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Autore: LadyPalma    22/10/2021    5 recensioni
|Questa long-raccolta partecipa all'iniziativa del Writober.
Spudoratamente ispirata alla serie tv di Prime 'Nine Perfect Strangers'.
Lumacorno ha inaugurato un nuovo progetto: un centro di benessere e recupero dai trami post-guerra, la LumaHouse. Nove ospiti si trovano a dover convivere per sette giorni, alla ricerca della meditazione, della pace interiore e di se stessi. Sembra un paradiso magico... Ma i nove ospiti si conoscono bene e non sono proprio in rapporti idilliaci. Cosa potrebbe mai andare storto? Tutto.
Dolores/Alastor, Draco/Luna, Narcissa/Xenophilius, Narcissa/Lucius, Molly/Arthur.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Narcissa Malfoy | Coppie: Arthur/Molly, Draco/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Alastor&Dolores'
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Sesto giorno
#Louche (disdicevole, moralmente in dubbio)



 

Pur non concordando ancora con l’idea di Lumacorno, Pansy non esitò troppo a seguire il suo ordine. Si unì alla Umbridge nel tragitto dal laghetto fino alla Villa e tentò con scarso successo di intavolare una conversazione. Ma, del resto, non era di certo parlare il suo scopo principale e non aveva dubbi che, nonostante quella mancanza totale di attenzione, non avrebbe avuto problemi nel portare a termine il piano. E, di fatti, arrivate a destinazione, Dolores – che dal suo amante non aveva imparato proprio niente a proposito della Vigilanza costante – non si fece pregare per un ultimo “Whisky Incendiario della staffa”. Ne trangugiò uno senza porsi nessun problema, a parte un rapido quanto prevedibile commento su come lo sherry fosse in ogni caso più buono, e poi un ingenuo “Mi sembra ehm un pochino più amaro del solito, non sembra anche a te, mia cara?”.
“No, è amaro al punto giusto” replicò Pansy, posando il suo bicchierino intonso. Ma Dolore non lo sentì perché era già caduta svenuta sul pavimento.
La ragazza sfilò la bacchetta e, con un sospiro, fece levitare il corpo inerme per tutto il lungo corridoio, mormorando di tanto in tanto: “Speriamo che quel vecchio abbia ragione, non voglio proprio finire ad Azkaban”.

 

*


Dolores si svegliò dolorante – come mai si era addormentata su un tappetino? – e confusa – dove si trovava di preciso? Quella stanza non l’aveva mai vista, decisamente no. Con non poca fatica, visto il pressante mal di testa da alcol e il dolore in ogni singolo muscolo per via della scomoda posizione, si mise a sedere e si guardò intorno nella stanza piccola, anonima, e incredibilmente vuota. Per quanto si sforzasse non riusciva proprio a fare mente locale: l’ultima cosa che ricordava era di aver visto Narcissa Malfoy seguire quel pazzo di Lovegood in acqua e poi il buio. Anzi no: Pansy Parkison che le offriva un po’ di Whisky e poi il buio.
Con ancora più fatica di prima, riuscì anche ad alzarsi in piedi e a dirigersi verso la porta che, però, con enorme sorpresa era chiusa… e anche parlante.
“Parola d’ordine?” domandò infatti una faccia di vecchio con la barba e con gli occhi chiusi uscita di scatto dal legno. “Non si può uscire senza parole d’ordine”.
Dolores non nascose la sua confusione. “Parola d’ordine? Una parola d’ordine serve per entrare, non per uscire” disse, con una risatina nervosa che presto divenne stizzita. “Sono un’ospite di questo dannato posto e pretendo di uscire di qui! Sono Dolores Umbridge!”
Il vecchio incastonato nella porta per tutta risposta sbadigliò sonoramente. “Parola d’ordine sbagliata”.
Prima che Dolores potesse lanciarsi in una vana discussione con il guardiano magico della porta, una piccola porticina si aprì nel muro per lo spazio sufficiente da far passare una brocca d’acqua e un bicchiere.
“E questo cosa significa? Hem hem c’è qualcuno? Non riesco ad uscire, qualcuno può aiutarmi?”
Dopo quel tentativo, rimase in silenzio e in ascolto per un po’, decidendo tuttavia di bere un paio di servirsi di due bicchieri d’acqua, disidratata com’era in quel post-sbornia più fastidioso del solito.
“Allora, Dolores, come ti trovi lì dentro?”
La voce di Lumacorno – un rimbombo improvviso nel vuoto della stanza – la fece sobbalzare.
“Come dovrei trovarmi? Voglio uscire, maledizione, ho così tanta… paura a stare qui da sola”.
Dolores sgranò gli occhi non appena le parole uscirono dalle sue labbra e, per istinto, corse a coprirsi la bocca come se potesse rimangiarsele. Nella sua mente aveva in mente di dire soltanto “Come dovrei trovarmi? Voglio uscire, maledizione, e se non lo farete potrei metterci di mezzo il Ministero”, allora perché era finita per dire, invece, ciò che le passava davvero per la mente?
Ci mise un istante di troppo per rendersi conto di essere stata drogata di nuovo… ma stavolta di una droga più pericolosa: il Veritaserum.
   
 
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