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Autore: slytherin_sev    22/10/2021    0 recensioni
Lei era una di quelle. Quelle persone che non avevano mai ricevuto la lettera di Hogwarts perché nata babbana negli anni della guerra. Ignara di una parte di sé, ora più che ventenne, lavorava al Paiolo Magico anche se per lei era paiolo e basta, di magico quel posto non aveva niente. Ma se di colpo scoprisse la verità cosa farebbe? Sceglierebbe la sua vita babbana o abbandonarebbe famiglia, amici e fidanzato per recuperare il suo lato magico?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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Tom portò al loro tavolo due grossi bicchieri pieni fino all'orlo di whisky incendiario. Ľuomo bevve il suo quasi in un sorso mentre lei si era appena bagnata le labbra quando lui iniziò. "Io mi chiamo Severus e insegno pozioni", lei lo interruppe "pozioni?!" lui abbassò la testa e i capelli gli ricaddero in avanti dandogli un aria cupa "si, pozioni ma non interrompermi dopo ogni parola o qui non finiamo più".
Era come un fiume in piena di informazioni, a quanto raccontava esisteva un mondo magico e uno babbano, che era il nome che avevano attribuito i maghi a chi non aveva traccia di magia. I primi si nascondevano ai secondi per paura, avevano tutto separato, governo, scuola, sanità e via discorrendo.
A quanto pareva però alcuni non volevano rimanere nell'ombra a favore dei babbani e così era arrivato Voldemort un mago spietato che basava tutto il suo pensiero sulla purezza del sangue magico e su come i non maghi andassero schiacciati così nel novantasette, anno in cui era salito al potere, aveva deciso che Hogwarts sarebbe stata la casa solo dei purosangue. Tutte le lettere che sarebbero andate ai mezzosangue e ai nati babbani vennero distrutte, i mezzo sangue erano stati più fortunati finita la guerra, avendo almeno un genitore mago si poterono riconettere alle loro radici mentre i nati babbani no non avendo nessuno che sapesse dell'esistenza del mondo magico in famiglia. Solo ora erano riusciti, dopo tanti sforzi, a ritrovare i nominativi dei nati babbani andati persi e gli avevano spedito quelle lettere, anche se, con il senno di poi, sarebbe stato meglio parlarne di persona.
Mentre Severus parlava lei era immobile, guardava il bicchiere sul tavolo mentre se lo passava distrattamente da una mano all'altra. Non riusciva a credere alle sue orecchie o lui era completamente matto o a lei sarebbe toccato iniziare una nuova vita da capo, non era pronta a tutto questo e scelse di non credergli. Quando lui ebbe finito il suo monologo passò qualche minuto prima che lei trovasse la forza di parlare ed elaborare il suo pensiero. "Come posso crederti? Come posso credere alla storia della magia senza ľombra di una prova?". Lui esausto da tutta quella situazione si spaparanzò sulla sedia "guardati in torno, quanta gente vedi vestita così vedi in giro normalmente?" e indicò ľinterno del locale "loro non conoscono le usanze e i vestiti banni e quando devono uscire dal mondo magico si vestono come credano facciano loro. Poi non ti sei accorta che spesso fanno magie? Guarda quello per esempio" e indicò un mago grassoccio che aveva davanti a se un tè "vedi che non sta toccando il cucchiaino ma quest'ultimo gira da solo? Dimmi poi un'altra cosa, tu non abiti molto lontano da qui giusto?" lei lo guardò confusa "perché?", "rispondi alla mia domanda perfavore", "no, vengo qua a piedi", "scommetto che quando hai parlato ai tuoi amici di questo posto nessuno lo aveva mai sentito nominare e che non siano mai venuti a trovarti mentre lavoravi vero?". Lei riflettè un attimo, in effetti era vero, nessuno di quelli con cui aveva parlato aveva mai sentito nominare il Paiolo Magico e quando si era parlato di andarle a fare visita non si erano poi presentati, annuì debolmente e lui continuò. "Questo posto, come tutti gli altri luoghi magici nella comunità babbana, è protetto da potenti magie che fanno si che i non maghi non possano interagirvi. Probabilmente i tuoi amici passando di qui avranno visto un luogo pericolante e abbandonato. Anche se avessero provato ad entrare la magia li avrebbe persuasi a tornare indietro senza che loro se ne accorgessero".
Lei era ancora in silenzio a fissare il bicchiere ancora pieno davanti a se "non mi credi ancora, vero?" lei scosse la testa come risvegliandosi e finalmente bevve un sorso che le andò di traverso "n-no" disse con voce strozzata. Lui scosse nuovamente la testa "e va bene" estrasse la sua bacchetta e trasformò il bicchiere che era davanti a lei in un bottone scintillante era diviso a metà trasversalmente, a sinistra era in un metallo argentato grezzo, a destra era verde cangiante. Lei fece un salto dalla sedia quasi cadendo e indicando il bottone concitatamente "T-TU!" disse senza accorgersi di stare urlando "si, lo so, lo so sono un mago" raccolse il bottone e glielo porse "tienilo, ti porterà fortuna".
   
 
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