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Autore: Josephine_    02/09/2009    6 recensioni
Dopo un periodo di assenza, eccomi tornata con una shot su una coppia che io personalmente adoro, ma su cui non ho MAI scritto nulla: Remus/Ninfadora. E' come immagino io il loro primo incontro, una scena del loro quotidiano, e spero vivamente che vi piaccia. DALLA STORIA:" Vedo le sue mani tremanti muoversi ritmicamente su e giù sotto la mia spalla sinistra, i capelli (di nuovo blu) un po' scompigliati e la bocca tesa in una posa nervosa. Si vede che non è abituata a questo genere di cose, che ha paura di sbagliare o di farmi male, che ha una pessima percezione delle sue capacità che, pur non essendo ottime, sono molto buone. Le prendo lentamente una mano e gliela sposto sul lenzuolo bianco. - A quanto pare sei nervosa. - constato. - Già... Sai, non sono pratica di queste cose, di solito finisco sempre per fare casino... - - Bhè, ma dovrei essere io quello nervoso, non tu. No? - Ride di nuovo. Più che una risata di gioia, sembra una risata nervosa, che contiene una piccola nota d' isterismo. E' davvero nervosa." Se poi mi lasciate anche una piccola recensione, mi farete l' autrice più contenta di questo sito^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora... che dire di questa fanfiction? Venuta un giorno, di getto, poi abbandonata e ripresa oggi. E' un esperimento, e se non piace lo cancellerò. Vi prego soltanto di lasciarmi una recensione, è da tanto che non posto qualcosa e mi farebbe piacere ricevere un vostro parere... La fanfiction parla di un ipotetico primo incontro tra Remus e Ninfadora, spero che piaccia e che non deluda gli amanti della coppia^^



NO PROBLEM, REMUS.





E' successo di nuovo. Un' altra volta. Come sempre. E più ci penso, più sono sicuro che questa tortura non avrà mai fine. Sono condannato a subire questa orrenda tortura, a scontare una pena che non merito e che sta diventando sempre più dura... Come un incubo dal quale è impossibile svegliarsi, di quei sogni orrendi che fai nelle notti più fredde, che ti svegliano nel bel mezzo del sonno e ti tolgono pure la voglia di sorridere al mattino... Di quelli che ti ricoprono la fronte di sudore e gli occhi di lacrime. Solo che il mio non è un incubo, questa è la pura e cruda realtà. Bhè, ognuno ha la sua croce... e anche io ho la mia. Già, il fatto è che io ho solo 17 anni... e la mia croce è troppo pesante e sono molte le volte in cui vorrei lasciarmi cadere a terra, facendomi sovrastare dalla sua mole. E' in quei momenti che mi sento come se stessi sprofondando irrimediabilmente in un baratro, come se non ci fosse via d' uscita, e il mio destino fosse quello di restare un passo dietro agli altri, di venir escluso, emarginato perchè considerato diverso. Ma io non sono diverso! Io sono come tutti gli altri ragazzi della mia età! Studio, scherzo, gioco... penso alle ragazze! L' unica pecca? Io mi trasformo in lupo mannaro ogni mese con la luna piena. Due notti, niente di più, ma bastano a farmi essere (e sentire) diverso da chiunque altro. Mi impediscono di sorridere, di scherzare e di lasciarmi andare come vorrei, e tutto solo per paura che qualcuno possa scoprire il mio segreto. La mia pena. Sono solo in quattro, per ora, a sapere di ciò che mi accade ogni qual volta la Luna brilla intera in cielo: Silente, il preside, James, Peter e Sirius, i miei migliori amici. Silente lo ha sempre saputo e mi ha sempre aiutato e incoraggiato in quello che dovevo fare e affrontare; i miei amici... Loro lo hanno scoperto un po' di tempo fa... e ricordo quello come uno dei giorni più orribili ma allo stesso fantastici della mia misera vita. Mi aspettavo una reazione del tutto diversa da quella che invece ottenni quella volta. Pensavo che James avrebbe bestemmiato in tutte le lingue del mondo e che mi avrebbe evitato per il resto della vita, che Sirius avrebbe messo sù un baracchino sulle sponde del Lago Nero con scritto "Lupo Mannaro AUTENTICO, accorrete in numerosi" e che Peter lo avrebbe spifferato a tutti, invece fu l' esatto contrario. Quando vennero a sapere del motivo delle mie assenze mensili furono molto, forse troppo, comprensivi, e decisero di aiutarmi, diventando animagus non registrati per potermi rimanere accanto durante la mia trasformazione. Mi hanno pure dato un soprannome, "Lunastorta", e io penso che mi stia proprio a pennello. Alla fine è stato il contrario di ciò che pensavo, non sono stati loro a deludere me, ma io a deludere loro, con i miei pensieri sciocchi ed egoisti. Avrei dovuto sapere fin dall' inizio che loro non mi avrebbero mai giudicato o criticato, che mi avrebbero spalleggiato e sopportato nei momenti peggiori... Momenti come questo.
Ora loro però non ci sono. No, non mi hanno lasciato solo, li ho convinti io ad andare a lezione e a lasciarmi solo in infermeria, a torso nudo, a medicarmi le ferite che mi sono procurato stanotte. Già, perchè la loro compagnia non mi impedisce di cedere alla mia parte demoniaca, non permette alla ragione di dominare sugli istinti... no, quello non cambierà mai. Ma ci farò l' abitudine. O almeno lo spero. Ora sono seduto su un letto in un angolo della grande stanza adibita ad infermeria, solo, perchè la Chips è troppo occupata a medicare un Serpeverde del quinto anno che è caduto dalla scopa. Non mi dispiace più di tanto la solitudine. E' vero, è triste, ma impedisce agli altri di venire a contatto con ciò che sono in realtà, e a me questo basta.

- Accidenti. - dico ad alta voce. Non riesco a tastarmi la schiena, anche perchè ho la spalla destra completamente indolenzita.

- Signor Lupin, qualche problema? - mi domanda la Chips, che ha sentito.

- Hem, no, lasci stare. Risolvo subito. -

Okay, adesso devo trovare il modo di vedere cos' ho sulla schiena, possibilmente senza rompermi l' osso del collo. Volto di scatto la testa da un lato, per vedere se riesco a scorgere qualcosa, ma una fitta mi costringe a rimettermi dritto. Fantastico, se adesso sono ridotto così, chissà a 60 anni che fine avrò fatto... sempre che ci arrivi, ai 60 anni.
Mi alzo lentamente e mi dirigo verso lo specchio a muro che c' è vicino alla porta dello studio della Chips. Mi fermo e mi guardo. Non sono messo poi così male... ho i capelli arruffati e il labbro gonfio (penso sia stato Sirius), ma per il resto sembro normale. Sembro. Sto per spostare il mio sguardo sulla spalla, quando un rumore mi distrae. Mi volto troppo velocemente e una smorfia di dolore compare sul mio volto. Poi la mia attenzione torna a posarsi sulla ragazza appena entrata. Non troppo alta, nè magra nè grassa, ha il volto pieno con due labbra rosee e curvate all' insù a mo' di sorriso, il naso piccolo e i capelli... blu?? La fisso meglio, cercando di capire se quello sia il reale colore dei suoi capelli o il frutto di un esperimento andato male. O magari i giochi di luce, chissà. Dopo qualche attimo di riflessione convengo che quelli sono decisamente i suoi capelli e che lei è Ninfadora Tonks, la metamorfomagus che tutta Hogwarts conosce. E come non aver sentito mai parlare di lei? Timida e impacciata, socievole ma molto testarda, non è capace di star ferma un minuto, e ha già provocato non poche crisi di nervi al povero professor Lumacorno, che ha dovuto comprare un set di calderoni nuovi. Per non parlare della povera Serra 2, o delle sfere di cristallo che si usano a Divinazione, e che lei ha rotto in un colpo solo. Pensare che erano 25. Anche io ho sentito molto parlare di lei, solo che non l' ho mai vista. Non da vicino per lo meno. E devo ammettere che è molto carina. Goffa, ma tenera. La vedo correre sul pavimento liscio, inciampare (ovvio) ed evitare per un soffio il pavimento arreggendosi alla testiera di un letto, poi riprendere a camminare più lentamente e fermarsi davanti a Madama Chips.

- Si... no, non è stata colpa mia, lo giuro!! Cioè... non so come è successo, ma subito dopo che sono passata, il calderone è caduto per terra e alcuni ragazzi sono stati ricoperti di pozione... - la sento dire, anzi, mugugnare, in preda al dispiacere.

- Che tipo di pozione? - chiede la Chips.

- Hem... aspetti... pozione... salv...no, sid... hem, sa che non me lo ricordo? - esclama, dopo averci pensato su qualche attimo. Tipico di lei. Dimenticarsi le cose più importanti, rifiutare le responsabilità, combinare guai. Decisamente non è la ragazza adatta a me. De gustibus.

- Ninfadora! - la richiama l' infermiera - Come si fanno a dimenticare certe cose? -

- Bho, non so... comunque il professore ha detto di sbrigarsi, di portare un po' di disinfettante e... - aggrotta la fronte, nel vano tentativo di ricordare.

- Bende? - provo io da qua. La vedo alzare lo sguardo su di me, arrossire violentemente (forse perchè sono mezzo svestito), e poi fare un cenno del capo alla Chips che, sbuffando, prende delle garze e una bottiglietta ed esce a grandi falcate dalla stanza, fra le scuse di Tonks e le risate del Serpeverde che si sta divertendo da matti. Io invece mi sto disperando perchè è da più di un' ora che sono qui e ancora non sono riuscito a guardarmi la schiena. Sto per rimettermi la camicia quando odo una voce, quella del Serpeverde in questione, che schernisce la ragazza.

- Hey tu, si, imbranata, cos' è che hai combinato questa volta? -

Ninfadora si volta, lo guarda, stringe i pugni e poi risponde, piuttosto risentita:

- Primo: non credo siano cose che ti riguardino. Secondo, imbranata lo dici a qualcun' altra, magari a una di quelle serpi della tua casa. - Questa da lei proprio non me l' aspettavo. E devo ammettere che ha fegato.

- Bhè, almeno noi serpi non siamo così imbranate da far cadere per terra tutto ciò che ci capita sotto mano. - ribatte prontamente.

Ma lei non sembra minimamente colpita dal commento.

- Che c' è, non rispondi? O pure sei troppo imbranata pure per quello? - esclama ghignando.

Vedo la ragazza stringere forte le braccia sotto al seno, aggrottare le sopracciglia e guardare il ragazzo con fare pensieroso, i capelli che adesso sono diventati di un rosso impressionante. Fossi nel Serpeverde non la provocherei così tanto, sembra capace di cose impensabili. Ma lui continua, imperterrito, la sua opera di suicidio:

- Ti hanno mangiato la lingua? O forse hai capito che sei indegna di parlare con uno come me? Eh, feccia? Perchè è questo che sei, feccia, scarti, sporcizia che va soltanto calpestata e non degnata di uno sguardo. Tu e la tua famiglia avete rovinato l' onore di una casata nobile come quella dei Black, dovresti vergognarti, nasconderti, invece di andare in giro a far casino. -

Ora sì che è rimasta senza parole. Non si preoccupa nemmeno di pensare a qualcosa di decente da dire, si limita a stare immobile, la bocca serrata e una mano alla bacchetta. E devo ammettere che anche io sono piuttosto scioccato: non avevo mai sentito nessuno parlare in questo modo a una ragazza, carina per di più. Mi infilò in fretta la camicia, poi esclamo:

- Hey, Montgomery, mi sembra che tu stia meglio adesso. Perchè non esci e vai a farti un giro? -

- Qualche problema, Lupin? - ribatte con tono menefreghista.

- No, ma ne avrai tu se non esci immediatamente da qui. - dico calmo.

- E cosa vorresti fare? -

- Levicorpus! - esclamo, e il ragazzo viene sollevato a mezz' aria - Dicevi? - aggiungo poi, avvicinandomi a lui e facendo cenno anche a Ninfadora di avvicinarsi. Lo so, non è leale attaccare un avversario disarmato, ma lui doveva pensarci prima di offendere Tonks in quel modo.

- Mettimi giù!! - ordina, in preda al panico.

- Prima chiedile scusa. - ribatto io.

- O-o-ok... hem, scusa. - dice, rivolto a Tonks, ma si sente benissimo il tono canzonatorio di quelle parole.

- Bene. Adesso, questa volta te la faccio passare, ma non provare mai più ad offenderla o a prendertela con altre ragazze, hai capito bene? O ti farò espellere. Non dimenticare che sono Caposcuola. -

- Tsk. Come ti pare. - biascica Montgomery, prima di atterrare malamente a terra e di uscire con passo piuttosto spavaldo dall' infermeria.

Abbasso la bacchetta, sospiro, la guardo. Non sta piangendo, non è il tipo a cui si addicono le lacrime, lei, ma ha le guance arrossate, i capelli ancora rossi, e due piccole gocce d' acqua non vedono l' ora di uscirle dagli occhi. Prendo un fazzoletto di stoffa rosso e oro e glielo porgo. La vedo guardarmi di sottecchì, indugiare, e poi afferrare con mano tremante l' oggetto, per poi portarselo agli occhi.  

- Lascialo perdere... è un cretino. Come tutti quelli di loro. - le dico.

- Uh? - fa lei, come risvegliata da un sogno non tanto piacevole - Oh, bhè... non importa. Non mi interessa più di tanto l' opinione di uno come lui, solo che mi da noia che le persone si rivolgano così a me. Non sono peggiore di loro. - mi fa.

- E' vero. E mi dispiace molto non averlo cacciato subito. O picchiato. - ringhio.

- Cosa? Picchiarlo? Tu non sei il tipo che picchia le persone. - mi fa, sorridendomi. Dio che bel sorriso... così... colorato.

- Si, io preferisco non ricorrere alla violenza, quello che picchia, del gruppo, è Sirius. O James. Ma James preferisce pararsi il sedere e ricorrere alla bacchetta, giusto per conservare intatto il suo bel faccino. - le rispondo ridendo. E anche lei ride.

- Grazie. Davvero. Non ce n' era bisogno, ma grazie lo stesso. -

- Prego. -

Passano alcuni attimi in cui nessuno dei due proferisce parola, e io mi accorgo del colore che ora hanno assunto i suoi capelli, di un biondo platino sgargiante che poco si addice alla sua personalità.

- Hem, ti serve una mano? - mi chiede alla fine, restituendomi il fazzolettino.

- Per cosa? - le chiedo.

- Per... hem, fare quello che stavi facendo prima. - mi dice.

Oh, si riferisce alla schiena. Bhè, non mi fido molto di lei...è famosa per essere la più imbranata della scuola... ma d' altro canto, se voglio uscire di qui senza sanguinare... lei è la mia unica possibilità.

- Okay, grazie. - le dico.

- Così posso renderti il favore! - esclama, felice. Certo, sempre che non mi avveleni.

Ci dirigiamo verso il letto sul quale ho lasciato la cravatta, il mantello e la cartella, poi io mi siedo e mi tolgo la camicia che scopro essere macchiata di sangue in molti punti, volgo lo sguardo verso lei e la vedo sbarrare gli occhi dalla sorpresa:

- Mio dio, che ti è successo?? - esclama con preoccupazione.

- Nulla... a lezione... una pozione. - balbetto. Certo che in fantasia sono un genio.

- Una pozione? Queste sembrano ferite di animale. -

Certo, dell' animale che è in me. Ma questo non glielo dico, mi limito a scuotere leggermente la testa e a dire:

- Si tratta di una pozione corrosiva che dove tocca lascia graffi come di animale. -

Tonks non mi contraddice, sia perchè non vuole farmi arrabbiare, sia perchè sa che sono uno studente brillante e che le mie percentualità di errore sono molto basse. Si limita a prendere del disinfettante e... oddio, cos' ha preso?

- Tonks, hem, cosa fai? -

- Prendo questa pozione. Serve a rimarginare le ferite, no? -

- No. E' per far ricrescere le ossa. - oddio, ma in che mani sono finito?

- Ahhh... oops. Scusa. - mi dice, ridendo - sono un po' distratta. - Un po'??

- Fa nulla. - le dico, poi la vedo avvicinarsi a me, prendere la camicia e farla a pezzi.

- Ma cosa fai? - accidenti, mi era pure costata una fortuna.

- Bhè, non penso che ti sarebbe stata poi così utile così sporca di sangue. La Chips si è portata via tutto il cotone, quindi meglio usare questa. So per esperienza che certe macchie non vanno via. Meglio usare l' usabile, no? -

- Mmm... se lo dici tu... - questa qui mi convince sempre meno.

La vedo aggrottare impercettibilmente la fronte e farsi più seria mentre lentamente mi passa la camicia imbevuta nell' alcool sulla spalla sinistra. Non fa poi così male. Sempre piano scende verso la schiena, ed è lì che arriva il dolore. Sussulto leggermente e spero che lei non se ne sia accorta, ma invano.

- Scusa... ti ho fatto male? - mi chiede con un tono di voce così dolce che non sembra appartenerle.

- No, stai tranquilla. - la rassicuro, vergognandomi un po' di questa mia reazione da debole.

- Okay. Certo che è una brutta ferita. Butta ancora sangue. -

- Lo so... bhè, i rischi del mestiere! - butto lì ridendo. E anche lei ride. Una risata fantastica, che per un attimo mi fa dimenticare ogni cosa, pure il mio nome, la mia Casa, il mio destino... ma solo per un attimo. Poi tutto torna normale. E anche lei, con quel suo viso non bellissimo, le movenze impacciate e i capelli che stonano con i vestiti, torna normale. Non è bella, lo riconosco. E'... strana. In senso positivo però.
Vedo le sue mani tremanti muoversi ritmicamente su e giù sotto la mia spalla sinistra, i capelli (di nuovo blu) un po' scompigliati e la bocca tesa in una posa nervosa. Si vede che non è abituata a questo genere di cose, che ha paura di sbagliare o di farmi male, che ha una pessima percezione delle sue capacità che, pur non essendo ottime, sono molto buone. Le prendo lentamente una mano e gliela sposto sul lenzuolo bianco.

- A quanto pare sei nervosa. - constato.

- Già... Sai, non sono pratica di queste cose, di solito finisco sempre per fare casino... -

- Bhè, ma dovrei essere io quello nervoso, non tu. No? -

Ride di nuovo. Più che una risata di gioia, sembra una risata nervosa, che contiene una piccola nota d' isterismo. E' davvero nervosa.

- Tutta colpa della coscienza. - sussurra poi alzando lo sguardo e ridendo alla mia faccia stupita. - La coscienza. E' lei che mi fa sentire in colpa ogni qual volta combino qualche disastro... quindi preferisco evitarli ed evitare allora anche i sensi di colpa. E' diciamo il motivo per il quale chiedo scusa a tutta la classe prima di lanciare un incantesimo. -

- Tu... non avresti motivo di sentirti in colpa. Dopotutto... sono cose che capitano. -

- Hai ragione. Solo che a me capitano troppo spesso - fa una piccola risatina - e alla fine è inevitabile sentirsi mortificata. Naturalmente passa tutto nel giro di una notte. E, come hai detto tu, sono cose che succedono, e che solo l' esperienza insegna ad evitare. - wow, che discorso maturo da parte sua. Non me lo aspettavo proprio.

- Esatto. - che risposta idiota. Solo che... bhè, mi ha lasciato un po' senza parole.
Ci guardiamo per attimi che a me sembrano durare minuti, poi la mia mano agisce da sola, senza aver ricevuto alcun comando dal cervello: si solleva lentamente dal mio ginocchio per andare ad afferrare una ciocca fuori posto dei capelli blu di lei. Di nuovo arrossisce, questa volta sicuramente per l' imbarazzo, ma resta immobile, nè si avvicina nè si ritrae. Adesso i suoi capelli hanno di nuovo cambiato colore... rossi. Sicuramente è a causa dell' imbarazzo. E mi sembra tutto così perfetto... perfetto nella sua imperfezione. Così come tutto dovrebbe essere. Quasi a rallentatore le poso la ciocca dietro l' orecchio, poi volgo lo sguardo verso la porta, che si è appena aperta.
La Chips, sfinita, si va a sedere sul primo letto libero, subito accanto all' entrata, poi mi guarda con un cipiglio a metà fra il sorpreso, il tenero e l' irritato.

- Signor Lupin... è tutto a posto? La signorina Tonks... - sta dicendo, ma non le lascio terminare la frase.

- Ninfadora... -

- Dora. - mi interrompe a sua volta lei.

- Giusto. Dora mi ha aiutato a medicarmi la schiena, fortunatamente senza fare danni. - le sorrido e lei ricambia. - Ora abbiamo finito. Penso che andrò in classe. -

Lo so, lo so, pessimo resoconto di tutti i fatti accaduti e dell' inifinite emozioni che mi hanno pervaso in questi pochi minuti, ma la Chips si dovrà accontentare. Oggi non sono proprio in vena di confidarmi con il primo che capita e smanio per tornare in dai ragazzi.
La Chips annuisce, lanciando uno sguardo preoccupato a Ninfadora, poi commenta:

- Bhè, devo ammettere signorina Tonks che non ha combinato nessun disastro questa volta. Lo prendo come un miglioramento delle sue capacità oculo-manuali. -

Si, parla così perchè non ha visto cosa stava facendo con la pozione per la ricrescita delle ossa. Tonks la guarda e scuote le spalle, poi chiede:

- Allora è tutto a posto? Non è morto nessuno? - a quanto pare è tragica.

- Morto? Da quando io sono in questa scuola non è mai morto uno studente signorina Tonks, stia pure tranquilla, il suo compagno è di nuovo a posto. -

- Ah, okay. Allora sarà meglio che torni in classe. -

- Giusto, il professore la stava aspettando. -

Lei mi guarda. I capelli le sono tornati neri e blu, sembra quasi una dark. Mi guarda di sottecchi, come se avesse paura a farlo direttamente negli occhi, forse paura che i suoi capelli cambino di nuovo colore. Io le sorrido, sento il cuore accelerare i battiti quando anche lei lo fa, prima di alzarsi e dirigersi verso la porta. Non inciampa neanche una vo... no, adesso è inciampata nei suoi piedi. Si rialza in fretta, borbotta qualcosa di incomprensibile verso la Chips, poi mi guarda e, con un cenno della mano, mi saluta ed esce.

A quel punto la Chips si avvicina.

- Mmm... direi che Ninfadora ha fatto davvero un ottimo lavoro eh! Signor Lupin, qui va tutto bene, le ferite si stanno rimarginando e direi che lei è pronto per tornare a scorrazzare con i suoi amichetti. Sempre che torni qui stasera per farsi dare un' occhiata. -

- Certo. Grazie mille. -

Alleluja, grazie a Tonks ho risparmiato tempo. Che ore sono? Le 12.00. Raggiungo gli altri in Sala Grande, mi sta venendo un certo appetito.
Scendo le scale, percorro i corridoi, ed ecco la porta del refettorio. Faccio per entrare quando sento qualcosa cadere di fianco a me.

E' Tonks. Aveva quattro o cinque libri in mano, è inciampata ed è caduta. Mi avvicino a lei ridendo... sul serio, la scena è comica, e cerco di aiutarla a rialzarsi mentre la restante popolazione di Hogwarts la schernisce.

- Di nuovo tu? - cavolo, due volte in una giornata. Ma, in fondo, non vedevo già l' ora di rivederla.

- Guarda che devo mangiare anche io. - ribatte, irritata dalla figuraccia.

- Vuoi che ti aiuti a portare i libri? - Coraggio, fegato, e Cavalleria.

- Oh... grazie. - mi dice. - vieni. - dice un po' imbarazzata facendomi strada verso il suo tavolo. I suoi capelli sono di nuovo rossi. Dovrò abituarmi a quel colore.

- Ecco. Grazie. - mi ringrazia ancora, sorridendo.

- Dovremo smetterla di incontrarci sempre così. - le dico. Oh diamine, ma questa dove l' ho presa? Da un film d' amore?

- Giusto - ammette ridendo. Tutti i suoi compagni di casa mi guardano incuriositi, e noto che accanto al posto in cui sta lei non c' è nessuno. Presumo siano tutti a distanza di sicurezza.

- Dovresti smetterla di inciampare allora. - le dico scherzando.

- Oh, bhè, ma a quel punto non ci incontreremmo più. Il che sarebbe un peccato. - mi risponde sorridendo. Lo dice scherzando, come una battuta, ma non posso fare a meno di notare il rosso cui si stanno tingendo le sue guance.

- Allora io vado, a presto Ninfadora. -

- Dora. - mi corregge automaticamente lei.

- Dora. - ripeto io, stampandomi nella mente quel nome così fresco e colorato.

Lo sento, questa ragazza me la ritroverò tra i piedi più di una volta. Forse mi perseguiterà fino alla morte, la SUA di morte. Me la vedrò cadere davanti più di una volta, e più di una volta dovrò aiutarla ad alzarsi. Ma, dopotutto, non mi dispiace. E' simpatica, carina, gentile... goffa e imbranata. Alla fine non è nemmeno paragonabile alla mia donna dei sogni. Tranquillo Remus, nessun pericolo.






A little bit of me.
Allora... se siete arrivati fin qui vuol dire che avete letto la mia fanfiction. Piaciuta? Mi fareste un grande favore se lasciaste una recensione, anche piccola, per dirmi se vi è piaciuta o no. Ho iniziato a scrivere questa shot qualche tempo fa, ma non mi ricordo per quale motivo l' ho abbandonata e oggi ho deciso di concluderla e postarla. Sinceramente a me non piace nemmeno più di tanto. Però ho deciso di postarla comunque, per sapere cosa ne pensate voi. Che dite, me la lasciate una piccola recensione?? D' altro canto, vi costa qualcosa? E' la prima fanfiction che scrivo su questa coppia, e spero di aver fatto un lavoro per lo meno decente. Avevo in mente anche di realizzare un seguito, oppure di creare una serie di flash fic in cui rievoco alcuni momenti della vita di coppia di Remus e Tonks, ma se questa fic non piace lascerò perdere. Detto questo... ah, dedico questa shot a David & Irene, tra qualche giorno è il loro anniversario e questo è il mio regalo per loro^^ Auguri ragazzi. E adesso... recensite per favoreee *fa gli occhioni dolci dolci tipo Hamtaro*
A presto, gelb_augen 
  
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