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Autore: Nenottina    29/10/2021    2 recensioni
Se si toccano i tasti giusti, perfino il cuore più nobile può diventare corrotto. Peccato che senza Ladybug salvare Parigi risulti piuttosto complicato...
Uno spoiler? Non si tratta di Princess Justice.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Madame Mode era ancora ferma a pochi metri dal bordo della piattaforma, e sembrava intenzionata a starsene in un silenzio quasi assordante fino alla fine, dato che esitava ad aprire bocca. La dichiarazione di Viperion l’aveva fatta scivolare in uno stato di riflessione catatonica, come se stesse inconsciamente cercando di prevalere su se stessa.
Di contro, il ragazzo dai capelli verdi non le avrebbe certamente messo fretta. Sapeva che l’influsso di Papillon era difficile da eludere, se non impossibile, perciò anche se scoprire che la ragazza che amava era stata akumizzata gli aveva spezzato il cuore l’unica cosa che doveva fare in quel momento era dimostrarle che credeva in lei e che la sosteneva. Poteva mostrarsi dispiaciuto più tardi, quando tutto fosse finito.
L’eroe aveva ancora la mano tesa quando la maschera bordata di rosa di Papillon spuntò davanti al viso di Madame Mode, portando la corvina a sollevare il capo di scatto, come percorsa da una scossa elettrica.
« Non lasciarti ingannare, Madame Mode. Viperion non è dalla tua parte, vuole solamente impedirti di realizzare il tuo obiettivo… » le disse l’uomo, con gentilezza ma al contempo con fermezza, esattamente come avrebbe fatto un protettore con la propria protetta.
La reazione dell’interessata fu quasi immediata. In un attimo aveva avvicinato di nuovo la matita all’album da disegno e si rivolse direttamente all’eroe, ormai riscossa dal torpore nel quale era caduta « Non ti darò la mia matita. Perché invece non mi consegni tu il tuo Miraculous? » domandò, materializzando quasi nel medesimo istante una lunga sciarpa verde che volteggiò verso il ragazzo, serpeggiando proprio come l’animale che lo rappresentava.
Viperion non ci mise molto a reagire, facendo un salto all’indietro senza più preoccuparsi di mostrare una calma solo apparente. I cinque minuti di tempo che aveva potuto concedere agli eroi per agire stavano per volgere al termine, perciò avrebbe dovuto decidere in fretta se ricominciare tutto da capo o lasciare che la testa del serpente tornasse alla sua posizione originale, eliminando completamente ogni possibilità di ottenere una nuova occasione per salvare Marinette.
La sciarpa lo aveva ormai quasi raggiunto, e l’intenzione dell’eroe di far aprire gli occhi alla nemica era abbastanza forte da poterlo convincere a ruotare ancora una volta l’uroboro del bracciale, ma proprio in quel momento lo yo-yo di Ladybug afferrò l’indumento invernale e lo lanciò rapidamente giù dalla Torre Eiffel, cosa che fece fermare il compagno appena in tempo.
La coccinella ed il gatto nero avevano raggiunto il primo piano della costruzione, atterrando alle spalle della ragazza akumizzata e già pronti ad intervenire.
« Cosa? Come avete fatto- » iniziò Madame Mode, voltandosi quanto bastava per avere gli eroi da entrambi i lati di modo da riuscire a tenerli d’occhio tutti e tre. Fu solo allora che lanciò un’occhiata verso terra, scoprendo così che buona parte del suo piccolo esercito era stato sconfitto « Papillon aveva ragione… Quelle belle parole erano solo un modo per distrarmi mentre i tuoi amici si occupavano delle mie creazioni, non è così?! »
« Abbiamo interrotto qualcosa? » domandò il biondo, sinceramente perplesso. Ladybug non era meno confusa del compagno, ma in ogni caso entrambi erano pronti a mettere fine alla battaglia una volta per tutte.
« Non è come credi, Marinette » le disse Viperion, che nel vano tentativo di calmarla avanzò di un paio di passi, solo per scoprire che l’altra non aveva più intenzione di ascoltarlo.
Anziché rispondere ai due ragazzi, Madame Mode riprese infatti a disegnare per ingaggiare l’ennesima lotta, ma prima che potesse portare a termine l’opera il getto d’aria proveniente dal soffiatore dell’eroina a pois la investì completamente, impedendole di continuare e costringendola a ripararsi il viso con un braccio. Era solo un fastidio momentaneo, ma il piano dell’eroina funzionò.
« Adesso! »
Chat Noir spiccò immediatamente un salto verso la nemica, utilizzando il bastone come asta, e proprio mentre le passava sopra la testa afferrò la matita che conteneva l’akuma dalla mano della ragazza e le atterrò alle spalle. A quel punto, Ladybug utilizzò lo yo-yo per legarle i polsi e farla cadere in ginocchio con un mugugno dolorante. In quel modo, le avrebbe impedito di reagire per riprendersi la fonte di potere.
« Cerca di essere più delicata… » il biondo rimproverò la compagna non appena vide il modo in cui era stata trattata Madame Mode, ma l’altra non ne fu affatto toccata.
« Non sono quel tipo di persona che ci va piano solo perché ha la vittoria in tasca, Chat Noir » commentò la ragazza seriamente, spostandosi davanti alla nemica esattamente come gli altri due.
A quel punto, il biondo consegnò la matita a Ladybug e subito dopo si inginocchiò davanti alla giovane ormai sconfitta, accennando un sorriso e posandole una mano sulla guancia per accarezzarla « Mi dispiace, Milady. È per il tuo bene »
Averla di nuovo tanto vicina fu abbastanza da convincere il gatto nero della veridicità delle sue sensazioni. Non si trattava solo di credere alle parole di una persona akumizzata da Papillon, o di constatare il fatto che Marinette conoscesse gli eroi fin troppo bene; il modo in cui ragionavano, reagivano e lottavano. Lei era veramente la sua Ladybug, perché lo stava avvertendo nel profondo del cuore.
L’occhiata torva di Madame Mode fu l’unica cosa che il biondo ricevette in cambio delle sue scuse, perché prima che la nemica potesse aggiungere altro l’eroina a pois lì presente spezzò in due la matita e l’akuma color viola scuro si librò in volo. A quel punto, Ladybug sciolse la stretta sui polsi della nemica e fece ruotare lo yo-yo, catturando la farfalla e liberandola subito dopo averla purificata, con efficienza e senza una parola di troppo.
« Miraculous Ladybug! »
Dopo aver lanciato in aria il soffiatore per foglie, il potere del Miraculous vorticò nell’aria e si spanse per tutta Parigi, facendo tornare tutto come era prima. Ogni danno causato da Madame Mode, direttamente o indirettamente, venne completamente cancellato, e dello scontro appena avvenuto rimase solamente il ricordo.
 
Quando l'influsso dell'akuma su Marinette venne meno, Papillon dovette fare i conti con l'ennesima sconfitta, ed istintivamente si ritrovò a stringere il pomello del proprio bastone per reprimere il nervosismo: era arrivato ad un passo dall’impossessarsi finalmente di entrambi i Miraculous, eppure ancora una volta gli eroi avevano finito per mettersi in mezzo, impedendogli di riavere Emilie nella propria vita, ed in quella di Adrien. Presto, tuttavia, tornò a sorridere nel ripensare all’enorme svolta che quella giornata aveva dato ai suoi piani.
« Alla fine, Marinette Dupain-Cheng si è rivelata davvero il mio più grande capolavoro. È un peccato che nessuno si renda conto di quanto diventerà preziosa, prima o poi… Ma in fondo è questo il destino che accomuna le migliori opere d’arte »
Poco alla volta, la grossa finestra rotonda si richiuse davanti a lui e le farfalle bianche tornarono a posarsi, più tranquille. L’informazione che aveva ottenuto quel giorno sarebbe stata tutt’altro che superflua, al contrario, avrebbe osato dire che essere a conoscenza della reale identità di Ladybug, un giorno, si sarebbe rivelato fondamentale.
Doveva soltanto giocare al meglio le proprie carte.
« Non temere, Ladybug. Il tuo segreto è al sicuro, con me »
 
La prima cosa che Marinette vide una volta tornata in sé furono Chat Noir e Viperion che le sorridevano, in piedi di fronte a lei, l’uno accanto all’altro.
Gentilmente, i due ragazzi le offrirono la mano per aiutarla ad alzarsi, suscitando nella corvina un leggero rossore e molta incredulità. Nonostante questo, dopo qualche secondo accettò l’aiuto di entrambi, con un sorriso impacciato sul volto. Ancora non le era chiaro cosa fosse accaduto, ma una volta in piedi notò che Ladybug le si stava avvicinando, e ciò la portò a sgranare gli occhi e ad abbassare lo sguardo su se stessa. Aveva immaginato di essere trasformata, benché non ricordasse affatto come fosse finita sulla Torre Eiffel insieme ai due compagni, ma evidentemente si stava sbagliando visto che indossava i suoi abiti di sempre, compresa la borsetta rosa che era tornata alla sua proprietaria perfettamente integra.
« Ladybug…? Non capisco… » dopo aver fissato l’eroina decisamente troppo a lungo, la corvina scosse il capo, sperando di non essersi tradita troppo « Voglio dire, cosa ci faccio qui? Cosa è successo? »
L’ultima cosa che ricordava era l’umiliazione pubblica da parte di Gabriel Agreste ed il conseguente rintanamento dietro alla giostra, perciò non le fu affatto difficile mostrarsi confusa. In compenso, non poteva fare a meno di domandarsi chi fosse la ragazza che aveva preso il suo posto come Ladybug e soprattutto se avessero scoperto il suo segreto. L’idea che qualcuno sapesse non la rendeva affatto tranquilla.
« Papillon ti ha akumizzata. Adesso sarà meglio scendere da qui » tagliò corto la corvina, passandole il blocco da disegno e la matita tornati alla normalità e guidandola subito dopo verso il bordo della piattaforma. I ragazzi le seguirono a ruota, entrambi intenzionati a trasportare Marinette fino a terra, ma prima che anche solo uno dei due riuscisse a proporsi per quel gradito compito l’eroina a pois afferrò la corvina per la vita ed agganciò lo yo-yo ad una delle travi di metallo poste sopra di loro, lanciandosi subito nel vuoto insieme a lei. Colta di sorpresa, Marinette non poté fare altro che stringerle le braccia al collo per evitare di scivolare.
Quando raggiunsero la piazza ormai vuota, ad eccezione dei tre eroi rimasti a lottare contro gli indumenti animati, la sorpresa della ragazza appena salvata si fece solo più marcata. Quando furono finalmente tutti riuniti, i sei si batterono il pugno l’un l’altro, come era ormai consuetudine consolidata.
« Ben fatto! »
« Rena Rouge… Carapace… Queen Bee… Devo essere stata una nemica davvero pericolosa se siete dovuti intervenire tutti insieme… » commentò Marinette dopo aver atteso rispettosamente il termine dei festeggiamenti, stringendosi nelle spalle ed accennando una risata verso la fine della frase per nascondere l’agitazione sempre più crescente « Mi dispiace aver causato così tanti problemi… »
Nessuno disse altro per diversi secondi, i presenti si limitarono a formare un semicerchio davanti a lei ed a fissarla in silenzio, con espressioni diverse sul volto.
Rena Rouge era la più emozionata, seguita a ruota da Carapace, e non le importava nemmeno se al suo Miraculous avanzava solamente una tacca prima della ritrasformazione. Viperion era semplicemente sollevato e felice di vedere che stava bene, mentre Queen Bee aveva le braccia incrociate, come se ancora fosse scettica a concederle un’occasione. Ladybug aveva solo un lieve sorriso sul volto, e probabilmente era la più difficile da interpretare.
« Ragazzi… Qualcosa non va…? » davanti a tutti quegli sguardi, Marinette si sentì solamente più a disagio di prima. Era chiaro che qualcosa non andava, e sospettava anche di sapere che cosa.
Gli occhi chiari della corvina a quel punto incontrarono quelli di Chat Noir, che la stavano osservando come se fosse la ragazza più splendida che avesse mai visto, se non addirittura l’unica presente in quel momento. L’unica cosa che la ragazza riuscì a fare a quel punto fu distogliere lo sguardo, con le gote nuovamente rosse per l’imbarazzo.
La risposta arrivò solamente dopo alcune occhiate e qualche secondo di silenzio.
« E va bene, lo dico io » esordì la castana, facendo un passo avanti e posando le mani sulle spalle di Marinette con un largo sorriso sul volto « Marinette, tu sei davvero Ladybug?! »
   
 
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