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Autore: Angie_Dreyar    20/11/2021    0 recensioni
Questa fanfiction partecipa allo Yaoi&Yuri Weekend 2021, indetto dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images.
«Non è una domanda» disse Laxus e si alzò dal bancone. «Passo alle sette, vedi di essere a casa» disse e poi uscì dalla gilda facendo un cenno di saluto a Mira e Lisanna, sotto lo sguardo perplesso di Freed. Si era appena autoinvitato a casa sua? Non che Freed avesse qualcosa in contrario, ma era strano. Mirajane ridacchiò.
«Il modo di chiedere un appuntamento di Laxus è veramente esilarante»

[Fraxus]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fried Justine, Fried/Laxus, Luxus Dreher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction partecipa allo Yaoi&Yuri Weekend 2021, indetto dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images
 
Prompt: Prima volta
 

Ostriche e treccine

 
«Grazie Mira» disse Freed alzandosi in piedi e guardandosi allo specchio, i suoi capelli erano perfettamente raccolti in una coda alta. L’avrebbe fatta Freed, se solo non avesse avuto un braccio rotto. Fare le cose con una mano era veramente difficile, anche perché il braccio destro era quello rotto e finché Wendy non fosse tornata Freed non avrebbe potuto usarlo. Inoltre, aveva un paio di ferite anche all’altro braccio perciò cercava di stare il più tranquillo possibile. Non era l’unico ad essere ferito, Bickslow era costretto a stare a letto a causa di una ferita alla gamba -gli era anche venuta la febbre- mentre Evergreen se l’era cavata con solo una caviglia slogata. Laxus ovviamente ignorava le ferite come se non avesse niente, e Freed non poteva fermarlo, non quando le sue braccia erano difficili da muovere.
 
«Cos’è questa?» chiese Freed avvicinando il volto allo specchio.
 
«Una treccina. È carina, no?» domandò Mirajane sorridendo. Una sottile treccina verde partiva a lato e finiva per essere raccolta nella coda.
 
«Non dovevi farla» disse Freed.
 
«Non ti piace?» domandò la ragazza. Freed stava per dirle che non gli piaceva affatto, ma alla fine decise che non era una cosa così grave e si limitò a sospirare seccato.
 
«Non è male» si limitò a dire e la ringraziò un’ultima volta prima di uscire dalla stanza. C’era un motivo se Freed chiedeva aiuto a Mirajane e non alla sua squadra. Bickslow era assolutamente inaffidabile, Freed gli aveva chiesto aiuto una volta e il ragazzo si era divertito a fargli le acconciature più strane. Evergreen era semplicemente insopportabile e anche lei non faceva quello che Freed chiedeva, faceva quello che secondo lei andava di moda al momento. Laxus… beh, Laxus probabilmente non aveva la minima idea di come toccare i capelli lunghi, quindi Freed non aveva nemmeno pensato di chiederglielo. Comunque sapeva già quale sarebbe stata la sua risposta: ‘Chiedi a qualcun altro’.
 
Freed scese le scale accanto a Mirajane e raggiunsero la sala principale della gilda, dove -come ogni giorno- regnava il caos. Freed si sedette accanto a Laxus e prese un bicchiere di vino, cominciando a bere cercando di non affaticare troppo il braccio sinistro. Cosa difficile da fare quando l’altro braccio era rotto e inutilizzabile. Non vedeva l’ora che Wendy tornasse.
 
«Posso venire da te e prepararti la cena» disse Laxus a un tratto. Freed alzò lo sguardo sorpreso.
 
«Grazie, ma non serve» disse con un sorriso. Gli avrebbe davvero fatto piacere che l’amico passasse la serata da lui, ma non voleva si sentisse obbligato, e fare le cose con una mano non era così terribile.
 
«Non è una domanda» disse Laxus e si alzò dal bancone. «Passo alle sette, vedi di essere a casa» disse e poi uscì dalla gilda facendo un cenno di saluto a Mira e Lisanna, sotto lo sguardo perplesso di Freed. Si era appena autoinvitato a casa sua? Non che Freed avesse qualcosa in contrario, ma era strano. Mirajane ridacchiò.
 
«Il modo di chiedere un appuntamento di Laxus è veramente esilarante» disse divertita la ragazza. Freed arrossì e scosse la testa.
 
«Non è un appuntamento» ribatté.
 
«Come ti pare» rise Mirajane mentre andava a servire ad altri tavoli. Freed si voltò di nuovo verso la porta. Non voleva leggere troppo e farsi influenzare dalle idee di Mirajane, ma se davvero era un appuntamento?
 
***
 
Freed era un disastro. Avere un solo braccio era terribile, soprattutto se era di fretta, soprattutto se non riusciva a decidere come vestirsi. Non era mai stato un problema per lui, ma quella frase di Mirajane lo aveva messo in crisi quindi… sì, si stava provando mille camicie per capire quale gli stava meglio. Peccato che con un braccio rotto gli stava tutto malissimo. Freed voleva urlare frustrato. Oltretutto nel provare e riprovare maglioni la coda si era ammorbidita e ora Freed era un totale disastro. E mancavano meno di dieci minuti alle sette.
Cercò di mettere a posto le cose nell’armadio, per poi scegliere una camicia nera e cercare di infilarsela. Quando però era a metà impresa il campanello suonò. Freed imprecò mentalmente e cercò di affrettarsi, cominciando ad abbottonarsi la camicia mentre scendeva le scale. Il campanello suonò di nuovo. Laxus era davvero impaziente. Freed si rese conto che si era messo la camicia storta e se la tolse per rimettersela. Di nuovo il campanello suonò.
 
«Un attimo!» esclamò Freed. Dannazione a Laxus e alla sua pazienza. Se la abbottonò in fretta e poi andò ad aprire, ritrovandosi davanti Laxus come al solito bellissimo. E… vestito bene. Non che di solito non fosse vestito bene, ma non indossava mai una camicia bianca e si era anche sistemato i capelli con il gel. Forse era davvero un appuntamento. La consapevolezza fece arrossire leggermente Freed.
 
«Hai intenzione di farmi entrare?» chiese Laxus. Freed si rese conto che si era imbambolato a guardarlo un attimo di troppo. Si spostò sperando che l’amico non lo avesse notato.
 
«Sei in anticipo» disse. Di ben cinque minuti, non era poco.
 
«È per questo che mi hai messo ore ad aprire?» domandò Laxus. Freed sospirò mentre chiudeva la porta.
 
«Beh, ti aspettavo per le sette e… ero in bagno» inventò. Laxus lo squadrò.
 
«Sei un disastro» disse dopo un po’. Freed sgranò leggermente gli occhi. Ok, si era preparato in fretta, ma un disastro? Non si sarebbe definito così. Stava già per ribattere ma Laxus fece un passo verso di lui, cominciando a sbottonargli la camicia. Freed si congelò sul posto sentendo il volto in fiamme.
«Te la sei abbottonata male» spiegò Laxus. Freed non disse niente e si limitò a deglutire nervosamente, cercando di non fare caso alla vicinanza tra di loro, al dopobarba muschiato di Laxus e alle sue dita che gli sfioravano il petto. Erano davvero troppo vicini per il suo bene.
 
«Colpa tua. Mi hai messo fretta» si giustificò Freed quando Laxus finì di abbottonargli la camicia. Freed notò che aveva lasciato molti bottoni aperti ma non disse nulla. Onestamente era molto più concentrato sui centimetri che li separavano, che erano molto, molto pochi.
 
«Anche i tuoi capelli sono un disastro» commentò Laxus. «Posso provare a farti la coda, ma non so come viene. Non l’ho mai fatta» ammise. Freed si ritrovò a sbattere le palpebre per qualche secondo, allibito alla proposta di Laxus.
 
«Ok…» disse un po’ incerto. Laxus gli passò le mani tra i capelli e gli sfilò l’elastico, facendo ricadere le ciocche verdi sulla schiena di Freed. Lo guardò intensamente e Freed si sentì di nuovo arrossire. Per dissimulare il tutto si allontanò da lui, anche per riprendere a respirare aria e non il profumo di Laxus.
«Vado a prendere la spazzola» disse e si allontanò rientrando nel bagno. Prese la spazzola mentre cercava di riprendere a respirare normalmente e si guardò allo specchio. Non riusciva a capire Laxus. Era un appuntamento? Il biondo non glielo aveva detto ma sembrava davvero che fosse così. Si era vestito così bene, avrebbero cenato assieme solo loro due, e Laxus era così terribilmente vicino come non lo era mai stato. Freed voleva chiedere, ma sarebbe stato imbarazzante se poi si fosse sbagliato.
 
«Quanto ci metti a prendere una spazzola?» domandò Laxus dal salotto. Freed a quel punto decise di uscire e fare finta che fosse una semplice cena tra amici come molte di quelle che facevano. Così almeno non si sarebbe imbarazzato per niente.
 
«Eccomi» disse Freed porgendo la spazzola a Laxus e sedendosi sul divano. Laxus si sedette accanto a lui e cominciò a spazzolargli i capelli con molta più delicatezza di quanto Freed avrebbe immaginato.
«Cosa mi prepari da mangiare?» chiese Freed curioso.
 
«Pesce, ho comprato anche le ostriche» disse Laxus. Freed corrugò la fronte. Assomigliava sempre di più a un appuntamento. No, non doveva pensarci. Probabilmente Laxus lo faceva solo perché sapeva cosa piaceva a Freed. Era un buon amico, tutto qua. Aspettò che Laxus gli facesse la coda ma si rese conto che il biondo ci stava mettendo più del previsto e che non stava affatto tirando i capelli in una coda.
 
«Che stai facendo?» domandò Freed.
 
«Ti rifaccio la treccina. Era un po’ arruffata» disse Laxus. Freed si ritrovò di nuovo ad esserne sorpreso.
 
«Sai fare le treccine?» domandò un po’ sorpreso, anche se avrebbe voluto dirgli che non era necessario. Laxus sbuffò.
 
«Non proprio. Ho visto Mira farle ma… no, non le so fare» concluse «Meglio se non te la faccio, anche se ti stava bene» commentò Laxus sciogliendola e ricominciando a spazzolare i capelli. Freed ancora non sapeva cosa dire. Era molto strano. Laxus si stava comportando in modo molto strano.
 
«Sai, non serve che mi fai la coda, se sono pettinati puoi semplicemente lasciarli sciolti» disse a quel punto.
 
«Nah, ti faccio la coda» disse Laxus e cominciò a sollevargli i capelli. Freed cercò in tutti i modi di non fare caso alle nocche di Laxus che passavano per il suo collo, mandandogli brividi lungo la colonna vertebrale, e si limitò a stare in silenzio, aspettando che Laxus finisse.
«Fatto» disse il biondo dopo un po’ e Freed si voltò verso di lui. Laxus lo stava guardando in modo strano e poi sorrise leggermente.
«Scusa, è davvero peggio di prima» ridacchiò. Freed alzò gli occhi al cielo e andò di fronte allo specchio.
 
«È molto peggio di prima!» esclamò. Non solo aveva le corna sulla testa, ma Laxus non aveva nemmeno preso tutte le ciocche.
 
«Scusa» disse Laxus ma era chiaramente divertito. «Beh, vado a preparare la cena. Tu non osare togliertela, sei carino» disse e rise ancora, per poi entrare in cucina.
Freed fissò la porta della stanza in silenzio. Laxus gli aveva appena detto che era carino? Lo aveva fatto, Freed non aveva dubbi di aver sentito bene. Di nuovo sentì il calore salirgli al viso. Sapeva già che quella sera sarebbe stata terribilmente imbarazzante.
Si voltò di nuovo verso lo specchio e si accigliò. Carino o no non avrebbe tenuto la coda. Laxus era praticamente perfetto, lui invece così sembrava… non sapeva nemmeno lui cosa sembrava, ma non aveva intenzione di passare la sera in quegli stati. Così sfilò l’elastico e si limitò a spazzolarli come poteva.
 
Quando finì entrò in cucina dove Laxus stava cucinando. Freed si sedette a tavola e sorrise leggermente alla vista. Vedere l’amico tranquillo davanti ai fornelli era davvero bello, e onestamente Freed non sapeva nemmeno che sapesse cucinare le ostriche. Lo lasciò fare e non lo disturbò, finché Laxus non si voltò verso di lui mentre aspettava che le ostriche cucinassero in forno.
 
«Ti sei tolto la coda» notò Laxus.
 
«Era terribile» disse Freed sincero. Laxus sorrise leggermente e scosse la testa.
 
«Stavi bene».
 
«Certo» disse Freed sarcastico.
 
«Dico davvero. Eri diverso, sex… sciolto» disse Laxus. Freed inarcò un sopracciglio notando che le guance dell’amico si stavano arrossando. «Comunque, ho portato del vino» disse Laxus tirando fuori dal sacchetto una bottiglia di vino. Freed notò che era abbastanza pregiato. Laxus aveva speso un patrimonio per quella cena. Doveva essere un appuntamento, le persone normali non spendevano così tanto per una cena con un amico. Freed voleva davvero chiederlo adesso. Ma se poi Laxus avesse detto che non lo era? Sarebbe stato terribilmente imbarazzante. Ma Freed doveva sapere. Alla fine decise di prenderla alla larga.
 
«Come mai sei venuto qua stasera?» domandò. Laxus scrollò le spalle.
 
«Mangiavi da asporto da una settimana» rispose incrociando le braccia. Freed annuì lentamente.
 
«Beh, ieri sera ho mangiato da Mira» precisò. Lui ed Evergreen erano andati assieme a mangiare dai fratelli Strauss.
 
«Comunque. Mangiavi male» disse Laxus.
 
«Ok» mormorò Freed. Quindi era tutto lì, semplicemente un amico che si preoccupava della sua salute. Certo, gli pareva ancora strano che gli avesse portato del vino pregiato e delle ostriche, ma insomma, probabilmente lo aveva fatto per essere gentile. Freed non poté fare a meno di rabbuiarsi di nuovo e sospirò leggermente, mentre Laxus tirava le ostriche fuori dal forno e le metteva in tavola. Versò da bere a Freed e poi cominciarono a mangiare in silenzio. Le ostriche scottavano perciò Freed mangiò prima il resto.
Quando prese un’ostrica Laxus si mosse un po’ a disagio sulla sedia.
 
«Posso aiutarti» disse.
 
«Cosa?» chiese Freed temendo di non aver capito bene.
 
«A mangiare. Stai facendo fatica, e con la sinistra… sei un disastro» grugnì Laxus. Freed lo guardò sempre più perplesso mentre si immaginava la scena nella mente. Lui e Laxus vicini, con Laxus che gli portava l’ostrica alle labbra e… assolutamente no!
 
«Grazie ma no» sibilò Freed leggermente irritato e imbarazzato. Insomma, per Laxus era solo un disastro. Fantastico. Che provasse lui a fare tutto con la mano sinistra, e poi ne avrebbero riparlato. Freed continuò a mangiare in silenzio evitando accuratamente il suo sguardo. Prese la conchiglia e se la portò alle labbra.
 
«Freed» disse Laxus con tono leggermente incerto «Sai che questo è un appuntamento, vero?». L’ostrica cadde dalle mani di Freed e andò a finire sui suoi pantaloni, mentre il sugo schizzava sulla sua camicia.
 
«Fottuta merda!» esclamò Freed. Laxus sgranò gli occhi all’imprecazione mentre Freed si voltava verso di lui. «Cos… davvero?» domandò incredulo.
 
«Ehm… sì» borbottò Laxus, passandosi una mano tra i capelli. Freed annuì lentamente mentre osservava il volto di Laxus arrossire leggermente. Anche le guance di Freed stavano bruciando.
«Lo so, avrei dovuto dirtelo ma non sapevo come» sbottò Laxus «E non sono mai stato a un appuntamento prima d’ora» farfugliò alla fine. Freed lo guardò scioccato.
 
«Davvero non hai mai avuto un appuntamento?» domandò sorpreso. Laxus scosse la testa.
 
«Davvero. Non ho mai avuto interesse per nessuno, quindi non ho mai chiesto un appuntamento a nessuno» spiegò Laxus un po’ scocciato e un po’ imbarazzato. Oh. Oh quello era… strano. Freed sorrise leggermente mentre il cuore cominciava a battere all’impazzata. Quello significava che Laxus era interessato a lui. A lui e a lui soltanto. Freed voleva saltare di gioia. Invece notò che aveva tutti i vestiti macchiati.
 
«Beh, comunque sono contento di avere un appuntamento con te. Ora però vado in bagno, ho fatto un caos» disse Freed alzandosi. Laxus sorrise leggermente, forse sollevato alla rivelazione e forse anche divertito dagli stati in cui Freed si trovava. Ridacchiò mentre osservava la camicia di Freed.
 
«Devo aiutarti a toglierla?» domandò con un sorriso malizioso e poi il suo sguardo cadde suoi pantaloni. «Anche quelli» commentò. Freed avvampò e si voltò in fretta.
 
«Ce la faccio!» praticamente urlò imbarazzato mentre Laxus rideva dietro di lui. Freed corse in bagno con il fiato corto, il volto completamente rosso e i vestiti ridotti a un disastro. Era quasi tentato a chiamare Laxus e dirgli che aveva cambiato idea, e che avrebbe dovuto spogliarlo lui. Poi però Freed non sapeva come avrebbe reagito il suo corpo, quindi era assolutamente meglio non fare niente del genere. Soprattutto non al primo appuntamento.
 
Freed sorrise come un ebete. Era al suo primo appuntamento con Laxus. Non poteva desiderare di meglio.
   
 
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