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Autore: M a k o    25/10/2021    19 recensioni
• Datastormshipping (Ryoken/Yusaku)
• Questa Raccolta partecipa alla “Datastorm AU Week”
• Day 1 {Angel/Demon!AU} – Yusaku aveva deciso di maledirsi offrendo la propria innocenza a Ryoken; Ryoken aveva deciso di purificarsi appropriandosi della cosa più preziosa che Yusaku possedeva.
• Day 2 {Behind The Scenes!AU} – (Ryoken era come il boss finale dell'immenso groviglio di livelli della sua emotività: troppo forte per essere battuto).
• Day 3 {Roomates!AU} – «Volevi baciarmi?» domandò con un filo di voce. «Perché non avrei opposto resistenza…»
• Day 4 {Android!AU} – (Permettimi solo di rivedere i tuoi occhi un'ultima volta. Poi, te lo giuro, avrai tutto il diritto di chiuderli per sempre e concederti quel meritato riposo tanto agognato).
• Day 5 {Hospital!AU} – «Porca miseria, Ryoken, mi hai salvato la vita! Cosa vuoi che me ne importi di un taglio sul mento?»
• Day 6 {Rockstar/Band!AU} – Ryoken nella propria vita aveva imparato a fare due cose: suonare la chitarra elettrica e riconoscere ogni più piccola sfumatura dello stato d'animo di Yusaku con una semplice occhiata.
• Day 7 {Merpeople/Undersea!AU} – «Le nostre paure non sono poi tanto diverse, non trovi?»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ryoken Kogami/Revolver, Yusaku Fujiki/Playmaker
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Datastorm Week(s)'
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#1.Angel-Demon!AU Mesi fa ho pubblicato sul mio profilo facebook un'iniziativa chiamata AU Week, ovvero un tipo di AU diverso ogni giorno per sette giorni.
Ognuno era libero di scegliere non solo su quali personaggi e coppie scrivere, ma anche di gestirsi il tempo come meglio credeva e poteva; tanto per dirvi che io ho concluso le sette One Shot solo due settimane fa per riuscire a pubblicarle giornalmente senza alcun impedimento.
Insomma, si tratta di una iniziativa molto tranquilla, nessuna scadenza di consegna, nessun obbligo o impedimento riguardante cosa scrivere o come sviluppare/interpretare i prompt, nulla di nulla.

Alla fine la mia personale AU Week è diventata una Datastorm AU Week e non poteva essere altrimenti – non ci posso fare niente, amo troppo questa coppia –, quindi da oggi fino a questa domenica ci sarà quotidianamente una nuova OS aggiunta a questa Raccolta.
Potete leggere le OS nell'ordine che più preferite, dato che non hanno un filo conduttore a parte essere tutte AU e no, non vi sto assolutamente facendo gli occhioni dolci per quando arriverà la quarta storia che è la mia preferita, ma vi pare?

Ho voluto cimentarmi con alcuni Universi Alternativi sui quali non avevo mai scritto e già questa prima One Shot ne è un esempio. In questo caso si tratta semplicemente di una storia d'amore tra un demone e un angelo come ne esistono a migliaia nel mondo, ma come prima volta è stato interessante e divertente scrivere qualcosa a riguardo.
Vi lascio di seguito lo specchietto e vi auguro buona lettura!



• Day 1: Angel/Demon!AU; Demon!Ryoken x Angel!Yusaku; POV Ryoken
• Rating: Arancione
• Generi: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale
• Note: Lime
• Note aggiuntive: il titolo della storia è ripreso dalla canzone “Guardian Angel” degli Abandon All Ships



This love never dies



1

Si erano trovati anche quella notte.
E si erano trovati solo e soltanto per una ragione: per annientarsi a vicenda.


2

Ryoken aveva percepito la presenza di Yusaku una volta avvertita l'epidermide pizzicare. Ormai lo sapeva, era solo questione di tempo
    (forse solo qualche altro frammento di eternità)
prima di prendere fuoco e lasciarsi andare a un inferno che non aveva nulla a che vedere con la sua dimora naturale.
Gli esseri umani la chiamavano autocombustione; gli angeli e i demoni la chiamavano punizione divina. Ed era molto, molto, molto peggio di una semplice autocombustione poiché non avveniva all'improvviso e non stroncava una vita nel giro di pochi attimi, bensì si palesava ogniqualvolta un angelo e un demone decidevano, di loro spontanea volontà, di andare contro la loro stessa natura, unendosi nella carne e lasciandosi andare al più lascivo degli amplessi.
La punizione divina non li uccideva ma, in compenso, li marchiava. E un marchio, in certi casi, equivaleva a una condizione peggiore della morte stessa.
Nel momento in cui un angelo e un demone diventavano una cosa sola, l'universo intero scagliava la propria iraconda punizione divina per bilanciarsi.
    (Le viscere della Terra non avrebbero mai dovuto toccare il cielo e il cielo non aveva motivo alcuno di posare il proprio sguardo sulle cupe viscere della Terra).
Era una cosa talmente normalesemplice da assimilare, che solo i più stupidi cadevano in un tranello simile. Quantomeno, Ryoken era grato di non essere l'unico stupido ad aver commesso una simile eresia.
    (Dopotutto, i peccati spesso e volentieri si commettono in due).
Nel momento in cui raggiunse la sua meta, avvertì ogni cellula del corpo infiammarsi e ustionarsi, realizzando così di essere ormai vicino al proprio personale peccato – il più bello che avesse mai commesso.


3

Le labbra di Yusaku erano morbide come i petali di una rosa blu appena sbocciata, ma i suoi denti erano in grado di mordere e martoriare la carne come un migliaio di spine avvelenate.
Le sue mani avevano un tocco delicato come una carezza, ma le sue unghie sapevano lacerare e graffiare al pari degli artigli di una belva feroce, affamata e indomabile.
I suoi occhi erano verdi come il giardino dell'Eden, ma se ci si perdeva troppo in quello sguardo si rischiava di sprofondare nelle viscere della Terra, le stesse, sanguinose viscere da dove Ryoken emergeva ogniqualvolta il desiderio di unirsi nuovamente al suo angelo si faceva impetuoso e impellente.
La voce di Yusaku era una melodia soave, il sussurro amorevole tipico degli angeli, ma quando si lasciava andare a fremiti acuti e ansiti mal trattenuti, diventava irriconoscibile.
E ogni volta che Ryoken affondava in lui, ogni volta che si perdeva nel candore di quegli occhi
    (distogliendo lo sguardo un attimo prima di ricadere malamente nelle viscere della Terra)
e di quelle ali immacolate, ogni volta che gli strappava di bocca un gemito indecente, ogni volta che per lui e lui soltanto sentiva la pelle andare a fuoco, non poteva fare a meno di domandarsi se i ruoli in realtà non fossero stati invertiti per errore, se in realtà Yusaku fosse il demone e lui l'angelo perdutamente innamorato della creatura sbagliata – ma allo stesso tempo così bella e giusta.
Le ali di Yusaku reincarnavano la prima neve dell'anno: così pure e così vive che una sola, soffice piuma sarebbe bastata a donare felicità e pace interiore all'intera umanità
    (potevano ancora farlo ora che il corpo al quale erano attaccate aveva perso ogni traccia di innocenza?)
così belle e fragili come una schiera infinita di pregiati cristalli.
Le ali di Ryoken erano nere come una notte senza stelle e incutevano timore solo a guardarle a causa dei riflessi rossi che riverberavano a ogni più piccolo movimento. Erano talmente macchiate e incrostate di sangue innocente che parevano la reincarnazione di un sudario raccapricciante e maledetto.
Eppure, nel momento in cui diventava una cosa sola con il suo angelo, si sentiva leggero come una singola piuma, si sentiva svuotato di ogni macigno emotivo e poteva liberarsi, poteva sfogarsi e recidere le catene della sua
    (della loro)
condanna.
E allora il mondo diventava un posto migliore, almeno un po', almeno per qualche ora sospirata a fatica in quella baita persa tra le montagne, l'ultimo rifugio che avevano scelto per i loro incontri segreti e passionali.


4

Yusaku gli aveva offerto il proprio corpo e la propria anima anche quella notte. Lo aveva accolto dentro di sé, tra le sue pareti calde e frementi, e Ryoken si era ustionato ancora una volta l'epidermide e il cuore. E andava bene così.
I segni di ciò che stavano diventando quella notte marchiavano senza sosta le loro pelli diafane, si riaprivano squarci e si sfilacciavano nuove ferite che componevano il peccaminoso mosaico di un amore che non poteva mai bearsi della luce del sole. Erano tracce scarlatte e maledette che difficilmente si sarebbero estinte nel giro di poche ore nonostante i loro incommensurabili poteri curativi.
E nonostante fossero impossibili da vedere, le fiamme che avvolgevano i loro corpi impazienti ed eccitati erano palpabili ed erano talmente forti e impetuose che quella notte respirare normalmente fu alquanto arduo.
Ma riuscirono a perdersi ancora
    (e ancora e ancora e ancora)
l'uno nell'altro.
E fecero l'amore infinite volte scandite nell'immensità di un cielo fasullo adornato da stelle che con ogni probabilità erano già morte da tempo.
Yusaku aveva deciso di maledirsi offrendo la propria innocenza a Ryoken; Ryoken aveva deciso di purificarsi appropriandosi della cosa più preziosa che Yusaku possedeva.


5

All'ennesima spinta decisa da parte del suo demone, l'angelo lasciò evadere un urlo pregno di desiderio dalla gabbia che erano le proprie labbra delicate. Infinite perle di sudore tappezzavano i loro corpi ansanti, microscopiche gocce d'acqua che nulla potevano contro il fuoco che divorava la loro epidermide e le loro interiora.
Eppure, per l'ennesima volta ancora, loro erano felici. Erano felici di trovarsi lì, in quel luogo dimenticato dall'umanità intera, davanti un camino acceso, stesi su lenzuola bianche, completamente esposti nella loro vera essenza.
Erano felici di condividere anima e cuore in quell'amplesso considerato tanto empio, erano felici di amarsi e di concedersi l'uno all'altro a ogni incontro che si faceva sempre più sporadico a causa di lacerazioni e cicatrici che avevano trovato nella loro carne ormai corrotta dal peccato la dimora perfetta per proliferare e impiegavano sempre più tempo a guarire.
Ed era strano, era davvero tanto strano, perché il loro amore era considerato tanto sbagliato, ma loro sentivano di essere completamente guariti solo quando stavano insieme e solo quando la loro unione faceva vibrare le loro corde vocali e le loro anime e i loro cuori sanguinanti.
Quando il sacro e il profano trovavano il loro punto di incontro
    (il loro personale e bellissimo incastro)
non c'era maledizione o punizione divina che potesse reggere il confronto.


6

    («E se questa fosse la nostra ultima volta?» aveva una volta domandato Yusaku mentre Ryoken affondava in lui).
    («Allora mi pentirò solo di non averti fatto mio un'altra infinità di notti» aveva risposto quest'ultimo catturando le sue labbra in un bacio famelico e disperato).


7

    «È strano, sai?» gemette l'angelo mentre assecondava le spinte del demone, invitandolo ad affondare ancora di più nella sua carne.
    «Che cosa?» domandò Ryoken con voce roca, spezzata dal piacere.
    «I tuoi occhi…» proseguì Yusaku tra un ansito e l'altro, «sono azzurri. Solitamente gli occhi di un demone sono rossi».
    «Te ne sei accorto solo ora? Dopo secoli in cui ogni occasione è buona per fare l'amore nascosti chissà dove?»
    «No, certo che no. Ma non ti ho mai detto di amarli. Sono meravigliosi».
    «Cielo, Yusaku…!» ringhiò Ryoken, prima di riversarsi in lui. Ansimava pesantemente, con il corpo dell'angelo stretto a sé in maniera quasi possessiva. «Non dirlo mai più».
Un sorriso sornione increspò i delicati lineamenti del volto di Yusaku. «Oh, bastano davvero poche parole dolci per farti raggiungere la pace dei sensi? Stiamo perdendo colpi, mio adorato demone».
    «… taci».
L'angelo si lasciò sfuggire un risolino, mentre Ryoken ora accompagnava ogni profondo respiro con una sfumatura di frustrazione.
    «Le fiamme ormai non le sento più…» sussurrò poi Yusaku, cercando di cambiare – per quanto poteva – il fulcro del discorso.
    «Nemmeno io» rispose Ryoken mentre usciva lentamente da lui, lasciando un vuoto immenso tra i loro corpi ancora accaldati. Si stese al suo fianco, abbracciandolo forte.
    «Credi ci lasceranno mai in pace? Le fiamme, intendo» chiese ancora Yusaku, poggiando il capo sul suo petto.
    «Ne dubito. Secondo l'universo intero è ciò che meritiamo solo perché…» si bloccò, come se un'entità sconosciuta e spaventosa gli avesse serrato le mani attorno al collo.
    «Solo perché ci amiamo» concluse Yusaku al suo posto, sospirando affranto. Alzò lo sguardo, guardandolo dritto negli occhi. «Perché io ti amo… ti amo così tanto...» sussurrò con voce incrinata, mentre gli occhi si velavano di lacrime.
    «Ti amo anch'io. Non sarei qui con te, altrimenti» rispose Ryoken, baciandogli la fronte. «Qualunque cosa accadrà, sarò sempre con te, dalla tua parte».
    «E io dalla tua».
Yusaku si addormentò tra le sue braccia pochi minuti dopo, con le lacrime ancora fresche sul volto. Ryoken vegliò su di lui tutta la notte, sognando a occhi aperti la prossima meta da vivere insieme al suo angelo.
Avrebbero continuato a nascondersi fino alla fine del mondo, ne erano entrambi consapevoli.
Ma anche una notte senza stelle, se la vivevano insieme, faceva meno paura.
   
 
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