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Autore: LadyPalma    02/12/2021    11 recensioni
Dora riempire il salotto di Grimmauld Place di vischio, sperando di poter baciare Remus. Cosa potrebbe mai andare storto?
Remus/Ninfadora + Sirius/Severus
|Scritta per Pampa|
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora, Severus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa storia partecipa alla challenge "Calendario dell'avvento" indetta da Coraline sul forum "Ferisce più la penna": 2 dicembre – Dici che se riempio la stanza di vischio sarà costretto a baciarmi?




 



A Pampa <3



 
Francamente me ne invischio



 


«Dici che se riempio la stanza di vischio Remus sarà costretto a baciarmi?»
Sirius alza lo sguardo dalle ghirlande che sta posizionando sulla ringhiera delle scale e fatica a trattenere una risata. Da quando ha scoperto i sentimenti di Ninfadora per il suo migliore amico, rigettando qualsiasi iniziale tentativo di negazione, lei ha preso a parlare della cosa con una trasparenza disarmante. E, se adesso ride, Sirius lo fa di gioia, un po’ per la distrazione offerta dai problemi sentimentali altrui, un po’ per l’atmosfera natalizia.
Di gioia, e anche un po’ di divertimento, perché in fondo è ancora un malandrino. Ed essendo un malandrino, non le fa notare che riempire il salotto di vischio potrebbe portarla a baciare praticamente chiunque – da Malocchio a Mundungus Fletcher, per non parlare di Kreacher –, o che potrebbe baciare chiunque anche Remus – dalla bella Emmeline Vance all’ancora attraente Amelia Bones, passando per Molly Weasley.
Non dice nulla, invece annuisce e continua a sorridere.
«Mi sembra un’ottima idea, cara cugina. Vuoi una mano?»



 
*



Ninfadora non ha dubbi: ucciderà suo cugino, anche se deve ammettere che le sfortune di quel pomeriggio dal di fuori avrebbero fatto sghignazzare pure lei. Nella piccola festicciola natalizia dopo l’ultima riunione dell’Ordine, aveva dapprima cercato invano di rincorrere Remus, finendo invece per fuggire da Charlie, il quale sembrava voler cogliere la scusa del vischio per tentare un ritorno di fiamma.
«Sirius, sto per raggiungerti e ti posso assicurare che–»
La minaccia le muore sulle labbra quando vede comparire, finalmente, l’occasione che aspettava da tutto il giorno: lei e Remus soli nel salotto pieno di vischio. Perché lui ha appena varcato la soglia con un sorriso divertito sulle labbra guardando dritto verso di lei,  e stavolta non c’è nessuno né intorno né in mezzo a loro.
«Ho sentito che stavi mandando qualche maledizione a Sirius, che ha combinato stavolta?»
Ma all’improvviso quello che è successo nel pomeriggio non è più rilevante, come non è più rilevante la casa attorno a loro o la terra sotto i loro piedi o Sirius che, per qualche motivo, inizia a strillare dal corridoio. La mente di Ninfadora sembra essere regredita allo stadio più elementare, e all’interno vi vorticano solo quattro parole: io, tu, bacio, adesso. Calcola il vischio più vicino a lui e semplicemente si muove, passo dopo passo, e quando è a un braccio di distanza prova a fingere di inciampare, finché non inciampa per davvero e si ritrova letteralmente tra le sue braccia.
«Tutto bene?»
Remus la guarda preoccupato – per la mancata caduta o forse per il riuscito assalto – ma lei non risponde; approfitta piuttosto della stretta tra le loro braccia per rimettersi in piedi e trascinarlo a sorpresa del passo necessario per finire sotto il vischio.
«S-siamo sotto il vischio, che sorpresa!» esclama poi ma, anche se ha provato quella frase e quel piano tante volte nella sua testa, non suona disinvolta come avrebbe voluto, soltanto sciocca, balbettante e tremendamente imbarazzata. Non che i capelli, improvvisamente sparati in aria e color rosso fuoco, aiutino molto il tentativo di dissimulazione. «C’è un solo modo per liberarci, Remus, sai?»
A onor del vero, anche Remus è in difficoltà, a giudicare dai suoi occhi sgranati e dal tempo che impiega per riacquistare un minimo di lucidità. Si schiarisce la gola, molla lentamente la presa sulle braccia della ragazza e fa scattare la mano all’interno della giacca, pronto a prendere la bacchetta per ricorrere all’unico metodo ragionevole che conosce. Prima che possa riuscirci, però, Ninfadora gli ha già bloccato la mano e, nel tornare a guardarla, si ritrova lei e le sue ciocche ribelli a pochi centimetri dal viso. Ed è solo allora che perde ogni controllo anche lui, perché a baciarla ci ha pensato pure lui, in fondo: negli ultimi mesi era sempre stato il sogno da imporsi di lasciare sul cuscino al mattino, l’ipotesi per cui si imponeva di scuotere la testa ogni volta che Sirius senza ritegno la avanzava.
Le loro labbre si toccano, e l’incantesimo del vischio si scioglie, ma loro restano invischiati ancora a lungo. Si liberano per restare imprigionati e di ogni altra cosa, francamente, se ne invischiano.



 
*



«Dora, Remus, Kreacher! C’è qualcuno in questa dannata casa?»
Sirius sbuffa, impreca, si dimena, ma non c’è modo di uscire dal quadrato di spazio coperto da quel maledetto rametto di vischio. Il piano era quello di riempire tutto il salotto, allora perché ce n’è uno nel bel mezzo del corridoio?
«Non dirmi che non hai con te la bacchetta, Black? Sapevo che tu non avevi brillanti capacità intellettive, ma non pensavo fino a questo punto».
Gli basta la prima sillaba di quelo sproloquio per intuire la persona che è appena comparsa alle sue spalle, giusto per rendere ancora più detestabile quel momento.
«Ah, Mocciosus, che ci fai ancora qui, ci tenevi a farmi gli auguri di Natale? Io comunque qui sto proprio benissimo, puoi anche andare, non c’è bisogno del tuo aiuto. Saluta la mia dolce mammina quando te ne vai, grazie».
Sirius non lo vede ancora, ma riesce a sentire distintamente il ghigno sulle labbra di Severus, così che non è affatto una sorpresa quando finalmente se lo ritrova davanti. Perché il suo più antico rivale inizia a girargli intorno, e intorno, e intorno, con quel suo sopracciglio indagatore e lo stupido mantello nero svolazzante che ha una mezza idea di afferrare per farlo inciampare.
«Oh, ma anche io sto benissimo, sai? Vedere i cani in gabbia è il mio divertimento preferito».
«Mocciosus, se non la smetti di girare in tondo giuro che…»
A quella minaccia a vuoto, il professore gli si ferma esattamente di fronte e gli pianta la faccia a un palmo dal naso, quasi come se volesse intimidirlo. Del resto, era sempre stato il modus operandi di Piton, provare a spaventarlo quando lo vedeva in una chiara posizione di svantaggio.
«Che cosa, cane rognoso, che cosa pensi di potermi fare? Vuoi che chiami il tuo amichetto per darti un bel bacione? Aspetta, ora lo chiamo: Auuuuu».
«Accidenti, quanto sei eccitante! È così che fai mentre scopi con la Burbage?»
Severus solleva le sopracciglia, stupito, ma il lampo di irritazione subito è sostituito da un nuovo mezzo sorriso. «Sono lusingato che tu mi immagini in situazioni intime, per parte mia non mi sono mai interrogato sui tuoi metodi per portare a letto la povera signorina Vance».
Sirius esita un istante, poi forza una risata e fa schioccare le labbra prima di tentare un’offerta di pace. «Dai, su, Mocciosus, anche oggi ci siamo intrattenuti vicendevolmente. Adesso, però, perché non mi liberi così questo supplizio finisce per entrambi?»
«Non ne ho alcuna intenzione, Black. Di te, io francamente me ne infischio, o dovrei dire invischio
Sirius non sa dire, e non saprà dire neanche dopo, cos’è che lo spinge a fare quello che fa. Forse che Mocciosus ha fatto una vera battuta, o che la sua faccia detestabile è così dannatamente vicina, o che con la Vance non c’è mai stato niente ed è in astinenza dagli anni ‘80, oppure ancora che semplicemente vuole essere liberato da quel dannato vischio in fretta. Ché una prigione è già tanto, ma una prigione in una prigione è insopportabile. Così, lo afferra per il mantello per davvero e non per farlo inciampare, ma per piantargli un bacio aggressivo sulla bocca.
E Sirius scopre cose che non sapeva: che la bocca di Mocciosus sa di fumo Babbano, che le sue labbra non sono così sottili come sembrano e i suoi capelli untissimi sono però morbidi al tatto e… Non scopre più nient’altro perché, mentre si stanno ancora baciando, Remus finalmente si decide a fare la sua comparsa.
«Buonasera, Severus. Sirius, noi ci vediamo dopo» dice come un automa, senza neanche guardarli in faccia.
E quando se ne va, Sirius e Severus sollevano semplicemente le spalle con un’occhiata complice alle spalle di Remus, prima di tornare per tacito accordo a invischiarsi un altro po’.



 
*

 
«Provo a riassumere: tu hai baciato Ninfadora e la cosa ti è piaciuta molto».
«Non hai mai detto che–»
«Ah, non provarci nemmeno, Lunastorta! Sei uscito quel salotto più svampito di Sibilla Cooman nei giorni no. Io e Mocciosus avremmo potuto baciarci davanti a te e tu non te ne saresti nemmeno accorto, sai?».
«Andiamo, Felpato, ora non esagerare. Come accidenti ti è venuta in mente una cosa così assurda come te e Severus che vi baciate?
Sirius nasconde la sua nuova, sonora risata dentro il bicchiere di Whisky Incendiario. «Già, già, gia. Davvero assurda».
   
 
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