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Autore: Abby_da_Edoras    24/10/2021    7 recensioni
Questa storia è il sequel di My winter storm e riscrive in modo del tutto mio personale le vicende della parte conclusiva della sesta stagione di Vikings. Il legame tra Ivar e Aethelred si sta consolidando, ma i due dovranno affrontare ancora molti ostacoli a causa dei quali rischieranno di perdersi... tutto però finirà bene! Intanto a Kattegat anche Bjorn rischia la sua corona, per i tradimenti e gli intrighi di vecchi rivali e amici non del tutto leali. Entrano in scena nuovi personaggi (uno inventato da me) e ci sarà una nuova coppia molto... passionale e particolare (e non dico altro!).
Grazie a chi mi segue e continuerà a seguire le mie follie! XD
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, produttori e autori della serie TV "Vikings".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bjorn Ironside, Ivar, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non ha fine '
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Cap. 7: Skeleton

 

I have wasted my time
Dwelling in the shadows from the past
In the front seat, did you hear my heartbeat?

Forward to the future I must move on, I will let go
To the future that's where I will soar
Higher, higher, higher, higher, higher

So I can face it and I will chase it
I will embrace it

You can't outrun your skeleton
No way, no way
You can't outrun your skeleton
No way, no way…

(“Skeleton” – Dolores O’ Riordan)

 

“Ragazzino, non hai ancora capito che il tuo ruolo di schiavo da letto non contempla affatto che tu mi dica cosa devo o non devo fare?” disse quella sera stessa Erik a Tiago, mentre nella sua camera si accingeva a spogliarsi e a mettersi a letto. Il giovane spagnolo voleva parlargli prima che succedesse tutto quanto perché sapeva benissimo che, se lo avesse preso e avesse iniziato a stringerlo e toccarlo, poi lui non sarebbe più stato in grado di mettere in fila due parole di senso compiuto. Perciò aveva cercato di spiegargli che non doveva fidarsi di Ingrid, che lei era ancora più pericolosa di Harald stesso perché lo odiava da anni, aveva un antico rancore verso di lui e poi era pure una strega!

“Lo so che non ho il diritto di dirti quello che devi fare o meno, ma ho il dovere di proteggerti. Visto che per te sono comunque uno schiavo, gli schiavi non sono forse obbligati a proteggere i loro padroni?” ribatté Tiago, cercando di trovare una sorta di compromesso. Andava bene tutto purché Erik si decidesse a starlo a sentire una buona volta! “Se non mi vuoi credere allora vieni con me e vedrai con i tuoi occhi che Ingrid è una strega, così come l’ho vista io. Dopo che avrai visto quello che è capace di fare, allora potrai decidere se vuoi davvero rischiare di fare accordi con lei.”

Erik, a dirla tutta, voleva più che altro portarsi Tiago a letto e goderselo per buona parte della notte, finché non fosse stato abbastanza appagato e sazio da addormentarsi… tuttavia c’era anche la possibilità che il ragazzino spagnolo dicesse la verità, Ingrid in fondo era una schiava e da quella gente ci si poteva aspettare di tutto. E poi almeno si sarebbe zittito una buona volta e gli avrebbe lasciato fare tutto quello che voleva, tanto ormai Erik aveva capito fin troppo bene che Tiago era ben felice di compiacerlo e soddisfarlo e che la cosa piaceva un sacco anche a lui. Così si decise a seguire il ragazzo, che lo condusse attraverso il bosco fino al luogo in cui Ingrid faceva i suoi malefici, la piana della battaglia contro i Rus’ che, probabilmente proprio per il grande spargimento di sangue che vi era avvenuto, era un luogo particolarmente potente per i rituali oscuri.

Nascosti in mezzo ai cespugli, Erik e Tiago videro quindi Ingrid, vestita succintamente come la volta precedente, che ballava e ripeteva strane litanie attorno al fuoco, dipinta di bianco e nero sul volto e sul corpo. Non c’era alcun dubbio, il ragazzino aveva detto il vero, quella Ingrid era una strega. Chissà se Harald lo sapeva e l’aveva sposata lo stesso?

Per tutto il tragitto di ritorno Erik non disse una parola, impegnato com’era a riflettere sulla questione che adesso cambiava decisamente aspetto. Sarebbe stato veramente rischioso accordarsi con Ingrid oppure avrebbe giocato a suo favore? Avrebbe potuto sempre ricattarla, dicendole che l’avrebbe denunciata a Bjorn e Gunnhild se non avesse fatto ciò che voleva lui e, a quel punto, altro che Regina dei Norreni! Avrebbe dovuto ringraziare se non l’avessero cacciata da Kattegat o addirittura bruciata su una pira…

“Insomma, io lo dico per il tuo bene, lo sai” continuava a ripetere Tiago, sebbene Erik non ascoltasse neanche una parola. “Ingrid è una strega e, cosa ancora più grave, ti detesta. Potrebbe usare la sua magia per farti del male o persino per ucciderti. Ora capisci perché non dovresti nemmeno avvicinarti a lei?”

Peccato che, al contrario, l’idea che si era fatto Erik della situazione fosse del tutto diversa da ciò che Tiago si era aspettato! Infatti, quando giunsero alla dimora regale, l’uomo disse al giovane spagnolo di andare a dormire nella sua stanza, perché intendeva attendere il ritorno di Ingrid per parlare con lei.

“Ma… ma allora non mi ascolti proprio!” trasecolò Tiago, avvilito. “Ti ho detto che è molto pericolosa e che ti odia, ti ho anche mostrato che è davvero una strega e ti ho avvertito di starle il più lontano possibile e tu vai proprio nelle sue stanze per incontrarla?”

Erik era seccato. Afferrò Tiago per un braccio e lo scrollò in malo modo.

“Ti ho già detto e ripetuto di smetterla di darmi consigli o di dirmi cosa dovrei fare secondo te!” esclamò con durezza. “Lo vuoi capire o no che sei solo uno schiavo da letto e che mi servi soltanto per quello scopo? Non hai alcun diritto di parlarmi con tanta arroganza, l’unica cosa che devi fare è obbedirmi! Vattene nella tua stanza e restaci, stanotte non avrò bisogno di te!”

Tiago era mortificato e addolorato, ma soprattutto era preoccupato per quell’uomo che pure lo stava trattando come se fosse un oggetto.

“Vuoi davvero andare da lei e… addirittura passarci la notte?” mormorò. Lo spaventava l’idea di Erik solo e vulnerabile nella stanza di quella strega che, col favore dell’oscurità, avrebbe potuto vendicarsi su di lui come desiderava.

Tuttavia Erik non condivideva affatto i suoi timori, anzi un sorriso beffardo gli si disegnò sulle labbra.

“Ah, ecco qual è il problema: non ti piace l’idea che non trascorra la notte con te” sibilò. “A quanto pare il tuo ruolo di schiavo da letto ti soddisfa così tanto che non sopporti che io prenda il mio piacere altrove. Beh, non preoccuparti, comunque sia saprò dove trovarti quando avrò di nuovo bisogno di te. Nel frattempo, non mi scocciare!”

E, senza tanti complimenti, gli voltò le spalle e lo lasciò solo nel corridoio, dirigendosi verso le stanze della Regina dei Norreni.

Tiago, rimasto solo, deluso e umiliato, sulle prime non poté fare altro che obbedire e recarsi tristemente nella sua stanza. Provò a mettersi a letto, chiuse gli occhi, si sforzò di non pensare più a quello che aveva visto fare a Ingrid, alle parole cattive che gli aveva detto Erik. Il cuore gli doleva e gli impediva di prendere sonno, eppure non era tanto lo strazio che sentiva per se stesso, quanto la preoccupazione per l’uomo che, nonostante tutto, amava. Trascorse un tempo che gli parve infinito a girarsi e rigirarsi tra le lenzuola, cercando in tutti i modi di rilassarsi e di addormentarsi, ma era come se una spada gli lacerasse le viscere e immagini spaventose lo tormentavano. Vedeva Ingrid che fingeva di ascoltare le proposte di Erik, che gli si avvicinava dandogli ad intendere che era d’accordo con lui… per poi accoltellarlo alle spalle e trafiggerlo più e più volte.

No, no, non mi importa cosa mi ha detto Erik e cosa pensa di me, io non posso lasciare che Ingrid gli faccia del male! Se lui non vuole difendere se stesso allora ci penserò io, non lo lascio solo, non posso…

Si alzò dal letto, si rivestì velocemente e, silenzioso, uscì dalla sua camera per dirigersi verso le stanze di Ingrid. Chissà se era già tornata, chissà che rituali terribili aveva compiuto… e Erik aveva visto tutto eppure non voleva rendersi conto del pericolo che correva! Il ragazzo, muovendosi leggero e con passo felpato, raggiunse la camera della Regina senza incontrare nessuno, avvolto dal mantello dell’oscurità. La sua figuretta minuta non dava nell’occhio e nessuno si accorse di lui quando, trovando la porta della stanza socchiusa, si infilò dentro per poter guardare e ascoltare… e intervenire se fosse stato necessario.

Ingrid era tornata probabilmente da qualche tempo e adesso era semisdraiata sul suo letto, guardando Erik con un’espressione ambigua sul volto. L’uomo era in piedi davanti a lei, con indosso soltanto i pantaloni, e stava parlando.

“Harald è partito per il Wessex e probabilmente non farà mai ritorno” diceva lui. “Ora tu sei la Regina dei Norreni e puoi governare la capitale, ma io voglio essere il Re, al tuo fianco.”

“Cosa ti fa pensare che io potrei accettare un simile accordo?” domandò la donna.

“Ti ho vista stanotte, ti ho vista sul campo di battaglia dove i Norreni hanno sconfitto i Rus’. Sei una strega e, se non mi concedi tutto quello che desidero, ti denuncerò a Bjorn e a Gunnhild e poi anche al popolo di Kattegat e di Tamdrup, se necessario. Pensi che accetteranno di essere governati da una strega?”

Il volto di Ingrid si irrigidì, ma lei mantenne il sangue freddo.

“Dunque mi hai spiata e adesso sai tutto. Che cosa vuoi da me?” domandò.

“Te l’ho già detto” affermò Erik, avvicinandosi di qualche passo al letto. “Voglio essere Re, e tu sarai la mia Regina. Se accetti non dirò mai niente dei tuoi poteri e potremo governare insieme su tutti i Norreni.”

“Sei certo di voler sposare una strega? Non hai paura?” chiese Ingrid con un sorriso gelido sulle labbra.

“No, anzi, penso che sarebbe molto eccitante” rispose Erik, avvicinandosi ancora.

Tiago, nascosto nell’ombra, era raggelato dal terrore. Cosa avrebbe fatto Ingrid? Com’era possibile che Erik non si accorgesse del pericolo che incombeva su di lui? E, in fondo al suo cuore, c’era anche un’altra domanda che lo torturava e che il ragazzo fingeva di ignorare: cosa ne sarebbe stato di lui se Erik avesse davvero sposato Ingrid e fosse partito con lei per la capitale?

“Va bene, allora, come desideri, governeremo insieme” concluse la Regina, sorridendo adesso con fare invitante e scostando le lenzuola. “Per me sarà più facile ripresentarmi come Regina dei Norreni se avrò un uomo al mio fianco, non è giusto ma è così che funziona, io non sono una shieldmaiden come Lagertha o Gunnhild e il popolo non mi accetterebbe facilmente. Vieni a letto, dunque, mio Re.” *

Tiago restò a guardare finché riuscì a sopportare quello che vedeva: da una parte vedere Erik a letto con Ingrid lo lacerava fin nel profondo, ma aveva troppa paura che lei potesse improvvisamente aggredirlo e, magari, tagliargli la gola per decidersi ad andarsene. Tuttavia non accadde niente di quello che il giovane spagnolo temeva e lui, quando comprese che per quella notte non sarebbe accaduto altro, si ritirò silenziosamente e con il cuore in pezzi. Tornando verso la sua stanza continuava a tormentarsi, convinto che Ingrid, comunque, stesse solo fingendo e che prima o poi avrebbe manifestato le sue vere intenzioni… ma non era soltanto quello a distruggerlo. Si raggomitolò nel letto, sentendosi gelare dentro, e solo dopo molto tempo cadde in un sonno agitato e inquieto, pieno di incubi e visioni agghiaccianti.

La mattina dopo il ragazzo si destò prestissimo, sfinito dopo una notte di angoscia, si preparò in fretta e uscì dalla stanza, sperando di incontrare qualcuno. Sebbene fosse primo mattino, c’era già movimento nella dimora regale e lui non avrebbe certo potuto intrufolarsi nuovamente nella stanza di Ingrid per vedere se Erik era ancora sano e salvo. Tuttavia sapeva che, se gli fosse accaduto qualcosa nella notte, ci sarebbe stata agitazione, si trattava pur sempre di uno degli uomini di fiducia di Bjorn. Stava ancora vagando senza una meta precisa quando si trovò di fronte Ivar e Aethelred.

“Buongiorno, Tiago” lo salutò gentilmente il Sassone. “Hai un’aria stanca, ti senti bene?”

“Io… buongiorno” rispose il ragazzo, trasalendo. “Sì, sto bene, ho dormito male stanotte, mi passerà.”

Ivar e Aethelred si scambiarono uno sguardo perplesso, poi fu di nuovo il Principe a rivolgergli la parola.

“Io e Ivar ci siamo alzati presto perché abbiamo deciso di raggiungere il villaggio di Lagertha e passare là la giornata. È molto tempo che non ci andiamo e volevo assicurarmi che fosse tutto a posto. Vuoi venire con noi? Ora che Harald è partito non devi più fare la spia e magari ti farebbe bene occuparti di qualcosa di diverso, al villaggio ci sarà di sicuro qualcosa da fare e poi potrai rimanere a pranzo con noi e con Lagertha. Che ne dici?” gli propose Aethelred.

Tiago era commosso dalla gentilezza del giovane Sassone, ma non voleva allontanarsi dalla dimora regale, era troppo in ansia per Erik e voleva continuare a tenere d’occhio Ingrid. Scosse il capo, sforzandosi di sorridere.

“Ti ringrazio, Aethelred, ma ho diverse commissioni da sbrigare qui, magari verrò la prossima volta, mi farà piacere rivedere la Regina Lagertha, è sempre stata così gentile con me” rispose, sfuggendo lo sguardo dei due giovani.

“Come vuoi, allora ci vediamo stasera” concluse Aethelred.

Allontanandosi insieme a Ivar, tuttavia, Aethelred non era affatto tranquillo e, non appena si trovarono fuori dalla dimora regale, ne parlò al compagno.

“Ivar, ma cosa sta succedendo a Tiago? Non è il ragazzo di sempre, mi sembra sciupato e credo che qualcosa lo tormenti” disse. “Tu, che sai sempre tutto di tutti, sei per caso venuto a sapere qualcosa?”

“Hai ragione, anch’io ho notato che Tiago si comporta in modo strano da giorni e che sembra sempre stanco e preoccupato, ma non ho idea di cosa lo tormenti” rispose il giovane vichingo. Sapeva bene che Aethelred diceva il vero e che, in condizioni normali, lui avrebbe avuto sotto controllo tutto quello che accadeva a Kattegat… ma quello non era un periodo facile per lui, continuava a pensare alla spedizione di Harald e sentiva che una parte di sé non era del tutto soddisfatta. Per questo non si era interessato più di tanto a Tiago e a ciò che poteva averlo turbato. “Forse l’impegno di spiare Harald è stato troppo gravoso per lui, ma Harald è partito da giorni, ormai… Vuoi che mi metta io a fare la spia per scoprire qualcosa in più?”

Aethelred rise e vederlo così spensierato e dolce acuì i sensi di colpa di Ivar.

“No, no, lascia perdere, se c’è qualcosa che non va lo scopriremo comunque. Ed è un bene che Harald non sia qui a tramare, così noi possiamo goderci un giorno insieme al villaggio di Lagertha senza doverci preoccupare di niente” replicò il Sassone. “Senti, lo so che Lagertha non ti piace, ma non è veramente per lei che voglio andare al villaggio, in realtà è per te che voglio farlo. Ho pensato molto a quello che mi hai detto qualche sera fa, al fatto che qui non riesci a sentirti utile e accettato e che per questo saresti voluto partire anche tu… Mi dispiace che Bjorn non si fidi di te e non ti affidi compiti importanti come meriteresti, ma vedrai che prima o poi si accorgerà di quanto puoi essere prezioso per lui con la tua arguzia e la tua intelligenza. Intanto abbiamo una giornata tutta per noi, speravo che ti avrebbe fatto piacere…”

Il tenero affetto di Aethelred scaldò e al contempo straziò il cuore di Ivar. Non si meritava un compagno così dolce e innamorato, lui gli stava nascondendo i suoi veri pensieri e Aethelred, al contrario, pensava solo a farlo stare bene e a distrarlo. Forse era vero, lui era soltanto un mostro e non sapeva amare, avrebbe finito per ferire e distruggere anche il suo dolce Principe…

“Certo che mi fa piacere” disse, stringendo a sé il giovane Sassone. “Insieme a te posso sopportare tutto, anche di dover parlare con Lagertha!”

Dissimulando con l’ironia quello che non poteva davvero svelare, avvolse Aethelred in un abbraccio pieno di calore e di intensità e lo baciò a lungo, sperando di dissolversi sulle labbra morbide del suo compagno e di dimenticare ogni altro brutto pensiero. Nel bacio languido e profondo che unì i due giovani, Tiago venne ben presto dimenticato… almeno per quel giorno.

Ma la storia era ancora soltanto all’inizio.

Fine capitolo settimo

 

 

* Le scene di Erik che scopre Ingrid che compie rituali stregoneschi e che poi la ricatta imponendole di prenderlo come suo Re sono anche nella serie TV, anche se, ovviamente, non c’è Tiago e i dialoghi sono un po’ diversi. Il concetto tuttavia è questo: Erik è talmente ambizioso da non rendersi conto che Ingrid lo sta ingannando per avere l’occasione di vendicarsi di lui.

   
 
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