Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Nenottina    26/11/2021    2 recensioni
Se si toccano i tasti giusti, perfino il cuore più nobile può diventare corrotto. Peccato che senza Ladybug salvare Parigi risulti piuttosto complicato...
Uno spoiler? Non si tratta di Princess Justice.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I due eroi passarono diverso tempo in quella posizione, ciascuno immerso nei propri pensieri, ma comunque abbastanza vicini da farsi forza a vicenda. Fatto stava che non potevano certo rimanere seduti su quel terrazzo all’infinito, per quanto piacevoli fossero la vista e la compagnia, perciò alla fine Ladybug si scostò dal ragazzo e si alzò in piedi, decisa a tornare a casa.
« Grazie per la bella serata, Chat Noir. Sono stata davvero bene » gli disse con sincerità, stringendo la rosa tra le mani. Era decisamente più serena nonostante si trovasse sempre al medesimo bivio che l’aveva fatta preoccupare per l’intera serata. Non era più tanto sicura di voler rinunciare alla sua doppia vita, ma sarebbe stata egoista a non pensare prima alla sicurezza dei compagni.
« Mi permetti di riaccompagnarti a casa, Milady? » domandò il biondo a quel punto, prendendo il proprio bastone ed avvicinandosi nuovamente alla sua Ladybug. Sperava davvero che la risposta fosse positiva.
Superata la sorpresa, nonostante il primo momento di incredulità l’eroina a pois assentì con un sorriso gentile sul volto, perciò Chat Noir non se lo fece ripetere due volte. Prima ancora che la corvina potesse prendere il proprio yo-yo, il gatto nero la strinse a sé ed allungò il bastone, intenzionato ad avviarsi immediatamente « Tieniti forte »
« Che…? »
Naturalmente, da Marinette sarebbe stato impossibile per lei spostarsi da un tetto all’altro, ma da Ladybug non aveva bisogno di essere trasportata in quel modo, eppure, quando il biondo si avviò verso la dimora della corvina, quest’ultima non poté fare altro che stringergli le braccia al collo per non scivolare.
Non ci volle molto perché raggiungessero il piccolo terrazzo che portava alla camera di Marinette, ed una volta lì Chat Noir si decise finalmente a lasciare a terra la compagna.
« Spero che il viaggio sia stato di tuo gradimento »
« Avrei potuto farcela anche da sola, ma… Sì, grazie… Gattino » la corvina diede un colpetto scherzoso alla campanella che il gatto nero portava al collo, e solo a quel punto il suo tono divenne più serio « Spero di rivederti, da Marinette intendo »
Bastò quell’ultimo commento per riscuotere Chat Noir, che sollevò una mano d’istinto per fermarla prima che rientrasse « Milady, posso chiederti un’ultima cosa? » domandò, colto da un’idea improvvisa, e dato che Ladybug assentì, l’eroe di Parigi non perse tempo a proseguire « Aspetta solo fino a domani, prima di prendere una decisione definitiva. Solo un giorno, te ne prego… Ti prometto che non te ne pentirai »
La richiesta colse la ragazza impreparata, ma le bastò guardare il biondo negli occhi per capire che non si trattava di un futile tentativo per rimandare l’inevitabile. Il gatto nero aveva in mente qualcosa, e Ladybug si fidava di lui abbastanza da acconsentire alla richiesta senza fare domande. In ogni caso, un giorno non avrebbe fatto molta differenza.
Dopo il suo cenno di assenso, il sorriso di Chat Noir si allargò perfino di più rispetto a quanto accaduto durante il resto della serata.
« Adesso è davvero il caso che vada… Buona notte, Chat Noir » la corvina si congedò definitivamente, ed il ragazzo si affrettò a prenderle una mano per posarci un delicato bacio, da vero gentiluomo.
« Buona notte, Milady »
Dopo un ultimo sorriso, l’eroe di Parigi si allontanò rapidamente e sparì in lontananza, lasciando la coccinella da sola, che si ritrasformò in un attimo e rientrò nella propria camera senza fare alcun rumore.
 
Il giorno seguente, come spesso accadeva, Marinette dovette correre per l’intero tragitto dalla casa alla scuola perché scoprì di essere in ritardo per le lezioni. Come promesso, aveva tenuto gli orecchini, ma in compenso avvertiva una grande agitazione al solo pensiero della reazione che avrebbe scatenato in Alya ed in Nino al momento del suo arrivo.
Pur di raggiungere l’aula in tempo si ritrovò perfino a fare gli scalini due alla volta, ma riuscì a sedersi al banco ed a posarvi sopra la borsa appena prima dell’ingresso della Signorina Bustier.
Sfortunatamente, ciò non bastò a fermare i suoi due amici, che non aspettavano altro che non fosse vederla varcare la soglia della classe. Non ebbe neanche il tempo di soffermarsi sulla figura perfetta di Adrien, qualcosa di più unico che raro.
« Marinette, tesoro! » esordì la castana, stringendola immediatamente in un abbraccio durante il quale le sussurrò all’orecchio « Tu ed io abbiamo molto, moltissimo di cui parlare… »
Subito dopo, Nino si voltò verso i banchi dietro di lui e le tese il palmo per farselo battere in segno di saluto con un largo sorriso sul volto « ‘Giorno, amica »
Marinette fu naturalmente obbligata a subire la stretta, ma una volta libera si mise a ridere ed a picchiettare una mano sulla spalla della compagna di banco « Sei sempre così sei spiritosa, Alya! Ciao anche a te, Nino! »
Nonostante la voce più alta del solito, segno di evidente nervosismo, scambiò il cinque con il compagno dai capelli scuri, e solo a quel punto si impose di evitare il contatto visivo con quei due per il resto della giornata. Non a caso un attimo dopo aveva intrecciato le dita tra loro e posato le mani sul banco, con le labbra strette, sperando intimamente che la lezione iniziasse presto.
« Ciao, Marinette… » la voce di Adrien arrivò quasi come un fulmine a ciel sereno, tanto che solo a quel punto la corvina si rese conto di essersi completamente scordata di salutare anche lui. Il sorriso del giovane modello era meraviglioso, come sempre, mentre lei si era comportata come una perfetta maleducata.
« A-Adrien…! Ciao! Buongiorno! Spero che tu stia bene! » nel tentativo di rimediare, Marinette si ritrovò a gesticolare fin troppo, cosa che fece nascere una smorfia divertita sul volto del biondo.
« Io sto bene, mi chiedevo come stessi tu dopo ieri… Volevo scusarmi ancora per come ti ha trattato mio padre, non lo meritavi » disse poi, più serio, ma comunque sincero. Era chiaro che gli dispiaceva per l’accaduto.
« Io… Io sto bene, assolutamente bene! Non ci ho neanche più pensato… In fondo non è la fine del mondo, ci saranno altre opportunità…! »
Con tutto ciò che era accaduto dopo, il fatto che non ci avesse più pensato era la verità, e doveva ammettere a sé stessa che sembrava un desiderio a dir poco insignificante in confronto alla sicurezza dell’intera Parigi.
« Sono felice di sentirlo » il sollievo sul volto di Adrien fu evidente, ma a quel punto il biondo parve esitare, come intimorito dalla reazione che avrebbe potuto suscitare se avesse parlato di nuovo « Marinette, ti piacerebbe venire da André a prendere un gelato con me, questo pomeriggio? »
 
I primi a riprendersi dalla sorpresa furono Alya e Nino, che finirono per scambiarsi un sorriso complice quasi immediatamente. Se Adrien si era finalmente accorto di quanto Marinette fosse perfetta per lui senza neanche beneficiare del loro intervento, allora quello era davvero un giorno da festeggiare.
In compenso, la corvina credette davvero di aver capito male. Sembrava impossibile che proprio il ragazzo dei suoi sogni avesse deciso da un giorno all’altro di invitarla ad uscire, perciò non riuscì a fare altro che non fosse fissare il compagno ad occhi sgranati e con la bocca socchiusa, troppo incredula per rispondere.
Fu solo grazie all’intervento dell’amica, che le diede un pizzicotto sul braccio, che si riscosse quanto bastava da reggere la conversazione.
« Io… Sì! Questo pomeriggio va benissimo! » quasi saltò sulla sedia pur di dare una risposta, ed il biondo in cambio le regalò un altro sorriso che le fece sciogliere completamente il cuore.
« Bene… »
A quel punto, Adrien si voltò di nuovo verso la cattedra, soddisfatto e felice del risultato, mentre dietro di lui la corvina diventava poco a poco sempre più rossa all’idea di passare la giornata con il giovane modello.
Non poteva nemmeno escludere che quello fosse un sogno, in realtà. Ne aveva fatti talmente tanti, con protagonisti se stessa ed Adrien, da aver perso il conto. Quella volta però non si trattava di un sogno, ed il leggero dolore sul braccio a causa del pizzicotto di Alya ne era la prova.
Bisognosa di aiuto, alla fine Marinette si voltò verso la compagna di banco con le mani sulle guance per nascondere il rossore « Alya… Hai sentito anche tu cosa ha detto, non è vero…? » le sussurrò, faticando a contenere l’entusiasmo crescente. Avrebbe avuto voglia di gridare dall’emozione.
« Certo che ho sentito, che domande. È la tua occasione, vai e stupiscilo! » replicò la castana di rimando, sempre a bassa voce per evitare di disturbare i compagni.
 
Per il resto della lezione, sia Adrien che Marinette finirono per distrarsi in continuazione.
Il biondo si girò regolarmente per lanciare delle occhiate alla corvina, come se fosse preoccupato che quella ragazza potesse sparire all’improvviso, suscitando nell’altra delle reazioni di puro imbarazzo ogni qualvolta la coglieva in fragrante mentre era intenta a fissargli la nuca. Una volta, la costrinse perfino a nascondere il viso dietro il libro di testo pur di non farsi vedere in quello stato quasi sognante, tanto che Alya a quella scena dovette trattenere una risata divertita.
Quando la signorina Bustier terminò le spiegazioni e raccolse le proprie cose per andarsene, prima di varcare la soglia dell’aula si rivolse proprio ai due alunni, invitandoli a seguirla. Il comportamento dei ragazzi naturalmente non era passato inosservato agli occhi dell’insegnante, che difatti alla fine si era ritrovata costretta a richiamarli più di una volta, suscitando dei sorrisi divertiti da parte dell’intera classe.
Una volta al riparo da occhi indiscreti, rivolse ad entrambi un sorriso sincero prima di rivolgere loro la parola « Adrien, Marinette… Non vi preoccupate, non siete nei guai. Volevo solo assicurarmi che non vi fosse accaduto nulla di grave, e ricordarvi che se siete in difficoltà per qualunque motivo non dovete avere paura di chiedere spiegazioni. Sapete che sono sempre disponibile ad ascoltare, anche se non riguarda strettamente le mie lezioni »
« No, signorina Bustier » iniziò la corvina, con un sorriso leggermente tirato in volto per via dell’imbarazzo e le dita intrecciate tra loro. Di certo non poteva spiegarle che aveva passato buona parte del tempo a fantasticare.
Anche Adrien era dello stesso avviso, visto che dopo il breve discorso dell’insegnante gli si colorarono leggermente le gote di rosso « Non è successo nulla, signorina Bustier »
Dopo un attimo di indecisione, la giovane donna parve cogliere qualcosa di cui nemmeno loro sembravano pienamente consapevoli, ed alla fine li congedò definitivamente, soddisfatta della risposta.
Quando i due ragazzi rientrarono nell’aula ed andarono a sedersi, ad attenderli trovarono Chloé, in piedi accanto al proprio banco e con le braccia incrociate, che si avvicinò non appena li vide varcare la soglia e si posizionò sulla scalinata, accanto al posto di Marinette.
« Spero che tu non abbia raccontato la tua bella storiella anche a loro » esordì, spostando le mani sui fianchi con aria di superiorità.
« Quale storiella? Non capisco… » replicò la corvina, fingendo di non sapere a cosa si stesse riferendo la compagna, benché così non fosse. Doveva immaginare che, nonostante la scusa a cui aveva pensato appositamente per lei, Chloé avrebbe rovinato comunque tutto quanto. La stessa perplessità si dipinse anche sul volto dei tre compagni, cosa che diede involontariamente manforte a quella piccola recita.
Anche l’attenzione del resto degli studenti presenti poco a poco venne direzionata sulla conversazione tra la figlia del sindaco e la corvina.
« Oh, per favore! Non fingere anche con me, Dupain-Cheng » subito dopo quell’ordine, la bionda si rivolse ad Adrien con decisione « Vi ha detto di essere Ladybug, non è vero? Per questo eri così distratto, è logico… Chi è che non adora Ladybug? »
Il giovane modello a quella rivelazione sgranò gli occhi per la sorpresa, lanciando un’occhiata incredula alla compagna « Sta dicendo sul serio, Marinette…? Ladybug sei tu? »
Chat Noir sapeva già che era lei, e non aveva dubbi sul fatto che quella fosse la verità, ma Adrien non poteva immaginarlo neanche lontanamente, e dunque il ragazzo doveva comportarsi di conseguenza.
« No! Certo che non sono Ladybug, non so perché le è venuta in mente un’idea tanto assurda! » protestò la corvina, punta sul vivo ed al contempo preoccupata di ciò che avrebbe potuto pensare il resto della classe – ma soprattutto lo stesso Adrien.
« Chloé sa tutto, Marinette! Non ti conviene mentire di nuovo » la voce di Sabrina si udì forte e chiara, interrompendo momentaneamente la conversazione.
« Anche se fosse lei, ti ricordo che gli eroi non possono rivelare le proprie identità » aggiunse Alya, rivolgendosi alla bionda con decisione.
« Esatto! Perciò Marinette non potrebbe mai ammettere una cosa del genere, giusto amica mia? » Nino seguì a ruota la sua ragazza, facendo assentire la corvina in risposta alla sua domanda.
« Forse no, ma dopo quello che è successo ieri scommetto che ha colto l’occasione al volo. Mi dispiace per te, Dupain-Cheng, ma la vera Ladybug mi ha raccontato tutto. Anche se ieri avevi i suoi orecchini, è stato solo un caso. Dico bene? » incalzò Chloé, lasciando Marinette ancor più interdetta di prima.
Probabilmente, la figlia del sindaco aveva pensato che avesse rivelato il suo segreto ai suoi migliori amici per fare colpo, approfittando di quanto accaduto il giorno precedente. Non c’erano altre spiegazioni.
Prima che qualcuno potesse aggiungere altro, fu il loro compagno Max a prendere la parola dal proprio posto « È statisticamente impossibile che Marinette sia davvero Ladybug. Ci sono ben due milioni, duecentoventinovemila e novantasette abitanti a Parigi, e se eliminiamo i maschi, le bambine e le donne troppo anziane- »
« Grazie, Max » Adrien lo interruppe gentilmente, prima di rivolgersi ancora una volta alla bionda « Chloé, ti assicuro che Marinette non ci ha detto nulla del genere »
La corvina non aveva aggiunto altro fino a quel momento, riflettendo su come muoversi da quel momento in avanti. Il piccolo piano che aveva elaborato le si stava ritorcendo contro, perciò era meglio agire prima che la situazione peggiorasse ulteriormente, ed aveva appena capito come fare.
« Va bene così, ragazzi » disse loro, con fermezza, alzandosi in piedi davanti a tutta la classe appositamente per rendere il momento più solenne. Rimase un attimo in silenzio, soffermandosi sui visi di ciascuno dei compagni che erano solamente in attesa di scoprire come si sarebbero evolute le cose da quel momento in avanti « È vero, ieri sono stata akumizzata da Papillon, e visto che indossavo il Miraculous di Ladybug ho lasciato che tutti credessero che l’eroina di Parigi fossi io… Ma non è così. Io e Ladybug siamo amiche, forse qualcuno di voi già lo sa. Le ho promesso di non raccontare nulla a nessuno… Solo che un paio di giorni fa ci siamo scambiate i nostri orecchini per sbaglio. Ne stavamo provando diversi modelli insieme, e purtroppo io ne avevo un paio simile a quelli di Ladybug, così… Lei ha preso i miei per sbaglio ed io ho fatto lo stesso con i suoi. È solo per questo se Ladybug non è potuta intervenire ieri. Per colpa mia. Mi dispiace, vi prometto che non accadrà più… » spiegò, abbassando gli occhi con aria pentita ed intrecciando le dita tra loro « Ho pensato… Ho pensato che se avessi confermato che Ladybug ero io, la vera Ladybug sarebbe stata al sicuro. Vi prego, non obbligatemi a dire di più… Non posso svelare altro, ne va della sua sicurezza »
Quando concluse il suo discorso, nell’aula non volava più una mosca.
Marinette aveva in parte rimediato a ciò che era accaduto in precedenza, ma in compenso aveva dovuto nuovamente raccontare delle menzogne per proteggere il suo segreto. Era davvero la cosa che più detestava dell’essere Ladybug, ma una volta terminato dovette ripetersi per l’ennesima volta che lo stava facendo per la sicurezza di tutti.
Se le avessero creduto, Alya, Nino e Chloé sarebbero stati nuovamente al sicuro. Lei stessa sarebbe stata più al sicuro, nonostante mancassero all’appello altri tre eroi, ovvero Chat Noir, Viperion e la ragazza che l’aveva sostituita come Ladybug.
Fu proprio in quel momento, con Marinette e Chloé ancora in piedi l’una davanti all’altra, che la professoressa Mendeleiev varcò la soglia dell’aula per la lezione successiva, intimando a tutti di tornare ai propri posti e di fare silenzio. Paradossalmente, per quanto severa potesse essere, era stata una fortuna che fosse arrivata prima che la situazione degenerasse.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Nenottina