Prompt:
Alternative Universe
Personaggi:
Shadow the Hedgehog, Sonic
the Hedgehog
Contesto: -
Genere: Dark
Numero
Parole: 508
Le porte
di sicurezza della G.U.N. si sollevarono, aprendo l’ascensore
che li aveva portati molti piani sotto terra. Il quartier generale era
in subbuglio,
ogni volta che faceva richiesta per accedere all’area di
massima sicurezza i
soldati e gli armamentari venivano disposti in posizione di
combattimento. Perfino
lui era scortato da quattro guardie armate; se la cosa faceva stare
più
tranquilli i piani alti…
Le luci
del corridoio si accesero, illuminando la doppia porta
blindata che conteneva quel “demonio”, come lo
avevano chiamato i media,
durante il periodo del terrore che aveva causato. L’eroe del
pianeta si fece
avanti con passo sicuro, indifferente alle guardie che lo stavano
scortando
alla prigione di massima sicurezza, realizzata per impedire al mostro
di
scappare e portare altra devastazione.
Le
mandate, i blocchi e le leve meccaniche vennero aperte dopo che
uno dei soldati ebbe passato una chiave magnetica ed inserito un codice
segreto.
L’enorme porta si aprì con un cigolio sinistro,
facendo sussultare
impercettibilmente le guardie armate: ora il rischio era quasi reale.
Una fuga
di quell’essere avrebbe causato la morte di tutti i presenti
e di questo ne
erano consapevoli.
Entrarono
con le armi automatiche pronte a colpire, posizionandosi
in assetto da guerra all’ingresso della stanza, mentre il
riccio entrava all’interno,
dove una teca elettrificata conteneva una gabbia più piccola
dalle spesse
sbarre di acciaio. Sdraiato di schiena, c’era una sagoma con
una camicia di
forza che gli bloccava l’intero corpo, mentre dagli aculei
della testa si
intravedevano le cinghie per la museruola.
L’eroe
si fermò a pochi metri dalla teca, mentre i passi cessavano
di rimbombare della stanza.
Un
orecchio del prigioniero di mosse, come ad aver captato la presenza
dell’altro. Poi si sentirono dei respiri più
profondi, infine un mugugno di
gioia, mentre un occhio cremisi osservava beato il nuovo arrivato. Una
risata
folle e sguainata si librò nell’aria.
«Shadow!
– cinguettò il mostro – Sei venuto a
trovarmiii?!»
Sonic lo
guardava con occhi adoranti, le sclera completamente nere
e il sangue che scendeva. La museruola che copriva il ghigno assetato
di
dolore, violenza e carne.
Shadow
osservò il blu trascinarsi vicino alle sbarre, lo sguardo
che si induriva ad ogni centimetro che l’altro guadagnava:
cosa si era lasciato
diventare?! Non lo sopportava.
«Non
dovevi: presto sarei venuto da te.»
Sonic
arrivò alle sbarre e poggiò la fronte sul
metallo. Una scarica
elettrica emise uno sfrigolio che rimbombò nella sala,
scaraventando il riccio
a terra, mentre un urlo di dolore gli uscì dalla gola. Poi
si udì una risata
sguainata, e la figura del blu si risollevò, guardando
Shadow con in fiato
corto.
Di
rimando, la forma di vita definitiva si portò le braccia al
petto,
osservandolo con disgusto.
«Sì;
presto sarò libero, e verrò da te.
Non
immagini neanche come ci divertiremo insieme.»
Il mostro
parlava lentamente, il fiato corto e l’eccitazione che
si vedeva chiaramente sotto la stoffa: il bastardo si stava godendo la
sua
visita.
Shadow
strinse i pugni, il disprezzo che gli illuminava le iridi
scarlatte:
«Sarà
un piacere toglierti quel ghigno per la seconda volta.»