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Autore: cin75    06/11/2021    4 recensioni
Dalla storia:
“Voglio stare con te!” trovò il coraggio di precisare.
Gli occhi verdi fissi in quelli ambrati di Jared che lo guardavano stupiti.
Jared annullò lo spazio tra lui e il bancone. Poggiò le mani sul piano di legno levigato e strinse appena un po’.
“Tu vuoi stare con me?!” chiese come se non avesse capito.
E allora Jensen, finalmente, si mosse e prese una posizione speculare a quella del ragazzo. Mani sul bancone e busto appena sporto verso l’altro.
“Sì!” rispose. “O per lo meno ci voglio provare!”
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Da quel momento, ogni cosa, ogni sentimento, ogni sensazione o emozione , sembrava aver preso e trovato il suo giusto equilibrio. Jared aveva ormai gettato via ogni senso di sfiducia nei confronti dei sentimenti che Jensen mostrava di provare per lui. Oramai si fidava completamente di quello che c’era tra loro e quello che sentiva dentro di lui , lo aveva portato a capire una cosa molto chiara: non poteva rinunciare a più nulla di quello che riguardava Jensen.

Jensen, d’altro canto, aveva smesso di ascoltare quella vocina dentro di lui, che voleva metterlo in guardia su quella nuova vita. Stare con Jared ormai era un’esigenza, amarlo una necessità, viverlo era indispensabile. E anche per lui, ormai chiaro nella sua mente: non poteva rinunciare a più nulla di quello che riguardava Jared.

 

E poi...poi c’era anche il lato meramente fisico. La chimica che c’era tra loro, era qualcosa che a volte lasciava senza fiato perfino loro stessi. Sembrava come se stessero insieme da anni invece che solo pochi mesi. Eppure ormai conoscevano l’uno i punti “strategici” dell’altro. Quel punto sul corpo che faceva fremere e tremare di piacere, o solo semplicemente ridere di solletico. La voglia di essere baciati, quella di essere toccati, il modo in cui essere amati. Bastava uno sguardo per capire se era il momento della passione focosa o di quella languida.

Ed era uno spettacolo comico , per gli amici quando erano al bar, vederli sparire per un po’ nell’ufficio di Jensen e poi tornare fuori con una maglietta al contrario o , come accadde una volta, Jensen con la camicia di Jared - maniche decisamente lunghe -, e Jared con la camicia di Jensen - maniche decisamente corte- .
Vederli arrossire come pomodori maturi non appena qualcuno glielo faceva notare era da sbellicarsi, anche perché poi Rich ci metteva il suo.

Quando erano da soli era difficile stare lontani, forse l’euforia dei primi tempi, forse l’entusiasmo per quel legame che si faceva sempre più forte, forse il fatto di sentirsi dannatamente bene quando stavano insieme, tant’è che un pomeriggio , dopo che non si erano visti per quasi una settimana a causa di un viaggio di lavoro di Jared, si ritagliarono un po’ di tempo a casa di Jensen.

Il biondo fece appena in tempo a chiudersi la porta del suo appartamento alle spalle, che si ritrovò il compagno, letteralmente schiacciato addosso e ringraziò la parete dietro di lui per averli sorretti.

“Ciao!!” sibilò Jared dopo aver liberato le labbra su cui si era avventato.

“Ciao anche a te!!” rispose Jensen, rinsaldando la sua posizione contro il corpo dell’altro.

“Quando devi tornare al bar?!” si informò mentre insinuava le mani al di sotto della maglietta di Jensen.

Jensen sorrise malizioso e mettendo le mani sulla cinta dei pantaloni del compagno rispose: “Farebbe differenza se fosse tra mezzora o due ore?!”

“Molta!” fece Jared ammiccando.

“Davvero?!”

“La differenza è tra il farlo velocemente o prenderci tutto il tempo che occorre!” asserì sfilandogli con un gesto deciso la maglietta e togliendosi la sua altrettanto velocemente.

Jensen fissò quel torace già affannato e lucido e pregustò il fatto di poterselo godere sopra e sotto di lui.

Deglutì e rispose.

“Ho un’ora, ma Rich se ne farà una ragione se dovessi tardare!” disse deciso e in quel momento , mentre Jared gli faceva uno di quei suoi sorrisi predatori, il cellulare di Jensen squillò.

“Oh no...ti prego!!” fece frustrato Jared. “Lascialo squillare!” continuando a spogliarlo.

Jensen , sebbene, cercasse di fare lo stesso con i vestiti di Jared, cercava anche di recuperare il cellulare che lo richiamava insistentemente.

“Aspetta...aspetta...è Rich...maledetto...”

“Jensen...andiamo….ti voglio….finirò per impazzire...è quasi una settimana che non ci vediamo...”

“Anche io...anche io...ma se non rispondo o metto giù , il bastardo capirà perché non rispondo e continuerà a chiamare...e onestamente...” disse mentre baciava il collo di Jared che respirava in estasi. “Non mi va di farlo sentendo per tutto il tempo la sigla de I Simpson come sottofondo!”

“Solo tu potevi sceglierla come suoneria!” rise Jared, mentre spingeva il compagno verso la camera da letto.

Jensen prese il cellulare e finalmente rispose, cercando di nascondere l’evidente affanno.

“Rich?”

Jensen ascolta...quando torni, dovresti passare per..” e poi notando il respiro accelerato. “Jensen stai bene?

“Cos..?...sì, sì è che...insomma, amico ...sarei un attimino impegnato in questo momento!” fece infilando una mano nei pantaloni di Jared per poterli strattonare verso il basso. “Ho letteralmente le mani occupate con altro adesso e non...” e Jared rise cercandosi di nascondere sul torace di Jensen, ma finì solo per mordergli un capezzolo. Cosa che fece sussultare di sorpresa Jensen. “Ooohh caz...” esclamò infatti.

Jensen?

“Scusa...scusa….mi stavano per cadere delle cose e ….oohh sìììì!!!” finì poi per esalare soddisfatto dato che Jared dopo avergli sfilato i boxer lo stava baciando ovunque consapevole di star azzerando la capacità dell’altro di proferire una frase sensata

Ma cosa succede? E’ tutto ok!?” fece la voce quasi apprensiva di Rich.

“Niente...niente...sto bene…..cazzo, se sto bene. Anzi...penso che se va avanti così...tra un po’ starò anche...meglio!!” ansimò guardando rapito il modo lussurioso con cui Jared lo stava...distraendo. “Senti...Rich..” cercò di continuare sempre più affannato. “Io...io sto per..” e questo non era di certo rivolto al socio.

“Non così in fretta, mio caro!!” fece Jared, dopo aver schioccato un bacio sul ventre contratto del suo amante. “Ok...ora basta!” sibilò poi, ormai stanco e pronto per andare decisamente oltre. Si tirò su, sfilò il cellulare di mano a Jensen e con l’altra spinse il compagno sul letto dove questi crollò in trepidante attesa , portandosi al centro del materasso.

Sapeva cosa stava per dire Jared.

“Rich?”

Jared?!” fece a quanto pare sorpreso, Rich.

“Ok, amico. Ascoltami. Sono giorni che io e Jensen non ci vediamo. E vedi...stiamo per fare sesso. Tanto sesso. Del sesso grandioso. Del sesso strepitoso. Quindi se tu per la prossima ora…”

“Due!!” suggerì ad alta voce Jensen dalla sua posizione.

“Ok! Se per le prossime ore…” tagliò la testa al toro, Jared. “ ...se tu potessi evitare di chiamare lui o me o se potessi proprio dimenticarti di noi...lo apprezzeremmo.”

Ma io volevo solo...

“Ciao, Rich!” e mise giù. Spense del tutto il cellulare, fece lo stesso con il suo e poi tornò a fissare Jensen che lo aspettava con un sorriso enorme in viso.

“Niente più interruzioni!”

“Niente più interruzioni.” gli fece eco già eccitato. “Vieni qui...abbiamo parecchio da recuperare!”

 

Nel bar, Rich, guardò per un attimo il suo cellulare spegnersi e poi deluso guardò la persona che aveva di fronte.

“Cavolo, ho appena perso 50 dollari!” asserì sconfortato.

“Te l’avevo detto che quei due non avrebbero resistito a starsi ancora lontani!” fece soddisfatto Misha, mentre prendeva la banconota dalle mani del barista.

“Quel figlio di buona donna mi aveva detto che doveva fare dei controlli di routine dopo che è stato male!”

“Rich...Jensen non fa più controlli da settimane ormai!” gli fece presente il paramedico. “Stai diventando vecchio, amico mio!”

“Mi rifarò. Stanne certo, mi rifarò...per adesso...ti va una birra?”

“Certo, offro io!” scherzò mostrando la banconota appena vinta.

“Ma che simpatico!!”

 

Ormai nelle loro vite non poteva esserci normalità più felice. Una splendida routine fatta di amici, lavoro, risate, litigate e riappacificate decisamente appassionate.

Consapevoli di quello che provavano, ma ignari di provare la stessa cosa l’uno per l’altro, Jared e Jensen, un giorno, si ritrovarono a chiedere aiuto ai rispettivi “miglior amici” di entrambi.

Jensen chiamò Misha. Jared chiamò Rich.

 

“Ehi, Misha!!”

“Ciao...ti confesso che sono davvero curioso di questo tuo appuntamento!” fu il saluto dell’altro che fu accompagnato da un amichevole abbraccio. “L’ultima volta che abbiamo avuto un incontro del genere, hai un organizzato un karaoke per Jared!!”

“Sì, già!” ricordando quella sera fatidica. “...ma non ti disturbo vero?!” chiese poi il biondo , dato che lo aveva raggiunto al parcheggio ambulanze, dove lavorava Misha.

“No, tranquillo. Sono in pausa. Riprendo tra mezz’ora. Ma dimmi. Cosa succede? Come mai questo incontro che sa tanto di furtivo.” scherzò. “Problemi in paradiso?!”

“No..no..no...” esclamò Jensen. “Al contrario. Con Jared non potrebbe andare meglio.” lo rassicurò sorridente.

“Mi fa piacere!” e Jensen vide del puro sollievo sul viso dell’amico. “Ok! Vieni. Ti offro un caffè, ti va?!” indicando il chiosco poco distante dal parcheggio.

“Sì….sì...mi va un caffè.”

“Ok!...sputa il rospo!”

Jensen , dopo aver buttato giù un sorso di caffè, sospirò e sembrò prendere coraggio.

Misha se ne rese conto e cercò di tranquillizzare l’altro.

“Tranquillo...parla con me. Jared ti avrà sicuramente raccontato della mia proverbiale saggezza russa quindi, magari posso aiut….” e a quel punto fu interrotto da Jensen.

“Voglio chiedere a Jared di venire a vivere con me!” disse tutto di un fiato.

Misha si ritrovò a sputacchiare quel po’ di caffè che aveva appena bevuto. Si portò immediatamente una mano alla bocca per pulirsi e trattenere quei colpi di tosse che ancora gli solleticavano la gola.

Strabuzzò gli occhi e il blu che li distingueva si puntò come un faro sul viso di Jensen.

“Che cosa?!” domandò incerto.

Jensen deglutì e ripetè con calma: “Voglio chiedere a Jared di venire a vivere con me!” e poi riacquistando sicurezza, continuò perché aveva bisogno di sapere. “Credi che sia un errore?, che sia avventato?, prematuro? Tu sei il suo migliore amico e lo conosci meglio di chiunque altro. Pensi che Jared potrebbe non sentirsi pronto?” fu l’elenco di domande a cui Jensen cercava urgentemente risposta. “So che Jared ci tiene a me come io tengo a lui. So che quello che ci lega è forte e sta diventando sempre più forte, ma non voglio rovinare tutto, anticipando i tempi con qualcosa che potrebbe metterlo a disagio.”

Misha lo fece parlare, perché aveva capito che Jensen aveva bisogno anche di sentirsi fare quelle domande, di tirare fuori ogni dubbio, ma poi, quando lo vide sospirare quasi di frustrazione, bevve un altro po’ di caffè e fece cenno all’amico di sedersi alla panchina poco distante da loro.

“Prima di risponderti ho bisogno che tu mi dica una cosa e voglio che tu sia sincero con me!” fu il preambolo a quella richiesta.

“Certo!” rispose senza nemmeno pensarci.

“Giurami che non hai più dubbi. Che dentro di te non esiste più nemmeno un ragionevole dubbio che ti possa far tornare indietro sui tuoi passi, che Jared non rischia di nuovo di ritrovarsi a dover fare i conti con quella parte di te che ancora non è sicura di quello che è o quello che prova!” fece con pacata fermezza. “La prima volta sono riuscito a rimettere i pezzi insieme, ora, dopo tutto questo tempo, tutto quello che c’è tra voi...non so se ci riuscirei di nuovo!”

Jensen fu profondamente colpito da quelle parole. Non ce l’aveva con lui, anzi, ammirava la lealtà e la fraterna amicizia che lo legava a Jared.

“Allora?!” lo incalzò Misha.

“Mai e poi mai, provando quello che provo per Jared, non potrei mai fargli del male. In qualsiasi modo. Non potrei. Non ci riuscirei.”

“Non è quello che ti ho chiesto, Jensen!” lo redarguì l’altro.

Jensen annuì. “Non c’è più una parte dentro di me che non voglia stare con Jared. Nessun dubbio. Nessun timore. Nessuna incertezza. Voglio lui. Voglio stare con lui. Non chiedo altro, alla vita, che averlo al mio fianco.” e lo disse con una tale decisione che Misha non potè replicare in alcun modo.

Il moro sorrise sornione. Soddisfatto di quella risposta. Ma c’era anche altro che pensava di aver scorto tra le righe di quelle frasi.

“Ok! Ma onestà per onestà, questa non mi sembra la risposta di uno che vuole solo andare a convivere. C’è altro che dovrei sapere?” lo stuzzicò.

Jensen si sentì scoperto, perché sapeva cosa provava davvero per Jared. Ma ancora non si era confessato all’altro.

“Cosa?..no!!” esclamò quasi in imbarazzo, facendo spallucce. “Io...io ti ho detto...tutto!”

“E perché stai arrossendo?!”

Jensen ingoiò la risposta sagace che stava cercando e incoraggiato dal solo sguardo di Misha, decise di confidarsi completamente.

“Io penso...io credo di...io...”

“Sai?..c’è un vecchio detto russo...”

“Saggezza russa!” sbuffò Jensen.

“Già!” e poi facendo mente locale: “L’amore può rovinarti la vita. O può essere talmente forte e potente da sconfiggere tutto quello che può rovinarti la vita!” recitò. “Ora...tu come ti senti? Rovinato dall’amore o forte e potente?!”

Jensen lo guardò. Ripensò a quel proverbio appena sentito e passò il dito sul nome di Jared che campeggiava tra le ultime chiamate fatte dal suo cellulare.

“Forte e potente….decisamente forte e potente!” disse convinto e sorrise quando vide il sorriso radioso con cui Misha lo ricambiava.

“Ok e a quanto il gran momento?!”

“Tu dici che Jared….”

“Jensen….Jared già provava qualcosa per te all’epoca del vostro famoso litigio...”

“Dio...non mi ci far pensare!!!” sussurrò Jensen, sentendosi ancora in colpa.

“Ora, credimi….voi due mi sembrate davvero persi uno dell’altro, quindi fa’ la tua mossa cowboy!” e questo suonò a Jensen come un vero e proprio “via libera”.

 

Con le stesse intenzioni di chiedere consiglio, un Jared , forse più nervoso di Jensen, entrava nel bar dove Rich era intento a rimettere a posto l’ultima consegna di bevande varie.

“Ehi, barista!!” fu l’amichevole richiamo.

“Ehi, a te spilungone!” fu l’altrettanto amichevole risposta. “Allora , ho la curiosità che mi sta mangiando lo stomaco. Sputa subito il rospo o non arrivo a stasera!!”

“Wow!!” sorrise Jared a quell’esortazione. “Che entusiasmo!” fece mentre si accomodò al bancone. “Ma dammi una birra prima!”

“Sicuro di non volere qualcosa di più forte?!” azzardò l’altro.

“Diciamo che dipende da quello che mi dirai!”

“Che...ti dirò?!” ripetè sorpreso Rich. “Pensavo fossi tu quello che doveva parlare!”

“Sì...in effetti , sì!” ammise poi, Jared.

Rich notò un’agitazione diversa da un semplice nervosismo. Così, ignorando la sua indole scherzosa, divenne serio.

“Ok, Jared. Facciamo i seri. Che succede, amico?!”

“Io...io non so... insomma...vedi Jensen ...lui...”

“Jared ...per favore , dimmi che non vuoi rompere con Jensen!” lo bloccò.

“Cosa????” esclamò sconcertato. “No, no...assolutamente no!” rispose con decisione.

“Dio!!! stavo per avere un infarto!” fece , riempiendosi uno shot di scotch e buttandolo giù tutto di un fiato. “Ok! dall’inizio ma cerca di non fare queste pause o non arriverò a fine discorso!”

“Ok, ok...hai ragione.” e fece quindi un respiro profondo. “So che Jensen ci tiene a me, lo so. Ne sono sicuro!”

“Ed è così, credimi!” confermò Rich. “E tu? Ci tieni a lui?”

“Non sarei qui se così non fosse!” rispose senza esitare.

“Ok! Veniamo al sodo allora!” lo incoraggiò il barista.

“Sì, vedi io... io ho bisogno di sapere se lui….insomma se lui prova qualcosa che possa andare oltre il “tenerci a me”!”

“Cavolo, Jared….mi stai chiedendo se Jensen è innamorato di te?!” sbottò sorpreso Rich.

“Io...cioè...vedi...”

“Non credi che sarebbe meglio fare questa domanda al diretto interessato?!”

“Lo so, Rich...hai ragione. Ma vedi...sai come è iniziata tra noi e io ...io ho paura che se mi spingo oltre...potrei spaventarlo. Le cose vanno così bene tra noi che non voglio rovinare tutto dichiarandomi e dicendogli qualcosa che lui, magari, non è ancora pronto a sentire.” gli spiegò Jared.

“Jared ascoltami...”

“Rich, io...”

“Jared, zitto a fammi parlare!” e Jared si ammutolì immediatamente. “Conosco Jensen da quando andava al liceo. Io lavoravo nella caffetteria della scuola e lui quando poteva mi dava una mano. Magari nelle vacanze estive ...per racimolare qualche soldo per la macchina, la benzina...non voleva pesare sulla sua famiglia...e guardaci, lavoriamo ancora insieme. Lo conosco bene, la maggior parte delle volte so quello che vuole fare solo guardandolo in faccia e so capire quello che gli piace e quello che non gli piace.” raccontò fiero di quell’amicizia così consolidata negli anni.

“Rich, ma...”

“E credimi quando ti dico che tu vai oltre al “piacere”. Jensen è andato, perso, perduto, cotto, rincretinito...”

“Ok, ok ...ho capito, grazie!!” fece ridendo felice di quella rivelazione.

“Perfetto. E quando la grande rivelazione?”

“Io...sì, insomma….sabato diamo una festa a casa di Jensen, per ...lui dice “festeggiare l’inizio dei lavori qui al bar”...ma vuole solo fare una festa. Credo che sarebbe il momento opportuno. Saremo insieme, staremo bene e...”

“Io lo farei dopo la festa!” fece , interrompendolo Rich, con tono serio.

“Dopo la...” ripetè perplesso per quel suggerimento. “Perchè?” e questa volta era curioso.

“Perchè quando gli dirai che lo ami, credimi, Jensen vorrà sdraiarti sulla prima superficie verticale che avrà a disposizione!!” rispose con naturalezza e tronfio della sua solita ironia.

“Lo sapevo….lo sapevo...sei il solito maniaco!!” ma non potè evitare di dirlo senza ridere.

Poi l’amico alzò il bicchieri in segno di brindisi e : “Che la forza sia con te, giovane Jedi!”

“E con te, saggio Yoda!!” replicò Jared ghignando.

“Ehi!!! non sono così basso. Sei tu che sei maledettamente sproporzionato!!” gesticolando e indicando la palese altezza di Jared.

“Sarà!!, ma Jensen non ha mai avuto niente da dire sulle mie ….proporzioni!!” rispose malizioso.

Rich lo guardò stupito e anche soddisfatto: “Ma sentitelo!!! e poi sarei io il maniaco.” e ripresero a ridere.

 

 

Il giorno della sospirata festa e anche se i due avevano entrambi quel loro piccolo segreto, non riuscivano a guardarsi senza avere gli occhi brillanti di una bellissima aspettativa.

Quella mattina, Jensen doveva andare al bar per prendere i progetti della ristrutturazione del lato ovest del locale.

“Ehi, devo andare da quelle parti, ti ci porto io, se vuoi?!” fece Jared mentre si rivestivano, dato che avevano passato la notte a casa sua e Jensen era senza macchina.

“Non hai quell’appuntamento con Jeff?!”

“No, rimandato alla settimana prossima. Alcuni documenti sono ancora da definire, quindi….” e lo raggiunse, abbracciandolo alle spalle: “...mattinata libera e se mi vuoi sono tutto tuo!!” disse baciandogli il collo.

Jensen chiuse gli occhi, gustandosi quel bacio e poi si rigirò piano tra le braccia del compagno.

“Lo sa che se mi dici così...mando a quel paese ogni impegno e ti infilo di nuovo in quel letto!”

“E tu lo sai che mi piacerebbe infilarmi con te di nuovo in quel letto, ma tu devi prendere quei progetti da consegnare all’architetto lunedì, e dobbiamo prendere ancora parecchia roba per la festa di stasera!” gli fece presente Jared, senza però, allontanarsi da Jensen, anzi, sistemandosi meglio contro di lui.

“Che vadano a farsi….”

“Jensen!!” lo fermò Jared credendo in arrivo una ben altra esclamazione.

“... a farsi una birra da qualche altra parte.” lo tranquillizzò Jensen, sorridendo. “Gliela pago io. Restiamo qui. Io e te. Da soli!!” suggerì quasi capriccioso, poi.

“Scordatelo. Ho dei progetti ben definiti per stasera...quindi vedi di muovere quel tuo bel culetto texano e usciamo da questo appartamento.”

“Dittatore!”

“Sì, sì...come vuoi!” lo liberò dal suo abbraccio non prima di avergli scoccato un bacio a stampo che lasciò decisamente insoddisfatto il biondo.

“Io faccio quello che vuoi ma tu….” e con due falcate raggiunse il più giovane.

“...mai io, cosa?” gli fece eco Jared voltandosi verso Jensen. Non ebbe bisogna di risposta.

Un bacio ben più importante dell’ultimo lo zittì definitivamente. Le labbra di Jensen erano morbide e esigenti sulle sue. La loro morbidezza era un tocco irresistibile. Il loro sapore, un gusto inebriante. Il tocco stuzzicante della sua lingua, un afrodisiaco difficile da ignorare.

Quindi completamente soggiogato dall’assalto di Jensen, il più giovane non potè fare altro che rispondere al bacio con tutta la passione che riusciva a dimostrargli.

I loro respiri si affannarono nel rincorrere il ritmo delle loro labbra. I loro cuori trovarono un battito fatto apposta per quell’emozione che li stava incendiando pian piano, fin quando fu solo la naturale richiesta di ossigeno a costringerli a distanziarsi.

“Wow!!” esclamò con un fil di voce Jared.

“E’ quello che volevo!” rispose soddisfatto e orgoglioso Jensen, prima di mordicchiarli delicatamente il labbro inferiore e poi lasciarlo andare definitivamente e raggiungendo il suo giacchetto. “Allora? Andiamo??” lo provocò.

“Ti odio!!” fece fintamente offeso Jared.

“Sì, lo so!” e lo anticipò nell’uscire dall’appartamento.

Jared afferrò la sua giacca, il telefonino e le chiavi di casa e della macchina e raggiunse il compagno sul pianerottolo. I due andarono in giro per fare commissioni e compere vari quasi tutta la mattinata , poi andarono al locale di Jensen per prendere i progetti di ristrutturazione.

Mentre Jensen infilava i documenti nel suo zaino alzò lo sguardo e vide che Jared era preso a cliccare qualcosa al suo cellulare. Il tempo di metterlo via che quell’affare trillava di nuovo e Jared rispondeva di nuovo, a volte sorridendo , a volte alzando gli occhi al cielo.

“Ma si può sapere con chi diavolo stai chattando?” fece esasperato ad un certo punto.

“Sì...scusa...hai ragione. E’ Rich!!” disse senza problemi.

“Rich?”

“Sì!” confermò

“Il ...mio Rich? Il mio socio?”

“Sì, Jensen. Il tuo Rich...il tuo socio!” ripetè divertito Jared.

“E che vuole da te Rich?!”

“E’ assurdo. La festa la facciamo noi ma sembra che sia lui a voler organizzare tutto. È da un’ora che mi sta tempestando di messaggi del tipo “compra questo...compra quello...serve questo….serve quello...”, cioè..fosse per lui dovremmo comprare anche dei fuochi d’artificio!”

“Sì, è da Rich!” convenne Jensen, ironicamente, riconoscendo l’esagerazione festaiola dell’amico. Poi però divenne serio e Jared lo notò.

“Che c’è?!”

“Ma com’è che Rich chiama te e non me?!”

“Perchè dice che il tuo cellulare è irraggiungibile e quindi….” e poi, notando lo sguardo attento e sospettoso, di Jensen, alla risposta che stava dando: “Aspetta!!! sei ...geloso? Tu sei geloso?!” ripetè con più enfasi.

“Cosa??” esclamò con un tono esagerato nel tentativo di nascondere l’effettiva sensazione di gelosia. “Io? Geloso?”

“Sì. Tu. Geloso!!” lo provocò Jared, lasciando il cellulare sul bancone e avvicinandosi al compagno. “Sei geloso!” e questa volta non era una domanda.

Jensen lo guardò prima con aria di sfida e poi , quando si ritrovò il volto di Jared a pochi centimetri dal suo, si rese conto che gli occhi di Jared lo guardavano con una tale intensità che avrebbero potuto leggergli la mente e scoprire ogni più profondo sentimento lui stesse provando in quel momento.

Abbassò un attimo lo sguardo e poi, confesso.

“Sì...cavolo, sì. Sono geloso, ok?...fammi causa!” rispose con fare sconfitto, mentre poi le sue mani andavano a posarsi sui fianchi di Jared che istintivamente compiva lo stesso gesto.

“Di Rich?!” chiese perplesso. “Rich è etero!” gli fece presente.

“Credevo di esserlo anche io, prima di conoscerti. E guardaci ora! E poi...”

“E poi?”

“E poi a Rich piace giocare in due squadre. Dice che fin quando non trova la squadra giusta, perché precludersi ogni partita. Quindi….” rivelò dell’amico.

Jared strabuzzò gli occhi a quella rivelazione e : “Ohw!!” disse solo, preso di sorpresa. “Non avevo capito.”

Poi, colpito da quell’ennesima conferma di quanto Jensen tenesse a lui sentimentalmente, gli si strinse vicino, lo abbracciò forte, gli baciò la base del collo, gli carezzò la schiena contratta che sentì lentamente rilassarsi sotto il suo tocco. Sentì Jensen sospirare di puro sollievo.

“Non essere geloso Jensen. Non ne hai motivo!” gli sussurrò dolcemente mentre lo baciava piano sulle guance e sulla fronte, godendo dell’altrettanta dolce arrendevolezza che sentiva provenire da Jensen.

“Vorrei….ma...”

“Ma?”

“Non ci riesco. Dopo quello che abbiamo passato per stare insieme, di cui...il 70% per causa mia….io..io ho paura che..” ammise in sincero imparazzo.

“Jensen...” lo fermò Jared, mettendogli le mani intorno al viso e costringendo il biondo a guardarlo. “Io non ti lascio. Non l’ho fatto davvero quando “una parte di te non accettava quello che sentivi per me”!” gli ricordò, citandogli quelle che furono proprio le parole di Jensen durante la prima storica lite che li allontanò per mesi.

“Oh ti prego!! non me lo ricordare!!” abbassò lo sguardo il biondo

Jared lo costrinse a guardarlo e Jensen si ritrovò immerso in una immensa dolcezza.

“E non lo farò adesso che ti ho tutto per me. Non ti libererai di me tanto facilmente.” e detto questo si abbassò quel tanto che gli permise di baciarlo.

Jensen sospirò in quel bacio, ormai sereno. Decisamente felice.

“Ok!” fece Jensen, gustando almeno un altro po’ con la memoria le sensazioni di quel bacio appena ricevuto. Si diede una sistemata e afferrò lo zaino. “Andiamo? Prima che Rich ricominci con i suoi messaggi!!”

“Fammi strada!!” concordò Jared ridendo.

 

   
 
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