persone diverse in un solo corpo e so che sono venuto al mondo per lei. Il mio destino è con lei.

Perdonami Usako, ferma i miei pensieri, impediscimi di farti soffrire.

 

Mamoru non riusciva a dormire, la mano di Usagi sul suo petto disegnava piccoli cerchi che bruciavano sulla sua pelle come se non ci fosse stata la stoffa della sua maglia a separarli.

La ragazza mosse la testa verso l'alto, lo guardò respirando sulla sua bocca, si puntelló sul petto, si alzò e si fermò a pochi centimetri da lui. Aveva gli occhi socchiusi che brillavano, li chiuse, avvicinò la bocca alla sua.

-Usagi, cosa stai facendo?-, aveva la voce roca, gli sarebbe bastato avvicinarsi di un nulla e avrebbe scoperto il sapore di quelle labbra.

-Shhh-, scivolò giù, sul suo petto, posò l'orecchio sul suo cuore, di nuovo lo sentì in tumulto, allungò una mano e la posò sulla sua guancia, col mignolo gli solleticò il collo. Mamoru si sentiva impazzire. Lei allungò una gamba e la poggiò sulle sue, si fece spazio, le intrecciò, strusciò il piede sulla caviglia.

-Usagi…-, non voleva farlo, ma la sua mano si mosse da sola, si fermò sulla sua coscia, la sentì bollente.

-Fermo così-, mormorò la ragazza, -È così che me lo immagino-

-Cosa?-, sospirò, era allo stremo.

-L'amore-, disse lei in un ultimo soffio e tutti i suoi muscoli si rilassarono, il cuore rallentò, il respiro si fece regolare.

 

Dormi creatura magica, dormi e nei tuoi sogni immagina tutto l'amore che potrai avere.

 

Era proprio così l'amore, col suo peso sopra di lui, il profumo dei capelli a fargli perdere la testa, il profumo della Luna. Chiuse gli occhi e l'ultimo pensiero cosciente che sfiorò la sua mente fu Sailor Moon e il tocco delle sue labbra morbide su di lui.

 

---

 

Rei si svegliò di soprassalto, non era stato un incubo, piuttosto un presentimento che qualcuno che a cui lei teneva era in difficoltà. Tutti loro erano in pericolo, aveva percepito tre ombre sconosciute incombere sui loro destini.

Svegliò Minako, le disse di andare a chiamare le altre, e seguì l'impulso che per primo l'aveva destata; corse furtiva salendo le scale che portavano alla mansarda, sentiva che il suo destino si sarebbe compiuto lì.

 

-Yuichiro!-, esclamò trovando  l'apprendista sacerdote per terra, solo dei pantaloncini indosso, il capo reclinato sulla seduta di una poltrona.

Attorno a lui regnava il caos: armadi spalancati, scatole rovesciate a terra, un milione di oggetti piccoli e grandi sparsi sul pavimento e sulla scrivania, libri aperti, quaderni sparpagliati ovunque.

Si avvicinò al ragazzo e prese il suo volto tra le mani, -Yuichiro!-, chiamò di nuovo, pregando perché fosse vivo. Cos'era successo là dentro? Possibile che fosse stato aggredito, che nessuno avesse sentito rumore, possibile che…

-Rei?-, il ragazzo scattò in piedi, sbatté gli occhi, si passò una mano sul viso, arrossì.

-Rei, cosa ci fai qui!-, no no no! Perché era entrata proprio lei?

-Yui, stai bene?-, si avvicinò di nuovo a lui, gli posò una mano sul braccio e l'altra sul petto, gli batteva forte il cuore.

-Cos'è successo? Sei stato aggredito?-, staccò le mani, il ragazzo sentì freddo dove lei lo aveva toccato. Si portò una mano alla nuca, osservando il macello che la ragazza aveva trovato.

-No… No Rei… tranquilla! Sono stato io a tirare fuori tutta questa roba-, per un attimo, prima che la rabbia s'impossessasse della ragazza, Yuichiro scorse un anelito di sollievo.

-Sei pazzo, che cosa stavi combinando! Mi hai fatto prendere uno spavento!-, eppure, ne era certo, lui era stato silenziosissimo mentre ripercorreva il suo viaggio nel passato.

Rei si guardò attorno: alle pareti erano appesi dei poster raffiguranti una band musicale, c'era una chitarra elettrica sul suo piedistallo in un angolo della stanza. Appeso al muro c'era un bersaglio per freccette, su quello opposto un canestro da mini basket. La scrivania, il mobilio…

-Questa è la tua camera, Yui?-, domandò d'un tratto addolcendosi.

Il giovane annuì, provando vergogna. Quella era la camera di una persona che aveva smesso di esistere quando lui aveva messo piede nel tempio del nonno di Rei.

-È tutta roba tua, questa?-, qualcosa attirò l'attenzione della ragazza, sembrava un libro di scuola, un libro contenente grafici e simboli matematici.

Fece scorrere le mani sulla carta, si spostò sui quaderni, si voltò e vide un diploma appeso al muro, accanto c'era una vetrinetta con molte coppe all'interno. Si avvicinò, erano trofei di tornei di basket, di karate, di kendo. Una cornice con la foto di un giovane Yuichiro Kumada, capelli corti e completamente sbarbato, sul podio, lo riconobbe dallo sguardo. Si voltò di nuovo, sentiva la testa girare e vide abiti alla moda, un giubbotto di pelle, jeans strappati buttati a casaccio sulla spalliera della poltrona su cui lui si era addormentato. Per terra c'era una scatola contenente buste di lettere aperte, una macchinina rossa, il modellino di una moto.

Si chinò e lo prese in mano: non era un modellino, era un piccolo trofeo anche quello e inciso c'era scritto 'Primo Premio minimoto classe 74'.

Si avvicinò al ragazzo, che aveva i pugni chiusi, gli prese una mano e l'aprì: vi trovò un plettro dipinto a mano con fiamme rosse.

-Chi sei, Yuichiro?-, il suo cuore accelerò, un pensiero volò rapido nella sua mente. Il mio destino…

 

---

 

Minako stava per bussare alla porta di Ami e Makoto, quando pensò che sarebbe stato più prudente entrare senza farsi sentire dagli altri. Sperò che le ragazze non avessero ubbidito alla richiesta di chiudere a chiave e fu esaudita. Si avvicinò al letto e… si coprì la bocca con entrambe le mani per non urlare: non era pronta a qualcosa del genere!

Le sue amiche stavano dormendo beatamente accoccolate ai lati di Motoki!

Quelle piccole traditrici le avevano nascosto che facevano le cose a tre e per tutto il tempo erano state a redarguirla per come si vestiva, come si truccava…

Non le avrebbe svegliate, assolutamente no! Lei era Sailor Venus, la più potente tra tutte loro, lei se la sarebbe cavata da sola e la mattina seguente, oh se sarebbe stata la prima a fare le pulci a quelle due… quelle due…

Motoki si mosse, il gallo nel pollaio disturbò le sue galline! Ami si voltò dalla parte della finestra, Makoto si mise comoda e si rigirò nel sonno, posando la mano sulla spalla del ragazzo.

Minako uscì di fretta dalla stanza, aveva visto abbastanza! Non le rimaneva che Usagi, si avvicinò alla sua porta e provò a vedere se fosse stata aperta anche quella, ma, come lei abbassò la maniglia spingendo, qualcuno tirò la porta a sé.

-Umino!?-, esclamò vedendo il ragazzo diventare rosso come un peperone. 

-Non è come pensi!- balbettò lui e corse in bagno.

Minako rimase immobile sul pianerottolo.

Ami e Makoto stavano dormendo con Motoki, Umino era con Naru… non volle nemmeno pensare a dove potesse essere finita Usagi! Ma cosa stava diventando quella casa!? 

Si affrettò a tornare in camera sua per sfogarsi con Rei, nel farlo sentì dei bisbigli provenire dal piano della mansarda. Salì quatta quatta gli scalini e sbirciò dalla porta socchiusa: Rei e Yuichiro stavano seduti a terra e parlavano piano piano, vide l'amica allungare una mano e posarla sul viso di lui.

Chiuse la porta senza farsi sentire, scese lentamente le scale e tornò in camera sua. Andò alla finestra, l'aprì, spalancò la persiana e uscì sul terrazzo.

-Ciao Minako, non dormi?-, Hiro, sul balcone accanto, la sorprese.

-Che sta succedendo in questa casa?-, domandò esasperata Minako, un soffio di vento sollevò il lembo della sua camicia da notte leggera, si sentì nuda.

-Sto facendo la guardia-, rispose il ragazzo, -Non vogliamo che possa succedere niente a voi signorine-, specificò e Minako gli sorrise.

 

---

 

A cosa servono i sogni, quando sto vivendo il più bello di tutti, quando la realtà supera la mia immaginazione e il cuore galoppa verso il culmine della mia felicità?

A cosa serve il cielo, quando posso cogliere il rosa dell'aurora sulle tue labbra, l'azzurro del mattino nei tuoi occhi e il fuoco del tramonto sulla tue guance rosse? A che serve la notte, se non a impedirmi di vedere il tuo sorriso?

A cosa serve il sole, quando sei tu il mio sole e a cosa la luna, se tu sei la Luna stessa?

A cosa serve il mio corpo, senza di te vicina, a cosa il mio cuore che non batterebbe più se ti perdessi?

In questa notte di luna rossa, in questo istante di passione, è adesso che lotterò per ritrovarti nascosta tra le pieghe del tempo, celata ai miei occhi ciechi che non sanno vederti, un faro per la mia anima inquieta che vaga in una lunga oscurità da quando ti ho persa.

Stanotte io ti troverò, manca poco amore mio e ti riconoscerò nel sorriso nato dopo il pianto, in occhi che non potranno più nascondere la tua anima, nelle tue braccia che mi accoglieranno, sulla tua bocca che imparerò di nuovo ad amare.

 

Usagi era sempre lì, il suo calore lo aveva cullato per ore senza scostarsi da lui, la  mano ancora aperta in una carezza, il respiro sul suo petto, la pelle ormai tiepida sotto la sua mano.

Avrebbe voluto svegliarsi accanto a lei ogni mattina finché non si fosse spento come una vecchia e consunta candela, respirare per sempre il suo profumo al mattino, sentire le piccole mani sulla sua pelle.

"Non ci prendere l'abitudine",  le aveva detto il giorno prima, eppure non avrebbe saputo come fare senza di lei, una volta tornati a Tokyo.

Sarebbero state di nuovo notti insonni, da solo, sarebbe tornata la solita routine fatta di lezioni all'università, quattro chiacchiere alla sera con Motoki, giornate vuote in attesa soltanto di correre a salvare Sailor Moon, che era in grado di salvarsi da sola.

 

"E tu cosa farai, Testolina Buffa?", se la immaginò fare tardi a scuola, impazzire per il nuovo programma di quarta, piagnucolare per un'offesa di Rei e poi vedersi con le amiche e ridere, confidarsi i segreti, conoscere nuove persone, tornare dal suo amore e dimenticarsi di lui. Sarebbe stata una vita piena la sua, anche senza Mamoru Chiba. 

Solo un'altra notte su quell'isola e poi sarebbero tornati alla normalità.

Si sarebbe goduto quegli ultimi attimi di perfezione senza muoversi per non turbare il suo sonno, a lui bastava sentire il suo cuore vicino, sapere che lei era finalmente tranquilla.

Usagi inspirò forte, si mosse appena, emise un debole sospiro, spostò la mano in basso, sul suo cuore e sorrise.

-Endymion-, sussurrò e a Mamoru parve che il mondo stesse implodendo.


 
   
 
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