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Autore: Dalybook04    15/11/2021    0 recensioni
Nell'antichità ogni tanto nascevano persone magiche con delle voci speciali, talmente belle da far tremare le montagne ed esplodere i cuori dei nemici, distruggere le mura nemiche o far fiorire le colture anche durante gli inverni più rigidi. Erano persone molto, molto speciali, e venivano venerate al pari degli dei. Ne nasceva uno su un milione, erano rarissimi. Non ne nascono più da un migliaio di anni, forse di più.
Ma sarà davvero così?
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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https://youtu.be/bo_efYhYU2A

Lovino quella notte non ha dormito, è evidente. Non segue minimamente le lezioni, ha due occhiaie inverosimili e si regge appena in piedi.
"Devi dormire, chico"
Lovino sbadiglia, appoggiandosi al muro alle sue spalle "sto bene. Passami il pranzo"
"Dormi un po'"
"Dormirò stanotte"
"Dormi ora e stanotte. Perché sei rimasto sveglio?"
Lovino alza le spalle "il libro che stavo leggendo mi ha preso e non potevo non finirlo"
"Naturalmente" lo spagnolo circonda le spalle dell'altro ragazzo con un braccio e lo attira a sé, facendogli posare la testa sulla sua spalla, e quello si rannicchia contro di lui. Nell'ultimo mese hanno passato tanto di quel tempo insieme che ormai è naturale abbracciarsi, toccarsi e stringersi, a tal punto che il più giovane non è più minimamente infastidito dal contatto con la pelle bollente dell'altro, che comunque esita sempre nello sfiorarlo, per dargli il tempo di ritirarsi se lo desidera.
"Dormi"
"No"
"Dormi"
"No"
"Dormi"
"Che palle che sei"
Antonio decide di agire, visto che sa che potrebbero benissimo andare avanti tutto il giorno: si sfila la felpa, la appallottola e la posa in terra; poi scivola, piano, in modo da sdraiarsi, con Lovino al seguito, e usa la giacca come un cuscino molto improvvisato. Certo, il pavimento della soffitta è scomodo, ma non è che abbiano alternative migliori. Lovino brontola, ma non dice nulla, ha ormai gli occhi chiusi. Il colpo di grazia sono le carezze che l'ispanico inizia a dargli, tra i capelli, sul fianco, sulle braccia. In pochi minuti è crollato, completamente immerso nel mondo dei sogni.
Antonio lo bacia sulla fronte, delicatamente per non svegliarlo, e prende il cellulare dalla tasca per tenersi occupato. Vorrebbe quasi fargli una foto, è così carino!, ma non vuole rischiare che Lovino gli dia una testata nei denti.
Dopo un'oretta o giù di lì, gli scrivono Francis e Gilbert.
"Dove sei? Ti dobbiamo parlare di una cosa per la band"
Antonio esita, poi risponde "in soffitta"
"Che cazzo ci fai lassù?"
"Sono con Lovino"
"Birichini. Arriviamo"
Un quarto d'ora dopo, dalle scale sbucano due teste, una bionda e una bianca. Antonio sorride e li saluta con la mano, il viso di Lovino premuto contro la maglia lo solletica leggermente con il suo respiro, ma non è fastidioso. Francis sgrana gli occhi.
"Avete scopato qui?" sussurra, scioccato. Antonio rimane basito un secondo, poi si affretta a scuotere la testa.
"No! Si è solo addormentato perché stanotte non ha dormito" sussurra, attento a non svegliarlo. Lovino mugola qualcosa, infastidito dal rumore, ma non si sveglia. È così adorabile! "Cosa mi dovevate dire?"
"Ci sarà un concorso, tra un mese e mezzo, per giovani band, il termine dell'iscrizione è oggi. Ne dobbiamo discutere anche con Arthur, ci aspetta in sala"
"Oh, va bene. Arrivo" bacia sulla fronte Lovino "piccolo? Devo andare"
Lovino mugugna, stringendosi a lui, e Antonio è a tanto così dall'andare in overdose di adorabilità. Sì, adorabilità. Sono io l'autrice, scrivo il cazzo che mi pare, va bene?
"Lovi... devo andare" lo allontana con delicatezza da sé e quello sbuffa.
"Che palle che sei"
"Scusa. Tu continua a dormire, ti lascio la felpa"
"Mh" ha ancora gli occhi chiusi. Antonio lo bacia sulla guancia prima di alzarsi e raggiungere i due amici.

"Che ne pensate?"
"Di cosa?" ancora un paio di corridoi e sono arrivati.
"Di Lovi"
"Be', non è che abbiamo visto molto" Francis si sistema una ciocca bionda dietro l'orecchio "era buio e ci dava le spalle, però sembra carino"
"Lo è! È adorabile"
"Sei cotto marcio" decreta Gilbert, entrando nella stanza a loro affidata per la band. Arthur li sta aspettando seduto su un banco lasciato lì.
"Solo un pochino"
"Seh, e Francis è una suora"
"Ehi! E io che c'entro?"
"Perché mi sono fatto tirare dentro a questa pagliacciata?" Arthur alza gli occhi al cielo, annoiato.

Alla fine si sono iscritti, ma ancora non hanno deciso la canzone.
"Lovi?"
"Eh?"
"Mi puoi dare una mano?" Antonio si è portato la chitarra su in soffitta per provare. Non è la prima volta che succede e a Lovino non dispiace.
"Che devo fare?"
"Be'..." sembra imbarazzato. Adorabile. No, non è adorabile, cosa vai a pensare Lovino? Resta concentrato "tra le ipotesi c'è una canzone a due voci e dovrei cantare anch'io... potresti farmi da controparte?"
"Intendi... cantare?" panico. Panico panico panico panico.
Antonio sembra notare l'ansia del ragazzo accanto a lui "non per forza. Basta che mi leggi le parole, così mi regolo con i tempi eccetera. Comunque tranquillo, se sei stonato non ti prendo in giro" gli dà una spinta scherzosa sul fianco, ma Lovino non riesce a sorridere. Caro mio, pensa, il problema non è essere stonato.
"Va bene..." sussurra "che canzone è?"
"Shallow, l'ha scelta Francis. Hai visto A star is born?"
"Il film con Lady Gaga?"
"Sì"
"C'è Lady Gaga. Certo che l'ho visto"
"Sai già la canzone? Ho il testo sul cellulare se serve"
"Mh sì, non la so a memoria" che bugiardo che sei Lovino, hai visto quel film a ripetizione con il tuo fratm, rannicchiato sul divano a piangere mangiando tutte le peggiori schifezze. La sai sì a memoria.
"Vuoi ascoltarla una volta prima?"
"Nah, tranquillo. Tu vai"
Antonio annuisce e inizia a suonare la sua chitarra.
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
Ha una bella voce, delicata, un po' roca, che sporca le parole con il suo accento spagnolo rendendole molto più personali e sensuali. Lovino ha un brivido.
Antonio continua a cantare.
"I'm fallin'
In all the good times I find myself longin' for change
And in the bad times, I fear myself"
Stona leggermente l'ultima parola, spezzando la magia che si stava creando. Lovino aspetta paziente il suo momento di entrare, cullato dal suono della chitarra.
"Tell me something, boy
Aren't you tired tryin' to fill that void?
Or do you need more?
Ain't it hard keepin' it so hardcore?" si limita a leggere, a bassa voce, mantenendosi il più possibile fedele al ritmo della canzone originale, ma senza cantare. Non può permetterselo.
"I'm falling
In all the good times I find myself longing for change
And in the bad times, I fear myself"
Qui ci sarebbe la parte difficile, quella più bella secondo lui, ma non può cantarla. La legge, allungando solo le parole per rispettarne i tempi
"I'm off the deep end, watch as I dive in
I'll never meet the ground
Crash through the surface, where they can't hurt us
We're far from the shallow now"
Ora dovrebbero cantare insieme. Antonio canta, lui legge, ma non riesce a non dare una lieve intonazione alle parole
"In the sha-ha-sha-ha-llow
In the sha-ha-sha-la-la-la-llow
In the sha-ha-sha-ha-llow
We're far from the shallow now" i vocalizzi della ragazza, che lui evita, dicendo solo le vocali ma senza realmente intonarli.
"Oh, ha-ah-ah
Ah, ha-ah-ah, oh, ah
Ha-ah-ah-ah
I'm off the deep end, watch as I dive in
I'll never meet the ground
Crash through the surface, where they can't hurt us
We're far from the shallow now"
E di nuovo cantano insieme, e qui Lovino si concede un piccolo sorriso e qualche lieve nota, non troppo alta o bassa, solo accennata.
"In the sha-ha-sha-ha-llow
In the sha-ha-sha-la-la-la-llow
In the sha-ha-sha-ha-llow
We're far from the shallow now"
Si stanno guardando negli occhi da troppo tempo, ma non riescono a distogliere lo sguardo. Antonio sorride, posa la chitarra e la mano sulla guancia di Lovino, lo accarezza, gli fa venire voglia di piangere perché quel ragazzo è così fottutamente meraviglioso, ma non può concedersi una gioia.
"Lovi..." sussurra Antonio, gli occhi fissi nei suoi "ti devo dire una cosa"
Lovino ha paura di respirare.
"Mi piaci. È da un po' che..."
"No"
E Antonio fa la faccia da cane bastonato, la stessa che ha fatto la prima volta che si sono parlati, quando stava per tornarsene al suo banco. Lovino non riesce a non cedere a quello sguardo "non... non ti piaccio?"
"Non è quello" arrossisce, non riesce a non farlo. E ancora non hanno smesso di guardarsi negli occhi "non è che non voglia. Non posso. Capisci che intendo?"
"No. Sei già fidanzato?"
"No"
"Sei... che ne so, promesso sposo a qualcuno?"
"No, 'Ntò non e così semplice. Lo dico per te, lasciami perdere. Sono pericoloso"
"Sei adorabile, altro che pericoloso"
"Fidati"
"Sei un mafioso?"
E qui a Lovino girano le palle. Lo guarda malissimo "solo perché vengo dal Sud Italia non significa che..."
"E allora cosa?"
"I-io non..." distoglie lo sguardo, finalmente, ma sente ancora gli occhi di fuoco di Antonio su di sé. Di fuoco non perché siano furenti o cosa, semplicemente perché lo marchiano, lo segnano, sembrano scavare dentro di lui alla ricerca di una risposta. Inspira ed espira "torniamo alla tua canzone?" la sua voce è un filo, una sottilissima lastra di ghiaccio sul punto di rompersi.
Antonio non lo guarda più, e in qualche modo Lovino sente la mancanza dei suoi occhi su si sé.
"Va bene" riprende la chitarra, senza una parola di più. Lovino appoggia la testa alla parete, solleva il viso verso l'alto e chiude gli occhi. Aspetta la musica, che non arriva. Non gli serve aprire gli occhi per sapere che quelli verdi dell'altro ragazzo sono fissi su di lui "posso baciarti?"
Sì, vorrebbe dirgli. Ti prego, sì. Baciami e non fare altro per il resto della nostra vita.
"Non penso sia una buona idea"
"Se hai paura che io..."
"Non per te. Per me. Non so se riuscirei ancora a tenerti lontano"
"E... sarebbe un male?" la sua mano si intreccia a quella di Lovino, che si sente sul punto di piangere.
"Sì"
"Perché?"
"Te l'ho detto. Ti farei male"
"Dovrei essere io a decidere se vale il rischio"
"No, perché non capisci di che rischio si tratta"
"Spiegamelo"
Una risata amara esce dalle labbra socchiuse di Lovino.
"Suona" decreta, e il suo è un modo di dargli ragione, anche se lo spagnolo non lo sa, ma obbedisce, gli lascia la mano e riprende a suonare.

Tell me somethin', Lovi

Lovino ride "non sono Lady Gaga"

Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?

I'm fallin'
In all the good times I find myself longin' for change
And in the bad times, I fear myself

E a quel punto Lovino prende un bel respiro e comincia a cantare, a bassa voce, spaventato dalle sue stesse corde vocali.

Tell me something, boy
Aren't you tired tryin' to fill that void?
Or do you need more?
Ain't it hard keepin' it so hardcore?

Prende coraggio: sta andando bene, può alzare leggermente la voce. Antonio lo scruta in silenzio, stupito dalla sua bella voce, che è ancora quella di un ragazzo normale, solo intonato.
Solo intonato.

I'm falling

Alzala ancora un po'. Stai andando bene

In all the good times I find myself
longing for change

Ancora un pochino. Puoi osare, puoi essere te stesso. Il ragazzo che ti piace ti ha appena confessato i suoi sentimenti, lo senti il tuo cuore che batte? Spingilo fuori con la voce, fagli sentire quello che provi forte e chiaro.

And in the bad times, I fear myself

Perché trattenersi? La musica è bella, l'hai sempre amata, no? Tu sei musica, la musica è te, e rigettare questa cosa ti farà solo male.

I'm off the deep end, watch as I dive in

Quindi canta, Lovino. Canta perché ti rende felice, canta perché è quello che vuoi fare, canta perché è quello che sei

I'll never meet the ground

Canta più forte

Crash through the surface, where they can't hurt us

Più forte. Alza il volume, fai sentire al mondo quel che provi

We're far from the shallow now

Che sentano la tua gioia, il tuo dolore, quello che da anni ti porti dentro

In the sha-ha-sha-ha-llow
In the sha-ha-sha-la-la-la-llow
In the sha-ha-sha-ha-llow
We're far from the shallow now

Sorridi, Lovino, sorridi, perché finalmente sei felice, finalmente

Oh, ha-ah-ah
Ah, ha-ah-ah, oh, ah
Ha-ah-ah-ah

Un bel respiro e

I'm off the deep end, watch as I dive in
I'll never meet the ground
Crash through the surface, where they can't hurt us
We're far from the shallow n

"LOVINO"
Riapre gli occhi. Antonio lo guarda, lo sta scuotendo dalle spalle da un po', la chitarra è abbandonata sul pavimento. Perché, e Lovino se ne rende conto guardando le macerie crollate dal soffitto intorno a loro, cantando ha causato un terremoto proprio a scuola. Loro due stanno bene, come nell'occhio di un ciclone, ma tutto intorno... chissà quanti danni, quanta distruzione ha causato, quanta morte e...
Antonio lo abbraccia, forte. Sta piangendo, trema, è terrorizzato. Ancora in trance, Lovino lo stringe, piano, come si potrebbe stringere un fantasma.
"Mio Dio, stai bene?" Antonio lo stringe, cullandolo lentamente "non la smettevi di cantare, non mi sentivi e... e tutto ha iniziato a tremare e..."
E Lovino crolla. Lentamente, la consapevolezza di quel che ha combinato si fa sentire e pesa, pesa, pesa, un macigno sulle spalle, sul petto, sulla testa che non gli permette di respirare respirare respirare e riesce solo a scoppiare, lì, tremante, tra le braccia di Antonio, perché ha ceduto, ha fatto quel che non avrebbe dovuto, ha fatto l'unica cosa proprio l'unica che non dovrebbe mai mai mai e poi mai fare e invece l'ha fatta e ha rovinato tutto tutto tutto.
"Mi dispiace" piange, stringe Antonio, crolla, trema, eppure non emette un suono se non "mi dispiace. Mi dispiace..."
E Antonio lo stringe, sconvolto, ma vuole rassicurarlo, deve, perché Lovino così non l'ha mai visto e non vuole vederlo più, e invece lo vedrai caro mio, lo vedrai ma non è il momento, ora stringilo, bravo, tieni insieme tutte le schegge di lui che si sono sparse in giro e cerca di ricostruire il puzzle fino a riavere Lovino più o meno intero.
"E... ehi? Lovi..." gli accarezza la schiena tremante, i capelli, e quello piange e piange e piange e rimane in silenzio, terrorizzato dalle conseguenze di ogni suono da lui emesso "ehi... respira, querido. Sono qui con te. Non me ne vado" lo bacia sulla fronte "sistemeremo tutto"
Non c'è niente da sistemare, vorrebbe dire Lovino. Sono io che devo essere sistemato, formattato, distrutto, ma non trova la voce e non ha il coraggio di cercarla.
"Respira. Segui la mia voce. Sono qui, sono con te. Non me ne vado. Non sei solo, okay? Non sei solo"
Lentamente, Lovino si calma. Si lascia cullare dalla voce calma dell'altro, dai suoi tocchi gentili, e finisce ad abbracciarlo e basta.
Quando lo sente più tranquillo, Antonio si azzarda a proporre di muoversi. "Ti accompagno in camera tua?" dice "sei stanco, hai bisogno di riposare"
"No" Lovino scuote la testa "i-io ho fatto un casino. Voglio... voglio vedere cosa ho combinato"
"Non penso sia una buona ide..." ma Lovino è già in piedi, diretto verso le scale. Barcolla, si regge appena in piedi, così Antonio lo affianca e gli mette un braccio intorno alle spalle per aiutarlo. Prima di arrivare alle scale, si ferma e solleva il viso di Lovino con due dita, ha bisogno di guardarlo negli occhi. Gli asciuga le guance, con un sorriso dolce "è per questo che dicevi di essere pericoloso?" non dice le parole "Bella Voce" ma non serve, lo sanno entrambi benissimo. Lovino annuisce, si morde il labbro, china la testa per sfuggire ai suoi occhi. Non ce l'ha, non ha la forza di rispondere a tono, di evitarlo, di resistere. Non ce la fa più. Lo vuole, vuole baciarlo, vuole stare con lui, lo vuole così tanto che gli fa male mandarlo via, fare la cosa che reputa giusta; ma adesso, adesso sente così tanto dolore, così tanti sensi di colpa, così tanto freddo, che non riuscirebbe mai a rifiutare del calore, non quando viene dal ragazzo che ha davanti e a cui tiene così tanto.
Sa, sa che Antonio sta sorridendo, ma non ce la fa a guardarlo. Sente che gli accarezza la guancia, che gli sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e non si muove.
"Non ti bacio perché sei sconvolto e non sarebbe giusto nei tuoi confronti" gli sussurra lo spagnolo all'orecchio, facendogli venire i brividi "e perché voglio che sia una bel ricordo, non un tuo momento di debolezza" chissene fotte, vorrebbe dirgli Lovino. Fallo e basta "ma" e mai una congiunzione fu così potente "quando starai meglio, ti va di andare ad un appuntamento?" Lovino annuisce, piano. Sono così vicini... basterebbe girare il viso per baciarlo. Sta impazzendo, ha bisogno di attaccarsi disperatamente a qualcosa di bello. Lo sente sorridere anche se non lo sta guardando. I sorrisi di Antonio sono così, talmente luminosi che sono come raggi di sole: anche se hai gli occhi chiusi, te li senti addosso che ti scaldano "e a quell'appuntamento, se vorrai, ti bacerò. Va bene?"
Annuisce, una lacrima gli cade dagli occhi e un dito di Antonio è subito lì a raccoglierla.
"Ti accompagno in camera" stabilisce "ma facciamo il giro lungo, così vedi cosa è successo, va bene?"
Annuisce di nuovo. Antonio lo bacia sulla guancia.
"Bene... adesso scendo per le scale, quando sono giù scendi anche tu. Non sei molto stabile e ho paura che tu cada, almeno così ti posso prendere al volo, no?"
Lovino annuisce e Antonio tira giù la scala e scende. Grazie al cielo hanno tirato su la scala a pioli che porta in soffitta, così non è crollata nel corso del terremoto. Lovino trema leggermente, il terremoto... poi ricorda il calore del tocco di Antonio su di sé e si sente sorridere. Ha le guance rossissime, e grazie al cielo è solo, così può riprendersi e tornare a un colorito più o meno normale.
Un appuntamento... sta sognando? Non può, permetterselo, però... però sarebbe così bello e... e Antonio non ha paura di lui, anzi, si preoccupa e...
"Lovi? Scendi, la scala è abbastanza stabile"
Lovino si riprende e scende dalle scale, piano, uno scalino per volta. Sarebbe così facile fingere di scivolare e cadere tra le braccia di Antonio, lasciarsi prendere in braccio come una principessa e baciarlo come in ogni film. Ma questo non è un film, e così arriva sano e salvo alla fine delle scale. Antonio gli sorride, gli posa le mani sulle guance e lo bacia sulla fronte. Lovino sente il cuore tremare. Un secondo dopo si stanno tenendo per mano.
"Andiamo, piccolo?"
Lovino annuisce, cercando di non mostrare quanto fosse rosso in viso.
   
 
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