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Autore: Hannah1987    10/11/2021    1 recensioni
Provate ad immaginare: è un giorno come tanti altri, quando all'improvviso vedete con i vostri occhi davanti al giardino di casa una cabina blu della polizia ed un uomo affascinante chiamato Il Dottore... come reagireste? Questa è la mia storia, una comune ragazza di Brooklyn che rincontra il Dottore dopo sei anni, ma non sa ancora che viaggiando nel Tempo e nello Spazio ... Scoprirà di essere un'altra persona, che mai nessuno si sarebbe aspettato .
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cybermen, Dalek, Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, PWP, Tematiche delicate
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Capitolo XI
Strani Comportamenti
 
Cosa era successo? I miei ricordi erano confusi... Decisi di aprire gli occhi. Una luce fortissima mi abbagliò ma capii di essere distesa su un letto...Quando finalmente riuscii a mettere a fuoco vidi il Dottore chinato su di me, preoccupato. Il Dottore... ricordavo che mi piaceva chiamarlo il Mio Dottore... Ma perché non riuscivo a ricordare?
"Pearl! Finalmente ti sei ripresa … Come ti senti?"
"Dottore... sto bene... mi sento solo un po' affaticata... ma cosa è successo? Sono molto confusa..."
"Non ricordi davvero nulla? " mi chiese. Il suo sguardo era molto triste.
"Solo qualche sensazione … So di essere molto legata a te..." aggiunsi, sottovoce. I suoi occhi si riaccesero di gioia e spensieratezza.
"Ti fidi di me? Voglio provare a vedere se riesco a farti tornare la memoria..." mi chiese, speranzoso.
"Ti affiderei la mia vita" gli risposi, assolutamente certa di quello che provavo. Lui non attese oltre. Si avvicinò a me e posò le sue labbra sulle mie. Fu un bacio molto dolce, che mi trasmise tutta la preoccupazione e l'ansia che aveva provato per me... improvvisamente dei flash attraversarono la mia mente … rividi il mio primo incontro con il Dottore,il nostro primo bacio, tutte le nostre avventure, i suoi sorrisi, i suoi abbracci,il Dottore ferito, la mia rabbia, la mia ferita, la rigenerazione... non aspettai un secondo di più... saltai al collo del mio Dottore e lo abbracciai forte, il cuore che batteva a mille. Il Dottore ricambiò l'abbraccio, stringendomi forte a sé.
"Grazie, mio Dottore... ora ricordo tutto..."
"Mia dolce Pearl... mi hai fatto preoccupare a morte!! Ma … ti sei ricordata anche della …"
"Della rigenerazione … sì … io ... non so più chi sono... Dottore, ti … piaccio ancora?"chiesi, temendo un po' la sua risposta.
"Sei bellissima mia dolce Pearl … " mi rassicurò. Poi sciolse il nostro abbraccio e andò nella stanza accanto. Tornò con in mano uno specchio.
"Sei pronta?" mi chiese. Io annuii. Lui girò lo specchio verso di me ... e quel che vidi mi stupì molto. Avevo un viso ovale, di carnagione chiara. I miei occhi erano di un verde brillante, i capelli mossi,
di un castano rossiccio. Mi spuntò un sorriso … ero soddisfatta del risultato finale.
"Allora? Che ne pensi della tua trasformazione?" mi chiese il Dottore.
"Mi piace molto … " dissi, continuando a specchiarmi. Non riuscivo a togliermi gli occhi di dosso.
"Anche a me..." mi rivelò il Dottore, continuando a fissarmi sorridendo. All'improvviso si aprì la porta e Jack si precipitò nella stanza.
"Dottore … come sta P..." Jack aveva posato lo sguardo su di me: rimase completamente incantato.
"Mio Dio, Pearl.. sei veramente tu? Sei fantastica!" Detto questo mi abbracciò, facendomi fare un paio di giravolte. Non potei fare a meno di ridere, divertita.
"Sì Jack. Sono proprio io … ora mettimi giù, dai!!" Il Dottore mi continuava a fissare, meravigliato.
"A che pensi?" gli chiesi.
"Sei così diversa, Pearl... così solare, raggiante … non credevo di poterti amare di più di quello che già ti amavo!" Gli sorrisi e lo abbracciai nuovamente. Passarono i giorni. Il Dottore mi aveva costretta a riposarmi, perché :
“La rigenerazione è una faccenda complicata … porta via un sacco di energie …Devi riposarti, Pearl!”
In realtà mi sentivo in perfetta forma ma non obbiettai, per farlo contento. In fondo non mi dispiaceva un po’ di pace dopo l’avventura con i Satrax! Notai, però, che Jack si comportava in modo molto strano... sembrava essere felice, ma fingeva … si vedeva a un miglio di distanza che qualcosa lo turbava. Che cosa gli stava succedendo? Ero molto preoccupata per lui: non faceva altro che evitarci e noi non riuscivamo a capire il perché! Dovevamo fare qualcosa per aiutarlo. Ma che cosa? Chiesi al Dottore se l’aveva notato anche lui.
"L'ho notato eccome! Non fa altro che evitarci … " mi rispose, leggermente alterato.
“Vado a parlargli … vediamo se riesco a capire cos’ha … augurami buona fortuna …” aggiunsi, sorridendo.
Mi voltai per andare verso Jack quando il Dottore mi fermò, prendendomi per un braccio, e mi fece voltare. Mi diede un lungo, intenso, passionale bacio che sembrava infinito :
“Buona fortuna dolcezza !!!” esclamò sereno e sorridente. Mi avvicinai a Jack che si trovava accanto alla console del TARDIS.
“Ehi Jack! Tutto bene?” gli chiesi, ma lui non mi rispose. Aveva le mani appoggiate alla console, la testa bassa. Sembrava quasi che non mi avesse sentito. Decisi di riprovare.
“Jack? Che ti succede? Parlami, per favore … Io e il Dottore siamo preoccupati per te!”
Come dissi la parola “Dottore” in lui scattò qualcosa, come un innesco improvviso:
“Il Dottore? Dov’ è il Dottore? Non lo vedo !!!”
“Jack; che cosa hai ?” gli chiesi preoccupata, mentre gli sfioravo le spalle con le mani.
“Stai lontano da me, Pearl! Potrei farti del male …” urlò lui, all’improvviso.
Il tono di voce di Jack richiamò il Dottore, che preoccupato si precipitò nella stanza. Lo guardai, spaventata.
“Jack … Tu non mi faresti mai del male … ” gli dissi, ora un po’ impaurita.
“Pearl! Non è uno scherzo!! Mi è stato ordinato. Devo obbedire …”
“Ordinato ? Che cosa ?” gli domandai sempre più impaurita. Il Dottore mi si avvicinò.
“Io devo eseguire gli ordini! Devo rispettare il volere del mio padrone …” Il Dottore si mise davanti a me, per farmi da scudo.
“Jack... Chi è il tuo padrone?” intervenne lui. Appena Jack sentì la voce del mio Dottore, alzò la testa di scatto.
“Dottore!! Aiutami … non posso fermarmi … ” lo supplicò, cominciando ad avvicinarsi a noi.
“Ti aiuterò Jack, te lo prometto. Ma per farlo mi devi dire che cosa è successo … Chi ti controlla?”
“Sono stati i Satrax, Dottore! Mentre mi torturavano sono svenuto... e una volta ripreso conoscenza mi sono accorto di essere legato a
loro … Dovevo fare tutto quello che mi dicevano...Non so cosa mi abbiano fatto!! Ti prego, aiutami … siete voi i miei obbiettivi!!”.
Il Dottore tirò fuori il suo cacciavite sonico e analizzò Jack.
“Come pensavo...” disse.
“Jack... ti hanno inserito un chip dietro la nuca … appena sotto l’attaccatura dei capelli … è quello  che ti controlla!! Dobbiamo toglierlo!!”.
“Un chip?? Dio, cosa mi hanno fatto!! Non puoi avvicinarti a me … già sto lottando per non aggredirvi … non riuscirei a controllarmi se vi avvicinaste!!”
Il Dottore mi prese per mano e, insieme, corremmo verso una delle tante stanze del TARDIS.  Vidi il Dottore che prendeva una pistola. Rimasi molto stupita … Era o non era lui quello contro la violenza?! Che ci faceva con una pistola? Contro Jack, poi... Non feci in tempo a fargli nessuna domanda perché di corsa tornammo da Jack. Il Dottore gli puntò contro la pistola.
“Mi dispiace, Jack …” mormorò prima di premere il grilletto.
“Dottore no!!” gli urlai, ma troppo tardi. Jack si accasciò al suolo.
“Dottore!! Che cosa hai fatto??” gli chiesi. Ero sconvolta dal suo comportamento.
“Tranquilla, Pearl. E’ solo un sonnifero. E poi è di Jack che stiamo parlando … non sarebbe morto comunque! Questo è l’unico modo per avvicinarci a lui senza correre pericoli …” Tirai un sospiro di sollievo, rassicurata. Insieme ci avvicinammo a Jack. Il Dottore gli girò la testa e mi indicò un punto dove il chip era custodito.
“Ecco il chip … lo vedi?? Ora dobbiamo toglierlo!”
Prese un coltellino e fece una piccola incisione, attento a provocare meno dolore possibile. Finalmente riuscimmo ad estrarre il chip. Tenendolo in mano, gli puntò contro il suo cacciavite sonico e un attimo dopo... il chip sfrigolò e si fuse.
“Bene... ora dobbiamo solo aspettare che si riprenda … Portiamolo nella sua stanza.”
Detto questo, con uno sforzo enorme, prese in braccio Jack e lo adagiò nel suo letto.
“Vieni, Pearl … andiamo anche noi a riposare..” mi disse, tendendomi la mano.
“Vai tu … io vorrei stare qui un po’… non me la sento di lasciarlo solo … ”
Il Dottore annuì, sorridendomi. Mi diede un bacio e se ne andò. Presi la sedia della scrivania e la misi accanto al letto.
 Guardavo Jack, pensando a tutto quello che gli era accaduto da quando ci eravamo incontrati. Avrebbe finalmente avuto un attimo di pace? Lo accarezzai, spostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte. Poi gli presi la mano.
Volevo vegliare su di lui, assicurargli un sonno tranquillo. Ma la stanchezza prevalse quasi subito: mi appoggiai al materasso e mi addormentai.
   
 
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